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    Tracollo Juve, Lapo Elkann resta senza parole

    Dopo la sconfitta in Champions League contro il Maccabi, anche Lapo Elkann è rimasto senza parole. Il nipote dell’Avvocato, che solitamente commenta le sfide della squadra bianconera su Twitter, questa sera non ha scritto nulla, ma si è limitato a un cinguettio fatto di soli tre puntini di sospensione. Lapo ha preferito non esporsi, diversamente dal presidente Agnelli che, intervistato ai microfoni di Sky Sport nel post partita, ha usato parole forti: “C’è da provare vergogna e chiedere scusa ai tifosi, che in questo momento fanno fatica anche a girare per strada”. Ai tre puntini di sospensione di Lapo hanno risposto moltissimi tifosi bianconeri, profondamente delusi dal risultato e dall’attaggiamento della squadra di Allegri. LEGGI TUTTO

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    Questa non è Juve

    Ci si aspettava una reazione da parte della Juventus, dopo il ko subito contro il Milan, e ad Haifa una reazione c’è stata. Non quella attesa, però. Contro il Maccabi la squadra di Allegri è scesa in campo sfiduciata, molle, disattenta, spenta, finendo battuta e raggiunta in una classifica che ora vede a rischio anche l’Europa League. Come se la sconfitta incassata a Milano avesse definitivamente sgretolato autostima, determinazione, entusiasmo, grinta, già di per sé apparse fragili e intermittenti in questo inizio di stagione. Finora, però, per quanto a sprazzi, spezzoni, momenti, una Juventus si era vista. Anche a San Siro, dove nei primi 20 minuti era stata superiore al Milan.Sullo stesso argomentoJuve, Capello: “Squadra demoralizzata, Vlahovic isolato”Juventus

    Ad Haifa la squadra bianconera è stata superiore al Maccabi per un minuto, il tempo di un lancio in profondità per Di Maria, fermato in area da Goldberg. Poi gli israeliani hanno preso possesso della partita mentre i giocatori bianconeri (ma in completo fucsia) arrivavano secondi su ogni pallone, sbagliavano la maggior parte dei passaggi e concedevano occasioni a ogni cross dalla trequarti. Tanto che, oltre alla doppietta segnata contro un’opposizione irrisoria da Atzili, il Maccabi avrebbe potuto aver realizzato almeno un altro paio di reti in un primo tempo in cui il terzo infortunio muscolare di Di Maria (sostituito da Milik) ha completato il quadro da incubo. Incubo da cui non sono bastati gli innesti di Locatelli e Kostic per Paredes e McKennie, né quelli successivi di Kean e Soulé, per svegliare la Juventus. Un accenno di reazione a inizio ripresa, qualche altro nel finale, ma nulla che abbia impensierito il Maccabi se non un rigore ingenuo quanto clamoroso di Cornud su Cuadrado non rilevato da Mateu Lahoz. Nulla di buono, più in generale: sul piano mentale, atletico, tecnico, tattico. Tanto che la «Fiducia assoluta» in Allegri dichiarata da Arrivabene prima della partita, e soprattutto ribadita con forza da Andrea Agnelli dopo, non potrà non essere messa in discussione senza una svolta. Il tecnico non è certo l’unico colpevole, ma la squadra vista ieri è sembrata non credere minimamente in se stessa, né in quello che faceva: o Allegri riesce a riprenderne le redini oppure un cambio di guida può diventare l’unica soluzione per evitare che l’incubo di Haifa si allunghi per tutta la stagione. Intanto la Juventus deve provare a uscirne nel derby di sabato.

    Sullo stesso argomentoJuve, Capello: “Squadra demoralizzata, Vlahovic isolato”JuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, Capello: “Squadra demoralizzata, Vlahovic isolato”

    TORINO – Le dichiarazioni di Fabio Capello a Sky dopo il ko della Juve contro il Maccabi Haifa non lasciano spazio ad interpretazioni: l’ex tecnico bianconero è sicuro che alla base del momento no della squadra di Allegri ci sia un problema di concentrazione e umore: “Ho visto una squadra demoralizzata, che non arrivava mai prima sul pallone: prendevano sempre palla loro”, afferma Capello. “La difesa non è stata attenta, e quando la squadra andava in attacco erano tutti isolati, compreso Vlahovic. E la difesa era sempre oltre la metà campo creando buchi a centrocampo: sono mancati del tutto i movimenti di squadra”. LEGGI TUTTO

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    Juve, sino a quando continuerà questo strazio?

    Dopo l’umiliazione patita in Israele la domanda è: sino a quando? Sino a quando la Juve continuerà a farsi del male così? Sino a quando non cambierà nulla perché questo continui a essere un disastro senza fine? Ma Elkann non ha nulla da dire? E non basta certo l’autocritica di Agnelli a fine gara, apprezzabile per la franchezza quanto il minimo sindacale, visti i chiari di luna e tuttavia evanescente nella sostanza. “Dobbiamo vergognarci e chiedere scusa ai tifosi che sin vergonano come me e faticano ad andare a giro per strada. E’ il momento di prenderci le nostre responsabilità. Non è colpa dell’allenatore se non vinciamo un tackle. Il problema non è Allegri. Da noi le decisioni si prendono a fine anno”. Cioè, addirittura a nel giugno 2023? Eh? La società non interviene nemmeno adesso che l’eliminazione dalla Champions League è a un passo e persino la discesa in Europa League è compromessa? Ma quante accidenti di partite deve perdere ancora la Juve? E perderle in questo modo che non è da Juve, non è mai stato da Juve, essendo un oltraggio continuo alla storia, al prestigio, soprattutto ai tifosi della Juve? Mai la squadra aveva inanellato tre sconfitte nelle prime quattro partite della fase a gironi. La partita di Haifa è stata il paradigma della desolazione: squadra concepita male e messa in campo peggio; Bonucci e Rugani, una coppia da sciogliere, tanto che il miglior difensore bianconero è stata la traversa che ha respinto la punizione di Chery; McKennie e Danilo inguardabili sulla fascia di competenza dove il Maccabi ha fatto ciò che ha voluto; Vlahovic ha fatto un colpo di testa e poi basta; Milik s’è mangiato un gol fatto; il centrocampo è andato in barca; Paredes non si è mai visto e doveva essere il regista che non c’era. E non c’è.. E poi la jella accanitasi su Di Maria dopo soli 22 minuti. L’argentino doveva essere l’uomo in grado di riaccendere la Juve, invece, da quando indossa la maglia bianconera, è riuscito a giocare soltanto una gara intera, all’andata con gli israeliani. Adesso, il nuovo infortunio mette addirittura a rischio la sua presenza sino al 13 novembre, per non dire del Mondiale con l’Argentina, già in ambasce per Dybala. Ma questi sono altri discorsi. Le parole di Arrivabene prima del calcio d’inizio sono acqua sui vetri: “Allegri? Bisogna evitare le scelte emozionali, ma analizzare i problemi una alla volta e trovare tutti insieme le soluzioni. Fiducia assoluta”. Di fiducia in fiducia, la Juve è ottava in classifica dopo 9 giornate, staccata di 10 punti dal Napoli capolista e ha un piede e mezzo fuori dalla Champions. Se bastasse andare in ritiro per risolvere i problemi, la Juve dovrebbe là rinchiudersi sino a metà giugno. Per decisione di Allegri, ci starà sino al derby di sabato. Avessi detto.Sullo stesso argomentoAllegri: “Juventus in ritiro. Dimissioni? Non ci penso proprio”JuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Champions, Maccabi-Juve sui social: tifosi bianconeri furiosi

    Prosegue la stagione poco fortunata della Juventus, sconfitta 2-0 dal Maccabi in Champions League. La squadra di Allegri, oltre al deludente risultato, ha dovuto fare i conti con un’altra brutta notizia: al 22′ del primo tempo, Di Maria è finito ko. L’argentino, dopo uno scatto solitario si è fermato di colpo toccandosi la coscia destra: al suo posto dentro Milik. La prestazione della Juve sta suscitando parecchi commenti sul web dove spopolano ironie e sfottò. LEGGI TUTTO

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    Juventus anti Maccabi con Rugani: tutti devono sentirsi coinvolti

    INVIATO A HAIFA – E dunque niente Maccabi-Juventus per Milik, Kostic e Bremner. Allegri ha deciso di far riposare alcuni giocatori dimostrando che per la partita comunque decisiva in Champions League vuole coinvolgere anche giocatori che a volte, ultimamente, sono stati meno impiegati come Rugani; inoltre, dimostrando che la Champions è importante, sì, ma lo è pure il campionato. Nello specifico la partita in programma contro il Torino, il derby, sabato prossimo: è altrettanto fondamentale per la stagione bianconera. E dunque ecco che si spiegano le variazioni di formazione rispetto all’11 più o meno titolare o comunque quello provato nell’ultimi giorni.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, niente riposo: c'è il derby

    TORINO – C’è voglia di derby: per il riscatto e per l’onore. Lo si è capito à gidomenica pomeriggio quando la curva Maratona ha “perdonato” il pareggio interno contro l’Empoli convocando la squadra sotto la curva per caricarla in vista della sfida di sabato pomeriggio nella quale il Toro deve dare un significato al suo campionato. E giocatori e staff hanno immediatamente recepito. Dalle parole si è passati subito ai fatti: i giocatori hanno chiesto e ottenuto da Juric di saltare il giorno di riposo per riprendere subito gli allenamenti. Così il Toro al Filadelfia non ha perso tempo e ha subito messo la Juventus nel suo mirino. Rodriguez e compagni vogliono regalare (finalmente) ai propri tifosi una soddisfazioni dopo che li avevano illusi con un inizio da primato (due successi e un pari nelle prime tre giornate) per poi calare in maniera preoccupante non tanto sul piano del gioco ma su quello dei risultati. LEGGI TUTTO

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    Toro: Schuurs e l'uscita palla al piede. Vi ricorda qualcuno?

    TORINO – Perr Schuurs non è un ragazzo qualunque nel Toro di Ivan Juric. Il sangue dell’olandese si sta colorando sempre più di granata e lo riconosci non solamente dalle prestazioni scintillanti, collezionate sul campo, ma anche dai gesti, dagli stimoli che dà ai compagni, dalle parole soprattutto: «Il nostro valore va dimostrato in tutte le partite, anche per i tifosi. Pensiamo subito alla prossima». Dichiarazioni di un piccolo grande campioncino, con le stimmate del leader che verrà, appartenente alla leva calcistica della classe ’99: la stessa di Matthijs de Ligt, per esempio, anche lui cresciuto nella scuola dell’Ajax. Nuovo, Schuurs, perché appena alla prima stagione di Toro, però già consolidato per abitudini ed esperienze di successo.
    Perfettibile, ma già strepitoso
    E quando Juric dice di Schuurs che «ha una mentalità pazzesca, però deve crescere ancora», esattamente cosa intende? La risposta c’è: il tecnico croato e il vice Matteo Paro stanno lavorando sul tipo di marcatura stretta e sui tempi dell’anticipo, perché l’allenatore sente di aver bisogno di un difensore fisico, che aggredisca l’avversario facendogli sentire il fiato sul collo e riesca ad anticiparlo sul pallone nei tempi più stretti possibili. E che magari costringa l’attaccante a indietreggiare per non finire in fuorigioco. Già immaginiamo Juric urlare a Schuurs istruzioni del tipo: “Devi pressare, devi essere un martello”. Direttive alle quali, evidentemente, l’olandese non era abituato per la scuola di calcio frequentata fino alla scorsa stagione.
    Muraglie umane
    Quanto al lato squisitamente tecnico, nulla da eccepire, ovvio. Si possono migliorare determinati aspetti, ma senza la necessità di insegnare qualcosa. Con Schuurs non ce n’è bisogno, il ragazzo è forte, fortissimo. Perr è destinato a prendere il comando della difesa granata dopo la partenza di Gleison Bremer. E sabato, dopo l’ottima prova contro l’Empoli, c’è il derby. Quello con il brasiliano passato in estate dal Torino alla Juventus sarà un incrocio speciale, suggestivo, intrigante. Dubbio che poi non è tale: l’uscita di Schuurs palla al piede non vi ricorda forse qualcuno? Ognuno, che sia tifoso bianconero o granata, si faccia la propria idea. Intanto l’attesa della stracittadina sta montando in città. Il Toro ci crede e le esibizioni delle due squadre in questo scorcio di campionato fanno pensare che sì, stavolta, non c’è mismatch. Come minimo, a occhio, le distanze sembrano essersi ridotte.
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