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    Sissoko: “Juve da quarto posto, ci penseranno Allegri e Dybala”

    È il giorno dell’assegnazione del Pallone d’Oro e il dibattito si scalda. Messi è lanciato verso la vittoria, anche se Papin preferirebbe qualcun altro. L’ex Juve Sissoko invece sarebbe felice di vedere il premio nelle mani di un altro grande attaccante: “Per la stagione che ha fatto lo darei a Lewandowski. Penso che abbia fatto benissimo. È vero che Messi ha vinto con l’Argentina, ma lui ha fatto molto bene” ha confessato a Sky. Poi su Donnarumma e il Psg: “Sta facendo bene. È vero che c’è anche Navas, ma tra poco lui sarà il numero uno a Parigi. Non è facile vincere la Champions League, il Paris ha grandi nomi e talento, ma anche le altre squadre. Quest’anno sarà difficile, ma ha la squadra per andare fino in fondo”.
    Sissoko: “Juve da quarto posto”
    Sissoko poi ricorda i tempi in bianconero (2008-2011): “La verità è che quando ero alla Juve ho fatto bene, per questo i tifosi si ricordano ancora di me. Loro possono puntare al quarto posto: non sono in un buon momento ma con il ritorno di Allegri e giocatori come Dybala la Juve potrà centrare questo obiettivo” ha concluso.  LEGGI TUTTO

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    Juve, il River non molla Julian Alvarez: “Vogliamo rinnovare ma ha una clausola”

    “Julian Alvarez è ancora un calciatore che ha molto da dare alla squadra, il nostro obiettivo è riuscire a rinnovare il suo contratto”. A parlare del talento argentino che fa gola a Juve e Fiorentina è Jorge Brito, vicepresidente del River Plate. “Poi siamo consapevoli del momento che sta attraversando – ha detto a TNT Sports Argentina – e che a prescindere dal fatto che non ci sia stata ancora presentata un’offerta specifica, è un giocatore appetibile per i principali club del mondo, e al riguardo siamo sempre stati molto consapevoli che i contratti vanno rispettati. Julian ha una clausola rescissoria che non possiamo evitare”. Il club bianconero lo ha messo tra le possibili priorità, anche se il nome principale per rafforzare il reparto offensivo è sempre quello di Dusan Vlahovic. Guarda la galleryTrionfo River Plate, festa grande per Julian Alvarez e Gallardo LEGGI TUTTO

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    McKennie e Chiesa ko, prime diagnosi e oggi esami: Juve in ansia

    TORINO – A vederlo, ieri pomeriggio ospite in tribuna all’Allianz Stadium, non pochi tifosi della Juventus avrebbero preferito che Mario Mandzukic fosse stato in campo per buttare almeno lui la palla in rete. Già, il mal di gol continua tra i bianconeri, attanagliati da discontinuità e mancanza di convinzione, imprecisione e ansia davanti alla porta. E chissà se, anziché scalfire la traversa, il sinistro di Paulo Dybala, al minuto 96, avesse mandato il pallone in gol… Un pareggio avrebbe dato morale al gruppo che oggi si ritroverà alla Continassa per allenarsi, anche se Massimiliano Allegri avrebbe voluto concedere un giorno di riposo. Probabilmente la squadra non pensa di meritarselo, amareggiata e stordita da un doppio ko settimanale, con cinque reti subite e neppure una realizzata. I fischi dello Stadium verso Alvaro Morata e gli inviti della Curva Sud a tirare fuori gli attributi sintetizzano lo stato d’animo del popolo juventino, che ha sì incitato e sostenuto i giocatori, ma poi ha ceduto alla delusione per la sconfitta contro l’Atalanta dopo quella, umiliante, contro il Chelsea anche se con prestazioni assai diverse. E a fine partita soltanto Bonucci, Dybala, Cuadrado, De Ligt e Szczesny sono andati a salutare i tifosi sotto la curva, mentre i compagni hanno preferito prendere la via dello spogliatoio.

    Emergenza infortuni

    La ricetta di Allegri è di azzerare e pensare alla trasferta di martedì a Salerno. Ma la Juventus ci va senza Federico Chiesa e Weston McKennie, i bianconeri più dinamici contro l’Atalanta, che sono usciti entrambi zoppicando. Problema al flessore e sospetta distorsione al ginocchio le diagnosi, in attesa degli accertamenti diagnostici da cui si avrà un quadro più preciso sul recupero. Chiesa è stato costretto a lasciare il campo all’intervallo per un problema al flessore della gamba sinistra dopo la sua fuga a campo aperto nei minuti finali del primo tempo, il centrocampista texano è stato sostituito al 19′ della ripresa per una botta al ginocchio in seguito a un’azione personale nell’area nerazzurra.

    L’unica nota positiva riguarda Mattia De Sciglio: fuori da un mese per una lesione al bicipite della coscia, torna in gruppo e sarà disponibile contro la Salernitana. Un rientro importante, visto l’infortunio di Danilo che resterà fuori per due mesi, per dare alternative sulle fasce difensive, alla luce anche delle prestazioni sempre opache di Alex Sandro. E martedì potrebbe essere titolare il capitano Giorgio Chiellini, tornato ieri in panchina. L’unico dubbio riguarda Aaron Ramsey, le cui condizioni restano sempre un mistero. Nel senso che Allegri ha pubblicamente parlato di un risentimento al flessore, ma il fatto che il gallese salti gli impegni con la Juve e invece giochi in Nazionale alimenta dubbi e riflessioni nella tifoseria bianconera.

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    Juve-Atalanta, le pagelle: McKennie il migliore, De Ligt insicuro

    Di seguito le pagelle dei giocatori della Juventus, reduci dal ko casalingo contro l’Atalanta: l’unico gol del match lo ha realizzato Duvan Zapata.

    SZCZESNY 6

    Incolpevole sul gol di Zapata, il resto è normale amministrazione: gestita bene.

    CUADRADO 6.5

    Sempre attento e in più di un’occasione provvidenziale nel chiudere la diagonale sul secondo palo. Presente, ma meno incisivo del solito, in avanti.

    BONUCCI 6

    La sovrapposizione a sinistra nell’azione che porta al gol atalantino è un’idea discutibile, ma immaginiamo prevista dal piano partita. Normale poi sia in ritardo, andava coperto meglio. Per il resto sbroglia qualche situazione complicata e imposta con lucidità.

    DE LIGT 5

    Insolitamente insicuro, tra un paio di retropassaggi da brivido e una palla malamente ciccata nella ripresa.

    ALEX SANDRO 5

    Zappacosta non è James, ma la differenza si nota solo nella serata molto più tranquilla che vive in fase difensiva rispetto a martedì. Spinge poco e con poca efficacia.

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    Juve, Allegri: “Non siamo da scudetto, obiettivo prime quattro”

    TORINO – “Stasera abbiamo fatto una prestazione sulla falsariga di quelle contro la Lazio, la Fiorentina e il Milan, capitalizziamo poco quello che si crea. L’Atalanta ha tirato poco ma conta fare gol poi. C’è anche un momento di ansia, fretta e preoccupazione, dobbiamo lavorare e cercare di vincere intanto una partita”. Allegri analizza a Dazn il ko contro l’Atalanta, il secondo consecutivo dopo quello contro il Chelsea in Champions. “Questa è un’ottima squadra con dei valori, ci sono dei momenti così” aggiunge.
    Juve-Atalanta 0-1
    Allegri: “Non siamo da scudetto”
    “Quando dicono che la Juve è la più forte e dovrebbe vincere il campionato c’è un errore di valutazione, possiamo lottare per le prime quattro. Io ho fiducia della squadra e ho le mie valutazioni. Bisogna essere realisti della classifica che abbiamo, momentaneamente valiamo questa posizione” prosegue il tecnico bianconero. Che poi conclude: “Quando siamo realisti ci leviamo le pressioni e lavoriamo più sereni per ottenere il massimo. Continuiamo a fare queste belle prestazioni e poi serve il gol, Morata, Dybala o altri hanno sempre fatto gol e ora non li facciamo, abbiamo perso serenità. Kulusevski? Sta bene, ha un problema alla bocca e ai denti, però avevo Dybala e Morata e ci vuole rispetto per gli avversari anche. È inutile parlare di quello che si poteva fare, parliamo poco e pensiamo già a martedì per la gara di Salerno”.
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    Juve-Atalanta 0-1: Zapata stende Allegri, la Champions è più lontana

    TORINO – Da Londra a Torino la notte juventina è sempre buia e nell’arco di 96 ore i bianconeri beccano cinque gol da Chelsea ed Atalanta amareggiando un weekend prevedibilmente ricco di chiacchiere e commenti amarognoli. Gira pure male agli ex campioni d’Italia, autori di una prestazione generosa ma solamente nel secondo tempo, con bagliori di presenza sul campo non sufficienti a riprendere una Dea ora a -4 dal primato. La Juventus, invece, scivola a -7 dal quarto posto: tempi sempre più duri in arrivo per Allegri e i suoi giocatori. L’1-0 definitivo è merito di Zapata che nel primo tempo sblocca l’equilibrio approfittando di un errore di Morata in appoggio, con Djimsiti che intercetta e di prima serve il colombiano, De Ligt tiene l’avversario in gioco e il piatto dell’atalantino è un bacio alla traversa. La stessa carezza, però al contrario, che respinge il potenziale 1-1 di Dybala, firmatario di una sventurata punizione al gong della partita. Il pareggio, insomma, sarebbe stato meritato, ma non avrebbe cancellato i dubbi su cosa sarà di questa Juventus.

    Quelle distanze

    Evidente, per lunghi tratti, la differenza a livello fisico tra le due squadre, un gap già emerso martedì in Champions contro il Chelsea. Meno chiaro il gap tecnico, perché questa è una Dea che probabilmente per scelta ama rannicchiarsi e ripartire con abilità. Eppure basta per vincere in casa della Juve dopo 32 anni, Zapata fa il Caniggia nella Dea di Mondonico e la storia si rinnova per il piacere dei tifosi nerazzurri. Sul fronte bianconero, Dybala fa tutto tranne che il falso centravanti, corre, s’impegna, ha anche un paio di occasioni nel primo tempo ma il mancino lo tradisce. L’Atalanta è la solita avversaria difficilmente malleabile e almeno per un tempo rinnova la sua veste di Dea “dentistica” in pressione costante sulla “carie” altrui, combattuta con trattamento diretto: attacco uomo su uomo con la fascia mal presidiata da Alex Sandro e Rabiot scelta quale ideale punto di ripartenza. A proposito del francese, altra serata assurdamente dimenticabile a dispetto di chi parteggia per lui e vorrebbe sempre vederlo in campo. La Juve preferisce palleggiare, soprattutto lungo la corsia Cuadrado-McKennie che sembra poter dare buoni frutti, ma le velleità bianconere si stoppano al limite dell’area: nell’ultimo passaggio – e il tema si ripeterà anche in un secondo più tempo più pimpante da parte bianconera – è una Juventus difettosa e Demiral e soci prendono tutti i palloni o quasi con comodità. Metti pure che De Ligt la passi male a Bonucci con Zapata al varco (l’olandese si ripeterà poco dopo, ancora con il bomber colombiano nell’attesa di un errore) e per poco Freuler non buca Szczesny. La Juventus cerca di rispondere con Dybala che in fase di preparazione è impeccabile senonché al tiro la passa a Musso. Questione di lampi, come quando McKennie serve Chiesa nello spazio ma l’azzurro si fa rimontare da un ottimo Toloi. L’1-0 di Zapata esalta solamente lo spicchio atalantino dello Stadium senza contare che quella dei padroni di casa e una reazione lenta, rabbiosa epperò scomposta e in preda alla frenesia, peraltro neppure così costante, anche perché Dybala per la seconda volta pecca di cattiveria e precisione. Per l’Atalanta, a parte la rete di Zapata, una prova intensa e notevole a livello difensivo, con squilli offensivi più rari e comunque mortiferi. Segno, dunque, di una maturità chiara e indiscutibile.

    Fuori gli attributi

    Si ricomincia con Bernardeschi al posto di Chiesa che, al gong del primo tempo, si arrende a un guaio muscolare. Allegri conferma il 4-3-3 con il carrarino largo a destra e Dybala libero di giostrare dove più conviene. Ma per una ventina di minuti non cambia nulla dal punto di vista psicologico: il controllo della partita è in mano a chi la sta già vincendo, sui contrasti gli atalantini arrivano sempre per primi, gli errori di marca juventina in fase di uscita palla al piede non si contano. Più che le occasioni, è un momento in cui stuzzicano più i duelli individuali, Toloi (e Demiral) contro un generoso – ma terribilmente solo lì davanti – Morata su tutti. Ai ritmi soporiferi la Juve sembra adeguarsi, il problema è che i bianconeri stanno perdendo e forse non se ne rendono conto. Gasperini sostituisce Pessina con Pasalic mentre lo Stadium urla di tirar fuori tutta la rabbia in corpo, se ce n’è. La reazione alla richiesta dei tifosi c’è in McKennie che si fa anticipare da Djimsiti a due passi da Musso, in un sinistro ringhioso ma impreciso di Dybala e in un diagonale di Rabiot respinto alla grande dal portiere nerazzurro. Intanto Kean aveva preso il posto dell’infortunato McKennie: l’ex Everton se ne sta per conto suo con Morata e la Joya più stretti. Gasperini allora si copre con Palomino in luogo di un buon Zappacosta, ma l’Atalanta ha ormai deciso di rannicchiarsi totalmente nel suo cantuccio. Allegri spara anche l’ultima cartuccia – Kaio Jorge per Morata – quindi Koopmeiners rileva Malinovskyi. La traversa di Dybala è il segno finale di un’altra serata no per la Juventus. La Dea festeggia, lo Stadium ormai non fa più paura a nessuno.

    Juve-Atalanta 0-1: statistiche e tabellino

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    Juve, 282 milioni di plusvalenze sospette. Al vaglio i rapporti con Ronaldo

    “Juve-Cristiano Ronaldo, si cerca un possibile documento”
    Una “carta famosa che non deve esistere teoricamente”. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di una scrittura privata relativa ai rapporti economici fra la Juventus e Cristiano Ronaldo che la Guardia di Finanza, su indicazione della procura di Torino, ha ricevuto l’incarico di cercare e recuperare. L’esistenza del documento, sempre secondo quanto si è appreso, è stata ipotizzata per via del contenuto di una conversazione intercettata dagli inquirenti.
    “La Juve è una macchina ingolfata”
    La Juventus paragonata a una “macchina ingolfata” a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi. E lo scenario che stanno disegnando gli inquirenti della procura di Torino nell’inchiesta che ieri ha portato la Guardia di Finanza a perquisire le sedi della società. Nel corso dell’indagine sono state svolte intercettazioni telefoniche.
    “La Juve ha mascherato perdite di esercizio”
    Con il sistema delle plusvalenze sulla compravendita di calciatori la Juventus ha generato un “ricavo di natura meramente contabile e in ultima analisi fittizio” mascherando perdite di esercizio: 39 milioni anziché 171 milioni nel 2019, 89 milioni anziché 209 milioni nel 2000, 209 milioni anziché 240 milioni nel 2021. Questa in sintesi è l’ipotesi su cui stanno lavorando la procura di Torino e la Guardia di Finanza con l’operazione ‘Prisma’, l’indagine che ieri ha portato a una serie di perquisizioni nelle sedi della società bianconera.
    “Ecco le operazioni fraudolente nel bilancio della Juve”
    “Sin dai primi accertamenti sono emersi indizi precisi e concordanti per ritenere che i valori sottesi ai trasferimenti in questione non siano stati oggetto di una fisiologica trattativa di mercato ma che si sia di fronte a operazioni sganciate da valori reali di mercato, preordinate e attestanti ricavi meramente ‘contabili’ in ultima istanza fittizi”. È quanto scritto nel decreto di perquisizione disposto dalla Procura di Torino, nell’ambito dell’inchiesta nei confronti del club bianconero che vede indagati, fra gli altri, il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici. “Da ciò – continua il decreto – conseguono evidenti ricadute in tema di bilancio e di rappresentanze veritiere e corrette, della situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società”. Infatti “le operazioni descritte, nel momento in cui consentono la registrazione per intero del ricavo nell’esercizio in corso e la ‘spalmatura’ dei costi negli esercizi successivi, determinano un miglioramento fraudolento degli indici di bilancio, in particolare della voce del conto economico denominata ‘altri ricavi e proventi-plusvalenza da cessione diritti pluriennali prestazione calciatori’ e della voce dello stato patrimoniale ‘diritti pluriennali delle prestazioni dei calciatori'”.
    “Plusvalenze, Paratici l’artefice. Ma Agnelli era consapevole”
    “Fabio Paratici, ex Chief football officer della Juventus, è l’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze, ma il Cda della società bianconera, e in primis il presidente Andrea Agnelli, era ben consapevole della sua condotta”: questa, per ora, è l’ipotesi su cui stanno lavorando la procura di Torino e la Guardia di Finanza nell’inchiesta sui conti del club. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche, dalle quali si ricava che negli ambienti della Juventus era chiaro che le difficoltà non derivavano soltanto dall’emergenza sanitaria: in una conversazione si sente dire “sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene”. In un’altra si sente dire: “Fabio, dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze”.
    “Aké-Tongya e Marques-Pereira operazioni a specchio”. E su Rovella…
    L’acquisto dall’Olympique Marsiglia del ventenne Marley Akè per 8 milioni di euro, in cambio della cessione alla stessa cifra di Franco Tongya, 19enne nato a Torino da genitori camerunensi e cresciuto nel vivaio della Juventus. È una delle cosiddette operazioni “a specchio” finite nel mirino della procura di Torino, che ha indagato i vertici del club bianconero. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sono finite pure numerose cessioni di giovani calciatori dell’Under 23 “con corrispettivi rilevanti e fuori range” rispetto a calciatori del medesimo livello e categoria. È il caso dell’acquisto dal Barcellona di Alejandro Marques Mendez, attaccante spagnolo ventenne ora in prestito al club spagnolo CD Mirandés, per 8,2 milioni di euro, in cambio del centrocampista brasiliano 23enne Matheus Pereira valutato 8 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti anche le cessioni e le acquisizioni effettuate in prossimità della scadenza contrattuale, come nel caso dell’acquisto per 18 milioni di euro di Nicolò Rovella dal Genoa, con contestuale cessione allo stesso Genoa di Manolo Portanova per 10 milioni e di Elia Petrelli per 8 milioni.
    Juve, si indaga anche sulle cessioni di Romero e Demiral all’Atalanta
    C’è anche una scrittura privata attestante la sussistenza di un “obbligo non federale” a carico dell’Atalanta, nell’ambito della doppia operazione di trasferimento dei calciatori Merih Demiral e Christian Romero, tra le carte che la Guardia di Finanza ha ricevuto l’incarico di cercare e recuperare. E’ quanto emerge dall’inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus. LEGGI TUTTO

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    Diretta Juve-Atalanta ore 18: probabili formazioni, come vederla in tv e streaming

    TORINO – Messa da parte la disfatta in Champions contro il Chelsea, la Juve si cala nuovamente nel campionato, dove con due vittorie consecutive si è riavvicinata al gruppo di testa. Un successo contro l’Atalanta porterebbe i bianconeri a 24 punti, a -1 dalla stessa Dea dell’ex Gian Piero Gasperini, attualmente quarta a quota 25. I nerazzurri, dal canto loro, reduci dal pirotecnico 3-3 con lo Young Boys, vengono da sei risultati utili di fila e nell’ultimo turno hanno rifilato un pesante 5-2 allo Spezia. L’ultimo precedente tra le due squadre all’Allianz Stadium, disputato la scorsa stagione, è terminato con il risultato di 1-1, frutto delle reti di Chiesa e Freuler, l’ultima vittoria bianconera risale invece alla stagione 2017-2018, con Allegri in panchina e gol di Higuain e Matuidi, mentre per l’ultima affermazione bergamasca bisogna tornare addirittura al 22 gennaio 1989, quando a decidere fu Caniggia. Guarda la galleryJuve-Atalanta, la probabile formazione di Allegri
    Juve-Atalanta, dove vederla in tv
    Il match tra Juve ed Atalanta, in programma alle ore 18 all’Allianz Stadium di Torino, sarà trasmesso in diretta esclusiva da Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale del match live sul nostro sito.
    Le probabili formazioni di Juve-Atalanta
    JUVE (4-3-3): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Lu. Pellegrini; McKennie, Locatelli, Rabiot; Dybala, Morata, Chiesa. All. Allegri. A disp. Perin, Pinsoglio, Alex Sandro, Rugani, Chiellini, Bentancur, Arthur, Kulusevski, Bernardeschi, Kaio Jorge, Kean. Indisponibili: De Sciglio, Ramsey, Danilo. Squalificati: –
    ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Toloi, Palomino, Djimsiti; Zappacosta, De Roon, Freuler, Maehle; Pasalic; Ilicic, D. Zapata. All. Gasperini. A disp. Sportiello, F. Rossi, Demiral, Scalvini, Giu. Pezzella, Koopmeiners, Pessina, Hateboer, Malinovskyi, Miranchuk, Piccoli, Muriel. Indisponibili: Gosens, Lovato. Squalificati: –
    Arbitro: Ayroldi di Molfetta.Assistenti: Prenna ed Imperiale.IV uomo: Marchetti.Var: Di Bello.Avar: Tegoni. LEGGI TUTTO