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    Monza-Juventus: scopriamo Barbieri, Iling-Junior e Barrenechea

    TORINO – Oggi davanti a un tablet, tifando (invano) per i loro compagni della Juventus Next Gen impegnati in casa del Renate, domani in panchina a Monza, tifando per i compagni per un giorno della prima squadra e covando la speranza che Massimiliano Allegri decida che c’è bisogno di uno di loro. E’ un weekend speciale per Tommaso Barbieri, Samuel Iling-Junior e Enzo Barrenechea, terzetto di giovani convocato dal tecnico bianconero per la trasferta in Brianza, che si aggiunge all’altro terzetto, quello stabilmente in prima squadra composto da Fagioli, Miretti e Soulé. Ecco chi sono.
    BARBIERI Vent’anni compiuti il 26 agosto, Barbieri è un terzino capace di giocare su entrambe le fasce, che ha nella progressione e nella capacità di spingere in avanti le sue dote principali. La Juventus lo acquistò nell’estate del 2020 dal Novara, con la cui maglia aveva giocato 15 partite in serie B nella stagione precedente. Già protagonista nello scorso campionato di C con la seconda squadra bianconera, non ha ancora esordito in partite ufficiali ma Allegri lo ha impiegato nelle amichevoli precampionato e lo aveva già convocato mercoledì contro il Benfica.
    ILING-JUNIOR Diciannove anni il 4 ottobre, inglese, Iling-Junior è un esterno d’attacco, capace però all’occorrenza di coprire tutta la fascia come quinto in un 3-5-2, pur dando del ruolo un’interpretazione offensiva. Dotato di tecnica, resistenza e velocità, la Juventus lo acquistò nell’estate 2020 dal Chelsea e in bianconero è diventato subito punto fermo della Primavera, fino a passare in questa stagione alla Next Gen. Dotato di ottimo dribbling, in questi anni ha affinato le sue capacità in fase di finalizzazione.
    BARRENECHEA Ventuno anni compiuti il 22 maggio, argentino, Barrenechea è un centrocampista centrale che abbina fisico e tecnica, dote quest’ultima che sfrutta anche come rigorista. Cresciuto nel Newell’s Old Boys, nel 2019 passò al Sion da dove la Juventus lo prelevò a gennaio 2020. Subito protagonista in Under 19, nella stagione successiva debuttò anche in Serie C con la seconda squadra, ma a maggio 2021 la rottura di un crociato aveva interrotto la sua ascesa fermandolo per nove mesi. Tornato in campo a primavera, quella per la partita contro il Monza è la sua prima convocazione in prima squadra.
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    Juve, adesso servirebbe il tackle della proprietà

    Nutro sincera stima per Massimiliano Allegri ed è persino pleonastico rimarcarne titoli e palmarès, sebbene ora onusti di gloria e di ricchezza. Anche per questo, profondo è lo stupore, per meglio dire lo sconcerto di fronte alla Grande Crisi della sua settima Juve. Non dico che mi sarei aspettato fosse migliore delle prime cinque nel Quinquennio d’Oro (5 scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe italiane, due finali di Champions League), ma, certamente migliore della sesta, sì. E invece, addì 17 settembre, è acclarato quanto sarà un giudizio supremo la partita con il Monza ultimo in classifica: 1 punto in 6 partite, 5 sconfitte, 1 pareggio, 1 gol segnato e 5 subiti. Il fatto è che, oggi, la Juve non è “la Juve all’altezza del suo passato” che aveva reclamato John Elkann il 4 agosto scorso a Villar Perosa, chiedendo alla squadra di onorare nel modo migliore il 2023, l’anno centenario della proprietà agnelliana. Ecco, Elkann, il Signor Exor, patron bianconero nelle cui casse l’holding da lui presieduta ha iniettato 700 milioni di euro in due anni e mezzo.Sullo stesso argomentoJuve, correre meglio e di più. E la qualità poi emergeJuventus

    E per fortuna l’ha fatto: all’inizio del mese, la Juve ha registrato il quinto, pesantissimo passivo, l’ultimo di una serie di cinque deficit consecutivi (-19 milioni nel 2017-18; -40 milioni nel 2018-19; -90 milioni nel 2019-20; -210 milioni nel 2020-21; -250 milioni nel 2021-22). Per rifarsi all’improvvida battuta di Arrivabene rivolta al tifoso che gli diceva Allegri out, qualora la Juve cambiasse allenatore, il prossimo lo pagherebbe certamente Exor. In attesa di sapere se nel prossimo futuro Allegri rimarrà o verrà rimosso, sommessa richiesta a Elkann: ora più che mai urge un suo intervento, chiaro e forte, meglio ancora se pubblico, alla bisogna anche in tackle scivolato per mettere in riga tutto e tutti alla Continassa, paventando provvedimenti drastici a ogni livello. Elkann ne ha piena facoltà, essendo il proprietario della Juve, “la squadra al mondo che ha avuto più campioni del mondo e ha vinto tutte le coppe che c’erano da vincere”. L’ha detto lui, a Villar Perosa.

    Sullo stesso argomentoLa Juve non ha scelta. Ma cambiare è inutileJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Allegri, chiama la squadra al confronto: solo tu e loro

    Questa situazione la possono risolvere solo Allegri e i suoi giocatori. Devono chiudersi nello spogliatoio, solo loro nella stanza: nessuno dello staff, nessuno tranne l’allenatore e i venticinque giocatori della rosa. Guardarsi in faccia e parlare con il cuore in mano. Nessuna timidezza o calcolo: la verità, tutta la verità, soltanto la verità. I calciatori devono spiegare cosa non funziona dal loro punto di vista, Allegri deve annotare tutte le osservazioni e poi evidenziare cosa non gli piace, ma anche spiegare quello che i giocatori gli hanno detto di non aver capito. Devono confrontarsi senza fretta, devono dirsi tutto. E quello che si dicono deve essere la base condivisa da tutti per ripartire. Credo che la rosa della Juventus sia forte, credo che Allegri resti un grande tecnico: è evidente che qualcosa non stia funzionando, anzi forse più di qualcosa, ma è una situazione nella quale i gruppi possono cadere. Io ne ho passate di simili e ne sono sempre uscito con un confronto franco e aperto con lo spogliatoio, senza coinvolgere altre persone, lasciando che la dirigenza continuasse a fare… la dirigenza. In campo alla fine vanno i giocatori con le indicazioni dell’allenatore: è quindi giusto, quasi ovvio, che siano loro a doverne uscire insieme.Guarda la galleryLa probabile formazione della Juve per il Monza: le scelte di AllegriIn queste prime partite ho avuto l’impressione che il problema principale sia nella testa più che nei muscoli dei giocatori e ciò che mi ha più colpito è la mancanza di spirito di appartenenza. Ho visto poco la squadra, intesa come gruppo legato da qualcosa di forte e con un obiettivo comune. Si può discutere fino alla morte del gioco, dell’estetica, del divertimento, ma l’essenza dello sport resta l’agonismo che in una disciplina di squadra deve essere espresso dal gruppo nel suo insieme. I giocatori bianconeri trovino o ritrovino quel senso di appartenenza a un grande club con una grande storia, coinvolgano i nuovi arrivati, si ricompattino intorno a un obiettivo da raggiungere e, probabilmente, molti dei tentennamenti spariranno. C’è tempo e spazio per migliorare, forza!
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    La Juve non ha scelta. Ma cambiare è inutile

    Mi sembra che siamo giunti alla domanda. I fischi, le discussioni, i titoli portano lì: è giusto tenere Allegri? È il quesito sollevato dopo il Benfica, malgrado – lo scrivo oggi – la Juventus possa recuperare. È finita la festa del gran ritorno alla Juventus, i tifosi per lui, la molta stampa amica ancora più amica. Neppure il Congresso di Vienna portò indietro la storia, non poteva riuscirvi Allegri, che nei due anni di stop ha viaggiato poco e non ha discusso se stesso. Ha anzi estremizzato i toni. Il corto muso, conta solo la vittoria, la crociata contro i nemici della teoria. Ma le cose sono andate sempre peggio. Male lo scorso anno, malissimo in questo, nel quale le prestazioni sono state peggiori dei già pessimi risultati. La domanda sul suo futuro rischia però di essere inutile, tardiva e sbagliata.Sullo stesso argomentoAllegri, chiama la squadra al confronto: solo tu e loroJuventus

    È inutile poiché la Juventus ha poche scelte. Allegri prende sette milioni netti all’anno, il doppio al lordo, più staff, più eventuale ingaggi di nuovo tecnico e nuovo staff. Per anni Madama ha pagato due allenatori a stagione, non può farlo nel prossimo triennio con il bilancio in rosso. È tardiva perché la riflessione sulle caratteristiche di Allegri andava fatta a maggio 2021. Lui non fonda cicli, li allunga allentando la tensione. Prima serve l’ossessione di Conte, poi lui, non il contrario. È infine sbagliata dal momento che cambiare getterebbe insicurezza in un ambiente terremotato dalle continue rivoluzioni. E via Allegri, e via Sarri, e via Pirlo. La forza della Juventus è stata sempre la stabilità, persino un po’ grigia, frutto di una straordinaria tradizione e di ragionare in secoli, mai in settimane o giorni. Era una Chiesa, non può trasformarsi in discoteca. 

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    MD: “Liverpool, Arthur già bocciato: Klopp vuole ridarlo alla Juve”

    L’avventura di Arthur al Liverpool potrebbe essere già arrivata al capolinea. Il centrocampista brasiliano, arrivato in Inghilterra in prestito con diritto di riscatto fissato a 37,5 milioni di euro, è passato dalla Juventus ai Reds nell’ultimo giorno di mercato. Sebbene non sia passato neanche un mese, però, secondo il quotidiano spagnolo Mundo Deportivo Jurgen Klopp lo vorrebbe già fuori dalla squadra. Il brasiliano ex Barcellona era sbarcato a Liverpool con l’intento di trovare più spazio (che nella sua esperienza alla Juve non ha di fatto mai avuto) in vista del Mondiale in Qatar, ma fino a questo momento ha collezionato solo 14 minuti complessivi in campo. Arthur sarebbe stato dunque bocciato immediatamente dal tecnico dei Reds e la società inglese starebbe cercando in tutti i modi di ridarlo il prima possibile alla Vecchia Signora. LEGGI TUTTO

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    Doppia ricetta Juve: intervento psicologico e tattico

    Se ne esce smettendola di inseguire capri espiatori con la stessa leggerezza e superficialità che contraddistingue il moto di pancia sul web. Illusorio pensare che decisioni importanti vengano prese sull’ondata popolare. Massimiliano Allegri è e resta l’allenatore della Juventus, ha un contratto lungo che difficilmente non verrà rispettato sino alla scadenza. Allegri sapeva che tornare a vincere subito non sarebbe stato facile e di certo non con una squadra incerottata e zeppa di riserve, volenterose ma non all’altezza. Per parecchio tempo sarà ancora così, senza Paul Pogba e Federico Chiesa, con Angel Di Maria che non regge oltre mezzora.Sullo stesso argomentoLa Juve non ha scelta. Ma cambiare è inutileJuventus

    Come uscirne dunque: con la consapevolezza del proprio limite. Con un duplice intervento, il primo di natura psicologica e motivazionale per evitare il rischio del crollo che sarebbe fatale. Se il capitano Leonardo Bonucci dice che si sentono fragili e non sanno che fare significa che un problema mentale esiste. Il secondo è di natura tattica, l’allenatore deve trovare lo schema migliore e pur non potendo evitare il turnover forzato deve provare a impostare una squadra finalmente affidabile. I giovani Fabio Miretti e Nicolò Fagioli sono volenterosi e piacciono, ma te li puoi giocare in Serie A, non in Europa. Altri starebbero fissi in tribuna se la rosa non fosse stata falcidiata dagli infortuni. E infatti bisognerebbe capirne il motivo. Recuperare in campionato si può, in Champions quasi impossibile. Chiudo con una provocazione: visto che usciamo comunque agli ottavi, non converrebbe puntare sull’Europa League? 

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    La Juve ricorda il debutto di Trezeguet: “Qual è il miglior gol?”

    TORINO – Quasi una vita in bianconero, dal 2000 al 2010, dieci anni di successi e gol per Trezeguet alla Juventus. Ancora oggi l’attaccante francese è il miglior marcatore straniero della storia della Vecchia Signora con 171 reti, e tra i bomber più prolifici di sempre. La sua storia con la Juve è cominciata il 16 settembre del 2000, esattamente ventidue anni fa oggi, debuttando con quei colori addosso. Proprio il club bianconero l’ha voluto ricordare sui social: “Il debutto di David Trezeguet in bianconero #OnThisDay nel 2000. Il tuo goal preferito di David?”, questo il sondaggio lanciato ai tifosi. Difficile dirlo, c’è l’imbarazzo della scelta.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Golden Boy, i complimenti della Juve a Miretti: è tra i 40 candidati

    TORINO – Il centrocampista della Juventus Fabio Miretti è nella lista dei 40 partecipanti ancora in gara per il premio Golden Boy 2022, organizzato da Tuttosport. A sottolinearlo è stato il club bianconero su suoi profili social: “Fabio Miretti inserito nella lista dei quaranta candidati al premio Golden Boy Awards. Bravo, Fabio”. Oltre a Miretti a rappresentare la Serie A nella lista dei 40 giovani talenti ci sono: Matteo Cancellieri (Lazio), Rasmus Winter Hojlund (Atalanta), Giorgio Scalvini (Atalanta), Iyenoma Destiny Udogie (Udinese) e Nicola Zalewski (Roma). L’ultimo bianconero a trionfare fu Paul Pogba nel 2013 mentre l’ultimo calciatore italiano è ancora Mario Balotelli nel 2010.Guarda la galleryGolden Boy, 40 ragazzi da sognoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO