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    Juve-Roma, Sarri: “Gioca solo chi non rischia, poi testa al Lione”

    TORINO – E’ l’ultima giornata di campionato, domani sera allo Stadium si gioca Juventus-Roma. I bianconeri sono già campioni d’Italia, la partita conta solo in prospettiva Lione. Maurizio Sarri la presenta così: «Valutiamo oggi e domattina se c’è chi ha bisogno di riposare e chi invece può giocare senza rischiare nulla. Ma non sarà una prova in preparazione del Lione, le condizioni mentali dei giocatori saranno completamente diverse fra le due partite. A livello psicologico è comprensibile che ci sia ancora un piccolo down a livello emotivo. Giocheremo una partita importantissima contro il Lione e dovremo essere bravi a ricaricarci. Domani potrebbe essere anche una bella partita dal punto di vista spettacolare tra squadre spensierate, che hanno la testa libera perché non hanno più nulla da chiedere alla classifica, ma sarà soprattutto una giornata di festa».

    Sarri e il bilancio della stagione Juve
    «Sono soddisfatto, abbiamo alzato molto il baricentro della squadra, oltre al possesso palla e alla supremazia territoriale, rispettando anche le caratteristiche dei giocatori. Abbiamo ancora margini di crescita, per essere al primo anno c’è da essere soddisfatti. E’ stato un campionato atipico, devastante per tutti. Non era mai successo che un campionato finisse dopo 12 mesi. Le squadre sono affaticate fisicamente e mentalmente, si gioca a temperature non normali. E’ stato un campionato difficilissimo, abbiamo vissuto situazioni assolutamente nuove. Se io sono stanco? Ho la capacità di essere devastato e dopo 12 ore di ripartire. Ho momenti di stanchezza, ma mi rialimento abbastanza velocemente».
    Sarri sulla scelta di Pirlo per la Juve U23
    «Sarebbe piaciuto a tutti allenare un giocatore come Pirlo. E nel mio modo di vivere il calcio si sarebbe trovato particolarmente bene. Consigli per l’Under 23? Vediamo, non ho ancora il quadro di chi per limiti di età potrebbe uscire, ma sono ragazzi a posto, hanno entusiasmo, ci hanno fatto molto comodo dopo il lockdown. E poi hanno qualità importanti, se Andrea ha bisogno di sapere qualcosa sul livello umano e tattico di questi ragazzi ne sarò contentissimo».
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    Sarri, calendario Juve e Lione
    «Non ho detto che ci sia qualcosa di sbagliato, ho fatto solo un constatazione avendo giocato 5 partite in 12 giorni. Ci siamo adeguati a certe scelte. Mi rendo conto delle difficoltà nello stilare i calendari, noi ci adeguiamo e gestiamo la situazione. Non è facile perché le condizioni ambientali sono complicate. Se parlo un italiano decente, non ci sono altre letture da fare, è una constatazione la mia, stop». «Se è meglio arrivare al Lione più freschi o con 14 partite giocate in 50 giorni più o meno? Non si sa, siamo di fronte ad eventi straordinari per tutti. Ognuno ha la propria storia, servirà una capacità di adattamento straordinaria e chi ne avrà di più farà meglio. In una settimana c’è il tempo per preparare una partita, non per cambiare grandi cose. Bisognerà essere attenti a prepararla bene, recuperando energie mentali, nervose, che dopo la vittoria del campionato hanno subito un down inevitabile. Servirà molta attenzione ai recuperi fisici, preparando bene la gara dal punto di vista tattico».
    Juve, Sarri su Ronaldo e Dybala
    «Non lo so se Cristiano giocherà con la Roma, io non parto con orientamenti o preconcetti. Vediamo come sta, è uno di quelli che hanno giocato di più. Tre-quattro giorni fa si sentiva in condizione di farlo, vediamo le sue sensazioni del momento, cosa dice lui e cosa dice lo staff medico». «Se Ramsey gioca domani? Non lo so, dovrebbe forse rientrare in gruppo e allenarsi oggi. Vediamo come uscirà da questi gironi di inattività. Però in Champions c’è la possibilità che giochi. Paulo è sempre in mano allo staff medico, tutto procede bene, in modo regolare, ma non so quando rientrerà in gruppo»,

    Sarri su rabbia, Arthur e la rottura col Barcellona 
    «Non penso nulla, non conosco i rapporti tra Arthur e il Barcellona. Non so cosa si è detto con l’allenatore. Cosa mi ha fatto arrabbiare quest’anno? Io sono incazzato fisso, ci saranno due milioni di cose che mi hanno fatto arrabbiare quest’anno. Una nello specifico non mi viene in mente. Io sono uno che si arrabbia spesso, facilmente. Ma così come mi arrabbio facilmente torno calmo in poco tempo. Mi basta un minuto di sfogo».
    Sarri e i tempi di recupero della Juve
    «Staccare è inevitabile, è necessario dopo che vivi per 12 mesi con l’assillo di prestazioni e risultati. I giocatori sono stanchi nel fisico e nella mente, credo che almeno 20 giorni di inattività dovrebbero essere obbligatori. Mi auguro che il campionato riparta nei tempi giusti per consentire a tutti di ricaricarsi, altrimenti la prossima stagione diventa un problema e a ottobre-novembre saremo tutti già fusi. Bisogna recuperare le energie e mi auguro che questo sia possibile. E’ dura adesso scegliere date che consentano la disputa dell’Europeo a fine stagione. Però staccare sarebbe importante per tutti».
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    Zé Roberto: “A 46 anni ho un fisico migliore di Cristiano Ronaldo”

    SAN PAOLO (Brasile) – Ha dato l’addio al calcio all’età di 43 anni, Zé Roberto, continuando a giocare a buoni livelli fino all’ultimo con la maglia del Palmeiras. Una degna conclusione di un’ottima carriera, che gli ha consentito di indossare maglie prestigiose come quelle della Seleçao, del Real Madrid, del Bayern Monaco o del Bayer Leverkusen. Oggi, a 46 anni, l’ex centrocampista è un “influencer del fitness” con i suoi 1,2 milioni di seguaci. In questi giorni ha concesso un’intervista a TYC Sport, in cui gli è stato chiesto di fare un paragone tra il suo fisico è quello di Cristiano Ronaldo: “Oggi direi che ho un fisico migliore, perché ho giocato fino all’età di 43 anni ad alto livello. Se dovesse riuscirci, direi lo stesso di lui”.

    Zé Roberto, le feste con il Brasile
    Nel corso dell’intervista Zé Roberto ha raccontato tanti aneddoti curiosi: “Il giocatore più forte con il quale abbia giocato è stato Ronaldo il Fenomeno. È stato incredibile. E poi era un animale da festa. Una volta è partito per andare a bere ed è arrivato il giorno successivo per allenarsi. Quello che ha fatto quasi senza dormire è stato incredibile. Si era bevuto i suoi drink, certo. Ma il giorno dopo si è allenato come un animale. Anche Vampeta era anche un animale da festa, le preparava già nel pre-partita. Ronaldinho aveva addirittura una pista da ballo a casa, una discoteca. Ma lì preferivo non andare”. Ma quella per lui resta la miglior squadra in assoluto: “Il Brasile della Coppa del Mondo 2006 è la migliore squadra in cui abbia giocato. Io, Ronaldinho, Kakà, Ronaldo, Adriano…  Abbiamo fallito per via della scarsa organizzazione, c’era sempre un sacco di gente e non abbiamo avuto la giusta concentrazione. Zidane invece è stato l’avversario più forte: la finale che disputò nella Coppa del Mondo del 1998 è la miglior prestazione che abbia mai visto”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Douglas Costa con la nuova maglia: “Emozione inspiegabile”

    TORINO – Con il nono scudetto consecutivo in bacheca la Juventus è proiettata verso la prossima stagione di Serie A presentando ufficialmente le divise che i bianconeri indosseranno per l’annata 2020/2021. Oltre a Ronaldo, Dybala, Bernardeschi e Cuadrado anche Douglas Costa posa sul suo profilo instagram con un la nuova maglia, lanciando un messaggio d’amore verso i colori della “vecchia signora”: “Le emozioni più belle sono quelle che non sai spiegare”. Una frase importante che potrebbe significare la permanenza anche per la prossima stagione del brasiliano a Torino, nonostante le molte difficoltà, soprattutto fisiche, vissute quest’anno. LEGGI TUTTO

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    Cristiano Ronaldo festeggia lo scudetto Juve sul nuovo yacht da sei milioni di euro

    Una casa sul mare da ben 6 milioni di euro. L’Azimut Grande di Cristiano Ronaldo, lo yacht acquistato lo scorso giugno a Viareggio, lascia tutti a bocca aperta. Il fuoriclasse portoghese e Georgina hanno pubblicato vari scatti su Instagram che testimoniano il lusso del nuovo gioiellino. Realizzato in fibra di carbonio, pesa circa 93 tonnellate e dispone di cinque cabine e sei bagni. Presenti anche due aree relax, un ampio salone, una sala da pranzo, una cucina in stile contemporaneo e numerose finestre che offrono alla famiglia del campione della Juve una vista mozzafiato sul mare. Lo yacht ha due motori da 1.900 cavalli e una velocità che può arrivare a 28 nodi. Per CR7, il modo migliorare per festeggiare lo scudetto appena conquistato con la maglia bianconera. LEGGI TUTTO

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    Andrea Agnelli: “Il mio Tuttosport”

    Andrea Agnelli nella storia di Tuttosport ha un ruolo da grande protagonista. Anzi, negli ultimi dieci anni, forse è stato “il” protagonista, perché nessun giornale approfondisce maggiormente le vicende della Juventus e la sua Juventus, dal 2010 a oggi, ha compiuto imprese leggendarie. Imprese che si sono potute specchiare sui fogli del nostro giornale, che le ha raccontate giorno per giorno. Anche attraverso le sue parole, rare perché non ama le interviste e dosa gli interventi mediatici, ma significative. C’è una sua intervista a Tuttosport, concessa all’inizio della sua avventura da presidente, che è sempre significativo andare a rileggere per capire come dieci anni fa esisteva il progetto o, quanto meno, una visione dell’attuale Juventus, tornata ai vertici del calcio mondiale dalle ceneri del post Calciopoli. Era un’intervista nella quale si paventava perfino l’ipotesi di portare in bianconero un giocatore di livello globale (un Messi o un Ronaldo per intendersi) e quel passaggio, ovviamente titolato, aveva suscitato perplessità da parte di alcuni. Non era un forzatura, non era sbruffonata e nemmeno una profezia, era un pezzo del progetto, che si è poi realizzato.
    Buongiorno presidente Agnelli, se le dico Tuttosport, a cosa pensa?«Se penso a Tuttosport penso a un quotidiano che mi ha accompagnato per tutta la vita. E questo per la natura del giornale stesso, cioè quella di essere il giornale che segue più di tutti la Juventus, che era ed è la squadra del mio cuore. Quindi era il giornale che rubavo dalla mazzetta di mio padre, quando avevo sette o otto anni, perché trattava in maniera più ampia il tema che a quell’età mi interessava di più. Quindi quando penso a Tuttosport penso al furto della mazzetta di mio padre».
    Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport LEGGI TUTTO