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    La Juve al Bentegodi con Bremer: ecco perché Allegri non può farne a meno

    VERONA – Dalla partitona con l’Inter alla nuova sfida contro il Verona: prima dell’avventura Mondiale, Massimiliano Allegri chiede gli straordinari a Gleison Bremer. È ciò che emerge dalla rifinitura svolta a poche ore dal match del Bentegodi. Il tecnico bianconero ha provato Bremer nella difesa a 3 con l’altro brasiliano Danilo e con il capitano Bonucci, che oggi può tagliare il traguardo delle 350 presenze con la maglia della Juventus in campionato. Nelle prove anti-Verona è confermato il tandem offensivo composto da Milik e dal rientrante Kean, in mezzo al campo probabilmente giocherà ancora Fagioli, con Locatelli e Rabiot, mentre gli argentini Paredes e Di Maria sembrano destinati alla panchina, almeno inizialmente.Sullo stesso argomentoVerona-Juventus, la formazione ufficiale di AllegriJuventus

    Un sogno chiamato Qatar

    È un momento molto positivo per Bremer: rientrato dall’infortunio muscolare rimediato nel derby con il Torino, il difensore ha festeggiato il successo sull’Inter e la convocazione in Nazionale da parte del ct Tite per il Mondiale in Qatar. Una soddisfazione doppia per Bremer che solo negli ultimi mesi era riuscito a convincere la Seleçao a chiamarlo. Le sue prestazioni nella Juventus, infortunio a parte, hanno spinto Tite a sceglierlo nonostante la tanta e agguerrita concorrenza. E anche Allegri sembra proprio non poter fare a meno di lui: del resto nella difesa bianconera, la migliore del campionato, l’ex granata è diventato un pilastro.
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    Juve Next Gen-Mantova a Vinovo? Macché! Il 27 novembre si cambia

    TORINO – Domenica 27 novembre, ore 14.30: sarà una data da ricordare per la Juventus Next Gen che per la prima volta giocherà nel Teatro dei Sogni della prima squadra. Già, lo Stadium spalancherà le sue porte all’avvento della formazione bianconera che partecipa al campionato di Serie C disputando le partite casalinghe a Vinovo. Per la 15ª giornata il team di Massimo Brambilla sfiderà il Mantova in un contesto mai provato prima, dove solitamente si assiste a incontri non solo di Serie A, ma anche di Champions League (e il percorso di Dusan Vlahovic e soci in Europa League comincerà a febbraio). Il popolo juventino, alle prese con un inusuale mese e mezzo di sosta per il Mondiale in Qatar, si stringerà attorno a Tommaso Barbieri e compagni per spingere la Juve a un successo che resterebbe scolpito nella storia.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    La Juve azzurra a Verona: 5 su 11 in campo. E non finisce qui

    TORINO – A Verona l’ultimo esempio, tra titolari e sostituti. Prendete l’undici atteso al Bentegodi: Mattia Perin, Leonardo Bonucci, Nicolò Fagioli, Manuel Locatelli, Moise Kean, tutti in campo dal primo minuto. E aggiungete al menu chi sarà prevedibilmente a disposizione, a partire dal “veterano” Fabio Miretti, passando per Federico Gatti, naturalmente aspettando che torni Federico Chiesa e con Daniele Rugani che, a meno di sorprese, ha perso il ballottaggio con Bremer. Totale: 5 giocatori italiani impiegati da Massimiliano Allegri dall’inizio contro i gialloblù ultimi in classifica e se non è un primato stagionale, poco ci manca. Di certo i 5 azzurri in campo rappresentano un record in questa stagione travagliata, ma che si può ancora raddrizzare.
    Giocano perché valgono
    Non siamo più ai tempi del blocco Juventus trionfante al Mundial 1982 o ai nove bianconeri iridati nel ’34 con il ct Vittorio Pozzo al timone, perché per altro qui si tratta di giovani che devono ancora affinarsi e completarsi del tutto, ma insomma: il quadro è chiaro e incoraggiante. E pazienza se i “maligni” e i “superbi” del maestro Francesco De Gregori sentenzieranno in eterno che questa Juve si sta italianizzando solamente perché i big sono in infermeria: come si può pensare che i vari Fagioli e compagnia di giovani rampanti possa trovare spazio quando Paul Pogba tornerà in sella? Sostengono, tronfi e boriosi. Sono gli stessi che tacciono Allegri di aver fatto ricorso ai talenti solamente quando non c’era più nessuno o quasi a disposizione, non per inclinazione naturale di Max. Amen, i fatti raccontano che questa Juve per metà azzurra – il ct Roberto Mancini sentitamente ringrazia – è chiamata ad accelerare il rilancio in campionato, avviato dalle quattro vittorie consecutive senza gol subiti, che incredibilmente rischiano di riportare i bianconeri in zona Champions League. Ma vi ricordate cosa si diceva di questa squadra solamente un mese fa, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan? Roba da pazzi, in un certo senso…
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    Kean a Verona: lancio e rilancio

    TORINO – Ha recuperato da un problema muscolare (l’infiammazione di una vecchia cicatrice) giusto in tempo per tornare dove è diventato grande, Moise Kean. Che quando nell’estate del 2017 approdò diciassettenne al Verona non era certo un debuttante, tanto che aveva già segnato il suo primo gol in Serie A (primo nato nel 21° secolo a riuscirci, il 27 maggio 2017 in Bologna-Juventus 1-2), ma per la prima volta andava “a vivere da solo”. Almeno calcisticamente parlando: cresciuto nel settore giovanile bianconero, quel prestito all’Hellas fu la sua prima esperienza lontano dalla protezione delle mura di Vinovo.
    Ora per rilanciarsi
    Esperienza eccellente, se non per l’infortunio agli adduttori che la interruppe troppo presto, a marzo: non ancora maggiorenne e passato direttamente dalla Primavera al professionismo, Kean fino a quel momento aveva infatti già giocato 19 partite in Serie A con i gialloblù, segnando 4 gol. Una rampa di lanciò che lo riportò alla Juve in estate. Oggi proverà a sfruttare il Bentegodi per rilanciarsi, dopo che l’ultimo stop lo ha fermato in un momento di buona forma, certificato anche dal primo gol stagionale messo a segno contro l’Empoli. Al Bentegodi ha anche buone possibilità di partire titolare, accanto a Milik oppure davanti a Miretti, per far rifiatare il polacco o il fresco Golden Boy di Tuttosport.
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    Juve, senti Scaloni: chiede di preservare Di Maria e Paredes per il Mondiale

    L’inedito Mondiale in pieno inverno, come facilmente ipotizzabile ben prima dell’immediata vigilia, sta fortemente condizionando la stagione in corso. E non soltanto per via di un calendario fitto e congestionato, tra campionati nazionali e coppe assortite. Man mano che l’appuntamento con Qatar 2022 si fa più imminente, infatti, aumentano i casi di giocatori che – in maniera più o meno ufficiale – cercano di gestirsi per presentarsi nelle migliori condizioni possibili all’appuntamento iridato. E, al contempo, si infittiscono le pressioni da parte dei commissari tecnici.
    Il caso dell’albiceleste
    È il caso, quest’ultimo, dell’Argentina, come candidamente ammesso nelle scorse ore dal selezionatore Lionel Scaloni. «Stiamo parlando con le singole società: vorremmo che chi non è al 100% non giochi gli ultimi impegni, ma è difficile», le sue parole nemmeno troppo sibilline. Subito rimbalzate in tutto il globo e, naturalmente, anche a Torino, sponda Juventus. In bianconero militano infatti due argentini nel giro della Nazionale, e che argentini. Entrambi fatalmente alle prese con qualche problema fisico.
    I nodi bianconeri
    Paredes ha ripreso ad allenarsi in gruppo alla Continassa proprio questa settimana, ma non scende in campo dallo scampolo di gara con l’Empoli del 21 ottobre. Di Maria, dal canto suo, non ha ancora trovato un briciolo di continuità da quando in estate è atterrato a Torino: appena 8 presenze, compresi i 9′ nel finale contro l’Inter di domenica sera. L’uno e l’altro non sono al meglio, inevitabilmente. L’uno e l’altro rappresentano importanti colonne dell’albiceleste, anche e soprattutto della versione 2022 che si presenterà a breve in Qatar per vincere. Ma non per questo la società, e Allegri di conseguenza, riserverà loro un trattamento particolare: finora hanno contribuito alle sorti della squadra in misura minore rispetto a quanto auspicato ad agosto, le tappe contro Verona e Lazio nei prossimi quattro giorni serviranno anche per rilanciarne le quotazioni in bianconero.
    Guarda la galleryDi Maria vola al Mondiale in Qatar con MessiIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Qui J Hotel: ecco il pullman della Samp. Blucerchiati pronti per il Toro

    TORINO – Eccolo qui: il pullman della Sampdoria è parcheggiato all’ingresso del J Hotel, che abitualmente è il quartier generale della Juventus, a due passi dallo Stadium. E invece, per una volta, parte dell’albergo è stata destinata al breve soggiorno della squadra blucerchiata impegnata all’Olimpico Grande Torino contro il Toro per la sfida serale della 14ª giornata di campionato. Dejan Stankovic farà effettuare una sorta di riscaldamento/risveglio muscolare prima che il mezzo trasporti giocatori e staff allo stadio. Da lunedì, poi, con la sosta per il Mondiale in Qatar, la Continassa sarà “requisita” dalla nazionale brasiliana del ct Tite che ha scelto Torino per preparare la sua squadra alla rassegna iridata al via tra pochi giorni. Ad Alex Sandro, Danilo e Bremer – in rigoroso ordine di militanza juventina – l’onore di fare da cicerone lungo corridoi e percorsi, per loro, di casa.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, fuori casa non va ancora: numeri preoccupanti!

    TORINO – Nessun tifoso bianconero dotato di senno e buon senso può pensare che le ultime quattro vittorie consecutive senza subire gol in campionato abbiano già raddrizzato una stagione partita in maniera balorda, con l’uscita dalla Champions League ai gironi che non andrà mai giù a chi “mastica” la Juve, almeno fino al prossimo tentativo di cavalcata in Europa. I numeri migliorano, c’è ragione per sperare in un futuro più radioso, è vero: alcuni numeri però, non tutti. Per esempio: come la mettiamo con il rendimento della squadra di Massimiliano Allegri in trasferta? Sei partite, con due sole vittorie, due pareggi e due sconfitte, tre gol segnati e quattro subiti. Non sono cifre esattamente da Juventus…
    La Juve che fu e quella che è
    E non vale neppure l’eventuale scusante – in verità slegata dalle abitudini, perlomeno juventine – del calendario, visto che finora Dusan Vlahovic e soci hanno sfidato sul loro campo avversarie del calibro di Sampdoria, Fiorentina, Monza, Milan, Torino, Lecce. Insomma, con il massimo rispetto per le rivali di cui sopra e al netto delle potenziali difficoltà collegate agli incroci con piazze e squadre storicamente accese come Firenze e la Torino granata, in altri tempi nessuno si sarebbe stupito di una Juve capace di fare filotto – 18 punti – o qualcosa di molto simile. E non si è trattato di gare ad altissima tensione, anzi, piuttosto di lampi nel buio di prestazioni complessivamente poco soddisfacenti, almeno fino a parte del derby di metà ottobre. Pochi guizzi e chance a Genova, frammenti di buona Juve unicamente all’impatto con il match (vedi le partite contro Fiorentina e Milan) prima di subire comunque almeno una rete, il vuoto spinto in Brianza. Contro Torino e Lecce qualcosa è cambiato, ma della Juventus scintillante dei tempi andati non s’è rivisto granché.
    Problemi e soluzioni
    Morale: se in casa i bianconeri hanno il secondo miglior attacco (17 gol, alle spalle dei 18 del Milan) e la difesa meno battuta (3 reti, come l’Inter), fuori casa si gira un altro film, di un genere totalmente diverso. Tre gol segnati e 4 subiti (l’Atalanta ne ha incassati due, la Lazio di Maurizio Sarri a sorpresa solamente uno!): suvvia, di più si può fare. E comunque: Juventus meglio dello Spezia (una rete a bilancio per i liguri), peggio anche di Empoli, Lecce, Monza, Samp e compagnia, non proprio club in lotta per un posto in Europa. Ad Allegri il compito di trovare risposte, rimedi e soluzioni al problemone della Juve boccheggiante lontano dallo Stadium. Noi suggeriamo un punto, magari, di partenza, o uno spunto di riflessione se volete chiamarlo così: dalla Samp al Lecce, le avversarie che giocano sul loro terreno preferito la buttano sempre sulla quantità, utilizzando le armi più congeniali, vale a dire intensità, corsa, voglia, fame. Tornare a dominare l’avversario, probabilmente, è la strada da seguire. Fargli nuovamente paura, per intenderci. A naso, questa Juve non spaventa più.
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    Juve, ecco come rientri in zona Champions

    TORINO – Un mese fa, con la sconfitta di San Siro contro il Milan, la Juventus precipita nel punto più basso della stagione di Serie A: con 13 punti si piazza all’ottava posizione, a sette lunghezze dal quarto posto, ovvero dalla zona Champions, in quel momento occupata dall’Udinese, a quota 20.
    IL FILOTTO
    Sono bastate quattro vittorie di fila per movimentare la classifica: la Juventus è riuscita a rosicchiare punto su punto e, dopo lo straordinario trionfo dell’Allianz Stadium contro l’Inter, a scavalcare i nerazzurri e portarsi appena a due lunghezze dalla zona Champions. Ora la Juventus è quinta, con 25 punti, e ha davanti a sé Atalanta e Lazio a 27.
    LAZIO NEL MIRINO
    La trasferta di Verona, giovedì sera, è una ghiotta occasione per centrare la quinta vittoria consecutiva e insidiare le prime della classe. Domenica, poi, potrebbe essere un’altra notte magica per i bianconeri, pronti a ripetere il colpaccio contro la Lazio: una vittoria consentirebbe infatti alla squadra di Massimiliano Allegri di scavalcare i biancocelesti e ritornare tra le prime quattro della classe.E’ vero che Allegri non ama guardare alla classifica, che pensa soltanto a una sfida per volta, ma dopo la delusione della mancata qualificazione agli ottavi di Champions, sarebbe fondamentale ritornare in zona Champions prima della lunga sosta del campionato per il Mondiale. Così da riprendere a gennaio, quando l’infermeria dovrebbe essere ormai svuotata, con la squadra al completo e assai più competitiva.
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