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    Carta Ronaldo: ecco cos'è e perché se fosse stata la carta Rugani non avrebbe fatto notizia

    TORINO – Finalmente è spuntata fuori la carta Ronaldo. E così abbiamo scoperto che è sostanzialmente uguale alle altre scritture che la Juventus aveva siglato con gli altri calciatori. Solo che la “Carta Rugani” (ci perdoni Daniele) fa meno notizia della “Carta Ronaldo”, quindi ottiene più spazio sui siti, sui giornali, nelle chiacchiere non sempre competenti dei social network. Insomma, non c’è molto mistero intorno al documento che è scivolato dal faldone dell’inchiesta Prisma atterrando nella redazione del Corriere della Sera. Ci sono le cifre, ovviamente alte trattandosi di un calciatore che percepiva 60 milioni di euro lordi a stagione (e per saperlo non c’era bisogno di un’inchiesta della magistratura), che Ronaldo avrebbe preso come risarcimento di tre delle quattro mensilità a cui la rosa della Juventus aveva rinunciato nell’aprile del 2020 in piena emergenza Covid. La carta non è firmata da Ronaldo e viene specificato che quando quegli accordi saranno formalizzati (ovvero all’avvenire di varie ipotesi, la principale delle quali è la ripresa dei campionati e delle coppe), tutto verrà depositato in Lega, come da regolamento.Guarda la galleryJuventus, le FOTO dell’assemblea dei soci: da Agnelli e Nedved a Ferrero e Scanavino LEGGI TUTTO

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    Juventus, Marchisio e la dichiarazione d'amore: “Cosa mi ha reso felice”

    TORINO – Giorno di festa nel mondo bianconero, e non solo, per i 37 anni di Claudio Marchisio. L’ex centrocampista festeggia il compleanno e sui social si lascia ad una riflessione toccante, ovviamente sempre con la Juventus nel cuore. Nel giorno che segna le 37 candeline spente, il principino scrive: “Passano gli anni e ti chiedi davvero cosa ti ha reso felice e orgoglioso. Raggiungi il tuo sogno, lo vivi, vinci e perdi. Raggiungi determinate presenze che ti inseriscono in certe classifiche, con altrettanti trofei, complimenti, articoli e riconoscimenti. Poi… Ti chiedi cosa realmente ti ha reso felice e cosa tutt’ora ti rende felice”. Che cos’è la felicità? Questo il dubbio al quale Marchisio cerca risposta postando una foto con la maglia della sua amata Juventus: “Ecco, proprio il giorno del mio compleanno ma non solo, continui a ricevere auguri, messaggi e soprattutto pensieri che non c’entrano nulla con quello che hai fatto in campo, con i gol e le emozioni che hai condiviso. Eccola qua la felicità: RICONOSCENZA”.

    Marchisio e la dichiarazione d’amore
    Lo scrive in maiuscolo Marchisio cosa è per lui la felicità, la riconoscenza: “Lo sento e lo ricevo da tanti anni dalle persone che mi hanno vissuto nel calcio e soprattutto fuori. Oggi me lo dimostrate ancora di più, con tanti messaggi, abbracci per strada e molto altro. Se devo dare un consiglio a un/a giovane ragazzo/a è questo. Cercate di realizzare il vostro sogno ma nello stesso tempo, cercate di lasciare alle persone che contano davvero per voi, quello che siete veramente. Senza limiti, senza barriere, senza freni”. Una dichiarazione d’amore ai tifosi, ai sostenitori, al calcio e alla sua Juventus con la quale il piccolo Claudio è diventato un uomo: “Buon compleanno a me e grazie a tutti voi per quello che continuate a farmi vivere”. LEGGI TUTTO

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    Juventus Next Gen, sei partite senza vittoria: dove c'è da migliorare

    Guarda la galleryCoppa Italia, alla Juve Next Gen non basta il gol di Poli: il Foggia vince 2-1
    Juventus Next Gen, i numeri del periodo no
    I biaconeri allo Zaccheria contro il Foggia hanno disputato una buoan gara, soprattutto nel primo tempo, creando però  poche occasioni per segnare. La reazione allo svantaggio iniziale c’è stata: alla rete di Ogunseye la risposta di Poli, ma poi ancora Ogunseye è andato in gol sfruttando sì l’errore in marcatura di Huijsen, ma soprattutto quello di Raina che ha, di fatto, consegnato il pallone all’attaccante rossonero.Che sia un periodo no per la Juventus Next Gen lo dicono anche i numeri, e non solo quelli delle gare senza vittoria. Nelle ultime sei sfide solo cinque gol messi a segno, mai più di uno in una singola partita. E i gol incassati fanno riflettere: la porta bianconera è stata trafitta ben 12 volte, media di 2 gol subìti per match. Dato che fa riflettere e che dovrà portare a una crescita, poi, quello relativo alla gestione degli incontri: la squadra di Brambilla nelle ultime 6 uscite, per ben 2 volte, ha perso nonostante il vantaggio iniziale, precisamente contro Arzignano Valchiampo e Pordenone. E in altre 3 occasioni, contro Trento, Padova e infine Foggia ieri, ha recuperato lo svantaggio, ma poi per 2 volte su 3 ha comunque perso. 
    L’occasione per imparare
    Tante cose su cui lavorare per Brambilla, ma anche dalle difficoltà passa il percorso di crescita di un gruppo di ragazzi che punta a fare esperienza. D’altronde la mission della Juventus Next Gen resta quello di far crescere i giovani e, potenzialmente, promuoverli in prima squadra. Dunque il tecnico proverà a dare nuova linfa alla squadra, che nel contempo approfitterà anche del momento negativo per trarre nuovi insegnamenti, tra cui anche e soprattutto come uscire da un periodo no, rialzandosi e riportando i risultati e le prestazioni nella giusta direzione. LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera, come sono andati i bianconeri impegnati con l'Italia Under 18 e 19

    Juventus Primavera protagonista nelle due amichevoli tra Italia e Spagna. Sia la compagine azzurra dell’Under 18 che quella dell’Under19 sono scese in campo questo pomeriggio, entrambe contro gli spagnoli. Nonostante siano arrivate due sconfitte per l’Italia, da registrare la presenza in campo di diversi calciatori della Primavera bianconera. Prima di entrambi i match è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Gianluca Vialli.
    I bianconeri in campo con l’Under 18
    Alle 14.30 lo start del match tra Italia e Spagna Under 18 in quel di Coverciano. Gli azzurrini hanno perso per 1-3: triplo vantaggio ospite con Sanchez, Arevalo e Fettal, in pieno recupero il gol della bandiera per l’Italia con Bovo. Per la Juventus Primavera sceso in campo dall’inizio Stefano Turco, ad inizio ripresa invece è subentrato Lorenzo Anghelè. Neanche in panchina invece il terzo convocato bianconero, Saverio Domanico. Prestazione difficile per tutta la nazionale di mister Franceschini.
    Guarda la galleryCiammaglichella e Turco in campo con le nuove maglie Italia
    Italia Under 19, la partita degli juventini
    L’Italia Under 19 è invece scesa in campo contro la Spagna a Torremolinos. Anche qui una sconfitta per gli azzurrini, stavolta di misura: per la roja decisiva la rete di Victor Barberà al 66′. In campo per la Juventus Primavera tutti e quattro i convocati: sin dal fischio d’inizio presenti Lorenzo Dellavalle, anche capitano dell’Italia, e Luis Hasa. Subentrati invece Nicolò Turco e Tommaso Mancini, quest’ultimo proprio al posto di Hasa. Italia propositiva e in controllo della partita nei primi 45′, con Hasa uno dei più vivaci. Nella ripresa la Spagna è venuta fuori, ma proprio Mancini ha avuto l’occasione di pareggiare i conti pochi minuti dopo lo svantaggio azzuro. LEGGI TUTTO

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    Juventus Women, Gunnarsdottir e la gravidanza: la replica del Lione

    La vicenda di Sara Bjork Gunnarsdottir, oggi giocatrice della Juventus Women, ha fatto il giro del mondo. La calciatrice islandese ieri ha rivelato di come abbia vinto il contenzioso con il suo ex club, il Lione, che non le aveva pagato interamente gli stipendi durante il periodo di maternità. La Gunnarsdottir ha rivelato tutti i dettagli della questione, anche di come il club francese l’avesse avvisata che, se la vicenda fosse arrivata alla FIFA, lei avrebbe dovuto cambiare squadra. Nelle scorse ore è arrivata la risposta del Lione.
    Gunnarsdottir, la replica del Lione
    Dopo la lettera pubblicata dalla calciatrice, è arrivata dunque la risposta del club francese, che ha difeso la propria posizione: “L’Olympique Lione è sempre stato un precursore nel calcio femminile e sostiene le atlete in ogni momento della loro vita. Abbiamo sempre rispettato la legge francese, che a volte abbiamo trovato troppo restrittiva su questi argomenti. Pertanto, ci siamo sempre battuti per una maggiore protezione delle calciatrici su queste tematiche. Abbiamo fatto tutto il possibile per supportare Sara Bjork Gunnarsdottir nella sua maternità, così come nel suo ritorno ai massimi livelli. Su sua richiesta, abbiamo accettato di concederle il congedo di maternità in Islanda, suo paese di origine. Quando è tornata in Francia, dopo la nascita di sua figlia, abbiamo fatto di tutto per favorire il suo ritorno ad alti livelli in condizioni che le consentissero di vivere al meglio la sua nuova vita di madre, così come il suo ritorno alle competizioni, grazie in particolare ad un accompagnamento avanzato, come si faceva allora con Amel Majri (centrocampista del Lione, ndr). Questo tema ci sta particolarmente a cuore e siamo orgogliosi di averla accompagnata in questi mesi per tutta la gravidanza fino al suo ritorno in campo contro il Soyaux, permettendole anche di viaggiare con sua figlia e la sua tata”.
    Guarda la galleryJuventus Women, pari amaro con il Sassuolo sotto gli occhi di Scanavino
    La versione del club francese sul suo addio
    Oltre a difendere il proprio operato, però, il Lione ha anche motivato diversamente, rispetto alla Gunnarsdottir, i motivi della separazione, provando infine a trovare un punto di incontro con la calciatrice: “Negli ultimi mesi, la FIFA ha scelto di stabilire per la prima volta un quadro normativo per i calciatori che devono vivere la maternità durante la loro carriera. Cosa di cui siamo felici. La FIFA ora ci sta criticando per non aver offerto un altro lavoro a Sara Bjork Gunnarsdottir durante il suo congedo per malattia e poi per la maternità, mentre allo stesso tempo la legge ci vieta di farlo in Francia e la calciatrice ci aveva espressamente chiesto di poter tornare a vivere in Islanda, cosa che avevamo accettato. Siamo orgogliosi di aver annoverato Sara Bjork Gunnarsdottir nella rosa dell’Olympique Lione. Le nostre strade si sono separate per motivi prettamente sportivi. Se desidera aiutarci oggi a sviluppare ulteriormente la legge francese, saremmo felici di poterla coinvolgere nei nostri sforzi al fianco di Amel Majri per consentire a tutte le atlete di vivere appieno la loro gravidanza, così come il loro ritorno alle competizioni”. LEGGI TUTTO

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    Agnelli e il futuro Juve: “50 % Prima Squadra da Primavera e Next Gen, ecco quando”

    Juventus, le dichiarazioni di Agnelli sui giovani
    “I risultati sportivi, la creazione della Juventus Women e i loro risultati, Next Gen che sta portando talenti in Prima squadra. A mio giudizio possiamo ambire nel giro di pochi anni ad avere almeno il 50% della nostra Prima Squadra proveniente dal settore giovanile” – queste le dichiarazioni di Agnelli sul futuro della società. LEGGI TUTTO

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    Juve, c'è chi dice no: McKennie blocca il mercato

    Non sarà una seconda parte di gennaio all’insegna dei fuochi d’artificio. Alla Continassa, d’altronde, non è tempo d’investimenti alla Vlahovic, tanto per citare l’ultimo esempio di grande acquisto invernale. Almeno un mortaretto da qui alla chiusura del mercato, però, non è da escludere, giusto per puntellare un reparto in difficoltà – anche soltanto a livello numerico – come magari quello degli esterni. Certo, una cessione di peso olierebbe i meccanismi e favorirebbe un piccolo cambio di prospettiva in casa Juventus. Ma la svolta non è semplice e, soprattutto, non pare imminente, perché… c’è chi dice no.

    Sirene inglesi per McKennie

    E lo dice un giocatore in particolare, ovvero Weston McKennie. Il centrocampista americano, nonostante l’impiego con buona continuità sotto la gestione Allegri, è stato individuato come l’elemento sacrificabile dell’attuale rosa: vuoi perché i giovani Miretti e Fagioli offrono buone garanzie, vuoi perché l’attesa per il rientro di Pogba dovrebbe a breve concludersi. In mediana, dunque, le opzioni non mancano e non mancheranno. Il texano vanta però un’alta considerazione di sé e, trovandosi bene a Torino, ha comunicato di essere disposto a lasciare i colori bianconeri soltanto di fronte alla proposta di un club di prima fascia. Che possa assicurargli un lauto ingaggio e, al contempo, ambizioni sportive almeno pari a quelle della Juventus. Per questo motivo, finora, le chiacchierate sul suo conto portate avanti dai bianconeri non sono decollate. Né con il Bournemouth né con l’Aston Villa, che pure – forti dello strapotere economico della Premier League – avrebbero potuto avvicinare la richiesta di circa 30 milioni di euro, cifra utile ad assicurare una solida plusvalenza alle casse societarie. E, allo stesso modo, è improbabile che l’antifona muti di fronte alle fresche pressioni del Fulham.

    L’opzione Bundesliga

    Un epilogo differente, semmai, potrebbe generarlo un ritorno in auge dell’interesse da parte di una tra Chelsea e Tottenham, però timide sul giocatore nelle ultime settimane. O, in alternativa, un passo concreto da parte del Borussia Dortmund, che da tempo segue con attenzione il giocatore, il quale dalla Bundesliga è arrivato in Italia e il quale nella Bundesliga tornerebbe volentieri. La società al momento più forte su McKennie, però, si conferma essere l’Aston Villa di Emery, alla ricerca di un colpo in mezzo al campo per rinforzare la squadra: il club di Birmingham ha già ammiccato a Guendouzi, Merino e Parejo, e a breve potrebbe tornare all’assalto per l’americano. Che, però, continua a dire di no. E, di conseguenza, a bloccare il mercato in entrata dei bianconeri.

    Rugani resta

    La principale alternativa per sbloccare l’impasse si chiamerebbe Daniele Rugani, ma l’addio ai colori bianconeri del centrale appare remota. Un po’ perché il ragazzo non ha manifestato l’intenzione di cambiare aria, nonostante un minutaggio stagionale ridotto all’osso, un po’ perché non è semplice trovare una realtà disposta a investire sul suo acquisto a titolo definitivo. E, in fin dei conti, lo stesso Allegri ha esternato qualche perplessità di fronte allo scenario: su capitan Bonucci grava infatti il peso degli anni, dunque – alla luce dei suoi sempre più frequenti stop fisici – un’uscita del numero 24 dovrebbe essere compensata da un innesto nel medesimo reparto. Complicato, appunto, in un gennaio lontano dai recenti fuochi d’artificio. Soltanto la partenza di McKennie potrebbe innescare la miccia. LEGGI TUTTO