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    Giudice Sportivo: nessuna sanzione per Nedved e Paratici, squalificato Rabiot

    TORINO – Durante Napoli-Juventus Fabio Paratici e Pavel Nedved si sono resi protagonisti di frasi non proprio ortodosse nei confronti di Calvarese.  I due dirigenti juventini, dalla tribuna dello stadio, hanno commentato con enfasi le decisioni del direttore di gara Daniele Doveri. Le critiche più pressanti sono state indirizzate proprio all’assistente, reo a loro avviso di non aver segnalato una trattenuta di Di Lorenzo su Chiesa: “Vergogna, Calvarese…” è la frase incriminata.

    Lite Agnelli-Conte, convocato il quarto uomo per far luce sulla vicenda
    Conte, il brutto gesto contro la tribuna della Juventus
    Giudice sportivo, nessuna sanzione per Nedved e Paratici
    Il Giudice Sportivo ha stilato il documento che certifica le ammende e le squalifiche relative alla scorsa giornata di campionato: dopo gli episodi di Napoli-Juventus, in cui i due dirigenti bianconeri hanno polemicizzato aspramente contro la direzione di gara, nessuna azione sanzionatoria è stata adottata contro i due. 
    Lazzari, squalifica per bestemmia. Un turno anche per Rabiot
    Un turno di stop per il calciatore della Lazio Manuel Lazzari per espressione blasfema dopo aver fatto ricorso alla prova tv. Lo ha deciso il Giudice sportivo della serie A “ricevuta dalla Procura federale rituale segnalazione”. L’episodio è avvenuto al 7′ del secondo tempo del match tra Inter e Lazio. Il giudice ha deciso per la squalifica “acquisite ed esaminate le relative immagini televisive, di piena garanzia tecnica e documentale; considerato che il calciatore in questione e’ stato chiaramente inquadrato dalle riprese televisive mentre proferiva un’espressione blasfema, individuabile ed udibile senza margini di ragionevole dubbio”. Un turno di squalifica anche per Bastoni (Spezia), Dimarco (Verona), Erlic (Spezia), Hoedt (Lazio), Rabiot (Juventus). Tra le societa’, ammenda al Parma (12.000 euro) “per avere ingiustificatamente ritardato l’inizio del primo tempo di circa nove minuti”. LEGGI TUTTO

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    Barzagli: “Ronaldo il miglior finalizzatore di sempre. Pirlo? Il più invidiato”

    TORINO – Andrea Barzagli, ospite di ‘Tutti pazzi per la Juve’ sul canale Twitch della Juventus, ha parlato dei suoi anni in bianconero e del suo futuro: “Alcuni giocatori appeno smettono hanno voglia di rimettersi in gioco facendo l’allenatore o il dirigente. Io sto bene così. Sono un po’ vizioso e mi piace il vino. Ogni tanto gioco a padel, vado a correre e faccio il tassista per portare avanti e indietro i miei figli”. L’ex difensore della Juventus ha poi espresso la sua opinione su Pirlo e Chiellini, facendo dei paragoni con alcuni vini: “Pirlo che vino è? Come giocatore un grande vino francese, di Bordeaux, dove si producono grandi vini. Pirlo è stato un grandissimo giocatore. Come allenatore, non saprei. Ha iniziato da poco e si farà. Sta facendo cose intelligenti. Spero bene per lui. Andrea è forse l’allenatore più invidiato dagli appassionati di calcio e dagli addetti ai lavori. Pirlo allenatore? Ci vedevamo ogni tanto a Torino e lo vedevo molto convinto di voler fare l’allenatore. Ognuno ha il suo percorso, vedremo il suo. Chiellini che vino è? Un Amarone, forte”.

    Le parole di Barzagli su Ronaldo, Tevez e Porto
    Barzagli ha poi svelato: “C’è una chat con Bonucci, Chiellini e Buffon? Prima c’era, ora li sento privatamente. Quando scrivi a Gigi, ti può rispondere dopo una settimana. In dieci anni ho tanti aneddoti, alcuni si possono raccontare, altri no. Io, Buffon e Chiellini eravamo la vecchia guardia e quindi eravamo anche i più seri. Una volta, a tavola c’era la parte italiana e la parte degli stranieri. Poi sono arrivati i sudamericani e mi sono ritrovato con tutti che parlavano spagnolo e io non capivo niente”. Poi, su Tevez: “Uno dei giocatori con più personalità che è passato negli ultimi 10 anni alla Juve. Tra i primi tre per personalità. C’era sempre nei momenti che contavano. Come i grandi calciatori. Era un fenomeno”. “L’attaccante che mi ha messo più in difficoltà? Ronaldo ci ha fatto sempre gol quindi è sempre stato molto complicato con lui. Drogba anche, una forza della natura. Ronaldo? E’ il miglior finalizzatore di tutti i tempi. Ti fa gol in tutti i modi. Il record di gol dice tutto. La sua cattiveria e la sua fame sono cose incredibili” ha detto Barzagli su Cristiano Ronaldo. Parlando di Champions League, ha ricordato la partita in casa del Porto con la maglia della Juve: “Mi ricordo la partita in casa del Porto. Fu giocata molto bene e fu importante il gol di Pjaca. Ma anche quello di Dani Alves che chiuse praticamente la qualificazione. Era uno stadio molto caldo e il Porto aveva giocatori interessanti”.
    Juve, la top3 di Barzagli. E su Padoin…
    Barzagli ha poi stilato la sua top 3 dei compagni di squadra alla Juve: “Pirlo, uno dei più forti centrocampisti degli ultimi venti anni, Buffon perché lo considero il portiere più forte di sempre. Gli altri due li metto assieme, sono Del Piero e Tevez. Loro erano di un’altra fascia. Pirlo lo vedete molto serioso ma in realtà è, nel senso buono, un ‘cazzone’. Ha dato a tutti tanta fiducia e qualità. Di un’intelligenza rara”. Infine, su Padoin: “Padoin è stato mio compagno di camera ed è stato uno dei giocatori fondamentali di quella Juve. Si è fatto trovare sempre pronto e ha ricoperto diversi ruoli. Persona sempre positiva, rideva sempre”.  LEGGI TUTTO

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    La Juve non vuole abdicare: ecco perché Pirlo crede nello scudetto

    Inter detta la fuga, con il sorpasso al Milan per un campionato aperto. Apertissimo. Non capitava da tempo, abituati come eravamo a testa a testa oppure a monologhi, in cui l’unico nome a non mancare mai era quello della Juventus. Per questo, con i bianconeri scivolati in un quarto posto inusuale, è stato istruttivo vedere quanti sui social o nelle chat – in queste ore – si ponevano chi nel campo dei pessimisti e chi nel campo degli ottimisti. A vedere la classifica, la logica dice di stare dalla seconda parte. In questo momento, dai 50 punti dell’Inter ai 40 del terzetto Napoli, Atalanta e Lazio, tutto è possibile, in una Serie A che offre eque opportunità, giornata dopo giornata, alle prime sette della classifica. E a tutto questo, poi, la Juventus deve aggiungere anche una partita in meno, l’ormai famosa gara di Torino con il Napoli, che ha portato a un precedente mai visto in Italia: un match di ritorno (quello di sabato sera vinto dagli azzurri) disputato prima di quello di andata. Di cui non conosciamo ancora la data in cui verrà giocato. […]

    Fattori a favore e no
     Questo significa che per la Juventus il discorso decimo scudetto rimane un discorso fattibilissimo. Anche se il calcio dell’era Covid ha stravolto il fattore campo, i bianconeri disputeranno in casa i restanti scontri diretti (Atalanta esclusa), con l’Inter piazzata in una esaltante penultima giornata. Resta poi da giocare il già ricordato recupero con il Napoli che, in caso di vittoria, consentirebbe di intaccare il vantaggio delle rivali. E Pirlo può contare su un organico affidabile e ampio. Dall’altro canto il fatto di essere in corsa per diversi obiettivi renderà affollato il calendario rispetto a chi (l’Inter capolista, per esempio) ha come traguardo da tagliare solamente quello del campionato. Basti soltanto ricordare che la trasferta di mercoledì in casa del Porto per l’andata degli ottavi della Champions League sarà il decimo match nel giro di un mese. Un ritmo infernale che, inevitabilmente, può portare a prove non cristalline come quella di sabato sera in casa del Napoli, soprattutto quando vengono a mancare alcuni interpreti.
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    Juventus: Pirlo, il rigore (che c'era) e il sacrosanto diritto al mugugno

    TORINO – Si chiama “Ius murmurandi” e il diritto romano, due millenni fa, ne sanciva i contorni di un vero e proprio diritto, a patto di non abusarne. La gloriosa Repubblica Marinara di Genova ne aveva addirittura fatto una base contrattuale per i marinai che potevano essere assunti «con mugugno» o «senza mugugno». Nel secondo caso prendevano qualcosina di più, ma perdevano il diritto a lamentarsi, nel primo caso, a fronte di qualche soldo in meno, potevano però brontolare a loro piacimento delle condizioni di lavoro e di quanto accadeva sulla nave.
    Ieri sera Andrea Pirlo, che è uno degli allenatori meno pagati fra quelli delle prime in classifica (quindi probabilmente ha inserito nel contratto la clausola mugugno, secondo l’esempio genovese), ha definito il rigore assegnato al Napoli «episodio dubbio» e ha sottolineato come, a parti inverse, probabilmente sarebbero ribollite le polemiche. Molti lo hanno criticato per questo, bacchettandolo severamente perché si era permesso di lamentarsi dell’arbitro e di fare la vittima. Il che è sostanzialmente ingiusto.
    Quando è arrivato ai microfoni Pirlo aveva perso la partita in modo piuttosto curioso: subendo un solo tiro in porta, quello  del rigore di Insigne. Lecito che gli girassero le scatole. Il rigore – per la cronaca – c’era, un rigore da Var, ma c’era. Pirlo tuttavia non va troppo lontano dalla realtà quando ipotizza focose polemiche a parte inverse: non fa la vittima, constata un fatto di cui ha lunga esperienza. E affermare il contrario di quanto ha pacatamente espresso significa arrampicarsi spericolati su una parete di specchi. Una situazione come quella di Chiellini-Rrahmani al contrario avrebbe, diciamo, vivacizzato il dopo partita assai di più del mugugno di Pirlo. E nessuno si sarebbe scandalizzato per le proteste. LEGGI TUTTO

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    Napoli-Juventus 1-0 dopo 45': rigore di Insigne nella noia

    NAPOLI – Il Napoli è in vantaggio grazie a un rigore di Insigne al termine dei primi 45 minuti di una partita sostanzialmente noiosa e giocata a ritmi molto bassi. L’evento risolutore del primo tempo è una manata di Chiellini a Rrahmani al 29′, sugli sviluppi di una punizione da sinistra. L’arbitro Doveri deve ricorrere al Var e le immagini mostrano un movimento non del tutto naturale del difensore juventino che allarga le braccia saltando e il contatto con l’avversario è effettivamente falloso. Sul dischetto (al 31′) va Insigne e lo trasforma con un tiro violento alla destra di Szczesny. Del resto dei primi 45′ non c’è moltissimo da raccontare: la Juventus parte aggressiva e schiaccia il Napoli nel primo quarto d’ora, ma senza creare occasioni degne di nota. Poi il Napoli riprende un po’ di campo, ma senza mai impegnare Szczesny. 

    Napoli-Juve, poche emozioni
    Insomma, senza la manata di Chiellini sarebbe un monotono zero a zero. La Juventus, che schiera Morata e Ronaldo davanti (entrambi un po’ spenti), con Chiesa a sinistra (vivace, ma non molto incisivo) e, a destra, Bernardeschi, protagonista di molti errori. Cuadrado sembra il più lucido fra i bianconeri, ma dalla sua parte imperversa Lozano, spesso approfittando delle fughe in avanti del colombiano. Da loro due i rari lampi del match. LEGGI TUTTO