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    Juventus-Psg, Allegri in emergenza: chi può rientrare

    TORINO- Parigi val bene un’impresa, per restare aggrappati all’Europa. Anzi, per rientrarci dalla finestra dell’Europa League: dal match di andata al Parco dei Principi a inizio settembre sembra passata un’eternità, durante la quale la Juventus ha dovuto dolorosamente, per il morale e per il portafogli, dire addio alla Champions in anticipo. Vedere scivolare di mano un obiettivo stagionale già a ottobre è un colpo duro per i bianconeri, ma come si dice chiusa una porta si potrebbe aprire se non proprio un portone, quantomeno un Euro spiraglio: un’alternativa che potrebbe rappresentare una nuova missione per raddrizzare la stagione. La squadra di Massimiliano Allegri adesso sta puntando tutto sulla lenta, ma costante risalita in campionato: tre vittorie consecutive, di cui l’ultima con il Lecce strappata con le unghie e con i denti, lanciano un segnale quantomeno alla Serie A, considerando invece che il cammino in Champions League è stato particolarmente accidentato. La Juventus in Europa ha rimediato quattro sconfitte su cinque partite finora disputate, compromettendo il cammino già con la sconfitta di Haifa, prima del de profundis suonato dal Benfica al Da Luz: l’atto finale dei gironi contro il Psg ormai qualificato, ma ancora a caccia del primo posto, diventa così decisivo per agganciare il terzo posto valido per staccare un biglietto (non di prima classe) per l’Europa League. Però non sarà così semplice, per tutta una serie di motivi: la certezza, comunque, è che una vittoria bianconera mercoledì sera allo Stadium toglierebbe ogni dubbio, a meno di una goleada clamorosa del Maccabi Haifa con il Benfica. Tuttavia battere i francesi non sarà una passeggiata, anche se è possibile che Galtier risparmi qualche titolare, lasciando in panchina dall’inizio almeno uno dei tre mostri d’attacco della formazione parigina.Sullo stesso argomentoJuventus, parla Nedved: la verità su Allegri, Conte, infortunati ed Europa LeagueJuventusGuarda la galleryLecce-Juventus, Iling infortunato: il brutto fallo di Di Francesco

    Juve, chi rientra per il Psg

    Che l’Europa League sia diventato un obiettivo lo dice Pavel Nedved, vicepresidente juventino, prima del match di ieri: «Pensiamo a tutto quello che abbiamo da raggiungere, perché come obiettivi, come numero, sono rimasti gli stessi, abbiamo l’Europa League da raggiungere, il campionato ovviamente, poi c’è anche la Coppa Italia. Perciò su tutto ci siamo e lavoreremo per ottenere risultati». La Juventus avrà la spinta dello Stadium, ma la condizione di emergenza a livello numerico resterà un problema per Allegri: il tecnico ha spiegato che l’unico elemento che riuscirà a recuperare rispetto alla trasferta di Lecce sarà Manuel Locatelli. Gli altri indisponibili resteranno tali: quindi non ci saranno possibilità di vedere nell’ultima di Champions big quali Vlahovic, Di Maria, Pogba, Bremer e via discorrendo.

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    Fagioli, bacio alla maglia dopo il gol: tifosi Juve impazziti FOTO

    Una serata magica per Nicolò Fagioli che ha segnato il suo primo gol in Serie A e regalato tre punti preziosissimi alla sua Juve. Un gol che il centrocampista bianconero sognava da molto tempo e la sua esultanza e il post social lo confermano. “WOW. Da 21 che lo aspettavo. Un sogno” –  ha scritto su Instagram. Dopo aver segnato un gol alla Del Piero, Fagioli ha esultato con i suoi compagni, indicando e baciando la maglia della Juve. Un gesto che ha scatenato i tifosi sui social che, dopo la sfida contro il Lecce, chiedono a gran voce un maggior utilizzo dei giovani. Non a caso, la splendida rete di Fagioli è nata da un super assist di Iling, entrato in campo da pochissimi secondi. LEGGI TUTTO

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    Lecce-Juventus, Fagioli alla Del Piero: le FOTO del primo gol in Serie A

    A sbloccare il risultato di Lecce-Juve ci ha pensato Nicolò Fagioli. Il centrocampista bianconero, entrato in campo alla ripresa al posto di McKennie, ha riacceso subito il gioco dei bianconeri. Due, tre giocate preziose fino alla perla finale: uno splendido destro a giro alla Del Piero. Al minuto 73, su cross del neo entrato Iling, Fagioli ha pennellato un destro sotto l’incorcio dei pali: primo gol in Serie A ed esultanza liberatoria con l’abbraccio dei suoi compagni di squadra, da quelli in campo a quelli in panchina.Guarda la galleryFagioli, magia alla Del Piero col Lecce: la FOTOSEQUENZA

    Fagioli, commento social dopo il gol

    Dalla gioia in campo a quella sui social, Fagioli ha voluto condividere questo momento con i suoi tifosi. Al rientro nello spogliatoio il centrocampista ha postato una story su Instagram: un selfie e una frase “Non entrava mai”, segno che Fagioli questo primo gol con la maglia della Juve lo aspettava da tempo.
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    Lecce-Juventus, Allegri e il dubbio in difesa. In mezzo Miretti con Rabiot

    INVIATO A LECCE – Allo stadio di Via del Mare, dove il Lecce davanti ai propri tifosi non ha ancora vinto, quattro pareggi e una sconfitta, la Juventus di Massimiliano Allegri prova a proseguire la rimonta in campionato dopo le due vittorie di fila con Torino ed Empoli. La seconda miglior difesa del campionato, quella bianconera (col dubbio Rugani-Gatti-Bonucci), contro il secondo peggior attacco della Serie A sono le premesse statistiche più evidenti di un match che la squadra torinese non può sbagliare dopo l’eliminazione in Champions a seguito della sconfitta a Lisbona con il Benfica. LEGGI TUTTO

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    Matuidi: “Così la Francia può rivincere il Mondiale”. E su Pogba…

    Blaise, che ruolo ha giocato lo spirito di squadra nella vittoria della Francia nel 2018?Ha giocato un ruolo fondamentale. È stato essenziale, l’essenza della nostra vittoria. Certo, il talento è importante, ma senza un gruppo forte non saremmo diventati campioni del mondo. Abbiamo vissuto momenti speciali in campo ma, cosa ancora più importante, anche fuori dal campo. Penso che l’unione che ti dà la forza del gruppo in una competizione come i Mondiali sia di vitale importanza.

    Che ruolo hanno avuto i leader della squadra?Penso che noi calciatori più esperti, come Hugo Lloris, Raphael Varane, Paul Pogba, formassimo un gruppo di giocatori che ha portato esperienza. E poi Adil Rami, per esempio, non ha giocato molto, ma ha portato la sua esperienza. Penso che tutti siamo stati dei leader a modo nostro e avere una squadra con giocatori che hanno un po’ di esperienza è importante. Quando tutti incarnano la leadership, il gruppo è come una cosa sola e questo è meraviglioso. Remiamo tutti nella stessa direzione. Certamente ci sono dei giocatori che tirano avanti il gruppo, ma la cosa più importante è essere uniti.

    Qual è la cosa più importante da conservare per una squadra che vince una competizione?Direi che la cosa più importante è l’unione del gruppo, l’unione della squadra. Il calcio è uno sport di squadra. Vinciamo e perdiamo insieme. Penso che questa sia stata la nostra forza, siamo 23 campioni del mondo. Il che è fantastico. Penso che sia ciò che bisogna conservare. Tutti e ventitré siamo riusciti a unire il popolo francese. Non lo dimenticheremo mai.

    Quindi qual è la cosa del 2018 che non dimenticherai mai?I viaggi di ritorno al centro di allenamento in cui alloggiavamo. Non dimenticherò mai quei momenti perché abbiamo condiviso esperienze che non avevo mai vissuto prima. Sono legami forti quelli che si creano. Ci sentivamo come 23 fratelli con i nostri zii che erano i membri dello staff, che ci viziavano. È stato semplicemente magico. E, a parte ciò, direi il fischio finale quando abbiamo festeggiato tutti insieme. Durante il torneo abbiamo vissuto momenti di felicità insieme. Forse abbiamo vissuto in una bolla, ma questa bolla era come una famiglia. E questa famiglia è rimasta unita. A volte le cose erano anche difficili, perché è un periodo lungo, ma è stato bello, è stata una bellissima esperienza.

    Quante chances pensi abbia la Francia di confermarsi campione?E’ una grande sfida. Siamo consapevoli che vincere i Mondiali due volte di fila è una grande sfida. Abbiamo il talento e un gruppo che sta facendo bene. È ormai da qualche anno che molti di loro giocano insieme. E, soprattutto, i giocatori più giovani giocano già nei club più importanti. Poi, l’unione sarà fondamentale, lo spirito di squadra. Abbiamo molta fiducia nell’allenatore che, da quando è sulla panchina della Francia, ha dimostrato di saper guidare il gruppo e far fronte a sfide e aspettative. E spero che Paul (Pogba, ndr), ce la faccia a recuperare: lui è un valore aggiunto.

    Vedi delle somiglianze tra la squadra del 1998 e quella del 2018?Lo spirito di squadra ovviamente. Come nel 1998, c’erano singoli forti che spiccavano, ma l’unità del gruppo, la forza del collettivo è ciò che fa la differenza.

    Descrivici il miglior gol della tua carriera.Penso quello con la Francia contro la Serbia. Era un’amichevole ma penso che sia stato un bel gol. Da calcio d’angolo, ero al limite dell’area di rigore, l’ho presa al volo e ho segnato un gol davvero stupendo!

    E chi è il miglior giocatore con cui hai giocato ai Mondiali? E perché?Sono stato abbastanza fortunato da giocare in Nazionale accanto a grandi giocatori nella mia carriera, sia con la Nazionale, come Franck Ribéry, Karim Benzema, più recentemente Kilian Mbappé, Paul Pogba, Ngolo Kanté. Sono giocatori eccezionali. Sia a livello di club. Ho potuto affrontare giocatori come Lionel Messi contro l’Argentina, Cristiano Ronaldo contro il Portogallo e molti altri. Potrei menzionarne molti altri. La azionale ti permette di affrontare i migliori e giocare con i migliori: è fantastico e ne sono orgoglioso.

    Puoi dirci qual è la miglior partita che hai giocato ai Mondiali? E spiegarci perché…Collettivamente penso che la partita contro l’Argentina sia stata un successo, una gara spettacolare. Abbiamo mostrato maturità, talento e forza di gruppo. Penso che sia stata una gara in cui ci siamo impegnati e abbiamo giocato bene dall’inizio alla fine. A livello personale la semifinale contro il Belgio è stata una delle migliori partite della mia carriera, da calciatore professionista e specialmente con la Nazionale. Penso che complessivamente sia stata un’ottima partita per me. Ho alzato il livello del mio gioco per aiutare la squadra a raggiungere la finale.

    Il miglior gol che hai mai visto ai Mondiali?Ce ne sono stati di belli, di magici come quello di Diego Maradona che è partito da metà campo e ha dribblato tutti. Me lo sto ricordando ed è meraviglioso. Un po’ più recentemente, in Brasile, ricordo il meraviglioso colpo di testa di Van Persie su un lancio lungo. Quando ha segnato con un colpo di testa in tuffo facendo un pallonetto al portiere. Anche quello è stato incantevole. Quelle sono gesta meravigliose di grandi giocatori, per questo questa competizione è la più bella.

    Chi è il miglior giocatore che hai visto in allenamento e perché?Dicono che giochi come ti alleni. Se c’è un giocatore che mi ha sempre sorpreso, è Ngolo Kanté. Ti sembra che sia dappertutto, in allenamento e in partita. È stato meraviglioso giocare con lui. Sono stato fortunato a lavorare con lui per molti anni. Quando l’ho incontrato la prima volta era molto timido. È sempre stato timido, ma in campo era un mostro. È stato meraviglioso condividere quei momenti insieme, abbiamo uno stile di gioco simile e sono orgoglioso di aver potuto giocare con lui.

    Chi era il burlone dello spogliatoio?Noi avevamo Adil Rami, a cui piaceva scherzare. Questo è positivo perché mette tutti di buon umore, mantiene l’unione. Anche quando abbiamo avuto momenti in cui non ci sentivamo molto bene, lui aveva sempre il sorriso sulla faccia. È un’ottima cosa per la squadra.

    Chi sono i tuoi migliori amici nel calcio e perché?Non ho un miglior amico, ho sempre fatto amicizia con tutti. Sono molto aperto, ma ho mantenuto un legame forte con i giocatori con cui sono cresciuto nei primi anni di carriera al Saint-Étienne, per esempio. Nella nazionale francese Mamadou Sakho e Paul Pogba. Ci sono giocatori con cui ho un rapporto profondo. C’è anche Moussa Sissoko. Sono più che compagni di squadra. Si creano dei legami quando si sta insieme e si attraversano momenti speciali. In nazionale abbiamo creato dei legami forti durante il torneo. Quindi è bellissimo.

    Qual è il miglior consiglio che ti hanno dato nella tua vita, come persona e come calciatore?Il miglior consiglio me lo hanno dato i miei genitori. È quello di rispettare i compagni, la gente intorno a te, i ct, gli allenatori e te stesso, e anche quello di rimanere sempre umile. E anche sapere da dove vieni. Ho una famiglia che è stata sempre umile, rispettosa e ben educata. Penso che questo sia stato uno dei miei punti di forza. Lo devo ai miei genitori.

    Qual è il miglior stadio in cui hai giocato ai Mondiali?Quello di Rio de Janeiro, per me, era uno stadio, una città, un paese. Quando senti Maracanã, pensi agli anni di Pelé. Pensi a tutto ciò e al fatto che stai per giocare in uno stadio del genere, anche se ovviamente l’infrastruttura non è stessa oggi, ma è un ricordo incredibile. LEGGI TUTTO

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    La Juve e l'inchiesta Prisma: Agnelli convoca tutti i dipendenti

    TORINO – Ha convocato tutti i dipendenti per chiarire la posizione della Juventus dopo le ultime vicissitudini giudiziarie: così ha deciso il presidente Andrea Agnelli in queste ore in cui il club è alle prese non solamente con una profonda crisi sportiva, ma anche con tutte le implicazioni derivanti dalla chiusura dell’inchiesta Prisma che era stata aperta dalla Procura di Torino per far luce sul caso delle plusvalenze e del congelamento degli stipendi in epoca Covid. Chiarissimo il messaggio del numero 1 della Juve. In soldoni: stiamo uniti, la correttezza del club non è mai stata in discussione.Sullo stesso argomentoInchiesta Juve, chiuse le indagini: notifica ai componenti del CdaJuventus

    Tutti presenti, tutti uniti

    Agnelli ha chiamato a sé anche tutta l’area tecnica della Juventus, quindi Massimiliano Allegri e il suo staff, l’area tecnica del settore giovanile bianconero al completo, il direttore sportivo Federico Cherubini e gli altri dirigenti, più gli avvocati del club. È stata fatta chiarezza sullo stato dell’arte, in particolare su tutte le motivazioni alla base della certezza, più volte confermata da Agnelli, che la Juventus ha fatto tutto quello che doveva fare, rispettando le regole, come ribadito a più riprese da quando è stata comunicata la chiusura delle indagini. Tutti uniti, insomma, per il bene della Juve.

    Sullo stesso argomentoJuventus: cos’è la carta Ronaldo e come influisce sull’inchiesta per falso in bilancioJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, anno zero. Per svoltare ci vuole Zidane

    E adesso? La domanda arrovella milioni di tifosi bianconeri, tramortiti dall’eliminazione dalla Champions, addirittura con un turno d’anticipo, sperando almeno di finire in Europa League. I numeri sono impietosi: la Juve ha perso quattro delle prime cinque partite stagionali in Champions, un disastro senza precedenti nella sua storia europea. Per la prima volta in Champions League, la Juve ha subito almeno 10 gol nelle prime cinque gare. Per la prima volta, dopo nove anni, la Juve è stata eliminata nella fase a gironi.

    Fermiamoci qui per non spargere altro sale sulle ferite di una tifoseria che non sa più a che santo votarsi, consapevole di quanto tormentata e tormentosa sia di distacco dal Napoli capolista dopo sole 11 giornate; 5 punti di distacco dal quarto posto che significa Champions League ed è diventato l’obiettivo minimo del campionato. Lecce (trasferta), Psg, (Stadium) , Inter (Stadium) , Verona (trasferta) e Lazio (Stadium) : mancano cinque partite prima della sosta e la fragilità della squadra è tanto evidente da renderle l’una più complicata dell’altra: pensate soltanto al confronto con il Psg che ha rifilato 7 gol al Maccabi o con l’Inter e la Lazio, fra le più in forma del campionato. Dopo Haifa, Agnelli aveva difeso Allegri affermando come la Juve non sia abituata a cambiare in corsa, ma decida soltanto a fine stagione. Domanda: con questi chiari di luna, può permettersi la Juve di perdere ancora tempo? Già dall’intervallo della partita di Lisbona chiuso sul 3-1 per lo splendido Benfica, le proteste dei tifosi sul web hanno dilagato, #allegriout è l’hashtag tornato prepotentemente di tendenza, ma chi al suo posto?

    Sommessa opinione: per ripartire daccapo, per fare la rivoluzione, l’ideale sarebbe Zinedine Zidane e c’è poco tempo per convincerlo, se è vero, com’è vero, che Zizou aspiri a guidare la Francia dopo il mondiale. Un giorno fa ha dichiarato a Rmc Sport: “Tornerò presto. Aspettate un po’, non sono lontano dall’allenare di nuovo”. Oltralpe l’hanno presa come una conferma che sarà lui a succedere a Deschamps, però, nel calcio, mai dire mai. L’operazione Zidane sarebbe molto costosa, considerati gli emolumenti dell’interessato e l’oneroso contratto che lega Allegri ai bianconeri sino al 2025. Ma se c’è uno sforzo che la Juve deve compiere, adesso, è questo: la società degli Agnelli non può più permettersi di sbagliare ancora come ha sbagliato da due anni a questa parte?. Zidane sarebbe l’ideale per lasciarsi alle spalle questo annus horribilis, per ricucire il rapporto con i tifosi, per ricominciare con l’uomo che da tecnico ha vinto tre Champions di fila alla guida del Real. Possono bastare come referenze?

    Sullo stesso argomentoZidane, che annuncio: “Presto tornerò ad allenare”CalcioIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, punizione storica

    LISBONA – «Fabuloso!» titola a caratteri cubitali in prima pagina A Bola, che celebra in questo modo la vittoria del Benfica contro la Juventus, sottolineando come la gloriosa notte al Da Luz abbia permesso alla squadra di Schmidt di qualificarsi agli ottavi di Champions e come il tecnico dei portoghesi esalti la propria squadra, attribuendole tutti i meriti. Della “Vecchia Signora” si evidenzia come abbia evitato l’umiliazione, anche se in un commento si parla di «punizione storica» per i bianconeri.

    Venti risultati utili

    O Jogo invece si sofferma in prima pagina sul 20° risultato utile del Benfica e sulla prestazione di Rafa Silva, che ha distrutto la difesa della Juventus. Infine Record riassume il film della gara: «Il Benfica volgarizza la Juve e finisce per soffrire inultimenti: bastava solo segnare». Con Schmidt che sfida il Psg: «Vogliamo chiudere il girone al primo posto». LEGGI TUTTO