TORINO – Per la prima volta dopo 10 anni la Juventus saluta l’Allianz Stadium senza trofei da mostrargli (ma a farne ammirare uno ai tifosi ci sono comunque le Women che esibiscono quello del loro quinto Scudetto consecutivo), però regala lo stesso una serata di festa, a metà tra passato e futuro. Il passato in cui hanno fatto il loro ingresso trionfale da giocatori bianconeri Giorgio Chiellini, sostituito come da programma da De Ligt dopo 15 minuti e acclamato sotto la curva a partita in corso come Del Piero 10 anni fa, e Paulo Dybala, uscito al 32’ della ripresa per l’esordiente Palumbo e a propria volta richiamato sotto la Scirea per un bagno d’amore. Il futuro più o meno prossimo in cui Chiellini tornerà da dirigente e quello immediato, scaldato dalle indiscrezioni sempre più concrete sul ritorno di Paul Pogba che fanno sognare ai tifosi una Juventus di nuovo vincente dalla prossima stagione.Sullo stesso argomentoJuve-Lazio, Chiellini esce al minuto 17: fascia da capitano a DybalaJuventusGuarda la galleryL’ultima allo Stadium di Chiellini e Dybala: l’omaggio dei tifosi della Juve
Festa e sogni a cui la squadra bianconera non abbina un risultato adeguato sul campo, dove la sfida con la Lazio si svilippa da subito secondo il copione classico dei confronti tra Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri. Biancocelesti in possesso palla a cercare spazi attraverso il fraseggio, bianconeri pronti a ripartire in verticale. La differenza pare farla la precisione al tiro, spesso – troppo spesso – tallone d’Achille della Juventus in questa stagione, ma che per una sera vede i bianconeri più cinici e precisi dei propri avversari. Anche sfortunati in avvio, quando al 4’ Cataldi colpisce la traversa dal limite dopo uno scambio con Zaccagni. Aiuto della sorte che i bianconeri non capitalizzano subito, perché Vlahovic prima controlla male una sponda aerea di Morata su lancio di Bonucci e poi viene chiuso dopo una verticalizzazione di Miretti, ma comunque presto. Alla terza possibilità DV7 non perdona, su cross da sinistra di Morata sfila alle spalle di Marusic sul secondo palo e di testa in tuffo batte Strakosha. Dopo aver rischiato di subire il raddoppio per mano, anzi, per piede di Bernardeschi, al 12’ e al 25’, la Lazio si fa pericolosa quattro volte a cavallo della mezzora, ma quando non c’è un bianconero a chiudere (bravissimo Perin in uscita bassa su Feliper Anderson) Zaccagni di tacco e Luis Alberto da fuori sono imprecisi. Errori che la Juventus punisce con una cavalcata sulla destra di Dybala, chiusa da uno splendido tacco per Cuadrado che punta l’area e poi serve a sinistra in area Morata, bravo ad accentrarsi e segnare il 2-0 con un gran destro sul secondo palo.
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Sembra una perfetta serata di festa, ma la Lazio si gioca un posto in Europa League (già aritmetica invece la Conference) e non può e non vuole fare da invitata. Inizia attaccando e sull’ennesimo corner accorcia, approfittando di una Juve che invece dal clima di festa sembra distratta e si dimentica Patric: il colpo di testa forse uscirebbe, ma Alex Sandro lo devia alle spalle di Perin. I biancocelesti premono ancora di più, ma al 25’ la Juve torna a sfiorare il gol con un gran contropiede, avviato e chiuso da due dei tre giocatori immessi al 15’ da Allegri: Aké, che inizia l’azione con uno scatto a destra, e Kean, che la chiude con una mezza rovesciata a lato su cross di Bernardeschi (il terzo entrato è Pellegrini, usciti Vlahovic, Locatelli e Morata). Il rischio corso sembra intimidire la Lazio, che per giunta perde al 31’ Luis Alberto e al 39’ Lazzari, e solo al 90’ sfiora di nuovo il pari: anzi, lo segnerebbe anche con Felipe Anderson, ma il gioco è già stato fermato perché un attimo prima Milinkovic Savic invece del pallone ha calciato la gamba di Bernardeschi che lo aveva anticipato in scivolata. Con soli 5 minuti di recupero da giocare sembra finita, invece la Juve spreca malamente un contropiede (peraltro con il contributo di un intervento quantomeno molto dubbio di Zaccagni non reputato falloso dall’arbitro Ayroldi), permettendo alla Lazio di lanciarne un altro che, dopo una bella parata di Perin su Patric, Milinkovic Savic chiude con il gol del 2-2. Non si riprende nemmeno a giocare e anche la Lazio può festeggiare: l’Europa League è matematica. La Juventus riprende a festeggiare Chiellini e a sognare nuove feste per il futuro.
JUVE-LAZIO, TABELLINO E STATISTICHE
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