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    Matuidi: “Così la Francia può rivincere il Mondiale”. E su Pogba…

    Blaise, che ruolo ha giocato lo spirito di squadra nella vittoria della Francia nel 2018?Ha giocato un ruolo fondamentale. È stato essenziale, l’essenza della nostra vittoria. Certo, il talento è importante, ma senza un gruppo forte non saremmo diventati campioni del mondo. Abbiamo vissuto momenti speciali in campo ma, cosa ancora più importante, anche fuori dal campo. Penso che l’unione che ti dà la forza del gruppo in una competizione come i Mondiali sia di vitale importanza.

    Che ruolo hanno avuto i leader della squadra?Penso che noi calciatori più esperti, come Hugo Lloris, Raphael Varane, Paul Pogba, formassimo un gruppo di giocatori che ha portato esperienza. E poi Adil Rami, per esempio, non ha giocato molto, ma ha portato la sua esperienza. Penso che tutti siamo stati dei leader a modo nostro e avere una squadra con giocatori che hanno un po’ di esperienza è importante. Quando tutti incarnano la leadership, il gruppo è come una cosa sola e questo è meraviglioso. Remiamo tutti nella stessa direzione. Certamente ci sono dei giocatori che tirano avanti il gruppo, ma la cosa più importante è essere uniti.

    Qual è la cosa più importante da conservare per una squadra che vince una competizione?Direi che la cosa più importante è l’unione del gruppo, l’unione della squadra. Il calcio è uno sport di squadra. Vinciamo e perdiamo insieme. Penso che questa sia stata la nostra forza, siamo 23 campioni del mondo. Il che è fantastico. Penso che sia ciò che bisogna conservare. Tutti e ventitré siamo riusciti a unire il popolo francese. Non lo dimenticheremo mai.

    Quindi qual è la cosa del 2018 che non dimenticherai mai?I viaggi di ritorno al centro di allenamento in cui alloggiavamo. Non dimenticherò mai quei momenti perché abbiamo condiviso esperienze che non avevo mai vissuto prima. Sono legami forti quelli che si creano. Ci sentivamo come 23 fratelli con i nostri zii che erano i membri dello staff, che ci viziavano. È stato semplicemente magico. E, a parte ciò, direi il fischio finale quando abbiamo festeggiato tutti insieme. Durante il torneo abbiamo vissuto momenti di felicità insieme. Forse abbiamo vissuto in una bolla, ma questa bolla era come una famiglia. E questa famiglia è rimasta unita. A volte le cose erano anche difficili, perché è un periodo lungo, ma è stato bello, è stata una bellissima esperienza.

    Quante chances pensi abbia la Francia di confermarsi campione?E’ una grande sfida. Siamo consapevoli che vincere i Mondiali due volte di fila è una grande sfida. Abbiamo il talento e un gruppo che sta facendo bene. È ormai da qualche anno che molti di loro giocano insieme. E, soprattutto, i giocatori più giovani giocano già nei club più importanti. Poi, l’unione sarà fondamentale, lo spirito di squadra. Abbiamo molta fiducia nell’allenatore che, da quando è sulla panchina della Francia, ha dimostrato di saper guidare il gruppo e far fronte a sfide e aspettative. E spero che Paul (Pogba, ndr), ce la faccia a recuperare: lui è un valore aggiunto.

    Vedi delle somiglianze tra la squadra del 1998 e quella del 2018?Lo spirito di squadra ovviamente. Come nel 1998, c’erano singoli forti che spiccavano, ma l’unità del gruppo, la forza del collettivo è ciò che fa la differenza.

    Descrivici il miglior gol della tua carriera.Penso quello con la Francia contro la Serbia. Era un’amichevole ma penso che sia stato un bel gol. Da calcio d’angolo, ero al limite dell’area di rigore, l’ho presa al volo e ho segnato un gol davvero stupendo!

    E chi è il miglior giocatore con cui hai giocato ai Mondiali? E perché?Sono stato abbastanza fortunato da giocare in Nazionale accanto a grandi giocatori nella mia carriera, sia con la Nazionale, come Franck Ribéry, Karim Benzema, più recentemente Kilian Mbappé, Paul Pogba, Ngolo Kanté. Sono giocatori eccezionali. Sia a livello di club. Ho potuto affrontare giocatori come Lionel Messi contro l’Argentina, Cristiano Ronaldo contro il Portogallo e molti altri. Potrei menzionarne molti altri. La azionale ti permette di affrontare i migliori e giocare con i migliori: è fantastico e ne sono orgoglioso.

    Puoi dirci qual è la miglior partita che hai giocato ai Mondiali? E spiegarci perché…Collettivamente penso che la partita contro l’Argentina sia stata un successo, una gara spettacolare. Abbiamo mostrato maturità, talento e forza di gruppo. Penso che sia stata una gara in cui ci siamo impegnati e abbiamo giocato bene dall’inizio alla fine. A livello personale la semifinale contro il Belgio è stata una delle migliori partite della mia carriera, da calciatore professionista e specialmente con la Nazionale. Penso che complessivamente sia stata un’ottima partita per me. Ho alzato il livello del mio gioco per aiutare la squadra a raggiungere la finale.

    Il miglior gol che hai mai visto ai Mondiali?Ce ne sono stati di belli, di magici come quello di Diego Maradona che è partito da metà campo e ha dribblato tutti. Me lo sto ricordando ed è meraviglioso. Un po’ più recentemente, in Brasile, ricordo il meraviglioso colpo di testa di Van Persie su un lancio lungo. Quando ha segnato con un colpo di testa in tuffo facendo un pallonetto al portiere. Anche quello è stato incantevole. Quelle sono gesta meravigliose di grandi giocatori, per questo questa competizione è la più bella.

    Chi è il miglior giocatore che hai visto in allenamento e perché?Dicono che giochi come ti alleni. Se c’è un giocatore che mi ha sempre sorpreso, è Ngolo Kanté. Ti sembra che sia dappertutto, in allenamento e in partita. È stato meraviglioso giocare con lui. Sono stato fortunato a lavorare con lui per molti anni. Quando l’ho incontrato la prima volta era molto timido. È sempre stato timido, ma in campo era un mostro. È stato meraviglioso condividere quei momenti insieme, abbiamo uno stile di gioco simile e sono orgoglioso di aver potuto giocare con lui.

    Chi era il burlone dello spogliatoio?Noi avevamo Adil Rami, a cui piaceva scherzare. Questo è positivo perché mette tutti di buon umore, mantiene l’unione. Anche quando abbiamo avuto momenti in cui non ci sentivamo molto bene, lui aveva sempre il sorriso sulla faccia. È un’ottima cosa per la squadra.

    Chi sono i tuoi migliori amici nel calcio e perché?Non ho un miglior amico, ho sempre fatto amicizia con tutti. Sono molto aperto, ma ho mantenuto un legame forte con i giocatori con cui sono cresciuto nei primi anni di carriera al Saint-Étienne, per esempio. Nella nazionale francese Mamadou Sakho e Paul Pogba. Ci sono giocatori con cui ho un rapporto profondo. C’è anche Moussa Sissoko. Sono più che compagni di squadra. Si creano dei legami quando si sta insieme e si attraversano momenti speciali. In nazionale abbiamo creato dei legami forti durante il torneo. Quindi è bellissimo.

    Qual è il miglior consiglio che ti hanno dato nella tua vita, come persona e come calciatore?Il miglior consiglio me lo hanno dato i miei genitori. È quello di rispettare i compagni, la gente intorno a te, i ct, gli allenatori e te stesso, e anche quello di rimanere sempre umile. E anche sapere da dove vieni. Ho una famiglia che è stata sempre umile, rispettosa e ben educata. Penso che questo sia stato uno dei miei punti di forza. Lo devo ai miei genitori.

    Qual è il miglior stadio in cui hai giocato ai Mondiali?Quello di Rio de Janeiro, per me, era uno stadio, una città, un paese. Quando senti Maracanã, pensi agli anni di Pelé. Pensi a tutto ciò e al fatto che stai per giocare in uno stadio del genere, anche se ovviamente l’infrastruttura non è stessa oggi, ma è un ricordo incredibile. LEGGI TUTTO

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    La Juve e l'inchiesta Prisma: Agnelli convoca tutti i dipendenti

    TORINO – Ha convocato tutti i dipendenti per chiarire la posizione della Juventus dopo le ultime vicissitudini giudiziarie: così ha deciso il presidente Andrea Agnelli in queste ore in cui il club è alle prese non solamente con una profonda crisi sportiva, ma anche con tutte le implicazioni derivanti dalla chiusura dell’inchiesta Prisma che era stata aperta dalla Procura di Torino per far luce sul caso delle plusvalenze e del congelamento degli stipendi in epoca Covid. Chiarissimo il messaggio del numero 1 della Juve. In soldoni: stiamo uniti, la correttezza del club non è mai stata in discussione.Sullo stesso argomentoInchiesta Juve, chiuse le indagini: notifica ai componenti del CdaJuventus

    Tutti presenti, tutti uniti

    Agnelli ha chiamato a sé anche tutta l’area tecnica della Juventus, quindi Massimiliano Allegri e il suo staff, l’area tecnica del settore giovanile bianconero al completo, il direttore sportivo Federico Cherubini e gli altri dirigenti, più gli avvocati del club. È stata fatta chiarezza sullo stato dell’arte, in particolare su tutte le motivazioni alla base della certezza, più volte confermata da Agnelli, che la Juventus ha fatto tutto quello che doveva fare, rispettando le regole, come ribadito a più riprese da quando è stata comunicata la chiusura delle indagini. Tutti uniti, insomma, per il bene della Juve.

    Sullo stesso argomentoJuventus: cos’è la carta Ronaldo e come influisce sull’inchiesta per falso in bilancioJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, anno zero. Per svoltare ci vuole Zidane

    E adesso? La domanda arrovella milioni di tifosi bianconeri, tramortiti dall’eliminazione dalla Champions, addirittura con un turno d’anticipo, sperando almeno di finire in Europa League. I numeri sono impietosi: la Juve ha perso quattro delle prime cinque partite stagionali in Champions, un disastro senza precedenti nella sua storia europea. Per la prima volta in Champions League, la Juve ha subito almeno 10 gol nelle prime cinque gare. Per la prima volta, dopo nove anni, la Juve è stata eliminata nella fase a gironi.

    Fermiamoci qui per non spargere altro sale sulle ferite di una tifoseria che non sa più a che santo votarsi, consapevole di quanto tormentata e tormentosa sia di distacco dal Napoli capolista dopo sole 11 giornate; 5 punti di distacco dal quarto posto che significa Champions League ed è diventato l’obiettivo minimo del campionato. Lecce (trasferta), Psg, (Stadium) , Inter (Stadium) , Verona (trasferta) e Lazio (Stadium) : mancano cinque partite prima della sosta e la fragilità della squadra è tanto evidente da renderle l’una più complicata dell’altra: pensate soltanto al confronto con il Psg che ha rifilato 7 gol al Maccabi o con l’Inter e la Lazio, fra le più in forma del campionato. Dopo Haifa, Agnelli aveva difeso Allegri affermando come la Juve non sia abituata a cambiare in corsa, ma decida soltanto a fine stagione. Domanda: con questi chiari di luna, può permettersi la Juve di perdere ancora tempo? Già dall’intervallo della partita di Lisbona chiuso sul 3-1 per lo splendido Benfica, le proteste dei tifosi sul web hanno dilagato, #allegriout è l’hashtag tornato prepotentemente di tendenza, ma chi al suo posto?

    Sommessa opinione: per ripartire daccapo, per fare la rivoluzione, l’ideale sarebbe Zinedine Zidane e c’è poco tempo per convincerlo, se è vero, com’è vero, che Zizou aspiri a guidare la Francia dopo il mondiale. Un giorno fa ha dichiarato a Rmc Sport: “Tornerò presto. Aspettate un po’, non sono lontano dall’allenare di nuovo”. Oltralpe l’hanno presa come una conferma che sarà lui a succedere a Deschamps, però, nel calcio, mai dire mai. L’operazione Zidane sarebbe molto costosa, considerati gli emolumenti dell’interessato e l’oneroso contratto che lega Allegri ai bianconeri sino al 2025. Ma se c’è uno sforzo che la Juve deve compiere, adesso, è questo: la società degli Agnelli non può più permettersi di sbagliare ancora come ha sbagliato da due anni a questa parte?. Zidane sarebbe l’ideale per lasciarsi alle spalle questo annus horribilis, per ricucire il rapporto con i tifosi, per ricominciare con l’uomo che da tecnico ha vinto tre Champions di fila alla guida del Real. Possono bastare come referenze?

    Sullo stesso argomentoZidane, che annuncio: “Presto tornerò ad allenare”CalcioIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, punizione storica

    LISBONA – «Fabuloso!» titola a caratteri cubitali in prima pagina A Bola, che celebra in questo modo la vittoria del Benfica contro la Juventus, sottolineando come la gloriosa notte al Da Luz abbia permesso alla squadra di Schmidt di qualificarsi agli ottavi di Champions e come il tecnico dei portoghesi esalti la propria squadra, attribuendole tutti i meriti. Della “Vecchia Signora” si evidenzia come abbia evitato l’umiliazione, anche se in un commento si parla di «punizione storica» per i bianconeri.

    Venti risultati utili

    O Jogo invece si sofferma in prima pagina sul 20° risultato utile del Benfica e sulla prestazione di Rafa Silva, che ha distrutto la difesa della Juventus. Infine Record riassume il film della gara: «Il Benfica volgarizza la Juve e finisce per soffrire inultimenti: bastava solo segnare». Con Schmidt che sfida il Psg: «Vogliamo chiudere il girone al primo posto». LEGGI TUTTO

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    Benfica-Juventus, Vlahovic e il gol senza la goal line technology

    Attimi di confusione durante Benfica-Juventus. Nel match cruciale per il passaggio agli ottavi di finale di Champions League i bianconeri, dopo aver subito il gol dell’1-0 da Antonio Silva, avevano riportato il risultato in parità con il gol di Dusan Vlahovic al 22′. Inizialmente la rete era stata annullata per fuorigioco di Kean, che sembrava aver toccato il pallone poco prima di entrare in porta. LEGGI TUTTO

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    Benfica-Juve: come sta Alex Sandro. Perché Allegri tiene Milik in panca?

    LISBONA – L’anca tradisce Alex Sandro, che giusto alla vigilia di Benfica-Juventus si era espresso in conferenza stampa con toni improntati all’ottimismo, forte della consapevolezza della delicatezza del momento. Ebbene, il brasiliano che Massimiliano Allegri sta utilizzando da “braccetto” di sinistra nella difesa a tre è stato costretto a fare forfait in extremis per via di un problema all’anca, sopraggiunto inaspettatamente nelle ore immediatamente precedenti alla partenza del pullman bianconero per lo stadio Da Luz. Ecco perché il tecnico ha scelto Federico Gatti, al debutto assoluto in Champions League. Nelle fila del Benfica va segnalata l’assenza dell’attaccante brasiliano David Neres, la stella della squadra allenata dal tedesco Roger Schmidt. Si tratta di una scelta tecnica. Stessa motivazione alla base dell’assenza di Arek Milik: Allegri preferisce Moise Kean.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Benfica-Juventus: si gioca senza goal-line technology!

    Non solo WhatsApp, la giornata dei disservizi colpisce anche il mondo del calcio. La delicata sfida di Champions League tra Benfica e Juventus non potrà beneficiare infatti della goal-line technology. Come riportato dalla Uefa tramite comunicato sul proprio sito ufficiale, a causa di un problema tecnico, allo stadio Da Luz l’arbitro Jovanovic non potrà contare sull’aiuto prezioso dell’orologio.

    Il comunicato della Uefa

    Prima della partita di Champions League tra SL Benfica e Juventus, il club di casa – all’insaputa della UEFA e del fornitore di tecnologia per le linee di porta – ha commissionato dei lavori all’Estádio do SL Benfica, che hanno reso indisponibile il sistema di tecnologia per le linee di porta. Purtroppo non sarà possibile sostituire e installare un nuovo sistema in tempo per la partita e pertanto la gara si svolgerà senza l’utilizzo della goal-line technology, come invece previsto dal regolamento della UEFA Champions League. LEGGI TUTTO

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    Benfica-Juve: a Lisbona è arrivato Agnelli!

    LISBONA – Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, è arrivato a Lisbona per stare vicino alla squadra attesa dalla sfida più importante della stagione, quella che dovrà stabilire se la Juve sarà ancora meritevole di restare in corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions League oppure se dovrà accontentarsi di retrocedere in Europa League, o peggio rischiare la totale uscita dalle Coppe. Il numero 1 del club bianconero è ora atteso al pranzo Uefa assieme alla delegazione del Benfica padrone di casa e poi si recherà in hotel per tastare gli umori del gruppo in vista di un match che non si può sbagliare. Appuntamento, infine, allo stadio Da Luz per la classica presenza a bordo campo nell’immediato prepartita. Per un giorno si pensa solamente al calcio, non alle vicissitudini giudiziarie del club. Curiosità: il pranzo Uefa non è previsto in un ristorante di Lisbona, ma fuori città. LEGGI TUTTO