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    Napoli-Juventus, l’ultima di Agnelli presidente a casa di De Laurentiis

    TORINO – Tanto sportivamente quanto politicamente è tutt’altro che banale l’incastro in conseguenza del quale la sfida contro il Napoli coincide anche con la partita che metterà “fattualmente” termine all’era juventina di Andrea Agnelli. Dal punto di vista simbolico giusto qualche giorno dopo, il 18 gennaio, verrà convocato e ratificato il nuovo Cda che porrà fine, anche formalmente, alla sua presidenza. Dal punto di vista sportivo perché proprio il Napoli è stato l’avversario più irriducibile, tenace e in definitiva pericoloso nei 13 anni della sua presidenza. Politicamente, infine, perché tra lo stesso Agnelli e Aurelio De Laurentiis c’è stata spesso una condivisione di intenti e di strategie nelle dinamiche interne alla Lega di Serie A, tanto che non è azzardato sostenere come siano stati contemporaneamente avversari sul campo (spesso) alleati in politica.Guarda la galleryJuventus prima nella classifica dei secondi tempi LEGGI TUTTO

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    Juventus, auguri a Sarri: il post scatena i tifosi, bufera social

    È un giorno di festa per Maurizio Sarri. Il tecnico della Lazio, infatti, compie oggi 64 anni. In occasione del suo compleanno, la Juventus, sua ex squadra, gli ha dedicato un post su Twitter. Il Comandante è stato l’ultimo allenatore a vincere lo scudetto con la Vecchia Signora anche se la sua avventura a Torino è durata una sola stagione. Nonostante le difficoltà riscontrate nell’adattarsi al nuovo ambiente, Sarri nella stagione 2019-20, quella caratterizzata dal lungo stop per la pandemia, ha saputo trascinare i suoi alla vittoria finale. Guarda la galleryEleganza Juventus, da Danilo a Chiesa: modelli e campioni
    I tifosi commentano il post di auguri a Sarri: “Chi è? Non lo conosco”
    Tra lui e l’ambiente, però, non è mai scattata la scintilla e i rapporti con i tifosi sono sempre stati piuttosto freddi. Un amore mai nato insomma. A tal proposito, in tantissimi hanno commentato il post di auguri della Juventus e sono stati diversi i supporters della Vecchia Signora che non hanno gradito. “Per carità, a chi ha sputato nel piatto in cui ha lautamente mangiato?! Noi non siamo mai stati i ‘suoi ragazzi'”, commenta una tifosa. Altri invitano il social media manager della Juventus a cancellare il tweet, mentre un altro scrive “chi è? Non lo conosco”. È dunque scoppiata una vera e propria bufera social, e pensare che Sarri è stato l’ultimo tecnico a vincere lo scudetto con i bianconeri.  LEGGI TUTTO

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    Juventus, Pogba e Vlahovic in gruppo: ci siamo. Il conto alla rovescia è cominciato

    TORINO – Un successo al Maradona, venerdì sera, conferirebbe alla settimana di Max Allegri tutto un altro sapore, certo. Il tecnico bianconero, però, può intanto abbozzare un sorriso lungo la strada che porterà alla sfida contro il Napoli. Due sorrisi, anzi. Uno per Paul Pogba e uno per Dusan Vlahovic. Il francese e il serbo, tra le stelle più luminose dell’organico ad essersi eclissate negli ultimi mesi, stanno infatti rispettando le tabelle di marcia personalizzate verso il rientro. E già nel corso di questa settimana – “già” tra macroscopiche virgolette, s’intende – torneranno a fare capolino in gruppo.Guarda la galleryParedes, Chiesa e Danilo: Juventus-Udinese, l’1-0 capolavoro LEGGI TUTTO

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    Osimhen-Bremer, il duello chiave di Napoli-Juve: il muro di Allegri è Gleison

    TORINO – L’incrocio scudetto è alle porte e la domanda che gira nella testa dei tifosi juventini è più o meno la stessa, che suona all’incirca così: «Ma avete visto che forza Osimhen? E chi lo ferma?». La risposta di Massimiliano Allegri è nei numeri: otto partite di fila vinte senza subire gol. E adesso l’esame di laurea contro l’attacco atomico del Napoli e contro il bomber più letale della Serie A. La replica di Max è calare uno dei suoi assi: Gleison Bremer, probabilmente il miglior marcatore puro del campionato, nella retroguardia a tre tutta brasiliana con capitan Danilo e Alex Sandro. La supersfida del Maradona di venerdì dirà tanto della lotta scudetto, «ma non è decisiva» aveva sentenziato qualche giorno fa Luciano Spalletti. Vero per il Napoli, forse, ma non altrettanto per la Juventus: la speranza bianconera di rientrare nella corsa per il tricolore è aggrappata allo scontro diretto, anche perché sprofondare nuovamente a -10, in caso di sconfitta, avrebbe l’impatto di un colpo da ko sulle possibilità di impresa, o quasi. Ma adesso la Juventus ci crede, a una manciata di giorni dalla prova più difficile, quella contro uno degli attacchi più esplosivi della Serie A e contro quel Victor Osimhen che a tratti sembra davvero inarrestabile. Basta guardare e riguardare l’ultimo gol, quello alla Sampdoria. Quando si parla del centravanti nigeriano non si fa riferimento soltanto a un attaccante che veda la porta come pochi, da autentico finalizzatore, ma anche di un calciatore capace di catalizzare le attenzioni della difesa avversaria, aprendo inesorabilmente spazi per i compagni: è infatti anche un’arma tattica che il Napoli capolista di Spalletti utilizza per attaccare la porta oppure per allungare le distanze sulla trequarti, lì dove si detta l’ultimo passaggio e vanno a inserirsi i “guastatori” azzurri. Osimhen è dunque dominante in due maniere differenti: individualmente, con giocate come quella con la Samp o all’interno del sistema spallettiano, dato che, se viene lasciato libero di attaccare la profondità, non perdona. E se raddoppiato o triplicato, visto che può colpire da sponda per le altre frecce di Lucio. Ma l’antidoto si chiama Bremer, tenuto a riposo volutamente per preservarlo in chiave Napoli, pensando a Osi: se c’è qualcuno che può portare a termine la missione, quello è l’ex granata. Con l’Udinese un affaticamento muscolare e la necessità di ragionare già sul big match scudetto del Maradona hanno portato Allegri a cambiare difesa (Rugani al centro), con lo stesso risultato delle sette partite di Serie A precedenti: porta blindata.Guarda la galleryJuventus prima nella classifica dei secondi tempi LEGGI TUTTO

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    Juventus prima nella classifica dei secondi tempi: è la rivincita di Allegri

    TORINO – Fuori i secondi (tempi): e la Juve si scatena. Considerando solo la ripresa delle partite di campionato, infatti, sarebbe prima in classifica. Trentotto punti contro i 37 del Napoli attuale capolista. E’ questa una graduatoria che non garantsce premi, ma permette riflessioni. Nello specifico, tale primato, è una piccola grande rivincita d’inizio anno per Massimiliano Allegri, che ormai anche se gli chiedi “scusi, che ore sono?” puntualizza che… «mi vien da ridere perché prima si parlava di infortuni, di preparazione. Adesso che le cose vanno bene nessuno parla più di preparazione fisica!».

    Ma guarda un po’.

    Orbene: si potrebbe aprire tutto un amletico e marzulliano filone di riflessioni ed elucubrazioni chiedendosi quali siano le cause e quali invece le conseguenze (cioè: non se ne parla più perché si vince o si vince perché la preparazione non è più un problema, e dunque non se ne parla più?). Ma tant’è. Importa fino ad un certo punto.

    Guarda la galleryJuventus prima nella classifica dei secondi tempi LEGGI TUTTO

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    Juventus, da Vlahovic a Pogba: quando tornano gli infortunati?

    TORINO – Per la sfida contro il Napoli nessuno dei lungodegenti bianconeri tornerà a disposizione di Massimiliano Allegri. Lo ha detto, senza giri di parole, lo stesso tecnico alla vigilia della sfida di sabato contro l’Udinese. «Cuadrado sta lavorando bene e credo nel giro di una settimana possa tornare in squadra. Lui, De Sciglio, Bonucci, Vlahovic, Pogba, che sta facendo bene, nell’arco di 15 giorni li avremo con la squadra, non tutti, ma la maggior parte» il bollettino medico dell’allenatore toscano. Soltanto Gleison Bremer, dunque, tra i giocatori assenti nell’ultima sfida, farà parte della spedizione bianconera a Napoli. Per gli altri cinque occorre invece ancora aspettare: le situazioni all’interno dell’infermeria juventina sono ovviamente diverse e per alcuni regna ancora incertezza.Guarda la galleryPogba incappucciato, Vlahovic e Bonucci se la ridono in tribuna

    Che fine ha fatto Vlahovic?

    Come, per esempio, per Dusan Vlahovic, sempre alle prese con la pubalgia, che lo ha costretto a saltare le ultime cinque partite prima dello stop, ha condizionato il suo Mondiale e lo ha messo ancora ai box alla ripresa del campionato. Assente contro Cremonese e Udinese, salterà sicuramente il Napoli. E forse anche qualche altra partita. L’ultima apparizione con la maglia bianconera risale al 25 ottobre, allo stadio Da Luz nella sfida persa contro il Benfica, quando ha chiesto il cambio a venti minuti dalla fine per il fastidio che sembra non dargli pace. Da quando ha iniziato il programma di recupero, Vlahovic ha sempre alternato un lavoro tra campo e palestra, Allegri non ha mai forzato i tempi ma sperava che con la sosta potesse davvero recuperare, invece è ancora ko. Il più vicino al rientro sembra Cuadrado, reduce da un fastidio al ginocchio sinistro, che a fine settimana potrebbe aggregarsi alla squadra. De Sciglio, che sta recuperando da una lesione al retto femorale della coscia destra, e Bonucci, che si cura da una infiammazione del tendine dell’adduttore lungo, si dovrebbero rivedere invece entro fine mese.   LEGGI TUTTO

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    Non c’è Juventus senza Danilo: la società lo premia così

    TORINO – Nella notte del commosso omaggio a Vialli, capitano di un ieri che coincide anche e soprattutto con l’ultima Champions League bianconera sollevata al cielo, la tela a reti bianche di Juventus-Udinese non poteva che essere squarciata da Danilo. Ovvero dal capitano in pectore dell’oggi, e non soltanto per la reiterata assenza di Bonucci. Il brasiliano ha infatti scalzato Cuadrado e Alex Sandro nelle gerarchie di Allegri per l’assegnazione della fascia al braccio e si candida seriamente per un futuro ancor più da protagonista nel ruolo. Certo non per le doti da rapace d’area, con cui ha risolto a sorpresa il rebus friulano sabato sera all’Allianz Stadium. E nemmeno soltanto per le qualità in fase difensiva, ormai evidenti anche all’occhio del tifoso più scettico. Il 31enne di Bicas è infatti uno dei principali leader dello spogliatoio, guida emotiva riconosciuta e apprezzata dai giovani e anche dagli esperti. Per questo, in un momento storico di grande precarietà per i senatori del gruppo, a partire dagli stessi Cuadrado e Alex Sandro ormai prossimi all’addio, la società ha scelto di puntare ancora e soprattutto sull’ex Porto, Real Madrid e Manchester City. Un’investitura che, quanto prima, coinciderà con un prolungamento di contratto, per quanto quello attuale scada soltanto tra un anno e mezzo: già entro la fine di questo mese, se i passaggi formali a partire da Assemblea degli Azionisti del 18 gennaio lo consentiranno, il club vorrebbe ratificare la nuova dead line al 2026.Guarda la galleryIl Milan pareggia, la Juve è seconda: Allegri re del web bianconero LEGGI TUTTO

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    Allegri-Juventus, le cinque mosse che hanno cambiato il vento

    TORINO – Rivoluzionata e anche un po’ rivoluzionaria: testa, gambe e cuore, così Massimiliano Allegri ha ricostruito la sua Juventus. In cinque mosse, navigando con abilità nella tempesta, da ammiraglio di lungo corso: dall’inferno dell’eliminazione della Champions, dalla «vergogna» (parola dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli) di Haifa, passando in mezzo alla bufera delle inchieste e alla rivoluzione societaria che ha condotto a un nuovo Cda. Nel marasma, Allegri è la certezza a cui aggrapparsi: incassata la fiducia piena di John Elkann, che lo ha indicato come punto di riferimento dell’area sportiva, il tecnico livornese ha preso per mano la Juventus portandola via dalle sabbie mobili, quantomeno in campionato: indipendentemente dalla corsa di Napoli e Milan, il fatto che la Juventus venerdì al Maradona possa giocarsi una fetta di corsa scudetto è già un’impresa, ripensando a com’era la situazione anche soltanto tre mesi fa. Allegri ci è riuscito in cinque mosse, vediamo come.Guarda la galleryIl Milan pareggia, la Juve è seconda: Allegri re del web bianconero

    Orgoglio e giudizio

    Max ha saputo entrare nel cuore dei giocatori, toccando le corde giuste: ha colpito nel modo corretto, e allo stesso tempo stimolato, i campioni. Di pari passo, ha saputo cavalcare l’entusiasmo e la spensieratezza dei giovani. In questo modo la Juventus ha ritrovato autostima, fiducia e, di conseguenza, risultati. Danilo è stato la colonna portante, ma non l’unico elemento che, all’interno dello spogliatoio, ha saputo dare una mano al tecnico per creare il giusto clima, fondamentale per ottenere le otto vittorie consecutive in campionato, senza incassare gol. LEGGI TUTTO