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    Juventus Next Gen, i risultati deludono ma c'è un motivo per sorridere

    La Juventus Next Gen non può dirsi soddisfatta dei risultati dell’ultimo periodo. Dopo il successo in Coppa Italia contro il Padova dello scorso 7 dicembre, sono arrivate 5 sconfitte e 2 pareggi (l’ultimo ieri con il Renate), 13 gol incassati e appena 6 realizzati. Se il rendimento della squadra di mister Massimo Brambilla non può soddisfare, c’è comunque un motivo per cui sorridere.Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    Juventus Next Gen e il lancio di talenti
    La compagine under 23 nasce, infatti, soprattutto per far crescere i talenti del vivaio bianconero e rappresentare la giusta tappa di mezzo tra la Primavera e la prima squadra. Obiettivo raggiunto per tanti elementi oggi alla corte di Massimiliano Allegri, e che sembra possa portare ancora i suoi frutti. Da poco nella Juve Next Gen è arrivato Dean Huijsen, difensore che sta assaporando il professionismo e che, tra alti e bassi, sta attraversando il processo di crescita necessario che potrebbe però vederlo ben presto in prima squadra. Discorso che vale anche per altri calciatori come Nikola Sekulov, ieri in gol, ma così come Martin Palumbo, Enzo Barrenechea o Felix Correia (quest’ultimo reduce da un lungo infortunio ma il cui rientro è previsto a breve). Talenti che militano nell’under 23 ma che già guardano e sperano di arrivare presto nel poster della prima squadra. Se i risultati sul campo lasciano a desiderare, e andranno comunque ritoccati, quelli ottenuti nella crescita delle nuove stelle bianconere lascia più che soddisfatti. LEGGI TUTTO

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    Juventus Next Gen, Sekulov prossima stella: piede caldo e sguardo al futuro

    Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    Juventus Next Gen, Sekulov in rampa di lancio
    Classe 2002, nel settore giovanile bianconero fin dal 2016, nell’ultima partita Sekulov l’uomo in più di una squadra che nell’ultimo periodo è in difficoltà. Sorte ha voluto che l’esterno con origini macedoni oltre che italiane, abbia timbrato il cartellino contro il Renate sia all’andata che al ritorno. In mezzo il già citato gol in Coppa Italia contro il Padova. Tre reti segnate quest’anno oltre a 2 assist, ogni volta di più mostra qualità fuori dal comune: sacrificio nel ripiegamento, intelligenza calcistica superiore, visione di gioco e tocco di palla che lascia incantanti. Se riuscisse più spesso a essere cattivo e a trasformare in oro le sue conclusioni, come quella di destro da fuori diventata gol col Renate ieri, allora parleremmo già di un giocatore finito. Tempo e margini di crescita ce ne sono a sufficienza, ma lui pensa già in grande: “Spero di poter debuttare presto in prima squadra”, così si era espresso lo scorso dicembre dopo gol e vittoria col Padova in Coppa Italia. La sua speranza quella di percorrere le orme dei vari Fagioli, Miretti, Iling-Junior e Soulé, quella della Juventus di aver trovato il prossimo talento da far esplodere alla corte di Massimiliano Allegri. LEGGI TUTTO

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    Juventus Women, Rosucci e la dedica speciale dopo la vittoria

    La Juventus Women ritrova la vittoria: 2-1 in casa del Pomigliano, un successo non facile ma che ridà sorriso e, soprattutto, 3 punti preziosissimi in classifica che consentono di tenere il passo della Roma capolista. Al termine della sfida, sul proprio account Instagram, la centrocampista bianconera Martina Rosucci ha voluto dedicare la ritrovata vittoria ad alcuni tifosi in particolare.Guarda la galleryJuventus Women, ribaltato il Pomigliano: decidono Cantore e Beerensteyn
    Juventus Women, il pensiero di Rosucci
    La sfida contro il Pomigliano si è giocata a porte chiuse, una decisione presa dopo che i tifosi si erano già organizzati per raggiungere l’Ugo Gobbato, scatenando non poche polemiche e la reazione dei gruppi organizzati per una scelta, a loro detta, di difficile comprensione e che non fa sì che il calcio femminile venga visto come un settore importante del professionismo. Ed è prorprio a questi tifosi che Martina Rosucci, con una storia su Instagram, ha pensato al termine del match vinto per 2-1 in trasferta: “3 punti importanti dedicati ai nostri tifosi lasciati fuori dalle porte chiuse, soprattutto a quelli che avevano già comprato i biglietti per seguirci fin qui”. Un messaggio di sostegno a chi era pronto, per l’ennesima volta, a macinare km per seguire la squadra, ma alla fine ha gettato tempo e, soprattutto, soldi, per una trasferta mai avvenuta. LEGGI TUTTO

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    Juventus Women, Grosso l’arma in più: fantasia al potere

    La Juventus Women torna alla vittoria contro il Pomigliano: nonostante lo svantaggio iniziale firmato Ferrario, le bianconere l’hanno ribaltata con Cantore e Beerensteyn. Eppure la differenza nella squadra di mister Joe Montemurro non è stata nessuna delle due marcatrici, ma la mente della squadra, che ha messo in atto una regia da… film oscar: Julia Grosso.Guarda la galleryJuventus Women, ribaltato il Pomigliano: decidono Cantore e Beerensteyn
    Juventus Women, l’effetto Grosso
    Canadese, classe 2000, arrivata alla Juventus poco più di un anno fa, con il passare della partite è cresciuta in maniera esponenziale, fino a diventare una delle più grandi fonti di gioco delle bianconere. E se col Pomigliano ha confezionato un assist al bacio in occasione del gol vittoria, ha impressionato soprattutto per intelligenza tattica, qualità del tocco e ordine mentale ed di esecuzione. Insomma, la luca in una squadra che, al di là della vittoria ritrovata, dovrà ricercare ancora la migliore espressione del gioco. Grosso è in vetta nella classifica assist della Serie A femminile al pari Chawinga, attaccante dell’Inter. 6 i passaggi chiave messi a referto, che aggiunti ai 2 gol significa che è stata decisiva 8 volte in 12 partite: numeri spaventosi, specie se si pensa che si tratta di una regista. Qualità nell’impostazione del gioco (addirittura 93% di passaggi riusciti quest’anno) e giocate chiave quando serve, e forse anche di più: in attesa che la Juventus Women ritrovi il coraggio chiesto alla vigilia del Pomigliano da Montemurro, può crogiolarsi nell’aver trovato la vittoria e, soprattutto, un Grosso fattore in mezzo al campo. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Atalanta, la moviola: ai bianconeri manca almeno un rigore

    Marinelli è molto tollerante e questo fa bene alla partita, ma esagera in area atalantina. Al 7’, quando Milik su filtrante di Di Maria ruba il tempo a Palomino, che anziché correre verso la palla va sul polacco e lo cintura, per poco ma in modo netto e interrompendone lo scatto: il var non può intervenire. Interviene invece al 24’, quando salva Marinelli, che non aveva visto il fallo netto di Ederson su Fagioli e può così fischiare il rigore. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Marchisio: “Le plusvalenze si fanno in due”

    TORINO – Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus, nel corso di ‘90° Minuto’ ha analizzato il delicato momento vissuto dal club bianconero: “Le intercettazioni le abbiamo lette tutti, non è che uno vuole difendere la Juventus. Spero che ci siano indagini anche da altre parti per capire se è stato fatto da una parte sola o no”.
    Juventus, Marchisio sul caso plusvalenze
    L’opinionista ha poi continuato: “Le plusvalenze vanno sempre fatte in due, vediamo più avanti cosa verrà fuori. Manca un principio contabile delicato, quindi l’invito è che chi di dovere possa lavorare il prima possibile per togliere questa difficoltà che vediamo non solo in Italia ma anche in Europa”. LEGGI TUTTO

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    Juventus, un popolo che non vuole essere preso in giro

    La Juventus ha regalato tre gol all’Atalanta, ci sarebbe da arrabbiarsi, ma alla fine Massimiliano Allegri è contento, si vede dall’ironia abrasiva con cui infila affilatissime battute. Una risata non seppellirà le storture della giustizia sportiva, ma vedere la sua squadra viva, arrabbiata, pronta a lottare fino all’ultimo minuto di recupero non può che confortarlo e fomentare l’orgoglio dei tifosi, compattati intorno al club nel momento più difficile. Non si sa a cosa serviranno i punti conquistati da qui alla fine, quanti verranno ancora cancellati dai tribunali federali, ma lo spirito della Juventus di ieri sera è impermeabile a ogni penalizzazione e racconta di una squadra e di un popolo pronti ad affrontare insieme qualsiasi tipo di battaglia. E non certo come le bestie (questo sono) che sui social minacciano di morte Chiné, ma come quelli che non mollano nei momenti difficili, che pretendono di capire, che non vogliono farsi supercazzolare da astrusi ragionamenti per giustificare il fatto che la Juventus rischia di essere l’unica squadra punita, anzi bastonata, per le plusavalenze artificiali che hanno retto i bilanci di decine di squadre italiani negli ultimi vent’anni.Guarda la galleryElkann con Ferrero, Scanavino e Calvo: il gotha Juve in tribuna

    Disparità di giudizio

    Il popolo della Juventus ha passato Calciopoli e ne ha studiato le incongruenze, dalle più grandi alle più piccole e, sì, non ha ancora accettato quelle sentenze perché pesa come un macigno la disparità di giudizio per la quale gli stessi comportamenti, accertati dallo stesso procuratore (Stefano Palazzi) hanno comportato punizioni per qualcuno, premi per qualcun altro. La disparità di giudizio non può essere la cifra della giustizia sportiva che si basa sul concetto di lealtà che i giudici, per primi, dovrebbero rispettare. Uno juventino di solito non è soddisfatto di un pareggio in casa, ma in questo clima surreale e di classifica mobile, ieri contava altro e quello si è visto. Si è visto anche un Di Maria frizzante, un sontuoso gol di Milik, un Danilo sempre più leader, un Fagioli sempre più consistente e un gruppo di uomini consapevoli di quello che dovevano fare e dimostrare. Saranno mesi lunghi da qui a giugno. Ci saranno partite in campo e nelle aule, quella di ieri sera potrebbe essere un’ispirante metafora di come la Juventus, la società, la squadra, la sua gente, dovrà affrontarle. Certo, evitando gli sciagurati errori difensivi. Ecco, quelli no, non sono una bella metafora per quello che la Juventus deve affrontare nei prossimi centocinquanta giorni. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Atalanta 3-3: ripartire da cuore e Di Maria

    TORINO – Carattere e Di Maria, ma non solo: la Juventus non è riuscita a ripartire con una vittoria dopo la mazzata dei 15 punti di penalizzazione subita venerdì dalla Corte d’appello federale e vede allungarsi ulteriormente la distanza dalla zona Europa e dalla zona Champions, ma nel 3-3 con l’Atalanta può trovare comunque solidi appigli a cui aggrapparsi per tentare l’impresa della scalata.Guarda la galleryJuve-Atalanta, Di Maria show: rincorre l’arbitro, segna il rigore e esulta così

    Il cuore

    Il carattere, intanto. Che forse non è bastato a evitare contraccolpi psicologici della penalizzazione, o almeno è il dubbio che viene nel vedere, dopo quattro minuti, Locatelli regalare palla all’Atalanta sbagliando una verticalizzazione normale e Szczesny deviare maldestramente nella propria porta il destro con cui Lookman chiude il successivo contropiede, potente ma diretto proprio sui guanti del portiere polacco. Ed è il dubbio che torna al 1’ della ripresa quando è Danilo a regalare sulla trequarti bianconera il pallone da cui nasce il 2-2 di Maehle. Di certo, però, i bianconeri di carattere ne hanno avuto abbastanza per reagire sia alla situazione durissima in cui li ha gettati la Corte d’appello della federazione, sia agli errori con cui per due volte l’hanno resa ancora più dura. Perché dopo lo 0-1 hanno preso in mano la partita e non solo con il carattere, ma eludendo spesso il pressing dell’Atalanta con una circolazione veloce e precisa, soprattutto quando il pallone passava dai piedi di Fagioli e Di Maria. Il primo peraltro si è guadagnato il rigore dell’1-1 e ha servito l’assist per il gran gol di Milik (sul quale potevano starci altri due rigori, uno in avvio e uno a fine primo tempo per falli di Palomino e Toloi), il secondo ha firmato dal dischetto l’1-1, innescato l’azione del 2-1 con una tra le tante giocate di gran talento mostrate e ha toccato di suola la punizione del 3-3 di Danilo.

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    La classe

    Come detto, il Fideo assieme al carattere è un altro appiglio a cui Allegri e la Juventus possono guardare con fiducia. Dopo i lampi di Napoli, l’argentino ha confermato (ammesso che ce ne fosse bisogno) di poter fare la differenza: e dopo il gol di Chiesa in Coppa Italia è sempre più chiaro (anche in questo caso ammesso che ce ne fosse bisogno) quanto possa aver pesato per la squadra bianconera dover fare a meno di entrambi. E di Pogba e, spesso, di Vlahovic. Quelli del Polpo e di DV9 saranno i prossimi grandi rientri, i prossimi appigli a cui aggrapparsi nell’arrampicata che sembra impossibile. In attesa di poterli afferrare Allegri adesso deve trovare il modo di sfruttare assieme Chiesa e Di Maria, anche costo di modificare il 3-5-2 che ha funzionato bene da metà ottobre, ma che complica la coesistenza dell’azzurro e dell’argentino. Può lavorarci avendo come base quanto di buono mostrato nel corso delle otto vittorie di fila e anche, al netto degli errori grossolani, nel 3-3 di ieri. Da qui riparte la scalata.

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