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    Juve al lavoro, Pogba e Vlahovic pronti: test con la Next Gen in vista Monza

    Il tecnico bianconero spera di avere finalmente a disposizione Paul Pogba (ancora zero minuti in stagione) e Dusan Vlahovic (out da fine ottobre), pedine fondamentali per la risalita in classifica della Vecchia Signora. Il francese e il serbo verranno impiegati in un test con la Next Gen giovedì 26 gennaio per valutarne le condizioni e per capire se entrambi potranno essere convocati per la sfida contro la squadra di Palladino, che nel girone d’andata si impose per 1-0 contro i bianconeri. LEGGI TUTTO

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    Juve, De Winter e la notte magica contro l'Inter: i bianconeri osservano

    Voglia di rivalsa. Potrebbe racchiudersi in queste parole la prestazione di De Winter contro l’Inter. Il difensore belga è stato uno dei migliori in campo nella notte magica dei toscani a San Siro. La vittoria per 0-1 è la ciliegina su una prestazione importante da parte dei ragazzi allenati da mister Zanetti. Il centrale, in prestito dalla Juventus, ha avuto la sua occasione per l’assenza di Ismajli e l’ha sfruttata alla grande. Annullare Lautaro, Dzeko e in parte anche Lukaku vuol dire aver messo in campo una prestazione di livello. Concentrazione e, appunto, la voglia di rivalsa di De Winter. Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    De Winter, dall’amara Supercoppa con la Juve alla rivincita con l’Empoli
    La vita ti regala sempre la possibilità di rifarti poi sta a te provarci cambiando le sorti un pronostico alla vigilia già scritto. La squadra di Inzaghi avrebbe dovuto trovare tre punti facili, specialmente dopo l’ottimo periodo che sta vivendo e la spinta della vittoria contro il Milan in Supercoppa, ma non ha fatto i conti dell’Empoli. ‘Giovani Wannabe’ canterebbero i Pinguini Tattici Nucleari, e nella notte di San Siro proprio i giovani azzurri sono stati decisivi contro l’Inter. 
    De Winter dicevamo. Un anno fa in panchina nell’amara notte di Supercoppa, dove Sanchez in pieno recupero decise la partita a favore dei nerazzurri, e ora in campo per trovare la sua personale rivincita. Non c’è Ismajli. Un segno del destino? Forse sì. Zanetti sceglie il belga per comporre la coppia con Luperto e dare battaglia contro gli attaccanti dell’Inter. Sfruttare l’occasione, viste le poche presenze raccolte in stagione del centrale. Risultato? 0 tiri in porta di Lautaro&Co e lo zampino è anche quello del classe 2002. Notti magiche a San Siro per una rivincita in salsa belga.  LEGGI TUTTO

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    John Elkann sulla Juventus: “Un'ingiustizia. Ci difenderemo con fermezza”

    TORINO – Parla John Elkann nel ventennale della scomparsa del nonno Gianni Agnelli. Lo fa con un’intervista ai giornali della sua Gedi. Ecco da Repubblica lo stralcio sulla Juve e l’inchiesta. Ma l’Avvocato oggi sarebbe orgoglioso anche della Juventus? “In questi 100 anni di vita insieme abbiamo attraversato un periodo di grandi soddisfazioni e di grandi difficoltà: negli ultimi 20 anni la Juventus ha vinto 11 scudetti sul campo, 6 supercoppe italiane, 5 coppe Italia, più i successi delle Women. Il titolo mondiale del 2006 e l’europeo del ’21 sono stati vinti da una Nazionale con forte dorsale juventina. E con la vittoria quest’anno dell’Argentina la Juve è la squadra con più giocatori che hanno conquistato un campionato del mondo. Il -15? La Juventus è la squadra italiana più amata e seguita: rappresenta il nostro calcio nazionale. L’ingiustizia di questa sentenza è evidente: in molti l’hanno rilevato, anche non di fede bianconera, e noi ci difenderemo con fermezza per tutelare l’interesse dei tifosi della Juve e di tutti quelli che amano il calcio. Spero che insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. La Juventus non è il problema, ma è e sarà sempre parte della soluzione. Qui è in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Fagioli clamoroso: “Potevo essere dell'Inter. Sogno la 10 e la Champions”

    TORINO – Nella lunga chiacchierata sul canale Twitch della Juve Nicolò Fagioli ha risposto alle domande dei tifosi raccontando molte di sé e della squadra, a partire dalla grande prestazione di domenica sera. “C’è rammarico per non aver battuto l’Atalanta: peccato per i 5 minuti iniziali della ripresa, ci siamo ripresi bene dopo lo svantaggio, è un grande segnale da parte della squadra, alla fine abbiamo strappato un punto. Come squadra è un buon momento, 8 vittorie di file in campionato, poi il ko di Napoli e la bella prestazione contro l’Atalanta. A livello personale sono molto contento per cosa sto facendo, ma è soltanto un punto di partenza».

    Penalizzazione?

    “Non ci aspettavamo 15 punti in meno in classifica, ma non possiamo farci niente. Dobbiamo solo scendere in campo e cercare di arrivare in Champions. Il presidente Ferrero e l’ad Scanavino ci hanno detto che loro combatteremo per questi 15 punti, di stare tranquilli e di mettere ancora più passione in campo”.

    Messaggio ai tifosi

    “La Juve è la squadra più odiata da tutti: restando uniti come società, tifosi e giocatori ne usciremo alla grande”.

    La svolta a Lecce?

    “Il mio primo gol in Serie A a Lecce: è stata un’emozione fantastica, quella settimana è stata perfetta. Ho giocato in Champions con il Psg, poi con l’Inter dove ho segnato ancora, una cosa che sognavo fin da bambino perché l’Inter è la nostra vera rivale storicamente. Erano mesi che non giocavo tantissimo, era la prima esperienza alla Juve con i grandi. Non è facile perché ci sono tanti campioni, aver segnato è stata una liberazione per me e per la squadra”.

    L’importanza di Danilo?

    “È un punto di riferimento per me e per tutti, ha tanto carisma, ha sempre una parola in più per i compagni, aiuta i singoli. Mi ha sempre sostenuto fin dai tempi di Pirlo, lo ammiro tanto come persona ed è un giocatore fenomenale”.

    Sogni bianconeri?”

    “Il mio più grande sogno con la Juventus è vincere la Champions League. Poi il campionato, sperando di riuscirci a breve”.

    L’approdo alla Juve?

    “Ero al Piacenza ma il club fallì, così andai alla Cremonese: in quel periodo stavo andando a fare il provino all’Inter. Avevo quasi firmato, poi è arrivato Gigi Milani che ha cambiato tutto. Ho scelto la Juventus fin da subito. Milani è la persona più importante qui alla Juve, mi ha portato in questa società, lo sento spesso e mi dà tanti consigli”.

    Il settore giovanile?

    “Fare le giovanili alla Juve ti aiuta e ti prepara bene. Dall’U23 c’è stato un picco di giocatori che sono venuti fuori, ti confronti con tanti giocatori professionisti che in Primavera non affronti. Poi mi ha aiutato molto anche il campionato fatto in Serie B alla Cremonese. Ha avuto un grande valore quel prestito, mi sono ritrovato con un gruppo forte e con Pecchia che conoscevo già dai tempi della Juve. Era una squadra che andava in campo per vincere il campionato”.

    Il rapporto con Allegri?

    “Ero molto felice quando, nel 2018, Allegri parlò di me in conferenza stampa: è stato emozionante giocare quella tournée. Mi ricordo che stavo giocando in Primavera quando sentii queste parole”.

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    Juventus-Atalanta 3-3: ripartire da cuore e Di Maria

    TORINO – Carattere e Di Maria, ma non solo: la Juventus non è riuscita a ripartire con una vittoria dopo la mazzata dei 15 punti di penalizzazione subita venerdì dalla Corte d’appello federale e vede allungarsi ulteriormente la distanza dalla zona Europa e dalla zona Champions, ma nel 3-3 con l’Atalanta può trovare comunque solidi appigli a cui aggrapparsi per tentare l’impresa della scalata.Guarda la galleryJuve-Atalanta, Di Maria show: rincorre l’arbitro, segna il rigore e esulta così

    Il cuore

    Il carattere, intanto. Che forse non è bastato a evitare contraccolpi psicologici della penalizzazione, o almeno è il dubbio che viene nel vedere, dopo quattro minuti, Locatelli regalare palla all’Atalanta sbagliando una verticalizzazione normale e Szczesny deviare maldestramente nella propria porta il destro con cui Lookman chiude il successivo contropiede, potente ma diretto proprio sui guanti del portiere polacco. Ed è il dubbio che torna al 1’ della ripresa quando è Danilo a regalare sulla trequarti bianconera il pallone da cui nasce il 2-2 di Maehle. Di certo, però, i bianconeri di carattere ne hanno avuto abbastanza per reagire sia alla situazione durissima in cui li ha gettati la Corte d’appello della federazione, sia agli errori con cui per due volte l’hanno resa ancora più dura. Perché dopo lo 0-1 hanno preso in mano la partita e non solo con il carattere, ma eludendo spesso il pressing dell’Atalanta con una circolazione veloce e precisa, soprattutto quando il pallone passava dai piedi di Fagioli e Di Maria. Il primo peraltro si è guadagnato il rigore dell’1-1 e ha servito l’assist per il gran gol di Milik (sul quale potevano starci altri due rigori, uno in avvio e uno a fine primo tempo per falli di Palomino e Toloi), il secondo ha firmato dal dischetto l’1-1, innescato l’azione del 2-1 con una tra le tante giocate di gran talento mostrate e ha toccato di suola la punizione del 3-3 di Danilo.

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    La classe

    Come detto, il Fideo assieme al carattere è un altro appiglio a cui Allegri e la Juventus possono guardare con fiducia. Dopo i lampi di Napoli, l’argentino ha confermato (ammesso che ce ne fosse bisogno) di poter fare la differenza: e dopo il gol di Chiesa in Coppa Italia è sempre più chiaro (anche in questo caso ammesso che ce ne fosse bisogno) quanto possa aver pesato per la squadra bianconera dover fare a meno di entrambi. E di Pogba e, spesso, di Vlahovic. Quelli del Polpo e di DV9 saranno i prossimi grandi rientri, i prossimi appigli a cui aggrapparsi nell’arrampicata che sembra impossibile. In attesa di poterli afferrare Allegri adesso deve trovare il modo di sfruttare assieme Chiesa e Di Maria, anche costo di modificare il 3-5-2 che ha funzionato bene da metà ottobre, ma che complica la coesistenza dell’azzurro e dell’argentino. Può lavorarci avendo come base quanto di buono mostrato nel corso delle otto vittorie di fila e anche, al netto degli errori grossolani, nel 3-3 di ieri. Da qui riparte la scalata.

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    L'urlo social di Cuadrado, cuore Juve agli sgoccioli

    TORINO – Lui, il 1° luglio che verrà, sarà molto probabilmente altrove, lontano da Torino. A meno di novità davvero impreviste, Juan Cuadrado è agli sgoccioli della sua esperienza nella Juventus, alla quale dal 2015 a oggi ha dato tutto, griffando istanti storici (come nel derby dell’ottobre di quell’anno) e ogni tanto sollevando le proteste popolari per un rendimento oggettivamente in calo. Dimenticando, però, che il colombiano è uno dei pochi calciatori della rosa di Massimiliano Allegri in grado di saltare l’uomo in scioltezza, di creare superiorità numerica, di conquistarsi calci piazzati assai invitanti. Ecco, Cuadrado in un momento così delicato della storia bianconera ha deciso di unirsi al coro dei calciatori che sui social invitano a fare gruppo, a compattarsi, per fare in modo che la Juve torni vincente il prima possibile.Guarda la galleryJuve penalizzata, tifosi furiosi sui social: tv, istituzioni, club, non si salva nessuno

    Il monito del Panita

    Così l’ex Chelsea sui social: «Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tutto sia perduto, crederci ancora, la JUVE non si arrende mai». Parola, nel senso del copyright, di Omar Enrique Sivori, El Cabezon, che ha firmato parte del mito bianconero e il cui pensiero, alla luce degli ultimi fatti e della penalizzazione di 15 punti in classifica comminata a carico degli juventini, risuona terribilmente attuale. Il messaggio di Cuadrado è accompagnato dalla foto della piscina del Training Center bianconero alla Continassa, lì dove campeggia la frase in questione. Forse non servirebbe neanche appenderla negli spogliatoi, ché i giocatori passano spesso e volentieri per la piscina per ricaricarsi dalle fatiche, eppure è una riflessione da mandare a memoria. Anche da parte di chi, a fine giugno e dopo otto stagioni torinesi, vedrà scadere il contratto con la Juventus di cui, dovunque andrà a giocare, non potrà non mantenere un ricordo positivo. LEGGI TUTTO

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    La maglia orange, l'idolo Cruijff e un futuro alla Juve: la storia di Di Biase

    Uno sguardo alla Serie A e uno al mercato. A scendere la Juventus sta cercando di tenere sotto controllo tutte le situazioni anche per quanto riguarda la Next Gen e le giovanili. Sul mercato la società si sta muovendo soprattutto per il futuro e in questi giorni si sarebbe assicurata il giovanissimo Di Biase. Classe 2005 che in Serie D con la maglia della Pistoiese sta davvero facendo parlare di sé alla prima stagione coi grandi. Esterno mancino, dotato di doti tecniche importanti e con un ottimo fiuto del gol. Le sue prestazioni non sono passate inosservate soprattutto ai piani alti, ma i bianconeri sono stati più bravi e lesti a fiutare il colpo per la Next Gen.Guarda la galleryCoppa Italia, alla Juve Next Gen non basta il gol di Poli: il Foggia vince 2-1
    Juve, la Next Gen fa gola sul mercato: Di Biase e il futuro in bianconero
    Ecco proprio la Next Gen può aver aiutato nell’occasione per far accettare la proposta al giovanissimo attaccante. La Pistoiese avrebbe acconsentito alla cessione soltanto se il suo percorso fosse volto più verso la prima squadra rispetto che alla Primavera. Ed ecco che la seconda squadra della Juventus può fare davvero al caso suo. Uno step intermedio dopo le ottime partite in Serie D.
    A Torino il suo arrivo è previsto per l’estate, in modo tale che possa continuare a giocare e ad esprimersi al meglio con la Pisotiese. Una storia davvero particolare la sua, visto che il suo salto dalle giovanili alla prima squadra è stato abbastanza repentino e le retrocessione dei toscani dalla Lega Pro ne ha sicuramente agevolato e accelerato il processo. Attaccante con il vizio del gol e un idolo inusuale per la sua generazione. Maglia arancione, numero 14 sulle spalle e pensieri dirottati in una sola e unica direzione: l’Olanda di Johan Cruijff. LEGGI TUTTO

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    Finché c'è Fede, c'è Juve: Chiesa fenomenale!

    TORINO – La Juve che più verde non si può, età media 24 anni con tre 2003 titolari (Soulè, Muretti e Iling), un 2001 (Fagioli) e un 2000 (Kean), regala effervescenza e bollicine nella Coppa Italia contro il Monza anche se, come leggerete tra qualche riga, gli applausi potenti arriveranno con la resurrezione di Chiesa!

    Juventus-Monza 2-1: tabellino e statistiche

    Juventus, via alla linea verde

    Allegri, squalificato e rimpiazzato in panchina da Landucci, sposa la linea della nuova dirigenza che il giorno prima, al battesimo, era stata caldeggiata proprio dal presidente Gianluca Ferrero e dall’amministatore delegato Maurizio Scanavino, entrambi in tribuna all’Allianz Stadium per la loro prima gara ufficiale da “reggenti”. Dunque contro i brianzoli che in campionato avevano conosciuto la loro prima storica vittoria proprio contro gli juventini, spazio a un tasso di spensieratezza più alto per cercare anche una vivacità di gioco e di pensiero maggiore a scapito di un tasso tecnico inferiore rispetto a ciò che possono garantire i big.

    Guarda la galleryChiesa torna al gol e sui social esplode la gioia dei tifosi Juve

    Chiesa, questione di Fede

    E così dopo aver sfiancato un Monza più che apprezzabile con i giovani ecco che il cambio di passo decisivo arriva dopo un’ora, quando entrano Chiesa e Locatelli per Soulè e Miretti mentre Di Maria un quarto d’ora dopo prende il posto di Fagioli. Dunque è Chiesa che 378 giorni dopo il suo ultimno gol, a poco più di un anno dal suo ko al crociato, torna imprendibile e potente sulla sinistra, resiste a due trattenute della maglia, penetra in area e scaglia un tiro di destro potente e preciso che va a sbattere sul palo lontano prima di entrare in rete e siglare il 2-1 che vale il quarto di Coppa Italia il 2 febbraio contro la Lazio.

    Guarda la galleryFerrero all’Allianz Stadium: la prima partita da presidente della Juventus

    Palladino, un ex molto bravo

    Il primo tempo era stato di marca bianconera con lo strapotere fisico sulla sinistra di Iling a servire dopo 5 minuti Fagioli che di prima sfiora il palo e quindi ecco il vantaggio all’8’ quando Kean devia di testa il cross dalla destra di McKennie, imbeccato da un vivace Soulè. Ma il Monza di Palladino non è venuto a Torino a fare passerella e così offre un fraseggio interessante anche se il pareggio lo trova al 25’ su angolo, con Valoti che di testa infila Perin sfruttando una marcatura a zona che fa evidentemente acqua. Nella ripresa dopo 4 minuti Kean si mangia il gol a tu per tu con Cragno, centrandolo con un tiro a botta sicura. Poi la Juve torna a volare con il suo Chiesa ritrovato. LEGGI TUTTO