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    Juve, esercitazioni anti-Roma: Allegri pronto a sfidare Mourinho

    TORINO – A tre giorni dal big match dell’Allianz Stadium contro la Roma di José Mourinho e, soprattutto, dell’ex Paulo Dybala, la Juve di Massimiliano Allegri mette nel mirino il match con i giallorossi per riscattare lo scialbo pareggio a reti bianche di Genova contro la Sampdoria. Mentre il club lavora sul mercato alla ricerca di un vice Vlahovic, i bianconeri si sono ritrovati questa mattina al Training Center per una sessione di allenamento suddivisa in esercitazioni tecniche per la trasmissione del pallone e tattiche per la fase di non possesso.
    Juve, domani si replica: Mou nel mirino
    A fine seduta, Allegri ha concesso una partitella per chi ha giocato meno contro la Sampdoria. La Juve si ritroverà quindi domani per una nuova sessione di allenamento mattutina: l’attesa sfida con la Roma è ormai dietro l’angolo. LEGGI TUTTO

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    La Juve è costretta a giocare per andare in gol: l’analisi tattica

    Hanno ragione i tifosi della Juventus a preoccuparsi per questa stagione dopo l’opaco pareggio di Marassi contro la Samp? “La tecnica dello struzzo non solo non porta a nulla, ma spesso risulta pericolosa perché consente ai problemi di crescere e ingigantirsi. Per fortuna le dichiarazioni di Allegri dopo lo 0-0 fanno pensare a una presa di coscienza piena dei problemi che al momento frenano e condizionano la Juventus. Sapere e ammettere di dover affrontare criticità oggettive è già un buon punto di partenza”. Quanto incidono le assenze forzate di Chiesa, Pogba e Di Maria? “Ovviamente molto, ma l’argentino dovrebbe saltare ancora tre match di Serie A, quelli di sabato con la Roma, l’infrasettimanale con lo Spezia e il 3 settembre a Firenze con la Fiorentina per rientrare la settimana dopo per la prima di Champions e tornare ad illuminare”. Come si può ovviare alla carenza di fantasia, non potendo contare su chi dribbla e crea la superiorità numerica? “Le soluzioni sono sostanzialmente due. La prima è una circolazione del pallone veloce, decisamente più veloce di quella vista a Marassi, che consenta con gli opportuni movimenti senza palla di trovare l’imbucata al fine di verticalizzare e risultare efficaci. La seconda è invece legata alla capacità di liberare campo davanti alle ali, Kostic, Di Maria o Cuadrado, in maniera che possano pungere velocemente sull’out finalizzando il tutto con traversoni che sarebbe meglio non avessero solo Vlahovic come terminale per la conclusione. Il serbo da solo, in una morsa di almeno due marcatori, trova ovviamente vita dura. Meglio assisterlo con l’esterno di turno in ricezione, per cui se per esempio Kostic spinge sulla mancina, ad andare a caccia del gol Dusan sul primo palo o in mezzo all’area e Cuadrado sul secondo palo”. Come si giustifica e soprattutto cosa significa aver visto 59 passaggi tra Bremer e Rugani con i blucerchiati? “Significa molte cose e oggettivamente non positive ma i problemi vanno contestualizzati per rendersi conto della loro reale entità. A partire dagli allenamenti negli Stati Uniti, Allegri ha iniziato ad abituare la Juventus a una costruzione dal basso. Chiaro che serve tempo per abituarsi a un atteggiamento tattico nuovo e che nel mirino possano finire i difensori se risultano poco decisi e titubanti sul cosa fare: ripassarsela tra loro, darla indietro al portiere o assumersi la responsabilità di cercare il lancio lungo (alla Bonucci tanto per intenderci). A Marassi l’assenza del capitano, per l’assoluta novità di coppia Rugani-Bremer, ha acuito quelle che sono insicurezze di base destinate a mitigarsi partita dopo partita. Certo è che 59 passaggi tra i due lasciano nella memoria dello spettatore noia e fastidio. Ma il calcio a volte passa anche da questi processi di maturazione. A loro discolpa, il fatto che spesso non si riusciva ad abbassare con sufficiente velocità e frequenza uno dei tre centrocampisti per cercare di iniziare a impostare l’azione. A proposito di passaggi, Vlahovic ne ha fatti appena 4 in 90 minuti a testimonianza della notte negativa del serbo, mai nel cuore del gioco e troppo nervoso per la sua spasmodica ricerca dell’attimo da trasformare in gol”. Quanto manca la presenza di un regista? “Tantissimo, anzi troppo. Locatelli, con mezzali di fatto di quantità e non di qualità, come McKennie e Rabiot, è destinato a collezionare prestazioni incolori come con Sassuolo e Samp, per cui anche qui ecco i diversi scenari per aggirare l’ostacolo. Uno: utilizzare Paredes in cabina di impostazione ma al momento gioca nel Psg per cui si tratta di una soluzione futuribile e non valida per il presente. Dove sarebbe più utile cambiare per agevolare l’efficacia della manovra. O affiancandolo almeno a una mezzala di qualità che sappia vedere il gioco o saltare l’uomo, come Miretti che quando è entrato a Marassi ha fatto la differenza. Oppure se si vuole mantenere una certa muscolarità delle mezzali, si promuova Rovella titolare al posto di Locatelli, magari spostando l’ex neroverde come mezzala”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Vlahovic suona la carica e avvisa la Roma: “Bisognerà fare di più”

    TORINO – “Bisognava e bisognerà fare di più”. Un Dusan Vlahovic lapidario non nasconde la sua grande delusione il giorno dopo il pareggio a reti bianche in casa della Sampdoria. L’attaccante della Juventus ha affidato al proprio profilo Instagram il commento su una partita che non lo ha mai visto coinvolto e durante la quale ha giocato pochi palloni (9 in 96′ di gioco), rendendosi pericoloso dalle parti di Audero in rarissime occasioni. Le parole del serbo suonano come un monito alla Continassa: la Juve non può più sbagliare e sabato, all’Allianz Stadium, arriva la Roma di Mourinho e dell’ex Paulo Dybala. La sfida con i giallorossi dirà molto sul potenziale della rosa a disposizione di Max Allegri e sulle reali ambizioni bianconere. LEGGI TUTTO

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    Bernardeschi: “Dybala alla Roma è strano. La Juve? Visioni differenti”

    Dopo alcune stagioni altalenanti con la Juve, il Federico Bernardeschi visto con la maglia del Toronto sembra quello dei tempi della Fiorentina, quando a suon di gol e ottime prestazioni si guadagnò la chiamata della Vecchia Signora. Ospite a SuperTele su DAZN per il match tra i bianconeri e la Sampdoria, ha proposito della nuova esperienza in MLS rivela: “Quando sono arrivato non mi aspettavo questa intensità. Ovviamente sono più indietro di noi dal punto di vista tattico. Fai molti viaggi e sotto questo punto di vista è molto impegnativo. Per me è la prima volta affrontare determinate situazioni, sfidando squadre che non conoscevo ma devo dire che abbiamo avuto un bell’impatto, sapevamo che era difficile dato che partivamo da una classifica nella quale eravamo un po’ sotto ma è un progetto che mi piace. Io non mi aspettavo questo, ero andato a vedere due mesi fa e rimasi veramente colpito dall’organizzazione alla qualità dei dettagli”.
    Bernardeschi e l’addio alla Juve
    A proposito del suo addio alla Juve, Bernardeschi ammette: “C’erano visioni differenti, tutto qua. La cosa bella tra me e la Juve è stata il parlarci nella maniera più sincera possibile, tra uomini. Ognuno aveva una visione differente. Abbiamo valutato questi cinque anni, volevamo valutare il futuro. Tante cose fanno fare delle scelte, non è solo una questione tattica, tecnica o economica. Ci siamo stretti la mano ed eravamo felici così. Io ho chiuso un ciclo alla Juve. La Juve ne sta aprendo uno adesso ed è quest’anno realmente che lo sta riaprendo e lo sta facendo”.
    Sul rapporto con Criscito e Insigne e il passaggio di Dybala alla Roma
    Bernardeschi non è però l’unico italiano al Toronto, con lui ci sono infatti anche l’ex capitano del Napoli Lorenzo Insigne e quello del Genoa Domenica Criscito. Sul rapporto con i due connazionali commenta: “Ci aiutiamo molto l’uno con l’altro, del resto quando vieni dall’altra parte del mondo soprattutto all’inizio non è facile ambientarsi. Abbiamo trovato la nostra connessione italiana all’interno del Canada. È come se fossimo a casa nostra”. Infine un commento sul passaggio di Paulo Dybala alla Roma: “Un po’ strano, però se lo merita. Paulo è un grande ragazzo”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Vlahovic al buio: la solitudine del numero 9

    INVIATO A GENOVA – No Di Maria, no party. È passata soltanto una settimana dalla doppietta al Sassuolo e dalle combinazioni con il Fideo, ma a Dusan Vlahovic ieri sera sarà sembrato di tornare indietro nel tempo, ai mesi finali dello scorso campionato. Non tanto per il caldo di Marassi, quanto piuttosto per la solitudine vissuta in campo senza il 34enne campione argentino, assente contro la Sampdoria per l’infortunio procuratosi al debutto in Serie A. Il bomber serbo ha chiuso il primo tempo con tanti scatti in profondità, quasi sempre a vuoto, e con appena 3 palloni toccati (almeno 5 in meno di qualsiasi altro giocatore, dati Opta). E soprattutto con zero tiri in porta e nessun pericolo procurato ad Audero. La prima conclusione di DV9 è arrivata a inizio ripresa e da posizione defilata. Non il massimo per l’ex Fiorentina che, infatti, proprio come nel finale dello scorso campionato non è riuscito a trattenere quel pizzico di nervosismo e frustrazione che lo avvolge ogni volta che non riesce a segnare o comunque a procurarsi occasioni da gol. È uno stato d’animo comune a tutti i nove. Dusan ha tutto per diventare il numero uno del ruolo, a partire da una fame pazzesca, ma ha soltanto 22 anni e, come ripete spesso Massimiliano Allegri, deve ancora trovare il giusto equilibrio.  Dopo la doppietta al Sassuolo, una serata a secco. Di quelle che Vlahovic non vorrebbe vivere nemmeno negli incubi notturni. C’è da scommettere che Dusan, come la Juventus tutta e forse pure di più, si auguri un rientro anticipato di Di Maria e magari anche di Paul Pogba. Il serbo ha segnato tanto anche prima di incrociare sulla propria strada ADM, ma i primi allenamenti insieme e la prima partita vissuta a braccetto con l’argentino di certo hanno fatto capire a DV9 come sia diverso, più facile e anche più divertente avere accanto un campione come l’ex Psg e Real Madrid. Guarda la galleryJuve spuntata, non basta Kostic: 0-0 in casa Sampdoria

    Estate in salita per Vlahovic

    Aspettando il rientro di Di Maria, Vlahovic dovrà sfruttare i prossimi allenamenti per affinare l’intesa con il connazionale Filip Kostic, che ieri alla prima da titolare ha mostrato buoni spunti, ma anche per migliorare la propria condizione fisica. Già, perché i due gol al Sassuolo hanno un po’ nascosto quello che lo stesso attaccante non ha faticato a sottolineare: «Sto lavorando per tornare al top», ha raccontato una settimana fa. Ed è normale che non lo sia ancora vista la sua struttura fisica e l’estate vissuta. Prima le vacanze posticipate, al termine del campionato, con tanto di blitz a Monaco di Baviera per risolvere il problema agli addominali che lo ha tormentato e limitato in primavera. E poi, proprio per non lasciare nulla al caso, durante le ferie ha lavorato con il preparatore personale. Quell’Andreja Minutinovic ribattezzato da molti campioni il Messi dei prof. Una ripartenza in salita culminata con gli zero gol segnati durante il precampionato. La doppietta al Sassuolo ha ridato fiducia a Dusan, ma non ancora il top della condizione. Anche per questo Allegri, ben consapevole che DV9 ogni tanto dovrà rifiatare, vorrebbe in regalo un vice Vlahovic simile almeno nelle caratteristiche.
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    Allegri: “Due punti persi, peccato. Juve ancora indietro”

    GENOVA – “Abbiamo lasciato per strada due punti”. Mastica amaro Massimiliano Allegri dopo lo 0-0 di Marassi contro la Sampdoria, che dopo due giornate costringe già la Juve a inseguire (ora è a -2 da Napoli, Inter e Roma). Eppure il tecnico bianconero cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno: “La cosa positiva è che non abbiamo preso gol per due partite – ha detto dopo il match -. Nel primo tempo hanno fatto bene loro, correndo tanto. Poi nella ripresa hanno pagato e noi abbiamo avuto due o tre occasioni favorevoli. Poi nel finale abbiamo avuto due chance con Kostic e Bremer. Peccato”.Guarda la galleryJuve spuntata, non basta Kostic: 0-0 in casa Sampdoria
    Applausi ai giovani
    Questa invece l’analisi della partita e di quello che non è andato secondo i piani: “Abbiamo avuto poca pazienza nel primo tempo – ha spiegato Allegri -, nel secondo siamo andati meglio e anche Vlahovic ha fatto bene. Deve però stare più sereno, provare a prendere anche posizione in area. Zakaria fuori? Una scelta tecnica, mi serviva più qualità nello stretto e ho preferito Miretti”. Così invece sul mercato, con la Juve che è ancora a caccia di un attaccante: “Ci pensa la società, noi dobbiamo lavorare per migliorare. Siamo partiti meglio dell’anno scorso e anche oggi i giovani hanno fatto bene, da Miretti a Rovella, lo stesso Kean”.
    Testa alla Roma
    In attesa di recuperare i big infortunati, Allegri lavora alla crescita della squadra: “Anche in un momento in cui sono fuori giocatori importanti come Pogba e Chiesa c’è la voglia di fare cose importanti. Sappiamo che rispetto alle altre siamo un po’ indietro, va fatto un passo alla volta. Stiamo crescendo in condizione e sabato ci prepareremo a una grande partita contro la Roma. Saremo pronti”.
    Guarda la galleryGatti o Rugani, la monetina di Allegri fa scatenare il web FOTOIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, Chiesa e Pogba: le previsioni per il ritorno in campo

    La possibilità che la Juventus scelga di non iscrivere Federico Chiesa nella lista Uefa per la Champions League, per poi reinserirlo a febbraio, diventa più concreta dopo le parole di Allegri prima di Samp-Juve. Sulle tempistiche di recupero il tecnico è stato cauto: «Il recupero di Chiesa procede bene. Ma io sarei contento se dovesse rientrare prima della sosta del Mondiale. Non possiamo permetterci di sognare, io sono un tipo realista, con i piedi per terra: in questo momento non posso fare affidamento su Federico. Ma è normale che sia così».

    Il rientro di Pogba

    Allegri ha anche specificato che conta di avere Pogba al massimo della condizione a gennaio: «Noi abbiamo due obiettivi: passare il turno in Champions e rimanere nelle prime 4 al 13 novembre. Perché poi a gennaio sicuramente sarà un’altra stagione, perché ci saranno il recupero di Chiesa e il recupero di Pogba, la squadra si conoscerà di più». LEGGI TUTTO

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    Juve, c’è Vlahovic per tutti, tutti per Vlahovic

    TORINO –  Quelli che la maschera non sanno manco da che parte si mette. Ecco, Dusan Vlahovic, fa parte di questa cerchia di persone. Gente che ciò che pensa se lo porta scritto in volto. Troppo grandi le emozioni dentro il suo cuore per riuscire a “gestirle” a livello anche di mimica facciale. Lui, il bomber che trova la pace solo se segna un gol, si trasforma tra il prima e il dopo la rete segnata. Del resto la sua, più che una professione è una missione: meglio per la Juventus, perché chi entra in campo con questa dose di grinta rende sempre al massimo del proprio potenziale. Proprio così e con il serbo non si corre mai il rischio che non avverta la tensione-partita. Appena sente il profumo dell’erba si accende una chimica capace di entrare in modalità squalo affamato ed eccitato dall’odore del sangue. Guardatelo bene in faccia, Dusan Vlahovic, magari grazie a certi primi piani durante le riprese televisive e capirete che tutto ciò che prova esce dal suo sguardo: pronto a virare dal bianco al nero a seconda di quante occasioni da gol gli capitano tra i piedi e di quante, tra queste, riesce a spedire in rete alle spalle del portiere. Per sua fortuna, poiché la serenità aiuta a essere lucidi e quindi più efficaci, il centravanti della Juventus è riuscito a partire benissimo: una doppietta contro il Sassuolo che ha permesso al bomber e alla squadra di non fallire il primo passo. Anzi, un 3-0 che seppur non impreziosito da un dominio del match e da un gioco effervescente, ha comunque offerto una prova di sostanza e tre punti che se raddoppiati questa sera con una vittoria a Marassi sulla Sampdoria permetterebbero ad Allegri di continuare a guardare alla stessa altezza Inter e avversarie dirette per lo scudetto. Certo, siamo soltanto all’inizio, però perdere terreno è sempre una condizione antipatica, a prescindere dal momento in cui la si vive: inizio, metà o fine campionato.  Guarda la galleryVlahovic, Di Maria e le 7 cose che abbiamo capito da Juventus-Sassuolo

    Tutto su Vlahovic

    Sta di fatto che la Juventus del Conte Max punta moltissimo se non tutto su Vlahovic e questo per una montagna di ragioni, una più valida dell’altra. Del resto la squadra è stata costruita intorno a lui, preso lo scorso gennaio dalla Fiorentina per salvare la stagione e quindi la possibilità di entrare in Champions. Acquistato per 70 milioni più dieci di bonus e scelto perchè attaccante ideale nel tipo di gioco che predilige Allegri, in cui l’attaccante deve soprattutto saper finalizzare e cioè metterla dentro, si è ricavato subito uno spazio importante nella considerazione del gruppo bianconero anche se alla fine della scorsa annata, a quarto posto già blindato, è stato costretto a limitare il contributo per un problema border line con la pubalgia. Del resto anche in un collettivo milionario come può essere lo spogliatoio di calcio di una squadra top come quella torinese, la filosofia delle dinamiche relazionali sono le stesse che in ufficio postale, e che sia chiaro, massimo rispetto per chi lavora alle poste. Chi dà tanto, ottiene tanto. E lui, Dusan, quello che non sa manco da che parte si mette la maschera, si sbatte come un leone: in attacco come in difesa quando si tratta di neutralizzare l’offensiva aerea sui calci d’angolo. La palla la cerca con la stessa cattiveria che lo anima in quella avversaria. Particolari che lo hanno fatto diventare un leader di una rosa che nel frattempo ha perso chi lo era di fatto, Chiellini e chi, seppur con declinazione differente, lo stava diventando, De Ligt. Quando lunedì scorso, con il Sassuolo, ha trasformato il rigore, è stato abbracciato e cercato da tutti i compagni con un affetto non in linea con il picco emotivo che l’1-0 sugli emiliani al 25’ del primo tempo avrebbe potuto giustificare. Tutti i compagni sanno perfettamente quanto Dusan soffra se non trova la via del gol e la sua ultima esultanza era ormai datata: rete alla Lazio il 16 maggio, penultima di campionato, con un colpo di testa su assist di Morata.

    Contro la Samp con un Kostic in più

    Dunque nella partita di questa sera, dove Di Maria a livello di assist per il serbo non potrà concedere il bis per via dello stop muscolare, la Juve giocherà per Dusan e lui cercherà di rispondere alla sua maniera. Senza Di Maria con i suoi assist dalla destra ma con un Kostic in più: titolarissimo e deputato a rifornire dalla sinistra la punta juventina. Se la Juventus, come squadra, avrà stampata sul volto la stessa cattiveria che caratterizzerà l’espressione del numero nove allora le possibilità di tornare a Torino con il massimo della soddisfazione aritmetica – tre punti – saliranno e molto. Dunque, Vlahovic per tutti e tutti per Vlahovic.

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