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    Champions, la Uefa esalta Ronaldo: vuole il super record

    TORINO – La Juventus si aggrappa a Cristiano Ronaldo per la partita contro il Lione. I bianconeri dovranno ribaltare il risultato di 1-0 dell’andata e si affideranno al portoghese che in Champions dà sempre il meglio di sè. CR7 in Europa ha collezionato numerosi record tra cui quello di gol segnati in una sola stagione (17) e complessivamente (129), il record di gol in partite consecutive (11) e molti altri. Il fuoriclasse bianconero non ha però intenzione di fermarsi e, come ha fatto notare l’account ufficiale della UEFA tramite un post su Instagram, potrebbe raggiungere un nuovo record in questa stagione.
    Juve, missione rimonta con Ronaldo al top
    Juve, la tattica per battere il Lione

    Il nuovo possibile record di CR7
    Ronaldo potrebbe infatti diventare il primo calciatore della storia a vincere ben 6 Champions League dopo quelle vinte con il Manchester United (2008) e il Real Madrid (2014, 2016, 2017, 2018). Inoltre da quando ha iniziato ad alzare al cielo la coppa con il Real nel 2014 non ha mai vissuto due stagioni consecutive senza trionfi nella competizione. Così, per le statistiche, dopo aver fallito all’esordio con la Juve, questo potrebbe essere l’anno buono.
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    Ribaltoni in Europa? La Juve sa come si fa

    TORINO – Uno su mille ce la fa? No, molti ma molti di più. Nel caso “delle” Juventus. Nel caso delle Juventus, si intende, che si sono trovate nelle condizioni di dover provare a ribaltare, in casa, una sconfitta subita in trasferta nell’andata di una partita a eliminazione diretta. In una competizione interazionale. Le statistiche riferiscono di 15 missioni compiute su 33: percentuale di riuscita del 45 per cento. Con ancora ben impressa nella memoria l’impresa compiuta dai bianconeri nella scorsa edizione della Champions League, quando – 12 marzo 2019 – Cristiano Ronaldo (tripletta!) e compagni sono riusciti a centrare la qualificazione ai quarti di finale rifilando all’Allianz Stadium un secco 3-0 in risposta al successo per 2-0 che l’Atletico aveva conquistato a Madrid pochi giorni prima.
    Juve, ecco la tattica per battere il Lione
    La Juve si qualifica se… Tutte le combinazioni

    E’ però forse opportuno restringere ulteriormente il campo, giacché rispetto alla sfida di andata contro il Lione in questi ottavi di finale, la Juventus è oggi nelle condizioni di dover ribaltare “solo” (si fa per dire, solo) un gol di scarto. E dunque i precedenti in cui la Juventus s’è trovata a giocarsi un trofeo o una qualificazione dopo un ko per 1-0 in trasferta si riducono a 15: in otto di quelle 15 occasioni, i bianconeri hanno centrato l’obiettivo. Si scollina il 50 per cento. E c’è di che ben sperare. […]
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    Champions, la Juve si qualifica se…Tutte le combinazioni

    Per passare il turno la Juventus deve battere il Lione con due gol di scarto. Non ci sono altre possibilità per i bianconeri visto che a fine febbraio non hanno segnato nessuna rete nella gara d’andata persa 1-0, gol di Tousart al 31’. Può andare bene il classico 2-0, ma sarebbe sufficiente anche il 3-1, il 4-2, etc. Il 2-1 a favore della Juventus non sarebbe abbastanza e sentenzierebbe il passaggio del turno del Lione in virtù del gol in trasferta.

    Supplementari e rigori possibili per arrivare a Lisbona
    Se invece la sfida terminasse con l’1-0 per la Juventus, la situazione sarebbe di parità e si giocherebbero i supplementari ed eventualmente si batterebbero i rigori. Chi passa il turno affronterà la vincente dell’altro ottavo, Manchester City-Real Madrid, sabato 15 agosto a Lisbona. LEGGI TUTTO

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    Juve, ecco la tattica giusta per battere il Lione

    TORINO – Sbranare il Lione? No, alla Juventus converrà di più aggirarlo. Rispetto alla gara d’andata (26 febbraio) è cambiato tutto il mondo, non solo quello del calcio, ma la squadra di Rudi Garcia ha mantenuto la stessa fisionomia e l’ha confermato nella finale di Coppa della scorsa settimana contro il Psg (0-0 nei minuti regolamentari, poi ko ai rigori). Stasera, proprio come cinque mesi fa, Cristiano Ronaldo e compagni si troveranno di fronte una vera e propria muraglia umana. L’ex allenatore della Roma è un pratico e a Lione, dopo vari esperimenti, ha trovato la quadra con un 3-5-2/5-3-2 che ha la sua forza nella solidità difensiva grazie anche l’abilità nei duelli (soprattutto aerei) dei tre centrali: Denayer, Marcelo e Marcal.

    A Lione, in modo particolare nel primo tempo, i bianconeri hanno finito per sbattere contro l’autobus francese piazzato davanti al portiere Lopes. L’esperienza dell’andata – e soprattutto dei primi 45 minuti – hanno dimostrato che muovere la palla lentamente e sfondare per vie centrali non porta grandi vantaggi. Tutt’altro. Molto meglio provare a sorprendere i francesi sulle fasce. In che modo? Con pazienza, tecnica, velocità nel palleggio e continui cambi di gioco per cercare di creare superiorità numerica sulle corsie esterne e sfruttare i possibili “2 contro 1” che si creeranno a sinitra con Alex Sandro-Cristiano Ronaldo e a destra con Danilo-Cuadrado (o Bernardeschi). L’ex Fiorentina e Ramsey sono stati testati anche sulla trequarti: Sarri sta valutando pure questa opzione.
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    Juve-Lione, occhi su Aouar: il nemico carissimo

    TORINO – All’andata monsieur Houssem Aouar provocò un discreto mal di testa ai giocatori juventini, con qualche fitta qua e là, tanto per farsi giustizia di un 1-0 che agli occhi dei francesi pareva un risultato non così corretto. Di professione giocoliere dotato di scatto e fantasia in abbondanza, il centrocampista franco-algerino fece letteralmente impazzire i dirimpettai quella sera in tenuta blue. Già, blue secondo il duplice significato inglese: la tonalità della maglietta e la tristezza che in quella notte malinconica di fine febbraio inculcarono nell’animo di una tifoseria raramente così scossa dopo una partita della Juve in questa strana stagione. Prima dello stop per la pandemia di Coronavirus, Aouar fece in tempo a partecipare alla disfatta contro il Paris Saint-Germain in Coppa di Francia (1-5), nel mezzo di altri due impegni in campionato, quindi l’interruzione della Ligue 1. E domani, allo Stadium, atterrerà forte dei 120 minuti giocati sempre contro il Psg in finale di Coppa di Lega. La sconfitta patita ai rigori – nonostante quello ben calciato dallo stesso fantasista – sembra quasi un dettaglio rispetto all’entusiasmo che si respira nel clan dei lionesi.
    Juve-Lione, Sarri con tre assi e il jolly Higuain
    Juve, missione rimonta con Ronaldo al Top

    Rischio e opportunità
    Ecco perché questo ragazzo cresciuto a pane e Lione fin dalla sezione primi calci rappresenta ancora oggi il rivale numero 1 dei campioni d’Italia sulla strada che conduce a Lisbona. Una sorta di nemico carissimo abituato a disegnare calcio servendo assist (a Lucas Tousart nel match d’andata di questi ottavi di Champions al Parc Olympique Lyonnais) e giocando a due-tre tocchi. Ops, è proprio uno dei capisaldi del credo di Maurizio Sarri. E quindi non pare casuale il fatto che il dg Fabio Paratici segua Aouar da un pezzo. Primo pericolo della Juventus, dunque, ma anche opportunità gustosa se si pensa che il cartellino di Aouar costerà carissimo – non meno di 70 milioni di euro – ma in caso di acquisto i bianconeri porterebbero a casa il prototipo del centrocampista incursore: un profilo che il tecnico di Bagnoli gradirebbe assai. E soprattutto (novità!) il Lione è entrato nell’ordine di idee di cedere il proprio gioiello. Con il vulcanico presidente Jean-Michel Aulas non succede così spesso: si parla di bottega cara, di prezzi dei cartellini tutt’altro che economici, ma più raramente della concreta possibilità di vendere. […]
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    Juve-Lione, Sarri con tre assi e il jolly Higuain

    TORINO -Domani sera servono almeno due gol per passare il turno. Maurizio Sarri ha quattro fuoriclasse per provarci. Cristiano Ronaldo è la certezza, l’uomo che ha segnato più gol di tutti nella fase a eliminazione diretta della Champions League e anche il più affamato, vedendo la possibilità di andare a giocarsi la sua competizione preferita nella sua Lisbona. Paulo Dybala è il grande dubbio, anche ieri si è allenato a parte, ma permane l’ottimismo sul suo utilizzo: è fermo dal 26 luglio per un piccolo problema alla coscia sinistra, ma è carico e, nell’ultimo periodo, ha sempre segnato gol pesantissimi. Juan Cuadrado è la scelta che sembra maturare in questi giorni di allenamenti alla Continassa e di studio del Lione attraverso filmati e analisi statistiche. Il colombiano, che in questa stagione ha giocato prevalentemente da terzino destro, è l’opzione che il tecnico ritiene più adatta per aprire la difesa del Lione che, già all’andata, era stata impenetrabile per gli attaccanti della Juventus. Cuadrado ha grande capacità di saltare l’uomo e questo può essere determinante in una partita da sbloccare in tempi non troppo lunghi. Oltretutto, nella stagione da difensore ha sempre offerto una solida garanzia in fase di non posesso.
    Rabiot, Lione ultimo esame per prendersi la Juve

    Gonzalo Higuain è il jolly. Il Pipita che contro la Roma, sabato sera, ha comunque timbrato il cartellino seppure non sia servito a vincere. E’ in forma fisica molto buona e lo segnalano volitivo in allenamento. Sa benissimo che, comunque vada, avrà una possibilità. Dall’inizio, qualora Dybala non dovesse farcela. A partita in corso se Sarri non volesse rischiare la Joya per tutti i novanta minuti. L’idea di Sarri è giocarsela con la qualità, come ha sempre fatto in Champions League quest’anno e come, peraltro, ha sempre pagato durante il girone, vinto con il record di punti e in grande scioltezza. Non aveva funzionato proprio contro il Lione, il che è un precedente sinistro, ma è anche vero che la Juventus aveva giocato una delle peggiori partite della stagione e non era stata nemmeno troppo fortunata nel corso dei novanta minuti. […]
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    Juve, Romero chiama ma ha mercato: ecco che succede

    TORINO – “Oh Romero, Romero. Perché sei tu, Romero?”. C’è un che di teatrale, quasi shakespeariano, nella fresca, sentita, apprezzabile dichiarazione d’amore del forte difensore Cristian “Cuti” Romero nei confronti della Juventus. Una dichiarazione che vedremo ora fino a che punto possa essere corrisposta. L’argentino reduce dalla salvezza conquistata in extremis con il Genoa è formalmente un giocatore della Juventus già dal luglio del 2019, quando cioè è stato acquistato a titolo definitivo dai campioni d’Italia per 26 milioni di euro epperò – contestualmente -è stato girato in prestito ancora per un anno ai liguri. A questo punto, insomma, è pronto a “rientrare” alla base, a Torino, e mettersi a disposizione del tecnico Maurizio Sarri e rivaleggiare con i nuovi compagni per cercare di scalare le gerarchie. Lo ha spiegato candidamente in una intervista rilasciata all’emittente argentina Cadena3. […]
    Juve, da Perin a Pellegrini: il punto sui prestiti

    Per la verità, però, appunto, sul fatto che questo sogno a tinte bianconere possa realizzarsi da qui a poche settimane, beh, qualche dubbio persiste. Perché se è indubbio che i numeri – intesi come qualità – di Romero sono ragguardevoli, è altrettanto indiscutibile che in casa Juventus il dg Fabio Paratici e il tecnico Maurizio Sarri debbano gestire anche altri, numeri: ad esempio quelli del bilancio, ad esempio quelli dell’organico. Questi ultimi – i numeri del’organico – dicono che la Juventus ne ha già ora fin troppi di difensori centrali: Matthijs De Ligt e Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini e Daniele Rugani, Merih Demiral. E va bene che considerando l’età di Chiellini cinque difensori centrali possono anche essere considerati numero congruo, ma addirittura sei… E se poi è vero che Romero, dalla sua, ha la duttilità che alla bisogna gli consente di giostrare anche come terzio destro, è anche vero che nessuno come lui – tra i suddetti centrali – è appetibile sul mercato: vuoi per le qualità, appunto, vuoi per la giovane età, vuoi anche per un ingaggio ben più abbordabile degli altri bianconeri. In un momento in cui le parole scambi e plusvalenze diventano linee guida d’un mercato creativo da post pandemia, insomma, non stupisce che Romero sia oggetto di riflessioni in buona parte delle trattative che la Juventus sta portando avanti. […]
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    Juve-Lione: Rabiot, ultimo esame

    Retroscena numero uno: a novembre, dicembre, gennaio, febbraio Adrien Rabiot era in preda a rabbia, delusione e frustrazione montanti a causa di un utilizzo ritenuto non all’altezza dei meriti e delle aspettative. Per carità, non gliene va data colpa: sarebbe più grave se un giocatore ai margini prendesse la cosa con disinteresse. Fatto sta, però, che insieme con la frustrazione incedevano i lavoro in corso onde trovare nuova destinazione per giugno.
    Il fastidio per la scelta di Rabiot
    Retroscena numero due: a maggio – cioè durante la sosta forzata dei campionati – montava il fastidio, in casa Juventus, nei confronti di Adrien Rabiot. Infastidita era la società, infastidito era Maurizio Sarri (cioè, nel suo caso: incazz… è più credibile); infastiditi erano alcuni compagni di squadra. Giacché Rabiot non ne voleva sapere di rientrare a Torino per far partire la quarantena e farsi trovare quanto prima abile e arruolato in caso di ripresa degli allenamenti collettivi. No, lui – buon ultimo – è stato nel suo buen retiro in Costa Azzurra sinché ha potuto. E se nei confronti di Gonzalo Hiaguain, volato in Argentina, giungevano spifferi di comprensione in virtù d’una situazione familiare particolare (mamma ammalata), nei confronti del francese giungevano sbuffi di insofferenza. Non era tanto questione di convocazioni violate (giacché non ce n’erano, di convocazioni) bensì di rispetto per i compagni che veniva meno.

    Rabiot, ora è il momento decisivo
    Retroscena numero tre: a fine giugno erano alcuni tifosi eppersino compagni quelli un po’ infastiditi (o comunque stupiti, via) nei confronti del “trattamento Rabiot”. Nel senso che alla ripresa del campionato, dopo tutto quello che era successo, il francese aveva giocato titolare contro il Bologna, eppoi contro il Lecce, e contro il Genoa, il Torino, il Milan (con gol), l’Atalanta… In quel filotto lì, però, i dubbi sono venuti meno e – dilagante – s’è fatta largo la convinzione che Sarri avesse ben fatto a sbollire la rabbia, puntando sull’ex Psg. E che da parte sua l’ex Psg ci avesse messo la giusta dose di determinazione, voglia, grinta, spirito di sacrificio e disponibilità verso quegli stessi compagni che prima potevano essere perplessi. Uno scatto di Rabiot, potremmo definirlo. E d’orgoglio. Al punto che ora le gerarchie a centrocampo non riferiscono più d’un Matuidi primissima scelta, avanti per distacco rispetto all’ex connazionale. Al contrario, anche in vista della sfida spartiacque in programma domani sera contro il Lione. le gerarchie vedono Rabiot con buonissime possibilità di essere protagonista sin dai primi minuti di gioco. 
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