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    Ramsey e quell'ingaggio da 7 milioni che grida vendetta. La Juve cerca la risoluzione

    TORINO – Si chiama Ramsey, non è uno chef e non è neppure scozzese, bensì gallese. Ramsey, lo juventino, è Aaron, centrocampista-trequartista arrivato a Torino a parametro zero, ma con commissioni da brivido (15 milioni suppergiù) e uno stipendio da top, ovvero 7 milioni. Il ragazzo ha fallito clamorosamente e neppure i mesi in prestito ai Rangers lo hanno rivitalizzato: anzi, il rigore decisivo fallito nella finale di Europa League lo ha depresso ancora di più. Solo in Nazionale è giocatore vero, tanto che con il gemello Bale ha conquistato i Mondiali in Qatar, dove l’Italia – è bene ricordarlo ogni tanto, per sottolineare il flop epocale – non ci sarà. Aaron sì, sarà in campo nella rassegna iridata invernale ma non da giocatore della Juventus.
    VIA LA 8 Adesso si allena alla Continassa, però il futuro è segnato: andrà via. Si cerca la soluzione, anzi la risoluzione del contratto (ha ancora un anno, pesantissimo per le casse bianconere). Insomma, serve una buona uscita che andrebbe a sommarsi al contratto con l’eventuale nuova destinazione che però adesso non c’è. Si lavora per trovarla, perché Ramsey non rientra nei piani di Max Allegri. E quei furbacchioni dei tifosi, quando si è presentato al centro sportivo, lo hanno gabbato, chiedendogli un autografo sul foglio dove c’era scritto: rescissione del contratto. Di sicuro è esigente: vuole un campionato di grido e pare abbia detto no alla ricca proposta del Galatasaray. La sua maglia numero 8, intanto, sparisce dagli store. LEGGI TUTTO

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    Chiesa, Tencone esclusivo: “Al 100% a gennaio, vi spiego perchè”

    Domanda: ma quando torna, davvero, Federico Chiesa? Il giocatore si era infortunato lo scorso 9 gennaio, durante Roma-Juventus, e il 23 si è sottoposto all’intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il 10 giugno scorso aveva spiegato: «Lo staff medico della Juventus è fantastico, adesso ho ricominciato a correre e sto facendo i primi cambi di direzione. Penso che per l’inizio di settembre sarò pronto, vediamo se riuscirò a fare qualcosina prima. Per essere sicuri e non avere ricadute, ipotizzo settembre». Martedì, invece, il tecnico Massimiliano Allegri ha puntualizzato: «Chiesa dovrebbe tornare a metà settembre. Anche se io con questi infortuni vado molto cauto. Tornerà al 100% da gennaio in poi». E dunque? Settembre o gennaio? Orbene, la premessa è che ogni buon allenatore che si rispetti, in estate tende a drammatizzare un po’ gli infortuni in corso in modo da convincere la società a intervenire sul mercato. Ma c’è una spiegazione assai medico-scientifica a tali dichiarazioni. Ce la fornisce il dottor Fabrizio Tencone, direttore di Isokinetic Torino ed ex medico e responsabile del settore medico della Juventus. «Ci sono tre modalità di ritorno allo sport. La prima modalità è il ritorno all’allenamento, che contempla varie modalità di rientro progressivo quali i differenziati con lavoro specifico, le partitelle. La seconda modalità è il ritorno alla competizione. Ma c’è anche un terzo livello, cioè il ritorno alla performance. Vale a dire, il ritorno ai livelli di rendimento pre-infortunio. Probabilmente Allegri si riferisce a questo: si aspetta che Chiesa ritorni al suo meglio non prima di due o tre mesi dopo che ha rimesso piede in campo.»Sullo stesso argomentoJuve, visite mediche per Cambiaso al JMedicalCalciomercato Juventus

    Ma cosa si intende esattamente per ritorno alla performance?

    «Nel calcio viene misurato in tanti modi: quanto corri, a che velocità corri, se giochi tutte le partite o ne salti alcune, se fai i gol e gli assist di prima, se tocchi le velocità di prima (monitorate attraverso i dati del gps). Insomma, scegli alcuni parametri. C’è l’allenatore che valuta ad occhio, ma c’è chi utilizza parametri più scientifici.»

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    Il motivo per cui non si è subito al top è più psicologico o fIsico?

    «Non è una questione mentale, anzi… Non prendo neanche in considerazione che un professionista possa rientrare senza esser tranquillo mentalmente: vorrebbe dire che non è ancora finita la riabilitazione, che non si è giunti alla cosiddetta “readiness”: l’essere pronti. La performance, più che tutto, si ottiene giocando. Dopo un infortunio del genere, certe dinamiche di movimento si ottengono con la ripetitività. Chiesa sarà più sciolto, sicuro, tranquillo dopo 10 partite che non dopo una…»

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    Ricorda un ex bianconero che l’ha stupita per la rapidità dei tempi di recupero?

     «Non ricordo casi specifici, ma una cosa che si può dire è che spesso, molto spesso, dopo un lungo infortunio c’è un rientro super nelle prime 2-3 partite e poi però una specie di fase di riassestamento che dura un po’ più a lungo. Immagini che sia andando tutto benissimo, tuttavia si accumulano dei fattori che ti fanno notare che l’atleta non è al 100 per cento.»Sullo stesso argomentoJuve, la dedica di Fagioli per Pogba: “Sin da bambino…”Juventus

    La sosta per i mondiali come influirà?

    «Per Chiesa sarà un aiuto: non penso che resterà a casa, sul divano, a guardare le partite… Giocherà con la Primavera, in amichevole… Quello sarà il suo vero ritiro, la ricarica delle batterie per la seconda parte della stagione».

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    Koulibaly, Skriniar, De Ligt: se l'Italia resta… indifesa

    TORINO – La Serie A si scopre indifesa. E’ la tendenza che caratterizza questa seconda settimana dall’apertura ufficiale del calciomercato scattata il primo luglio: l’addio all’Italia dei difensori di prima fascia. I segni premonitori erano nell’aria, ma davvero in pochi si aspettavano che a dare il via alle danze sarebbe stato quel Kalidou Kolibaly a cui il Napoli sembrava intenzionato a consegnare le chiavi dello spogliatoio con un rinnovo contrattuale fuori target, spiattellate ai 4 venti dal ds Giuntoli: «Gli abbiamo offerto cifre enormi, 6 milioni netti per cinque anni». Difficile che il ds del Napoli non sapesse già dell’accordo che il suo difensore aveva praticamente raggiunto con il Chelsea, anche perché non è che una “robina” così la si può chiudere in quattro e quattr’otto. Risultato: il difensore senegalese non si presenterà nemmeno al ritiro di Dimaro e volerà direttamente a Londra. Fuori uno. 
    OLANDESE VOLANTE Alla Juventus, invece, aspettano il rilancio del Bayern Monaco per Matthijs De Ligt. L’interesse, come ormai tutto il mono sa, è concreto anto da aver spinto il ds Salihamidzic a effettuare un blitz a Torino per discutere con la Juventus e con gli agenti del difensore. Offerta troppo bassa (60 milioni è la versione ufficiale dopo l’incontro) rispetto ai 100 milioni che chiede il club bianconero, ma è davvero difficile convincersi che un dirigente di quel calibro si sia presentato di persona (oltre che per confermare gli ottimi rapporti con la Juve) solo per un primo e così timido approccio. La realtà, piuttosto, è che i bianconeri debbono procurarsi il sostituto (Da Pau Torres a Milenkovic, da Bremer a Gabriel) prima di alsciare il via libera che, comunque, non sarà concesso a cifre troppo lontane dalla soglia dei cento milioni. Fuori due. 
    MILAN CIAO All’inter, infine, aspettano che il Psg si avvicini ancora un poco alla richiesta di 70 milioni per Milan Skriniar che ieri (ufficialmente per infortunio) non ha nemmeno partecipato all’amichevole dei nerazzurri. In Francia sono convinti di chiudere entro la fine della settimana, l’Inter tiene in caldo Bremer sperando di non dover innescare un’asta con la Juventus. Nell’attesa, fuori tre. 
    IMPOVERITI Tre dei più forti – forse i più forti – difensori della Serie A sono dunque in procinto di lasciare il campionato. La morale, a parte il fatto che tra i nomi di possibili sostituti non sbuca nemmeno un italiano di prospettiva (per ragioni anagrafiche non lo è certo Acerbi, accostato al Napoli), è sostanzialmente la conferma di un trend purtroppo di sempre più evidente negli ultimi anni. Quello che ha trasformato la Serie A in un torneo di passaggio e di apprendistato per poi poter approdare in tornei e club più prestigiosi o facoltosi non più solo in Premier, ma pure in Bundesliga e in Ligue 1. Non è una bella sensazione, a dirla tutta. LEGGI TUTTO

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    Di Maria fa il corso di juventinità: sorrisi e stupore tra Stadium e Museum

    TORINO – Le prime parole da bianconero deluxe sono già storia, ora è il momento di sciropparsi il mini-corso accelerato di juventinità, toccato a tutti i nuovi acquisti. Angel Di Maria sta man mano conoscendo il suo nuovo mondo, la Continassa, e oggi è il giorno del giro tra Museum, prato dello Stadium e tutto quanto ruota attorno al club più titolato d’Italia. La storia della Juventus racchiusa tra il teatro dei sogni bianconeri – presente e futuro – e il racconto di un passato che non si dimentica mai, come il Pallone d’Oro vinto da Omar Sivori nel 1961, osservato da vicino dal Fideo al J-Museum, e l’ingresso del campione argentino nella sala dei trofei dove si staglia l’inconfondibile Champions League, sogno-obiettivo della Juve e che Di Maria ha vinto una sola volta nel 2014 con la 22 del Real Madrid. Lo stesso numero di maglia che l’ex Paris Saint-Germain indosserà in bianconero, almeno per una stagione intera. E il popolo juventino non vede l’ora di vederlo in azione.Guarda la galleryDi Maria, le immagini del suo primo tour juventino LEGGI TUTTO

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    Zaniolo in tribuna, il mercato Juve impazza: bianconeri caldissimi

    TORINO – Era il primo collaudo della stagione e forse, anche per questo fa più rumore del solito. Nicolò Zaniolo ha saltato l’amichevole giocata dalla Roma contro il Trastevere: si è accomodato in tribuna dove ha fatto da spettatore, probabilmente con la testa immersa in mille pensieri di un mercato ancora lunghissimo. Secondo quanto trapela, l’assenza del duttile fantasista giallorosso è dovuta alla lombalgia. Ma nei salotti delle trattative ci si mette un attimo a pensare ad altri accostamenti, alle tentazioni del mercato, a ciò che potrebbe ancor più infiammare la passione dei tifosi della Juventus, assolutamente liberi di continuare a sognare.

    In bilicoE quindi: José Mourinho tiene fuori Zaniolo dalla sgambata di Trigoria, disputata senza sostenitori sugli spalti né telecamere accese. Si riparte da qui. Detto che Nicolò, a meno di sconquassi imprevedibili nelle prossime ore, dovrebbe aggregarsi al gruppo che proseguirà la preparazione con Mou in Portogallo, il mercato attorno al nome del calciatore non si ferma. E mentre i contatti proseguono anche nel fine settimana in corso, resta fortemente in sospeso la situazione del ragazzo che a 23 anni vede passare il treno juventino e la classica grande occasione da non mancare. Al momento la Roma resta ferma sulle proprie posizioni: no a eventuali contropartite tecniche, sì a un incasso cash seppur con acconto e abbondante saldo tra un anno (l’ultima ipotesi che sta circolando: 10 milioni subito e 30-35 con riscatto obbligatorio del cartellino nel 2023). Alla Continassa, invece, le proveranno tutte prima di arrendersi alla volontà del club giallorosso, ma nella convinzione che un buon percorso sia stato ormai tracciato. E che l’avvento di Zaniolo sia praticamente scritto nel destino. LEGGI TUTTO

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    Juve, via alla stagione! I saluti a Danilo, De Sciglio & Co. E il dubbio: rivedremo De Ligt?

    In ordine di arrivo al traguardo (sì, insomma , il Jmedical): Fagioli, Pjaca, De Winter, De Sciglio, Zakaria, Danilo, Arthur e Kean. Un gruppetto di 8 uomini ha di fatto aperto, a partire dalle 15 circa di ieri, la stagione bianconero 2022-23. Il titolo potrebbe essere: “Juventus, il ritorno”. Ritorno alla vittoria, ad esempio…
    Per il gruppone al completo (al netto degli infortunati che lavorano a parte) occorrerà attendere fino a domenica scorsa. Allora sarà presente anche Massimiliano Allegri, insieme con il suo staff: al momento, si stanno godendo gli ultimi scampoli di vacanza.
    Per chi già c’è, visite mediche – appunto – e test atletici presso il JTC (Juventus Training Center). Nonché le prime dimostrazioni d’affetto dei tifosi. Sostenitori presenti? 50-80. Esaltati dal fatto che i vari De Sciglio, Zakaria, Arthur fossero ben disposti ad accogliere le richieste di autografi, fotografie.
    Una domanda, però, serpeggiava tra i presenti: faremo ancora in tempo a salutare De Ligt? LEGGI TUTTO

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    L'ex Carragher contro Cristiano Ronaldo: “Segna, ma peggiora la squadra”

    TORINO – Un ritorno amaro che adesso rischia di assumere la dimensioni di un fallimento, soprattutto a livello di immagine. Cristiano Ronaldo non è abituato alla mediocrità e le sue scelte professionali hanno sempre privilegiato l’alto profilo come quando salutò il Manchester United per abbracciare la causa del Real Madrid, oppure quando lasciò la capitale spagnola per sposare il progetto Champions League della Juventus. La scorsa stagione il primo “azzardo”, cioè la decisione a estate inoltrata di tornare allo United 12 anni dopo per dettare nuovamente legge in Premier League. Una missione fallita con all’orizzonte un’altra stagione almeno ai margini della gloria, alla luce del mercato scintillante delle rivali di sempre Manchester City, Liverpool e Tottenham, e della clamorosa assenza dello United dalle trattative di copertina. E così ora Cristiano Ronaldo cerca gloria altrove e, dopo aver incaricato il potente agente Jorge Mendes di cercare una sistemazione adeguata con vista sul “giardino di casa” Champions League, ha comunicato anche ai dirigenti United la sua voglia di fuga scatenando la reazione dei tifosi e, soprattutto, degli ex divenuti apprezzati “columnist”, vedi opinionisti, come Jamie Carragher che, come faceva in campo da difensore, è entrato a tacchetti spianati dal suo profilo Twitter: “Ha fatto quello che mi aspettavo, segna ma peggiora la squadra. La sua richiesta di trasferimento dimostra che non era vero che aveva scelto di tornare allo United, rispetto al City, per una questione di cuore”. Difficile pensare che ora le posizioni possano tornare a coincidere, nonostante CR7 vanti ancora un contratto fino al 2023, con il nuovo tecnico Erik ten Hag già lavoro a Carrington e poco propenso ad accettare chi non ha voglia di dare tutto per la causa. LEGGI TUTTO

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    Juve, relax De Sciglio: è in Perù con la fidanzata Giulia

    TORINO – De Sciglio, così come i suoi compagni di squadra, ha ancora qualche altro giorno di relax da godersi prima di riprendere a faticare agli ordine di Allegri in vista della prossima stagione. La Juve si ritroverà già dal 4 luglio con i primi rientri, dal 10 invece è fissato ufficialmente il raduno. Questi sono gli ultimi giorni di vacanze dei calciatori. Il terzino bianconero, fresco di rinnovo del contratto e fedelissimo di Max Allegri, è in Perù, precisamente a Machu Picchu, in compagnia della sia fidanzata Giulia Vesce. Su Instagram l’ex Milan ha pubblicato una foto abbracciato alla sua compagna: il panorama è mozzafiato.Guarda la galleryDe Sciglio rinnova con la Juve: le reazioni social LEGGI TUTTO