consigliato per te

  • in

    Juve, il taxi firmato e la storia di un grande amore: rifiutati centomila euro!

    TORINO – La prova di fedeltà è stata superata a pieni voti da Tommy Agosta, tassista e tifoso della Juventus di origini palermitane, che si è trovato a vivere una situazione simile a quella raccontata nel film del 1993, “Proposta indecente”. In quell’occasione un marito doveva decidere se concedere a un milardiario una notte insieme a sua moglie, in questo caso invece, la posta in palio è stata l’automobile di servizio del protagonista della vicenda. Ed è stato un test duro, di quelli che la notte ti portano a girarti e rigirarti più volte nel letto cercando di trovare l’ispirazione, di capire quale sia la scelta più giusta da fare. Da una parte la soluzione più logica e razionale, dall’altra quella più sentimentale e istintiva.
    La scelta del tassista
    Lui a quanto pare non ha avuto dubbi nell’optare per la seconda opzione, che non gli garantirà i 100mila euro che gli erano stati offerti per la sua Fiat Ulysse, ma gli permetterà di stare in pace con la sua coscienza, consapevole di aver dato una prova d’amore unica verso i colori bianconeri. Già, perché il signor Agosta ha detto “no” alla proposta arrivata da un principe di Riyad, che avrebbe voluto prendere possesso di quel mezzo molto particolare. Nel corso degli ultimi anni, infatti, Tommy ha guidato più volte con a bordo esponenti del mondo Juve e sistematicamente gli ha chiesto di lasciare dediche autografate ovunque sulla macchina, diventata un vero e proprio museo. Ci sono le firme di Gianni Agnelli, di Boniperti, di Platini, di Fabio Cannavaro, di Carlitos Tevez, di Cristiano Ronaldo e così via. Insomma, la valutazione dell’auto in sé per sé sarà pure di qualche migliaia di euro, ma a livello sentimentale vale molto di più di 100mila euro. L’amore, in fondo, è qualcosa che non ha prezzo. Neppure di fronte a una proposta indecente. LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus, Danilo mostra i muscoli ed esalta i tifosi: “Mio capitano”

    La Juventus si prepara ad affrontare un girone di ritorno in Serie A in cui i bianconeri dovranno dare tutto per cercare di sistemare la situazione in classifica dopo la clamorosa penalizzazione di 15 punti. Per riuscirci Allegri potrà contare sugli importanti rientri di Pogba e Vlahovic e sulle certezze che fino ad ora si sono sempre fatte trovare pronte. Una di queste è sicuramente Danilo, che grazie al suo carattere e alla sua propensione al sacrificio è considerato un idolo da moltissimi tifosi della Vecchia Signora. Non a caso, in diverse occasioni il brasiliano ha indossato la fascia da capitano della squadra, come nell’ultimo match di campionato contro l’Atalanta.
    Danilo, il post che esalta i tifosi
    Dopo essere risultato decisivo nella partita contro i bergamaschi segnando il gol del definitivo 3-3, il terzino brasiliano è stato anche immortalato con gli occhi lucidi dalle telecamere dopo le tante emozioni e tensioni che hanno vissuto lui e i suoi compagni di squadra nella battaglia contro gli uomini di Gasperini. Due giorni dopo Danilo posta su Instagram una foto che lo rappresenta in posa mentre flette i muscoli, scrivendo: “Tutti i nostri dei, paradiso e inferno, sono dentro di noi”. Il post è stato subito commentato da moltissimi tifosi che lo hanno esaltato, tra chi gli chiede di restare a vita in bianconero e chi lo eleva a capitano indiscusso della squadra. LEGGI TUTTO

  • in

    Vlahovic-Pogba, il test per riabbracciare la Juventus e i tifosi

    TORINO – Scatta l’ora ics anche per Dusan Vlahovic e Paul Pogba: giovedì la partitella interna contro i ragazzi delle giovanili dirà se l’attaccante serbo e il centrocampista francese sono pronti per finire sulla lista dei convocati per la sfida di domenica contro il Monza. I due bianconeri, che già avevano preso parte all’amichevole contro il Fossano la scorsa settimana, stanno bruciando le tappe per essere nuovamente a disposizione anche in un match ufficiale. Che sarebbe il primo della stagione per il Polpo. L’hanno annunciato un po’ tutti, dal tecnico Massimiliano Allegri dopo il pari contro l’Atalanta alla nuova dirigenza: entro fine mese l’infermeria bianconera, da mesi intasata, si sarebbe svuotata. L’ipotesi adesso si sta concretizzando perché almeno dalla Continassa stanno arrivando buone notizie: dopo il rientro di Juan Cuadrado, mandato in campo negli ultimi dieci minuti di Juventus-Atalanta, Vlahovic e Pogba vedono la linea del traguardo. Del serbo si sono perse le tracce dal 25 ottobre: il big match di Champions in casa del Benfica segna la sua ultima apparizione con la maglia della Juventus. E bisogna risalire a dieci giorni prima per vedere il suo nome nell’elenco dei marcatori: ha segnato il gol vincente nel derby contro il Toro, prima gara del filotto di otto trionfi consecutivi. E’ vero, Vlahovic ha partecipato a novembre anche al Mondiale in Qatar, ma il suo apporto alla nazionale serba è stato marginale, soltanto 71 minuti in campo perché sempre alle prese con la pubalgia, che ne ha condizionato la stagione, con appena 15 presenze, 7 gol e 2 assist. Avrà modo e tempo per riscattarsi e dare il suo contributo: con la penalizzazione la rincorsa a un posto in Europa è diventata in salita, i suoi gol saranno fondamentali sempre che Dusan sia nel frattempo maturato mettendo da parte la frenesia e la voglia di strafare per acquisire maggiore tranquillità nella gestione del gioco.Guarda la galleryJuventus, per Pogba e Vlahovic intero allenamento con la squadra: le FOTO della seduta

    Pogba, l’amichevole per il via libera

    Bisogna invece andare addirittura alla scorsa stagione per trovare l’ultima partita di Pogba: era il 19 aprile quando il Polpo lasciò dopo appena 10 minuti il campo nella sfida contro il Liverpool. Un’infortunio al polpaccio pose fine anzitempo alla sua ultima stagione al Manchester United. Quest’estate, con la Juventus, ha preso parte soltanto alla prima amichevole in terra americana, contro il Chivas, poi l’infortunio con la rottura del menisco, il 27 luglio, la scelta di non operarsi ma di provare con la terapia conservativa che si è rivelata fallimentare, il successivo intervento chirurgico, il 5 settembre, e il lungo calvario della riabilitazione, con una ricaduta che ha allungato i tempi di guarigione. Adesso il Polpo sgomita per concretizzare la sua scelta di cuore, la volontà di tornare a Torino, riabbracciando il popolo dello Stadium, che anche se lo ha criticato nei mesi scorsi non vede l’ora di applaudirlo in campo: c’è ancora una partitella che li separa, un’amichevole per ottenere il via libera. 

    Sullo stesso argomentoVlahovic alza la voce: “Non ci fate paura, noi siamo la Juve”Juventus LEGGI TUTTO

  • in

    Tifosi Juve, protesta e disdette tv in tutta Italia: ora si schierano anche i club

    Prosegue la protesta dei tifosi della Juventus a pochi giorni dalla sentenza della Corte d’Appello federale che ha sanzionato con 15 punti di penalizzazione il club bianconero per il caso plusvalenze. Il dissenso viaggia a vele spiegate sui social dove i supporter bianconeri portano avanti la loro battaglia combattuta a colpi di disdette verso le pay tv .I tifosi non ci stanno e hanno deciso di alzare la voce per non rivivere quanto successo nel 2006: stavolta dalla loro parte ci sono appunto i social che negli ultimi tempi sono diventati sempre di più un mezzo che permette di fare gruppo anche a distanza. Ed è proprio quanto accaduto ai sostenitori bianconeri che in questi giorni tra hashtag e comunicati hanno creato un vero e proprio tam tam e si sono uniti in difesa del club e contro la sentenza, LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus Next Gen, Huijsen è la prova che il progetto funziona

    La Juventus Next Gen prosegue nel suo ambizioso obiettivo di rappresentare la tappa intermedia tra la Primavera bianconera e il lancio in prima squadra. Diversi i talenti che negli ultimi mesi hanno compiuto questo passo, diventando adesso addirittura pedine importanti nello scacchiere di Massimiliano Allegri. Una delle stelline tenute in grande considerazione nell’ambiente bianconero è sicuramente Dean Huijsen.Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    Juventus Next Gen, Huijsen sempre in campo
    Il difensore classe 2005 ha debuttato con la compagine Under 23 lo scorso 8 gennaio, nella sconfitta per 2-1 col Pordenone dove, nonostante il k.o., fu protagonista di una prova più che sufficiente, anche a detta di mister Massimo Brambilla. Da lì in poi il roccioso centrale non è più uscito dal campo: 3 partite in campionato e 1 in Coppa Italia, giocate praticamente tutte per intero. Un percorso, quello di Huijsen, che testimonia una volta di più come la tappa professionistica tra l’Under 19 e la squadra maggiore sia funzionale nella crescita dei giovani calciatori. E qualche errore, che pure è stato commesso (vedi il gol concesso a Ogunseye nella semifinale di andata di coppa con il Foggia), è sicuramente messo in preventivo da squadra e società. Huijsen resta però una delle giovani promesse tenute in maggiore considerazione dalla Juventus, e il fatto che da quando è approdato in Next Gen le abbia giocate tutte, certifica le sue indubbie qualità nonostante gli ampi margini di crescita. LEGGI TUTTO

  • in

    Gianni Agnelli, vent’anni in cui non è mai andato via

    Manca da vent’anni, ma non se n’è mai realmente andato. Troppo ricorrente nei discorsi, troppo influente il suo esempio, troppo presente la sua eredità per considerare Gianni Agnelli definitivamente un pezzo di storia, nonostante – appunto – siano passati vent’anni. «Chissà cosa avrebbe detto l’Avvocato» è una domanda che rimbalza spesso nel dibattito (calcistico e non), spesso ci si inventa delle risposte, ma è un giochino difficile quello di copiare stile e intelligenza di certe battute, efficacia di certe metafore.

    Qualche giorno fa ne abbiamo, purtroppo, dovuto rinfrescare una, per ricordare Gianluca Vialli che Gianni Agnelli aveva definito «il Michelangelo della Sistina, ovvero lo scultore che diventa pittore». Una perla di conoscenza calcistica e di storia dell’arte, perché tutto corrisponde perfettamente in quell’accostamento fra due mondi apparentemente distanti anni luce, ma che la profonda passione per il bello dell’Avvocato aveva avvicinato con una manciata di parole. È stato lui a insegnarci che il calcio e lo sport in generale erano cultura, abbattendo uno steccato la cui altezza oggi non cogliamo proprio perché è stato smontato nell’ultimo mezzo secolo, ma negli Anni 70 era un muro solido e quasi invalicabile. Gli intellettuali e gli sportivi erano due insiemi con rare e minime intersezioni. Quando nasce Repubblica, nel 1976, non ha le pagine sportive, per fare un esempio. E la figura dell’intellettuale orgogliosamente tifoso, pronto a ostentare la fede calcistica, era quasi inesistente, al punto che faceva scalpore Pier Paolo Pasolini, uno dei primi a spiegare il valore culturale e sociale del pallone.

    In quel periodo, l’Avvocato parlava di calcio senza sminuirlo, con lo stesso approccio che dedicava alle “cose serie”, non mancando mai di spendere un pensiero alla sua Juventus nelle interviste più importanti, alcune delle quali passate alla storia perché fra una riflessione sulla Fiat e una sulla situazione internazionale, veniva infilata una chicca sulla Juventus o su un giocatore.

    Era uno degli uomini più potenti del Paese, uno dei più ascoltati nel mondo, aveva una cultura raffinata e sapeva indiscutibilmente godersi la vita, ci ha insegnato proprio in quegli Anni che uno dei modi per farlo è andare a vedere le partite, amando e soffrendo per una squadra di calcio, anche per uno come lui, élite delle élite. Se oggi nessuno mette in discussione il fatto che certi gol di Sivori, Platini o Baggio (per citare tre suoi pupilli) sono opere d’arte, lo si deve ai suoi soprannomi e alle sue similitudini. Ha tolto a milioni e milioni di appassionati di calcio quel senso di colpa che un certo intellettualismo insinuava, riducendo uno dei più entusiasmanti e drammatici spettacoli del mondo a una sfida fra trogloditi in calzoncini. Non è una rivoluzione da poco ed è uno dei pezzi di eredità di Gianni Agnelli di cui godiamo ancora adesso e che rende la sua figura attuale e non storica. A vent’anni dalla sua scomparsa, comporre un giornale dedicato a lui è una questione di scelte dolorose, perché vorresti mettere mille altre foto, vorresti riproporre mille altri articoli, vorresti scriverne mille di nuovi sentendo persone che l’hanno conosciuto e consentono la scoperta di una battuta nuova o un punto di vista nuovo per osservarlo. Una cosa, però, dà soddisfazione: a distanza di vent’anni, Gianni Agnelli è ancora una miniera ricchissima di contenuti, di pensiero, di storie e di Storia. Sì, è vero, ci manca, ma in fondo non se n’è mai andato del tutto. LEGGI TUTTO

  • in

    John Elkann sulla Juventus: “Un'ingiustizia. Ci difenderemo con fermezza”

    TORINO – Parla John Elkann nel ventennale della scomparsa del nonno Gianni Agnelli. Lo fa con un’intervista ai giornali della sua Gedi. Ecco da Repubblica lo stralcio sulla Juve e l’inchiesta. Ma l’Avvocato oggi sarebbe orgoglioso anche della Juventus? “In questi 100 anni di vita insieme abbiamo attraversato un periodo di grandi soddisfazioni e di grandi difficoltà: negli ultimi 20 anni la Juventus ha vinto 11 scudetti sul campo, 6 supercoppe italiane, 5 coppe Italia, più i successi delle Women. Il titolo mondiale del 2006 e l’europeo del ’21 sono stati vinti da una Nazionale con forte dorsale juventina. E con la vittoria quest’anno dell’Argentina la Juve è la squadra con più giocatori che hanno conquistato un campionato del mondo. Il -15? La Juventus è la squadra italiana più amata e seguita: rappresenta il nostro calcio nazionale. L’ingiustizia di questa sentenza è evidente: in molti l’hanno rilevato, anche non di fede bianconera, e noi ci difenderemo con fermezza per tutelare l’interesse dei tifosi della Juve e di tutti quelli che amano il calcio. Spero che insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. La Juventus non è il problema, ma è e sarà sempre parte della soluzione. Qui è in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante”. LEGGI TUTTO

  • in

    Danilo, lacrime dopo Juve-Atalanta. E quel post sui social che spiega tutto

    TORINO – Uno dei protagonisti del pareggio tra Juventus ed Atalanta è stato il brasiliano Danilo. Il capitano bianconero ha realizzato il gol su punizione del 3-3 finale, facendo esultare come mai in carriera Massimiliano Allegri, riscattando il brutto errore che aveva dato vita al gol del 2-2 ospite ad inizio secondo tempo. Dopo il triplice fischio dell’arbitro il brasiliano ha avuto anche un momento emotivo dopo le tante emozioni e tensioni che hanno vissuto lui e i suoi compagni di squadra nella battaglia contro gli uomini di Gasperini: le telecamere lo hanno immortalato con occhi lucidi e tra gli abbracci dei compagni. LEGGI TUTTO