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    Milan in Champions League, Napoli no. Per la Roma c'è la Conference

    TORINO – Milan in Champions League, Napoli no. Questi due dei verdetti più pesanti dell’ultima giornata di Serie A, che ha visto il Diavolo passare sul campo dell’Atalanta con due rigori segnati da Kessié (0-2) e chiudere così al secondo posto il campionato proprio davanti alla ‘Dea’, mentre la squadra di Gattuso si fa rimontare al ‘Maradona’ dal Verona (1-1) e si vede così soffiare il quarto posto all’ultima curva dalla Juve (vittoriosa per 4-1 a Bologna). In Europa League con gli azzurri andrà la Lazio (ma questo già si sapeva), battuta 2-0 in trasferta da un Sassuolo che resta invece fuori di un soffio dalla Conference League: la settima piazza finale è infatti della Roma, che se lo prende a cinque minuti dalla fine sul campo dello Spezia con un gol di Mkhitaryan per un 2-2 in rimonta sufficiente a garantire un palcoscenico europeo al prossimo tecnico giallorosso José Mourinho.
    Serie A, la classifica
    Il Milan passa a Bergamo
    Indisponibili Kovalenko e Hateboer per Gasperini che schiera il solo Zapata in attacco con Malinovsky e Pessina alle spalle, mentre sulle corsie esterne ci sono Maehele e Gosens e Romero guida la difesa a tre. Senza Ibrahimovic, Rebic e Gabbia invece Pioli dà spazio a Leao davanti con Diaz sotto punta e Kessie e Bennacer in mediana, mentre i terzini sono Calabria e Theo Hernandez. Il primo tentativo è rossonero (destro alto di Saelemaekers al 4′), ma sono davvero poche le emozioni in un primo tempo equilibrato giocato a ritmi insolitamente bassi dall’Atalanta contro un Milan guardingo, in attesa dell’episodio giusto. Quello che arriva al 42′, quando Theo Hernandez scambia bene con Diaz ed entra in area dove poi va giù sulla doppia entrata di Maehele  e Romero: per l’arbitro è rigore e dal dischetto l’ex Kessié non dà scampo a Gollini. Proteste per Gasperini, che viene ammonito e va all’intervallo sotto di un gol ma al rientro negli spogliatoi si ripresenta con Muriel (fuori Pessina). La prima palla buona capita però a Zapata, che la riceve da Malinovsky e con un rasoterra incrociato sfiora palo e pareggio (56′). Ancora proteste atalantine poi per un tocco col braccio (attaccato al corpo) di Tomori su un rimpallo, prima di un destro alto su punizione di Muriel (61′) e del contropiede che porta il rossonero Leao a colpire il palo e a mancare così il colpo del ko (68′). Il Milan non vuole rischiare più niente e riesce a reggere senza troppi affanni la pressione atalantina, per andare poi persino a raddoppiare nel finale, quando Gosens tocca la palla con il braccio in area e De Roon si prende il rosso stendendo Krunic: dal dischetto va ancora Kessié che al 92′ mette il sigillo sulla Champions League.
    Atalanta-Milan 0-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryMilan, festa Champions con doppietta dell’ex Kessie. L’Atalanta è 3ª
    Harakiri Napoli: sfuma la Champions
    Out Ghoulam, Koulibaly e Maksimovic per Gattuso che conferma il 4-2-3-1 con Osimhen unica punta supportato da Lozano, Zielinski e Insigne (in mediana Bakayoko e Fabian Ruiz) mentre in difesa c’è Rrhamani con Manolas e i terzini sono con Di Lorenzo e Hysaj. Sull’altro fronte fuori Benassi e Vieira per Juric, che all’ultimo momento perde anche Tameze: nel 3-4-3 a centrocampo tocca così a Dawidowicz con Ilic mentre in difesa (davanti al giovane Pandur) vengono schierati Ceccherini, Gunter e Dimarco, con Zaccagni e Bessa sulla trequarti a sostegno di Kalinic. Frenati forse dalla tensione gli azzurri sembrano meno brillanti rispetto alle ultime partite, imbrigliati da un Verona che gioca invece senza pressioni e con la testa libera. Ad accendere il Napoli dopo mezz’ora ci prova allora capitan Insigne, ma sul suo sinistro a giro la palla sfila fuori a pochi centimetri dal palo. Prima del riposo il Verona perde per infortunio Dawidowicz (dentro Udogie) e dopo una conclusione a lato dell’azzurro Lozano spaventa ancora i padroni di casa, ma Di Lorenzo è bravo a fermare Kalinic ben servito da Zaccagni. Nessun cambio all’inizio di una ripresa in cui ci si aspetterebbe un altro Napoli ed è invece ancora il Verona a partire meglio: sinistro di Dimarco fermato da Meret (50′). Gattuso inizia ad essere preoccupato ma la svolta sembra arriva su un calcio d’angolo al 60′, quando l’ex veronese Rrhamani prima ci prova di testa e poi ribadisce di destro in rete senza esultare per la sua prima rete in Italia, in segno di rispetto verso i suoi vecchi compagni. Gli animi si accendono con Gattuso e Juric che hanno qualcosa da dirsi e si beccano entrambi l’ammonizione, poi nove minuti cala il gelo sul ‘Maradona’: lunghissimo lancio di Gunter per Faraoni, che brucia Hysaj e batte Meret. Tutto da rifare per ‘Ringhio’ che rischia allora il tutto per tutto e passa al 4-2-4, gettando nella mischia Politano, Mertens e Mario Rui (fuori Lozano Zielinski e Hysaj). Gli azzurri vanno all’assalto ma Faraoni mura Bakayoko (75′) e poi l’arbitro lascia correre quando Mertens va già nel finale su un contatto con Udogie. L’ultima chance capita sul piede del neo entrato Petagna che spara però alta sopra la traversa la palla e le ultime speranze Champions.
    Napoli-Verona 1-1: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryIl Verona sbatte il Napoli fuori dalla Champions League
    La Roma fa festa nel finale
    Fuori Acampora, Chabot, Mattiello, Piccoli, Dell’Orco oltre allo squalificato Farias per Italiano, che consegna la cabina di regia del suo 4-3-3 ad Agoumé e davanti si affida al tridente composto da Verde, Nzola e Gyasi. Dall’altra parte lunga la lista di indisponibili (Zaniolo, Calafiori, Veretout, Perez, Spinazzola, Diawara, Smalling, Pellegrini, Ibanez e il portiere Pau Lopez) per Paulo Fonseca, che alla sua ultima in giallorosso schiera Fuzato tra i pali e Pedro, Mkhitaryan ed El Shaarawy alle spalle del centravanti Borja Mayoral (inizia in panchina Dzeko). A partire forte sono i liguri, che sporcano subito i guanti di Fuzato con Verde, ex di turno che non si accontenta e al 6′ porta avanti i suoi su assist di Nzola. I giallorossi accusano il colpo e tre minuti dopo Cristante rischia il rigore su un contatto con Gyasi (vane le proteste), mentre all’11’ è Fuzato a salvarli sulla conclusione di Pobega e poi sul tap-in dello scatenato Verde. La reazione romanista è in una conclusione di El Shaarawy respinta da Rafael, ma è troppo poco contro uno Spezia che con la salvezza in tasca gioca in scioltezza. E prima del riposo, dopo una parata di Fuzato su Bastoni, trova anche il raddoppio su calcio piazzato: angolo calciato da Verde, sponda del solito Nzola e zampata vincente di Pobega. Al rientro dall’intervallo c’è Ricci nel Sassuolo (fuori Pobega) e Reynolds al posto di Santon nella Roma che sembra subito un’altra: dopo una conclusione debole di Borja Mayoral è El Shaarawy ad accorciare le distanze con il destro (52′). Lo Spezia non ci sta e prova subito a riallungare con Verde, a cui dice però di no Fuzato come fa sul cambio di fronte Rafael con il ‘Faraone’ e poi con Mkhitaryan. C’è però ancora tempo per Fonseca che getta nella mischia Villar, Dzeko e poi Pastore (fuori Darboe, Borja Mayoral e Pedro), con il ‘Flaco’ che impiega poco a mettere davanti alla porta Cristante poco lucido però nel calciare malamente addosso a Rafael (75′). La tensione sale sulla panchina giallorossa mentre le lancette continuano a scorrere ma a scioglierla ci pensa Mkhitaryan, che a cinque minuti dalla fine si avventa su una sponda di Dzeko e segna il gol del 2-2 che regala alla Roma il pass per la Conference League.
    Spezia-Roma 2-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryMkhitaryan ed El Shaarawy in rimonta: Roma in Conference League
    Sassuolo, vittoria amara
    Out capitan Magnanelli e Romagna per De Zerbi, che alla sua ultima in neroverde (per lui pronta la nuova avventura in Ucraina con lo Shakhtar Donetsk) rivoluziona la formazione reduce dalla vittoria col Parma: fasce a Toljan e Kyriakopoulos, Defrel unica punta con Djuricic alle sue spalle fiancheggiato da Berardi e Boga. Sull’altro fronte lunga la lista di assenze per Simone Inzaghi (in bilico la sua permanenza a Roma), che arriva al Maepi Stadium senza Acerbi, MIlinkovic-Savic, Caicedo e Immobile oltre agli squalificati Pereira, Luiz Felipe e Luis Alberto: in difesa c’è così Parolo a fare il centrale tra Marusic e Radu, mentre a centrocampo c’è spazio per Cataldi e Akpa Akpro con Muriqi-Correa coppia d’attacco. Il Sassuolo la sblocca già al 10′ con un sinistro di Kyriakopoulos e la Lazio prova subito a reagire con Muriqi (che supera in velocità Consigli ma poi calcia sull’esterno del palo) ma al 18′ perde anche Correa per un problema muscolare: dentro Fares con Lulic a fare la mezzala e Cataldi ora sottopunta. Buono il contropiede alla mezz’ora, con Lazzari che si lamenta invano per un contatto in area, ma prima del riposo è di nuovo la squadra di casa ad andare vicino al gol con Kyriakopoulos, che di sinistro sfiora palo e doppietta. Un primo tempo da ricordare per il greco, che rischia però di rovinare tutto nella ripresa facendosi ammonire due volte (dure le entrate su Leiva e Lazzari) e lasciando così in dieci il Sassuolo al 61′. Con l’uomo in più la Lazio ha più spazi per colpire ma Muriqi manca clamorosamente la porta due volte (58′ e 72′), mentre Cataldi viene murato da Chiriches (71′). Il pareggio biancoceleste sembra nell’aria ma la gara si chiude al 78′, quando Berardi trasforma un rigore (generoso) concesso per un contatto tra Parolo e il nuovo entrato Caputo. Tutto pronto per la festa, rovinata però dal gol di Mkhitaryan nel finale di La Spezia che ‘salva’ la Roma e beffa i rossoverdi, fuori dalla Conference League per un soffio.
    Sassuolo-Lazio 2-0: tabellino e statistiche
    Guarda la gallerySassuolo, è una vittoria amara: Lazio battuta 2-0 LEGGI TUTTO

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    Torino, la replica di Cairo: “Ve lo dico io chi è Ciro Immobile”

    TORINO – Intorno alla mezzanotte di ieri, attraverso un post su Instagram, Ciro Immobile ha attaccato pesantemente il presidente del Torino, Urbano Cairo. Il giocatore della Lazio – al termine della partita finita 0-0 a Roma che ha consentito al club granata di salvarsi – lo ha accusato di un’aggressione verbale subita nello spogliatoio, usando toni particolarmente aspri. Poco dopo è arriva la replica del diretto interessato, sia sotto il profilo dell’attaccante, sia sul proprio profilo ufficiale sui social: “Ciro Immobile mi ha attaccato dal suo profilo Instagram dopo la partita con la Lazio. Ho risposto al suo post e pubblico il testo anche qui. Ciro Immobile mi accusa di averlo affrontato a fine gara e sostiene che tutti sanno chi è Ciro Immobile. Ebbene…: anch’io so chi è Ciro Immobile”.
    Cairo replica a Immobile
    Il post di Cairo prosegue: “Un calciatore che è venuto al Torino dopo un campionato deludente al Genoa per rilanciarsi. Ventura gli ha dato fiducia e lui ha fatto bene al Toro. Io pensavo che rimanesse volentieri almeno un altro anno e lui, Ciro Immobile, invece ha fatto il diavolo a quattro per andare al Borussia Dortmund. Ha avuto un’altra stagione deludente e il Borussia lo ha prestato al Siviglia. Anche lì, Ciro Immobile, non è andato bene e allora mi ha telefonato e mi ha chiesto per favore di tornare al Toro. Io, che gli ero affezionato, l’ho accontentato. Ha fatto un girone di ritorno non molto brillante, ma io che, ci tenevo molto a lui, lo avrei voluto riscattare comunque. Ma lui, Ciro Immobile, questa volta non mi ha chiamato personalmente, ma mi ha fatto dire dal suo procuratore, che per motivi personali non poteva restare a Torino. E allora non l’ho riscattato perché ho capito chi è Ciro Immobile…”. LEGGI TUTTO

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    Torino, sollievo Cairo: “Troppa sofferenza. Belotti e Nicola? Ci parlerò”

    ROMA – “Negli ultimi due anni ho sofferto troppo”. Queste le prime parole di Urbano Cairo dopo il pareggio (anche questo soffertissimo) nel recupero sul campo della Lazio che ha garantito al suo Torino la salvezza con un turno di anticipo, rendendo ininfluente lo scontro diretto con il Benevento ora già retrocesso. “Chiaramente la squadra era un po’ spaventata, sulle gambe – dice nel post partita il presidente granata – e la Lazio ha dato tutto com’era giusto. È una grande formazione che ha onorato il campionato e le faccio i complimenti”.
    Stagione tormentata
    Al triplice fischio finale un urlo liberatorio per Cairo e tutta la squadra: “È stata una stagione particolare in cui siamo partiti male, poi ci eravamo ripresi, finché il Covid ha fermato otto titolari e questo ha causato dei problemi – ha aggiunto il numero uno del Toro .- Con il Milan si voleva fare una grande prestazioni ed i giocatori erano sovraccarichi. Andati sotto di due reti ci siamo molto esposti al loro grande contropiede. Quella sera ho passato il mio tempo a rincuorare i giocatori e con lo Spezia le scorie di quel 7-0 c’erano ancora”.
    Testa già al futuro
    Festeggiata la salvezza, il presidente dovrà però subito concentrarsi sul futuro per evitare di soffrire anche nella prossima stagione: “Due anni fa eravamo settimi davanti alla Lazio, però la squadra di adesso non è molto distante da quella. Ora dobbiamo lavorare bene per fare gli interventi che servono – è il proposito di Cairo – perché gli ultimi due campionati mi hanno fatto troppo soffrire. Nicola ed il suo staff hanno fatto una grande lavoro, purtroppo venivamo da un girone d’andata pessimo. Se lui e Belotti resteranno? “Parlerò con entrambi, voglio capire Belotti cosa vuole fare e anche con l’allenatore ci vedremo a breve”. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Torino 0-0: i granata fanno festa e restano in Serie A

    Immobile salva il Toro, squadra che di suo ottiene il punto decisivo con ben poco merito. Certo nel deserto è emersa l’oasi del palo colpito da Sanabria (26’ st), ma nel mezzo di una sfida controllata dalla Lazio, e che i biancocelesti hanno spinto per vincere soprattutto nella ripresa: al 38’ della quale il centravanti compagno di Belotti in Nazionale spedisce sul palo dagli undici metri. E un legno è pure centrato da Lazzari, all’ultimo secondo della partita. Segno del fatto che i padroni di casa avrebbero voluto vincerla, anche per dare a Filippo Inzaghi, allenatore del Benevento e fratello del Simone tecnico della Lazio, la possibilità di giocarsi la permanenza in A all’ultima giornata. Che invece adesso non ha più valore: il Toro è salvo, per quanto in vista dell’estate sia da ribaltare come un calzino, dalla società alla rosa.Guarda la galleryFesta Torino all’Olimpico: 0-0 con la Lazio

    Nicola sceglie Sanabria in coppia con Belotti, mentre a centrocampo insiste con Lukic e Rincon che sono ancora una volta in evidente difficoltà nello sviluppo del gioco, a maggior ragione in quelle due o tre occasioni nelle quali una miglior rifinitura avrebbe potuto produrre un’azione da gol. In difesa ben presto Nkoulou smarrisce sicurezza, per quanto la pressione biancoceleste non sia da gara della vita. Ridottissime le autentiche chance da gol, nel primo tempo: il pallonetto di Belotti al 21’ è del tutto velleitario, mentre più pericolosa, ma comunque a lato, è la conclusione di Muriqi al 26’. Dopo una mezza minaccia portata da Radu (38’), con Izzo ben piazzato – a differenza dei compagni di reparto – e in grado di anticipare Immobile, si arriva agli istanti finali della prima frazione, al fallo commesso dallo stesso centravanti su Nkoulou che ne vanifica la successiva stoccata del potenziale vantaggio.

    Ripresa con la Lazio che aumenta il ritmo e già al 3’ va al tiro con Luis Alberto (Sirigu in angolo), mentre tra i granata a sfruttare in un paio di circostanze le ripartenze è Sanabria: al 16’ calcia addosso a Strakosha, al 26’ sfrutta un assist di Belotti, e una precedente interdizione di Singo su Lulic, e coglie il palo. In precedenza (20’) si registrano le legittime proteste della Lazio per un fallo di Ansaldi ai danni di Muriqi: niente di plateale, ma la spinta con il braccio sinistro c’è. Al 28’ è invece Lazzari, che da dentro l’area calcia sull’esterno della rete. Il finale è un assedio biancoceleste, con Sirigu al 36’ decisivo con una difficile parata su Escalante. Al 38’ la Lazio ha l’occasione migliore, per passare, ma Immobile indirizza sul palo dal dischetto del rigore. Punizione concessa questa volta molto generosamente per un leggero contatto tra Nkoulou e lo stesso Immobile. Non è finita qui, anzi: nei minuti di recupero prima arriva un tiro centrale di Luis Alberto, poi soprattutto, nel secondo finale dell’incontro, il palo di Lazzari. Ultimissima emozione di una gara che finisce 0-0, e che consegna ai granata quel punto vitale che serve per ottenere la salvezza.

    LAZIO-TORINO, TABELLINO E STATISTICHE LEGGI TUTTO

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    Lazio-Torino si gioca, è ufficiale: respinto l'ultimo ricorso

    ROMA – La partita di campionato tra Lazio e Torino si recupererà martedì prossimo con fischio d’inizio alle ore 20.30. Il Collegio di garanzia dello sport, presieduto da Franco Frattini, ha infatti respinto in modo definitivo il ricorso del club biancoceleste, che chiedeva la vittoria a tavolino del match valido per la 25ª giornata di Serie A, non disputato lo scorso 2 marzo per l’assenza del club granata, bloccato dalla Asl piemontese per via dei casi di Covid rilevati nel gruppo squadra. È finita pertanto, presso il Salone d’Onore del Coni, l’udienza del collegio di Garanzia a sezioni riunite, presieduta da Franco Frattini, per il ricorso della Lazio. Il club biancoceleste, rappresentato dall’avvocato Gian Michele Gentile, lo aveva presentato all’organo di garanzia dello sport per chiedere il 3-0 a tavolino, dopo quello respinto dalla Corte d’appello sportiva della Figc. Il Torino, invece, rappresentato dall’avvocato Eduardo Chiacchio, chiedeva di giocare il match il 18 maggio, come stabilito dalla Lega di Serie A. Il tribunale federale e corte d’appello avevano già rigettato il reclamo della Lazio.
    Lazio-Torino, il comunicato del Coni
    “Il Collegio di Garanzia dello Sport, a Sezioni Unite, all’esito della sessione di udienze tenutasi in data odierna e presieduta dal Presidente Franco Frattini, HA RESPINTO il ricorso iscritto al R.G. ricorsi n. 47/2021, presentato, in data 14 aprile 2021, dalla S.S. Lazio S.p.a. contro il Torino F.C. S.p.a. per la riforma della sentenza n. 132/CSA/2020-2021, emessa dalla Corte Sportiva di Appello della FIGC, Sezione Prima, in data 30 marzo 2021, con la quale è stato respinto il reclamo proposto dalla società ricorrente avverso il provvedimento del Giudice Sportivo di Serie A, assunto in data 12 marzo 2021, pubblicato con il Comunicato Ufficiale n. 218, con il quale, a scioglimento della riserva di cui al Comunicato del 4 marzo 2021, si è deliberato di “non applicare alla soc. Torino le sanzioni previsti dell’art. 53 NOIF per la mancata disputa della gara con la società Lazio, rimettendo alla Lega Serie A i provvedimenti organizzativi necessari relativi alla disputa della gara”; HA, ALTRESI’, DIHIARATO INAMMISSIBILE IL RICORSO INCIDENTALE CONTENUTO NELLA MEMORIA DEL TORINO F.C.; HA, INFINE, DISPOSTO LA COMPENSAZIONE DELLE SPESE DEL GIUDIZIO”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta seconda, la Lazio ringrazia Immobile. Tris dell'Inter alla Roma

    Ancora 180 minuti da giocare, e ancora tanti verdetti da decretare dopo il turno infrasettimanale di Serie A valido per la giornata 36. In zona Champions non sbaglia l’Atalanta che supera il Benevento per 2-0 e si riporta al secondo posto al fianco del Milan (7-0 al Torino) a +2 dal Napoli e a +3 dalla Juve (3-1 al Sassuolo), niente da fare per i ragazzi di Filippo Inzaghi che restano terzultimi e vedono sempre più lontanto il sogno di mantenere la categoria con lo Spezia che fa 2-2 sul campo della Sampdoria e si porta a +4 dai campani. Resta in corsa per il quarto posto la Lazio che al 95′ supera il Parma già retrocesso per 1-0 grazie a Immobile, mentre l’Inter con lo scudetto già sul petto stende la Roma per 3-1. Chiudono la serata Bologna e Genoa che maturano uno 0-2 finale, ma possono così festeggiare insieme la salvezza raggiunta matematicamente.
    Serie A, la classifica
    L’Atalanta condanna il Benevento
    Gasperini vuole tornare al secondo posto in classifica, il Benevento si gioca le ultime chance per restare in Serie A. La Dea conferma Pessina alle spalle di Muriel e Zapata, Inzaghi risponde con il tridente Improta, Gaich, Lapadula. Partono meglio i padroni di casa che prendono le misure e al 22′ passano con il solito Muriel servito alla grande da un super Malinovskyi, la reazione campana è immediata ma Barba sciupa la possibilità di rimettere tutto in equilibrio. Fino al 45′ amministrano i padroni di casa che nella ripresa ripartono fortissimi trascinati sempre dal colombiano ex Samp e al 67′ raddoppiano con Pasalic, servito alla perfezione da Miranchuk, che realizza un vero e proprio rigore in movimento. All’82’ Caldirola lascia i giallorossi anche in 10 uomini mettendo fine anticipatamente fine alle speranze di rimonta, al fischio finale è 2-0.
    Atalanta-Benevento, tabellino e statistiche
    Guarda la galleryAtalanta, vittoria da Champions: Muriel e Pasalic affossano Inzaghi
    Immobile salva la Lazio: 1-0 al Parma
    La Lazio continua ad inseguire il sogno Champions e all’Olimpico si ritrova davanti un Parma già retrocesso con ben poco da chiedere al match. Senza Milinkovic e Leiva, Inzaghi cambia a centrocampo e schiera Muriqi al fianco di Immobile in avanti, Brunetta-Pellè il duo offensivo di D’Aversa. Al 9′ Luis Alberto suona il primo squillo non inquadrando lo specchio per pochi centimetri, al 30′ è ancora lo spagnolo a provarci ma la palla si ferma sulla traversa. Al 34′ ci prova anche Immobile, ma all’intervallo non si sblocca il risultato. Nella ripresa dopo un rigore concesso a Lazzari, ma giustamente tolto dal var perchè il contatto con Gagliolo avviene fuori area, è addirittura Brunetta a sfiorare il vantaggio ospite con la palla che si stampa sul palo. Nel finale Inzaghi prova a mettere tutto il potenziale offenisvo a disposizione, Hernani trova il secondo legno dei crociati, eppure al 95′ è Immobile a tenere acceso il sogno Champions dei biancocelesti trovando il gol vittoria.
    Lazio-Parma, tabellino e statistiche
    Guarda la galleryLa Lazio esulta con Immobile: Parma battuto 1-0
    L’Inter supera la Roma
    Conte con lo Scudetto in tasca vuole onorare la stagione fino all’ultima giornata, Fonseca per non mancare la qualificazione in Europa, a San Siro tra Inter e Roma è atteso spettacolo. I nerazzurri iniziano con Lukaku-Sanchez, gli ospiti rispondono Dzeko unica punta, ma all’11’ a sbloccare il match è Brozovic alla prima aziona manovrata: Darmian sulla destra serve alla perfezione il croato che non perdona Fuzato dall’altezza del dischetto di rigore. Al 20′ arriva anche il raddoppio questa volta però con Lukaku in versione assist per Vecino che non sbaglia dal limite dell’area. Al 31′ i giallorossi accorciano con Mkhitaryan che rifinisce una bella azione verticale su servizio di Dzeko. Nella ripresa è proprio il bosniaco a sfiorare il pari, ma centrando il palo sinistro e in pieno recupero è Lukaku a siglare il tris. Da segnalare l’episodio tra Conte e Lautaro in panchina dopo la sostituzione dell’argentino,
    Inter-Roma, tabellino e statistiche
    Guarda la galleryInter super: Brozovic, Vecino e Lukaku mettono ko la Roma
    Buon punto per lo Spezia contro la Sampdoria
    I blucerchiati già salvi attendono uno Spezia alla ricerca di tre punti fondamentali per la salvezza. Italiano chiede subito intensità ai suoi e al quarto d’ora è Pobega a portare avanti gli ospiti realizzando in mischia dopo una grande discesa di Saponara. Poco più tardi è Farias a sciupare il raddoppio mandando di poco alto, mentre dall’altra parte è Verre a pareggiare i conti, al minuto 34, bravo nel raccogliere un tiro finito sul palo di Gabbiadini: decisivo l’intervento del Var per la sospetta posizione di fuorigioco del giocatore della Samp. Nella ripresa Ferrer per gli ospiti e Quagliarella per i padroni di casa accarezzano il sogno nel nuovo vantaggio. Al 70′ Farias spreca da zero metri e centra clamorosamente il palo, ma al 72′ è ancora Pobega a risolvere la situazione trovando un gol pesantissimo che riporta avanti i bianconeri. Dura poco la gioia perchè all’80’ Keita trova subito il 2-2.
    Sampdoria-Spezia, tabellino e statistiche
    Il Genoa passa a Bologna
    Mihajlovic è ad un passo dalla salvezza, mentre Ballardini naviga ancora in acque poco tranquille e al Dall’Ara è battaglia per la conquista dei tre punti. All 8′ la prima occasione è per Svanberg che trova sulla strada una grande intervento di Perin, rispondo al 13′ gli ospiti che passano in vantaggio con una gran conclusione dal limite di Zappacosta che trafigge Ravaglia. Scamacca da una parte spreca per due volte l’occasione del raddoppio, dall’altra sono Orsolini e Palacio che non riescono a trovare il pari. All’ora di gioco per i liguri arriva l’episodio giusto con Scamacca che dal dischetto trova il raddoppio. Al fischio finale è festa salvezza per le due formazioni.
    Bologna-Genoa, tabellino e statistiche LEGGI TUTTO