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    Rabiot adesso è da Juve. Ramsey, sirene dalla Premier

    TORINO – Chissà se stupisce di più la riscoperta di Adrien Rabiot giocatore vero oppure la stagione declinante di Aaron Ramsey, considerate le premesse. Quelle che fino allo scoppio della pandemia di Coronavirus segnalavano il francese in seria difficoltà, comunque alla ricerca della migliore condizione psicofisica possibile in seguito ai litigi con il Paris Saint-Germain che l’aveva scaricato costringendolo quasi a ricominciare da capo un’estate fa. Quelle che incentivavano il decollo del gallese, reduce da una prestazione spaziale contro l’Inter prima dello stop e dopo aver diffuso sprazzi di qualità vera a Ferrara con la Spal. Il Covid ha fatto il suo e la situazione alla ripresa dei lavori ha ribaltato sensazioni e giudizi: a parte la parentesi non indimenticabile di Coppa Italia, per Rabiot la svolta è datata 7 luglio, quando nonostante il 4-2 per il Milan il ragazzo è estremamente piaciuto al di là della rete realizzata al termine di una sontuosa cavalcata personale nel burro rossonero. Esclusa la prova negativa (quasi generale, per altro) contro l’Atalanta, dal Sassuolo all’Udinese monsieur Adrien ha scalato le gerarchie.
    Juve, Paratici si muove: avanti su Jimenez e Milik

    Quanto a Ramsey, la prova della Dacia Arena è l’epitome di un’annata eccessivamente ricca di ombre: il brutto fallo commesso su Rodrigo De Paul dopo una trentina di secondi dal fischio d’inizio, con ammonizione in allegato (l’effetto condizionante del giallo non va spiegato), quindi il rischio del rigore sullo stesso argentino, infine una graduale sparizione dal campo. Pallone da un lato, l’ex Arsenal dall’altro e un’uscita dal match sempre più evidente. Per Ramsey i problemi di inserimento nello scacchiere sarriano sorprendono per un altro motivo: non sarà al massimo della condizione, ma sta bene e per uno che all’infermeria suo malgrado s’è abbonato spesso in carriera è comunque un segnale. Però i numeri di Udinese-Juventus schiacciano qualsiasi opinione incoraggiante a proposito del centrocampista, che ha giocato 49 palloni in un’ora abbondante – praticamente la metà di Danilo rimasto in campo per 16 minuti in più – con due soli recuperi a bilancio: undici in meno del dominatore Rabiot. Ora, i due vivranno anche un periodo di forma differente, con il francese nel pieno della consapevolezza delle proprie possibilità. Ma se Ramsey deve essere recuperato non va perso tempo. Pressione alta, inserimenti, corsa, tecnica: niente di tutto questo s’è ammirato giovedì sera, l’Udinese viaggiava su altre frequenze e il gallese è sembrato lontano dal miglior feeling con i compagni. Forse Maurizio Sarri gli darà un’altra possibilità contro la Sampdoria, però questo è un momento in cui servono certezze, anche in prospettiva Champions. […]
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    La Juve fa i conti con un flop: tutti i numeri di Douglas Costa

    Ci sono numeri e numeri: quelli di Douglas Costa sul campo hanno inciso sul destino della Juventus, ad esempio lo scorso autunno a Mosca, anche se sarebbe stato bello poterli ammirare con una maggiore frequenza. Il brasiliano ha un’anima da giocoliere, la rapidità di pensiero e di azione l’ha imparata dal futsal e quando è in vena fa divertire la gente. Altri numeri, invece, riguardano il rendimento complessivo di un giocatore costato non poco e che in tre stagioni, a parte la prima, ha deluso spesso.
    Douglas infortunato

    Quanti guai muscolari
    Ci si è messa la sfortuna, è vero, perché i guai muscolari non l’hanno mai risparmiato: ha saltato 43 partite finora. Si diceva fosse lo spaccapartite ideale, difatti Maurizio Sarri l’ha utilizzato con parsimonia: media di 37 minuti e spiccioli a gara in campo, Douglas non ha mai giocato così poco. Solo che le cifre – riportate nella tabella qui pubblicata – cantano, e non un soave ritornello. Certo, se sul prato fosse più costante probabilmente non avrebbe «nulla da invidiare a Mbappé», come disse Mircea Lucescu che allo Shakhtar Donetsk se lo lavorò con certosina pazienza. Il dubbio è lecito: Douglas, costato 46 milioni tra prestito e riscatto del cartellino dal Bayern Monaco, ha reso come tutti si aspettavano? Ok, togliamo il dubbio, risposta negativa al punto che non sarebbe stata da escludere l’ipotesi di una cessione a fine stagione, magari al Manchester City o al Psg.
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    Juve, De Ligt da record: è il difensore bomber più giovane

    TORINO – E pensare che l’aveva capito, Matthijs De Ligt, che non c’era ancora nulla di scontato. Nulla (men che meno l’aritmetica conquista dello scudetto), nonostante il gol che aveva appena segnato all’Udinese. «Questo gol è molto importante per me – spiegava ai microfoni di Sky tra primo e secondo tempo -, anche per la squadra, però adesso noi giochiamo altri 45 minuti. Ora sono contento, ma è importante poterlo essere anche dopo la partita». Appunto, manco a dirlo… Dopo la partita tutto era De Ligt, tranne che contento. Così come contenta non era la Juventus. Intesa come squadra, come società e più ancora come piazza. Tra mugugni, perplessità, arrabbiature per una sconfitta che smorza gli entusiasmi di chi (praticamente tutti) era convinto che ieri a Udine i campioni d’Italia in carica si sarebbero confermati tali, facendo passerella e festa.

    ESULTANZA E SMORFIA – Dal trionfo al tracollo. Dall’esultanza alla smorfia di dolore. Trattasi del saliscendi di emozioni juventine, perfettamente impersonificate proprio in De Ligt. Aveva segnato un gol emblematico e indicativo, l’olandese. Un sigillo che certificava ancora una volta il suo status di predestinato. Già volava la fantasia ed erano partiti i voli pindarici: rete scudetto dell’acquisto dell’estate, che suggella così il suo crescendo clamoroso nel primo anno in bianconero.
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    Juve, le combinazioni per lo scudetto nel prossimo turno

    TORINO – La Juventus fallisce il primo match point Scudetto perdendo 2-1 sul campo dell’Udinese e rimanda la festa scudetto, che si sarebbe tenuta solo in caso di vittoria bianconera. La squadra guidata da Sarri deve rimandare i festeggiamenti per il nono titolo consecutivo di Campioni d’Italia. Alla Juve, però, basterà vincere contro la Sampdoria domenica sera all’Allianz Stadium per conquistare lo Scudetto numero 36. Inoltre, la squadra bianconera potrebbe diventare campione d’Italia, prima di giocare la partita casalinga con la Sampdoria, se l’Atalanta perderà con il Milan, l’Inter non batterà il Genoa e la Lazio non vincerà a Verona contro l’Hellas. LEGGI TUTTO

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    Juve, Sarri: “Dispiaciuto per il ko, volevamo vincere a tutti i costi”

    UDINE – “Abbiamo perso ordine, volevamo vincere a tutti costi, ma abbiamo portato la partita su un binario pericoloso. L’abbiamo persa all’ultimo perché volevamo vincere a tutti i costi”. Il tecnico della Juventus Maurizio Sarri ai microfoni di Sky legge così il ko della Juve a Udine. “Abbiamo perso aggressività. Ci dispiace molto – sottolinea Sarri – d’aver perso questa partita. Ora fare punti è difficilissimo, dobbiamo stare sul pezzo per il campionato e poi penseremo alla Champions”. L’allenatore bianconero ha aggiunto: “È difficile tenere equilibrio tutta la partita, la stanchezza mentale è tanta e ci porta a distrarci. Volevamo vincere a tutti i costi, ci siamo disuniti e abbiamo perso.”
    Juve, le parole di Sarri
    Poi, su Pjanic: “Ha un problema all’adduttore, e comunque non mi sembravano le sue partite queste ultime.” Sarri si è soffermato sulle assenze: “Chiellini ci è mancato tutta la stagione, nel lungo periodo un difensore di questa portata e personalità sarebbe stato utile. Ma comunque la stagione è andata così e dobbiamo andare oltre queste problematiche.” Infine, sui troppi gol subiti e su Higuain: “Abbiamo avuto tanti rigori contro anche, per una squadra che attacca sempre è strano. Abbiamo Higuain fuori, lui in condizione ci puó risolvere queste situazioni con squadre chiuse. Possiamo appellarci ai tanti infortuni, ma dobbiamo essere capaci a fare meglio anche senza alcuni giocatori.” LEGGI TUTTO

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    Paratici: “I club dicono di aver raggiunto il loro obiettivo. Nessuno vuole lo scudetto…”

    “Durante questa stagione sono mancati gli inserimenti dei centrocampisti? La squadra ha cambiato diversi sistemi di gioco”. Fabio Paratici minimizza i pochi gol arrivati dagli interni, parla dei singoli e lancia una frecciata alle rivali. “Douglas Costa è un giocatore straordinario, credo che anche a livello europeo e mondiale sia uno dei più forti, decisivi e determinanti del calcio – ha detto a Sky Sport prima della sfida contro l’Udinese – Ha avuto qualche problema fisico, Sarri lo ha gestito bene”. 
    Tutto su Udinese-Juve
    Paratici: “Se nessuno vuole lo scudetto…”
    “Migliorare questa squadra? Cerchiamo di farlo ogni anno, cercheremo di farlo anche quest’anno. Quelli di questi anni sono risultati straordinari, vincere, rivincere e vincere ancora non è assolutamente semplice. Forse lo capiremo tra vent’anni quando guarderemo l’albo d’oro. Siamo la Juve, abbiamo questa responsabilità, questa pressione che è piacevole. Quando si fanno i consuntivi vedo che tutti i club hanno raggiunto i loro obiettivi, però nessuno dice che il loro obiettivo era lo scudetto. Noi invece ci riusciamo tutti gli anni. Se nessuno vuole vincere, ce lo prendiamo noi”.  LEGGI TUTTO

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    Udinese-Juve, i convocati di Sarri: out Higuain, tanti U23

    TORINO – La Juve alle 19.30 si gioca il primo match ball alla Dacia Arena contro l’Udinese per laurearsi campione d’Italia con tre turni d’anticipo. Il tecnico dei bianconeri Maurizio Sarri ha diramato la lista dei convocati per la sfida contro i friulani. Non ci sono Bonucci, squalificato, e Higuain (per lui problemi di lombalgia). Ancora out capitan Chiellini. Tanti U23 aggregati alla squadra.
    Diretta Udinese-Juve ore 19.30: probabili formazioni, come vederla in tv e in streaming

    Udinese-Juve: i convocati di Sarri
    PORTIERI: Szczesny, Pinsoglio, BuffonDIFENSORI: De Ligt, Alex Sandro, Danilo, Rugani, Demiral, CoccoloCENTROCAMPISTI: Pjanic, Ramsey, Matuidi, Rabiot, Bentancur, Muratore, ATTACCANTI: Ronaldo, Dybala, D.Costa, Cuadrado, Bernardeschi, Olivieri, Vaioni, Zanimacchia
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    Il libro su Cristiano Ronaldo

    TORINO – Ha vinto. Rivinto. Cambiato Paese e campionato. Rivinto ancora. Cambiato un altro Paese e un altro campionato. E ha rivinto ancora una volta. Cristiano Ronaldo è l’Imperatore d’Europa non solo per le cinque Champions League conquistate e gli altrettanti Palloni d’Oro, ma perché ha sempre spostato il confine, mentale e geografico, rilanciando la sua sfida personale al calcio. E vincendola.
    [[dugout:eyJrZXkiOiJVQmJXRE5zOSIsInAiOiJ0dXR0b3Nwb3J0IiwicGwiOiIifQ==]]Ecco perché abbiamo voluto raccontarlo a tappe nel nostro libro “Ronaldo Imperatore d’Europa”.
    C’è l’alba del campione in Portogallo, il primo momento di gloria con lo United in Inghilterra, il trionfale periodo nel Real Madrid e la nuova elettrizzante sfida con la Juventus.
    E ogni capitolo è raccontato da chi c’era, da chi ha testimoniato da vicino la vita e la carriera di CR7: la prima firma del giornalismo sportivo portoghese, il più importante cronista di calcio internazionale inglese, il top del giornalismo spagnolo e le firme di Tuttosport per raccontare il periodo italiano. Questo fa del libro un percorso speciale, perché il punto di vista è stato sempre privilegiato.E fra foto spettacolari (e alcune mai viste), ci sono anche dei contenuti esclusivi: un’intervista alla mamma Dolores che racconta il suo Ronaldo, da bambino a campione; un’intervista a Jorge Mendes, il superagente che ne svela i passaggi cruciali della sua carriera e ne svela il futuro; un’intervista a Fabio Paratici, che ricostruisce la trattativa del secolo con il quale lo ha portato alla Juventus.
    E a chiudere tutto, il capitolo più curioso di tutti con settanta domande sul mondo di CR7 fatte dai bambini e che trovano risposta, spesso con le parole dello stesso Ronaldo. LEGGI TUTTO