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    Dybala via dalla Juve? Tifosi in rivolta sui social

    TORINO – Tifosi della Juve in rivolta a favore di Paulo Dybala dopo le voci di una possibile cessione dell’argentino, il cui rinnovo di contratto con i bianconeri procede peraltro lentamente. Sui social Dybala è diventato di tendenza nelle ultime ore: “Pare che Dybala abbia chiesto 15 milioni di ingaggio – scrive un utente su Twitter – sembra una cifra enorme, ma in realtà è solo la metà di quanto prende Ronaldo e poco più di quanto guadagna De Ligt: gli errori si pagano”. “Comunque Dybala non ha chiesto alcun aumento o rinnovo – sostiene invece un altro appassionato di Juve – questa è tutta una scusa per renderlo inviso ai tifosi e per giustificare la cessione”.
    I commenti dei tifosi su Dybala
    Un tifoso la mette sul piano della comunicazione e dei bilanci: “Juve in rosso di 70 mln = Dybala in bilico; Inter in rosso di 100 mln = Messi possibile” scrive sarcasticamente. Un altro non si spiega la strategia della Juve: “Ogni stagione Dybala viene messo in vendita. Ogni volta resta ed è tra i migliori. Non capisco cosa abbia fatto a Paratici e Nedved costui, ma deve avergli fatto qualcosa di molto grave”. Ironia amara da parte di un altro tifoso bianconero: “Vendi Dybala classe ‘93 e tieni Ronaldo, classe ‘85. Ho degli ottimi presentimenti…”. Si leggono poi frasi assolute: “Dybala non si merita tifosi simili. Come già detto molte volte, chi non ama Dybala non ama il calcio”. Non manca, tra i tanti commenti favorevoli, anche qualcuno che appoggia l’idea di una cessione della ‘Joya’ da parte della Juve: “C’è ancora gente che pensa Dybala sia un fenomeno – le parole di un contestatore dell’argentino – 11 gol in serie A come Lapadula e Gabbiadini, va bene”.
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    Dybala tra rinnovo e i dubbi della Juve: ecco le ultime novità

    La trattativa per il rinnovo del contratto di Paulo Dybala è in pausa. Se ne riparlerà dopo le vacanze, probabilmente alla ripartenza degli allenamenti nell’ultima settimana di agosto. Anche perché è lo stesso Dybala che, finora, ha parlato con Fabio Paratici, visto che il suo rappresentante Jorge Antun è in Argentina e non può viaggiare in Italia. Il punto in cui si è fermata è sempre lo stesso: la Joya chiede 15 milioni a stagione, la Juventus ha proposto un contratto da 8 a stagione con bonus che possono aggiungerne altri due.

    La distanza non spaventa
    La distanza, insomma, è consistente, ma non spaventa, anche perché, di fatto, le parti non si sono mai veramente sedute e, da parte di Dybala, sembra esserci la ferma intenzione di rimanere alla Juventus. E la Juventus vuole tenere Dybala? In linea di massima sì, ma i dubbi della scorsa estate stanno riafforrando sulla superficie delle riflessioni di fine stagione. Dybala ha avuto una partenza stentata, ma ha poi spiccato il volo e il rendimento medio è stato soddisfacente.
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    Juve, rispunta Morata: ha giocato anche con Pirlo

    Chissà che Andrea Pirlo non si ritrovi ad allenare anche un altro ex compagno. Già, perché c’è pure Alvaro Morata in corsa per la maglia numero 9 della Juventus. L’ex bianconero non parte favorito, ma il mercato è ancora lungo e il tempo per sorpassare i candidati al momento più quotati (Jimenez e Milik) non manca. Il dg juventino Fabio Paratici, dopo essersi confrontato con il nuovo tecnico, continua a lavorare su più tavoli alla ricerca di un erede di Gonzalo Higuain, destinato a lasciare Torino con un anno d’anticipo (scadenza 2021).

    Divorzio da Higuain
    In attesa di sancire il divorzio con il Pipita, alla Continassa insistono nella ricerca di un nuovo centravanti. Meglio se Under 30 e dai costi non esorbitanti. Nella lista figura anche il nome di Morata. Il 27enne spagnolo è stato protagonista col Pirlo giocatore della cavalcata Champions della Juventus nel 2015 e ha alzato la Coppa ai tempi del Real Madrid di Cristiano Ronaldo. Tutti motivi che, uniti alla conoscenza del mondo Juve e all’abilità nell’attaccare la profondità, stanno facendo fare qualche pensiero ai dirigenti bianconeri.
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    Juve, così Pirlo riscatena la passione dei tifosi

    Da solo non basterà, e Andrea Pirlo è sicuramente il primo a saperlo. Però non fa certo male partire con il vento del tifo che ti spinge con convinzione nelle vele, piuttosto che riceverne continue folate in faccia, anche se il soffio principale è rivolto a mandare avanti la nave. Quelle folate che si erano levate contro Maurizio Sarri fin dalle prime notizie del suo possibile ingaggio, e ancor più violente contro Massimiliano Allegri che fu accolto da una vera contestazione all’arrivo a Vinovo nel giugno del 2014.

    Proprio le esperienze del fresco ex allenatore nel nono tricolore consecutivo bianconero e, più ancora, dell’uomo del doppio record di cinque Scudetti e quattro Coppe Italia e delle due Champions sfiorate, dimostrano come il vento del tifo abbia un’incidenza molto molto relativa sulla navigazione di una nave come la Juventus. Però è di sicuro meglio averlo a favore che contro. E Pirlo lo ha di certo a favore. E’ anche un vento piuttosto teso, quello che si è levato dagli innamorati della Juventus a sostegno del tecnico scelto prima per guidare la formazione Under 23 e poi (o forse già allora, vista la presenza di Andrea Agnelli al suo fianco durante la presentazione) per dare l’assalto al decimo Scudetto di fila e a quella che sarebbe la prima Champions bianconera del ventunesimo secolo.
    L’entusiasmo
    Un vento che nasce da diversi fattori, che emergono sul web e sui social. Fattori tra i quali non manca l’entusiasmo di chi non aveva mai digerito l’approdo in panchina di Sarri, ex nemico sempre aspro nei confronti della Juventus al tempo delle sfide contro il suo Napoli e con spigoli caratteriali giudicati incompatibili con la società bianconera da una parte dei tifosi. Salutare il vecchio avversario poco curante dell’etichetta per riabbracciare un idolo del passato che di stile è un emblema è stato già da sé fonte d’entusiasmo per una parte del popolo bianconero.
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    Prandelli: “Pirlo è un leader alla Scirea”

    Cesare Prandelli non è stato solo uno dei tecnici che hanno avuto la fortuna di allenare Andrea Pirlo – nel suo caso in Nazionale tra il 2010 e il 2014 -. E’ stato anche l’uomo scelto da Pirlo per scrivere la prefazione della sua autobiografia, “Penso, quindi gioco”, uscita nel 2013. Un legame particolarmente significativo, dunque, quello che li ha uniti. Come particolarmente significativo è un passaggio di quella prefazione: «Pirlo mi ricorda in maniera incredibile Gaetano Scirea: gli assomiglia, il loro modo di essere è identico, e davanti a questi leader silenziosi – le rare volte in cui decidono di intervenire nello spogliatoio per dire qualcosa – si zittiscono tutti. Ho assistito dal vivo a scene del genere e non le potrò mai dimenticare».
    E non le ha dimenticate…«Assolutamente, Andrea mi ricorda Gaetano. Il leader non dice “io sono un leader”. Lo dicono gli altri. Quando hai certi comportamenti, fai certe giocate, gli altri ti seguono. Pirlo faceva parlare tecnica e intelligenza tattica. E quando poi il leader silenzioso parla, come accadeva con Scirea e con ui, tutti stanno zitti. Ma tutti. Dicono: “Ok, ora sentiremo qualcosa di non banale, che fa riflettere”».
    Un allenatore però deve parlare tutti i giorni.«Certo, ma Andrea, come confermano tutti i compagni, ha anche grande ironia e dunque grande intelligenza e questo gli resterà anche nel rapportarsi da allenatore. E’ stato un grande campione e sa parlare il linguaggio dei campioni: non avrà difficoltà. Nel momento in cui la Juventus decide di affidargli la prima squadra non penso che siano impazziti. Avranno ponderato tutto bene e lui sicuramente avrà studiato e ha convinto la società a dargli fiducia. Non hanno improvvisato nulla».
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    Juve, torna Bertelli: Pirlo ha scelto il preparatore

    Casting finito: sarà Paolo Bertelli il nuovo responsabile dei preparatori della Juventus al posto di Daniele Tognaccini, storico preparatore del Milan e mente di Milan Lab, arrivato un anno fa insieme con Maurizio Sarri. Bertelli risolverà il suo rapporto con la Sampdoria, che era in scadenza nel giugno 2021, per rispondere alla chiamata di Andrea Pirlo: il suo è un ritorno a Torino perché c’era già stato nei tre anni di Antonio Conte, quelli dei primi tre scudetti consecutivi, dove appunto aveva allenato il nuovo tecnico bianconero, anche se i due si erano conosciuti l’anno precedente, ai Mondiali. Allora Bertelli era preparatore della Roma, però Marcello Lippi lo aveva voluto con sé per l’avventura in Sudafrica dell’Italia.

    A Roma con la prima super Roma di Spalletti. Marotta lo indica a Conte
    Ex difensore centrale, 59 anni, originario di Firenze, per Bertelli parla il suo curriculum. Dal 1993 al 1999 è l’aiutante in palestra di Claudio Ranieri nella Fiorentina, dove ha lavorato anche con Roberto Mancini, poi ha collaborato per diversi anni con Luciano Spalletti, vincendo nel 2008 il Cronometro d’oro, premio assegnato ai migliori preparatori atletici, prima nel Venezia, poi con Udinese e Roma, dove ha allenato anche Francesco Totti. L’approdo alla Juventus nel 2011 non è casuale: è Beppe Marotta, che lo aveva conosciuto ai tempi del Venezia, a indicarlo a Conte.
    La Juve di Conte a cento all’ora. Sfatò la maledizione Vinovo
    E la collaborazione tra il tecnico e il suo preparatore risulta vincente. «Tanto pallone, ma pure esercitazioni senza e lavoro in palestra. Diciamo che tutto è orientato all’alta intensità, ad aggredire sempre quello che si fa. Dalla partita all’allenamento: Conte cerca di sviluppare l’aggressività agonistica, perché venga applicato al massimo il suo calcio» la filosofia del preparatore atletico adeguata all’idea di calcio di Conte, con il quale elaborava gli allenamenti. E quella Juventus di Conte aveva muscoli d’acciaio e correva ai cento all’ora, dimezzando gli infortuni e sfatando la leggenda dell’umidità dei campi di Vinovo che favorivano i guai muscolari. Merito dei metodi di preparazione di Bertelli.
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    Ulivieri: “Pirlo alla Juve? Polemiche sciocche, non è scelta azzardata”

    TORINO – “Ho sentito tante polemiche sciocche su Andrea alla Juventus. È libero mercato, la Juve sceglie chi vuole.”. Lo ha dichiarato Renzo Ulivieri, presidente dell’Asso Allenatori, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, in merito alla scelta della Juventus di affidare la propria panchina a Pirlo: ” Pirlo è in regola con le norme Federali e conta questo. Scelta azzardata? La Juve non ne fa. Pirlo non avrà panchine alle spalle, ma sul sapere calcistico è già di livello mondiale. Poi conteranno i risultati, come per tutti: puoi avere un grande come Baggio in panchina, ma se ne perdi quattro di fila resteranno le sconfitte”. LEGGI TUTTO

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    Maifredi: “Sarri come me? Io dovevo costruire, lui…”

    ROMA – “Ai miei tempi dovevo creare qualcosa di nuovo, quelli che si accingono a fare gli allenatori della Juve devono soltanto prendere la squadra e portarla avanti: esperienza non paragonabile. Progettarono, senza chiedermi, la cena di fine anno dopo la partita col Cagliari. I miei giocatori sparirono dalla partita e pareggiammo, andai da Montezemolo e dissi di cercare qualcun altro, avevano fatto qualcosa senza chiedere e mi diede fastidio”. Così Gigi Maifredi, ex tecnico della Juventus, a ‘Punto Nuovo Sport Show’, su Radio Punto Nuovo. “Durante un derby di ritorno, dissi ai ragazzi che non ci sarei stato l’anno dopo e gli chiesi come volevano andare in campo: giocammo una partita squallida, andando in campo col libero e perdemmo 2-1”, ha aggiunto.
    Si riparte da Ronaldo: ecco la Juve di Pirlo

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