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    Danilo come Smalling: il pallone inatteso e la mano non punibile

    Il tocco di mano di Danilo contro il Verona ha riportato alla mente un episodio analogo avvenuto a inizio stagione durante Juve-Roma del 27 agosto 2022. In quel frangente, a toccare di mano era stato Smalling, nel tentativo di fermare un cross di Miretti. Entrambi gli episodi però non sono stati puniti dall’arbitro poiché tutti e due i tocchi di mano sono stati considerati non punibili in quanto il braccio, sia quello di Smalling che quello di Danilo, viene considerato in posizione di caduta, movimento non innaturale. Che questa sia l’interpretazione corretta è anche opinione dell’ex arbitro Marelli a Dazn: “Il tiro di Veloso è stato deviato da Dawidowicz, che manda il pallone sul braccio di Danilo. La regola del fallo di mano è stata riscritta nel 2019, a livello arbitrale è un episodio semplice. Se Danilo avesse toccato il pallone direttamente sul tiro di Veloso sarebbe stato diverso”. LEGGI TUTTO

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    Kean dà il 5 alla Juve che passa a Verona

    Continua a soffrire e continua a vincere, quella che comincia ad assomigliare sempre più alla Juventus di Massimiliano Allegri (anche se non lo è ancora): per capacità di interpretare i momenti della partita, pazientando, anche soffrendo appunto, per poi colpire. Comincia a somigliare e non è ancora perché concede comunque troppo al Verona, soprattutto nella seconda parte della ripresa (ma anche un paio di contropiede nel primo tempo) quando gli errori di mira gialloblù la salvano dal pareggio, e perché colpisce troppo poco. E’ una Juventus, però, che basta per centrare la quinta vittoria consecutiva in campionato, tutte senza subire reti, e la terza per 1-0 in trasferta: 15 punti che portano i bianconeri a 2 punti dal secondo posto e li mantengono a 10 dal Napoli capolista.

    Lazio e ritorni

    Una posizione ideale, se la Juventus riuscirà completare nel modo migliore il suo campionato premondiale battendo la Lazio domenica sera, per provare a lanciarsi a gennaio in una rimonta che richiamerebbe quella straordinaria del 2015-16 (iniziata vincendo il derby, come la striscia di successi in corso). A gennaio, quando Allegri dovrebbe ritrovare – anzi, trovare, perché finora non l’ha mai avuta – la sua Juventus anche negli uomini. Perché se quella attuale assomiglia a una squadra di Allegri ma ancora non lo è, sia perché concede ancora troppo – nonostante la miglior difesa – sia perché colpisce poco, è anche per il peso e il numero delle assenze che continuano a zavorrarla: da un lato privandola dell’apporto di uomini che potrebbero fare la differenza come Pogba, Vlahovic e Chiesa, per citare tre degli indisponibili di ieri, dall’altro costringendo diversi bianconeri a straordinari che non possono che togliere loro un po’ di brillantezza e lucidità. 

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    Milik assist morale

    Intanto ieri nella ripresa il tecnico bianconero ha recuperato anche Paredes e potuto sfruttare per il secondo spezzone Di Maria, per quanto i due argentini non abbiano inciso molto. Solo ruggine o anche il pensiero del Mondiale che si insinua inconsciamente in testa? Di sicuro non in quella di Rabiot, che corre e contrasta per nulla preoccupato di stancarsi per il Qatar e serve l’assist per il gol di Kean (anche se il “vero” assist è stato il filtrante di Milik per il francese). Un gol pesantissimo.

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    Riecco la Juve Corto Muso. Perché la vittoria di Verona è così importante

    Riecco la Juve Corto Muso, quella che piace tanto ad Allegri. A Verona, la sua squadra firma la quinta vittoria consecutiva, mantenendo la porta inviolata per la quinta gara di fila e piombando in zona Champions. Il Bentegodi registra il terzo 1-0 dei bianconeri negli ultimi cinque incontri (Toro, Lecce, Hellas), inframezzati dal poker all’Empoli e dal 2-0 all’Inter. Il gioco juventino è decisamente poco scintillante, il finale è sofferto contro gli uomini di Bocchetti, orgogliosi, ma inconcludenti. Eppure, mai come in questo momento, alla Continassa ciò che importa sono altri tre punti per continuare a risalire, complici anche le frenate o gli stop delle rivali nella corsa a un posto Champions. Sì, perché il Napoli è di nuovo a -10. Considerata la velocità supersonica alla quale viaggia e il gioco spettacolare che la sospinge, in questo momento la squadra di Spalletti è più che mai padrona del proprio destino tricolore. Aspettando il confronto diretto con la Lazio, l’ultima partita dell’anno a causa della sbalestrante sosta imposta dal Mondiale, la Juve prende atto di avere rialzato la testa in campionato ed è ciò che più conta, dopo la bruciante eliminazione dalla Champions League, scandita da cinque sconfitte in sei partite.Guarda la galleryVerona-Juve, Danilo tocca di mano cadendo: ecco perché Di Bello non fischia rigore FOTO

    Cinque vittorie per Allegri

    In un mese, dall’umiliazione di Haifa (11 ottobre) al colpo di Verona, Allegri ha infilato la serie di cinque vittorie di fila che ne ha puntellato la panchina nel massimo torneo. E non è un caso che la riscossa sia stata accelerata dall’ingresso in prima squadra di Fagioli, 21 anni e di Miretti, 19 anni finalmente considerati come meritano, ad onta delle dissertazioni ferragostane del tecnico a proposito dei “giocatori di categoria”. Allo stesso modo, Kean, 22 anni, si sta rivelando una preziosa alternativa all’acciaccato Vlahovic e al digiunante Milik: l’azzurro si era sbloccato contro l’Empoli, il 21 ottobre scorso, dopo un’astinenza che si protraeva da sei mesi e a Verona ha firmato un gol pesantissimo. Nei suoi giovani, la Juve ha trovato la forza per risollevarsi. Che continui così.
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    Da Rabiot a Milik, ecco la Juve mondiale

    TORINO – Szczesny in porta, il tridente brasiliano, Danilo, Gleison Bremer e Alex Sandro, in difesa, a centrocampo McKennie, Rabiot, Paredes e Kostic, in attacco Di Maria, Vlahovic e Milik: non è la formazione che scende in campo a Verona, né quella che affronterà domenica sera la Lazio, bensì è la Juventus mondiale, il 3-4-3 a forte trazione anteriore che sarà protagonista in Qatar. Con una defezione d’eccezione, quella di Paul Pogba, altrimenti sarebbero stati 12 i bianconeri in procinto di salutare la Continassa.
    Gli incroci in Qatar
    Dalla Polonia alla Serbia, dalla Francia agli Usa, dal Brasile all’Argentina, ci saranno grandi sfide bianconere ai Mondiali. Paredes e Di Maria prima affronteranno nel girone la Polonia di Szczesny e Milik, mentre in semifinale potrebbero trovarsi davanti il Brasile di Alex Sandro, Danilo e Bremer per il più classico dei big match tra le due corazzate sudamericane. La Nazionale verdeoro inizierà invece il torneo contro la Serbia di Kostic e Vlahovic, che non vuole al momento forzare per non mettere a rischio la sua partecipazione.
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    Al J-Museum sbarca il grande tennis

    TORINO – A partire dal 12 novembre, un motivo in più per andare a vedere il J-Museum a fianco dell’Allianz Stadium. All’interno, infatti, ci sarà una zona a ingresso gratuito in cui si potrà guardare l’allestimento della mostra dedicata ai 50 anni dell’Association of Tennis Professionals realizzata in collaborazione con ATP e con il patrocinio della Città di Torino. La prossima settimana il J-Museum resterà aperto tutti i giorni: da lunedì 14 novembre a domenica 20 novembre (lunedì-venerdì dalle 10.30 alle 18, sabato e domenica dalle 10.30 alle 19.30). LEGGI TUTTO

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    La Juve al Bentegodi con Bremer: ecco perché Allegri non può farne a meno

    VERONA – Dalla partitona con l’Inter alla nuova sfida contro il Verona: prima dell’avventura Mondiale, Massimiliano Allegri chiede gli straordinari a Gleison Bremer. È ciò che emerge dalla rifinitura svolta a poche ore dal match del Bentegodi. Il tecnico bianconero ha provato Bremer nella difesa a 3 con l’altro brasiliano Danilo e con il capitano Bonucci, che oggi può tagliare il traguardo delle 350 presenze con la maglia della Juventus in campionato. Nelle prove anti-Verona è confermato il tandem offensivo composto da Milik e dal rientrante Kean, in mezzo al campo probabilmente giocherà ancora Fagioli, con Locatelli e Rabiot, mentre gli argentini Paredes e Di Maria sembrano destinati alla panchina, almeno inizialmente.Sullo stesso argomentoVerona-Juventus, la formazione ufficiale di AllegriJuventus

    Un sogno chiamato Qatar

    È un momento molto positivo per Bremer: rientrato dall’infortunio muscolare rimediato nel derby con il Torino, il difensore ha festeggiato il successo sull’Inter e la convocazione in Nazionale da parte del ct Tite per il Mondiale in Qatar. Una soddisfazione doppia per Bremer che solo negli ultimi mesi era riuscito a convincere la Seleçao a chiamarlo. Le sue prestazioni nella Juventus, infortunio a parte, hanno spinto Tite a sceglierlo nonostante la tanta e agguerrita concorrenza. E anche Allegri sembra proprio non poter fare a meno di lui: del resto nella difesa bianconera, la migliore del campionato, l’ex granata è diventato un pilastro.
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    Juve Next Gen-Mantova a Vinovo? Macché! Il 27 novembre si cambia

    TORINO – Domenica 27 novembre, ore 14.30: sarà una data da ricordare per la Juventus Next Gen che per la prima volta giocherà nel Teatro dei Sogni della prima squadra. Già, lo Stadium spalancherà le sue porte all’avvento della formazione bianconera che partecipa al campionato di Serie C disputando le partite casalinghe a Vinovo. Per la 15ª giornata il team di Massimo Brambilla sfiderà il Mantova in un contesto mai provato prima, dove solitamente si assiste a incontri non solo di Serie A, ma anche di Champions League (e il percorso di Dusan Vlahovic e soci in Europa League comincerà a febbraio). Il popolo juventino, alle prese con un inusuale mese e mezzo di sosta per il Mondiale in Qatar, si stringerà attorno a Tommaso Barbieri e compagni per spingere la Juve a un successo che resterebbe scolpito nella storia.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    La Juve azzurra a Verona: 5 su 11 in campo. E non finisce qui

    TORINO – A Verona l’ultimo esempio, tra titolari e sostituti. Prendete l’undici atteso al Bentegodi: Mattia Perin, Leonardo Bonucci, Nicolò Fagioli, Manuel Locatelli, Moise Kean, tutti in campo dal primo minuto. E aggiungete al menu chi sarà prevedibilmente a disposizione, a partire dal “veterano” Fabio Miretti, passando per Federico Gatti, naturalmente aspettando che torni Federico Chiesa e con Daniele Rugani che, a meno di sorprese, ha perso il ballottaggio con Bremer. Totale: 5 giocatori italiani impiegati da Massimiliano Allegri dall’inizio contro i gialloblù ultimi in classifica e se non è un primato stagionale, poco ci manca. Di certo i 5 azzurri in campo rappresentano un record in questa stagione travagliata, ma che si può ancora raddrizzare.
    Giocano perché valgono
    Non siamo più ai tempi del blocco Juventus trionfante al Mundial 1982 o ai nove bianconeri iridati nel ’34 con il ct Vittorio Pozzo al timone, perché per altro qui si tratta di giovani che devono ancora affinarsi e completarsi del tutto, ma insomma: il quadro è chiaro e incoraggiante. E pazienza se i “maligni” e i “superbi” del maestro Francesco De Gregori sentenzieranno in eterno che questa Juve si sta italianizzando solamente perché i big sono in infermeria: come si può pensare che i vari Fagioli e compagnia di giovani rampanti possa trovare spazio quando Paul Pogba tornerà in sella? Sostengono, tronfi e boriosi. Sono gli stessi che tacciono Allegri di aver fatto ricorso ai talenti solamente quando non c’era più nessuno o quasi a disposizione, non per inclinazione naturale di Max. Amen, i fatti raccontano che questa Juve per metà azzurra – il ct Roberto Mancini sentitamente ringrazia – è chiamata ad accelerare il rilancio in campionato, avviato dalle quattro vittorie consecutive senza gol subiti, che incredibilmente rischiano di riportare i bianconeri in zona Champions League. Ma vi ricordate cosa si diceva di questa squadra solamente un mese fa, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan? Roba da pazzi, in un certo senso…
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