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    La Lazio tiene il passo Champions, il Bologna vede la salvezza

    TORINO – Vittorie di Lazio e Bologna nei due match della 31ª giornata di Serie A giocati in contemporanea a quello perso dalla Juve sul campo dell’Atalanta. Tre punti sudati ma importantissimi per i biancocelesti, che avanti 4-1 rischiano di farsi rimontare ma battono 5-3 il Benevento (quinta vittoria di fila) e con una gara in meno (quella col Toro rinviata per Covid) restano così in piena corsa per un posto Champions League, a -4 dalla Juve di Pirlo. Un successo meno sofferto quello degli emiliani che dopo due ko di fila si rialzano e calano il poker in casa contro lo Spezia, volando così a +12 sul Cagliari terz’ultimo e archiviando in pratica il discorso salvezza.
    Serie A, la classifica
    Immobile torna al gol
    Simone Inzaghi, ancora assente dopo la positività al Covid, salta quella che sarebbe stata la terza sfida contro il fratello Pippo. Al suo posto come a Verona il vice Farris ma nel 3-5-2 c’è il rientro dalla squalifica di Correa (titolare al fianco di capitan Immobile in attacco, dove è invece out lo squalificato Caicedo) e dell’azzurro Lazzari, titolare a destra con Marusic in difesa e Fares a sinistra. Sull’altro fronte out (per squalifica) solo l’ex di turno Tuia: difesa a quattro con l’ormai recuperato Letizia di nuovo titolare a sinistra, in mediana Ionita e Improta ai lati di Schiattarella e il centravanti Gaich supportato da Roberto Insigne e Sau. Il Benevento prova subito a spaventare Reina con un colpo di testa alto di Ionita, ma la Lazio risponde con Immobile: cambio gioco di Milinkovic-Savic e cross al volo col sinistro di Fares per l’azzurro, che di testa colpisce il palo e poi sulla ribattuta lo sfiora col destro. Dopo 9 gare di digiuno Immobile ha fame, insiste e con la deviazione di Depaoli porta in vantaggio i suoi al ‘9, servito con un filtrante da Correa dopo un’intelligente giocata di Leiva. Il bomber non si accontenta però di un’autorete provocata, vuole il 150° gol in A e lo trova al 20′: assist smarcante di Milinkovic-Savic e palla alle spalle di Montipò. La reazione dei campani è in un sinistro a lato di Improta, mentre la Lazio fa male in contropiede e cala il tris: assist di Immobile per Correa, pallonetto su Montipò che tocca la palla in uscita ma poi stende l’argentino, a cui il capitano biancoceleste lascia calciare il rigore del 3-0 (36′). La gara sembra già chiusa ma non secondo Sau, che con uno splendido destro a giro riaccende le speranze dei suoi a un passo dal riposo (45′). 
    Guarda la galleryLa Lazio va con Immobile-Correa: Benevento battuto 5-3
    La Lazio soffre ma vince
    La ripresa inizia sotto il diluvio e con la Lazio di nuovo micidiale in contropiede: palla recuperata da Luis Alberto per Immobile, scarico per Correa che cerca il passaggio di ritorno per il compagni e trova invece il tacco di Montipò che fa autogol. Il portiere si riscatta però al 55′, quando para un rigore a Immobile (entrata a gamba tesa di Gaich su Milinkovic-Savic vista dal Var) e si supera sulla ribattuta di Fares. Il rigore (trattenuta di Marusic su Ionita, anche questa vista dal Var) non lo sbaglia invece il neo entrato Viola che al 63′ riporta il Benevento a -2. Nel frattempo i campani sono passati al 3-5-2 (dentro anche Lapadula e Caldirola) e iniziano a creare difficoltà alla Lazio (dentro Lulic e Parolo), che si fa sorprendere ancora al 66′: corner calciato di Viola e colpo di testa vincente di Lapadula, con il Var che vede però una spinta su Immobile e porta l’arbitro ad annullare il gol. Scampato il pericolo, Farris si affida ai muscoli di Akpa Akpro e Muriqi (fuori Luis Alberto e Correa) ma Caldirola spaventa di nuovo Reina, con un sinistro a lato ancora su azione da corner. Pippo Inzaghi si gioca anche la carta Iago Falque (fuori Ionita), ma dopo un colpo di testa mancato da Lapadula è Roberto Insigne a calciare in curva col sinistro da buona posizione. Il Benevento ci crede e all’85’ passa ancora: parata di Reina su Depaoli e altro angolo calciato da Viola per Glik che di testa la piazza all’incrocio. La Lazio, che nel finale perde per infortunio Akpa Akpro (appena entrato e già ammonito) e si copre con Hoedt, spreca due ripartenze con Muriqi e Lazzari ma alla fine la chiude con Immobile che fa 5-3 e blinda tre punti pesantissimi nella corsa alla Champions League.
    Lazio-Benevento 5-3: il tabellino
    Il Bologna parte forte
    Al Dall’Ara non c’è Mihajlovic (squalificato), che è senza Tomiyasu e Medel (infortunati come Hickey e Santander): nel suo 4-2-3-1 Orsolini vince il ballottaggio con Skov Olsen come esterno destro, mentre in mediana c’è Svanberg. Italiano può contare su Erlic, titolare in difesa anche se non al meglio, e in attacco conferma il tridente Verde-Nzola-Gyasi. La partita si mette subito in discesa per il Bologna, con Orsolini che prima spreca tutto solo davanti a Provedel (10′) ma due minuti trasforma il rigore concesso per un tocco col braccio in area di Simone Bastoni. Lo Spezia è già costretto a inseguire e lascia così spazio agli emiliani, che ringraziano e passano ancora al 18′: Soriano lancia Schouten in campo aperto, assist per Barrow che insacca a porta vuota e punisce ancora i liguri, a cui aveva già segnato all’andata e in Coppa Italia. 
    Guarda la galleryBologna, poker contro lo Spezia: Svanberg show nella ripresa
    Doppietta di Svanberg
    Ora sotto di due gol lo Spezia riparte all’attacco, ma Skorupski è attento sulla conclusione di Nzola (22′). Più impegnativo comunque l’intervento del collega Provedel al 32′, quando compie un mezzo miracolo su Dijks e tiene così a galla i suoi che prima del riposo tornano in partita: sul corner calciato da Simone Bastoni è Ismajili ad accorciare le distanze (34′). L’ultimo brivido prima dell’intervallo al 37′: schema su punizione che porta al tiro Barrow, con il palo che salva però lo Spezia. Il Bologna di oggi è però più forte della sfortuna e nella ripresa prende il largo, trascinato da Svanberg che prima cala il tris al 54′ (assist di Danilo sugli sviluppi di un corner) e poi serve il poker con un colpo di testa su cross di Barrow (60′). E con tre gol di vantaggio fa meno rabbia la traversa colpita poco dopo da Orsolini, bravo ad andare via in dribbling a Simone Bastoni prima di scaricare il sinistro sul montante. La gara si chiude praticamente qui, con la classica ‘girandola dei cambi’ che accompagna le squadre fino al triplice fischio finale.
    Bologna-Spezia 4-1: il tabellino LEGGI TUTTO

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    Moviola Juve-Lazio: mano Hoedt, è rigore

    Tre episodi dubbi in area laziale. Al 24’ lil primo: Acerbi interviene in scivolata su Chiesa, sul contrasto la palla colpisce la mano destra di Hoedt, in raddoppio con il braccio largo. «E’ infrazione se un calciatore tocca il pallone con le mani/braccia quando queste sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo», recita il regolamento: e il braccio largo di Hoedt non è naturale per uno che corre, anche se l’olandese voleva usarlo per contrastare Chiesa e non per toccare di mano (ma la volontarietà non è più un criterio). L’errore a velocità normale ci sta, non rivedere l’episodio al Var meno.

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    Juve-Lazio, la sequenza del tocco di mano di Hoedt in area

    All’11′ della ripresa Morata protesta pe un contrasto in area con Marusic, ma il duello è regolare e fa bene Massa a lasciar correre. Come al 14’ fa bene a fischiare il rigore: Milinkovic è troppo irruento nel pressare Ramsey che va verso l’esterno e finisce per sgambettarlo. LEGGI TUTTO

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    Morata in forma Champions: “Ora sotto col Porto, ci giochiamo la vita”

    TORINO – È Alvaro Morata, insieme a Chiesa, il protagonista di una serata che ha visto la Juventus vincere in rimonta sulla Lazio allo Stadium. Due gol e un assist per lo spagnolo, che con Ronaldo in panchina (ed entrato nel finale) dimostra di non aver dimenticato come si segna: “Quando si gioca con l’attaccante più forte della storia del calcio – spiega Morata omaggiando CR7 – è normale pensare prima ad assistere lui, che è un robot e fa gol sempre. Quest’anno poi mister Pirlo mi chiede anche di giocare tra le linee, perché sa che posso farlo, mentre prima nessuno me l’aveva mai chiesto. Mi piace segnare ma anche far segnare i compagni, come stasera con Rabiot che poi – dice sorridendo – ha tirato una martellata”.

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    Juve nel segno di Morata: Lazio battuta 3-1

    Aspettando il Porto
    Una prestazione super per lo spagnolo, dopo le difficoltà dovute all’infezione virale che lo aveva colpito di recente: “È stato un periodo duro – confessa – perché mi mancava forza sia in allenamento che in partita. Ora per fortuna sto recuperando e mi sento bene”. Soddisfazione ed orgoglio poi per il successo sulla Lazio e in vista del ritorno degli ottavi di Champions contro il Porto, da affrontare martedì prossimo (9 marzo)  dopo il 2-1 incassato all’andata: “La vittoria di questa sera è importantissima, perché è un segnale a tutti quelli che si aspettavano una nostra caduta e perché ottenuta con una grande reazione dopo lo svantaggio causato da un nostro errore. Ora testa al Porto – conclude Morata – ci giochiamo la vita”.

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    Lady Morata, tutte le foto della sorpresa di compleanno LEGGI TUTTO

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    Pirlo: “Juve-Porto? Non possiamo sbagliare. Complimenti a Bernardeschi”

    TORINO – “Siamo partiti male per un nostro errore in un retropassaggio, quindi abbiamo spalancato il gol alla Lazio. Poi c’è stata una grande reazione, di squadra, nonostante le tante assenze abbiamo disputato un’ottima gara. Ma la cosa più importante è stata la reazione, non ci siamo abbattuti ma abbiamo iniziato ad alzare il ritmo e questa è la cosa più importante della partita”. Andrea Pirlo, ai microfoni di Dazn, commenta con soddisfazione il 3-1 della Juventus contro la Lazio, maturato grazie alla rete di Rabiot ed alla doppietta di Morata: “Non abbiamo pensato alla partita di martedì (contro il Porto, ottavo di finale di ritorno di Champions League, ndr), avevamo i giocatori contati, anche chi ha giocato come Cuadrado veniva da un solo allenamento, lo stesso Arthur ha fatto una mezz’ora ieri, quindi noi c’eravamo preparati alla partita di stasera che per noi era una finale. Siamo stati bravi, abbiamo mostrato i denti. Anche chi ha giocato in posizioni non proprio sue, ha dimostrato grande abnegazione e grande professionalità”.

    Pirlo: “Complimenti a Danilo e Bernardeschi”
    “Ci portiamo dietro un po’ tutto, ma la cosa più importante erano i tre punti. Ho avuto grande disponibilità dai giocatori, da Danilo per giocare in mezzo al campo, da Bernardeschi che ha fatto molto bene da terzino sinistro, ma lo ha nelle sue corde perchè ha grande gamba, grande corsa, è sempre lucido quando ha la palla, quindi si merita tutti i complimenti perchè non era facile giocare una partita come questa, di questa importanza da terzino sinistro. Però la cosa che mi è piaciuta di più è stata la reazione di squadra, perchè non ci stavamo ad essere sotto in una partita così delicata e complicata, così quello è la cosa più importante che porto al di là dei tre punti”.

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    Juve nel segno di Morata: Lazio battuta 3-1

    Pirlo: “Abbiamo regalato 20 minuti alla Lazio”
    “Oggi abbiamo iniziato la partita con 20 minuti di ritardo, quindi abbiamo regalato i primi 20 minuti, ma era normale perchè molti giocatori erano di rientro, magari in posizioni diverse, quindi un po’ di ambientamento era normale. Poi quando vai sotto è sempre difficile recuperare, soprattutto quando giochi contro una squadra come la Lazio nella quale giocano insieme da tanti anni. Questa settimana non avevano giocato e quindi avevano avuto tutto il tempoper recuperare. Però abbiamo fatto la nostra partita, una partita importante, perchè era uno scontro importante per la classifica e quindi siamo contenti di quello che abbiamo fatto. Morata? Purtroppo non l’abbiamo avuto nell’ultimo periodo a causa di alcuni problemi, prima fisici, poi anche di altro tipo. Adesso sta cercando di trovare la forma migliore però per noi è un giocatore fondamentale, lo abbiamo acquistato questa estate per le sue caratteristiche che sono diverse da tutti gli altri attaccanti. Adesso speriamo di averlo al 100% perchè può dare ancora molto di più”.
    Pirlo su Kulusevski, Arthur e Juve-Porto
    Su Kulusevski: “Sta reagendo da campione, ma è normale quando arrivi a giocare nella Juventus a 20 anni, hai tante pressioni, non è la stessa cosa giocare nella Juventus o giocare nel Parma, qui ci sono diverse pressioni in più, ogni partita è diversa, ogni passaggio è importante, quindi lui sta dimostrando di essere un grande campione, ma lo sa, perchè sta diventando un campione nella testa ancora prima che nelle prestazioni e questo è solo a favore suo”. Su Arthur: “È l’unico con questo tipo di caratteristiche, è un giocatore che ci fa uscire bene il gioco, anche sotto pressione è sempre lucido, quindi la squadra poi trova sempre qualche aspetto positivo quando è in possesso. Ti dà grande ritmo, riesce a far girare bene gli altri giocatori e si trova sempre nella posizione giusta. Adesso speriamo che possa trovare un po’ di condizione. Oggi ha giocato 20 minuti, speriamo di poterlo avere al massimo martedì”. Su Juve-Porto: “Fortunatamente ho ancora due giorni per prepararla, adesso mi devo riposare anch’io perchè sono più stanco di loro, però adesso sicuramente troveremo la forma per dare questa importanza a questa gara perchè per noi è fondamentale per il prosieguo della Champions, della nostra stagione, è un obiettivo talmente importante che non possiamo sbagliare la gara di martedì”. LEGGI TUTTO

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    Chiesa: “La Juve vuole questo Scudetto. Sono tutte finali”

    TORINO – “Abbiamo fatto una grande partita dopo il gol che abbiamo concesso, che è stato un errore nostro, ci può stare, però abbiamo dimostrato di avere cuore, voglia, grinta e dopo oggi penso che noi daremo battaglia fino alla fine, lo abbiamo dimostrato. Ovvio che il pareggio di Verona ci stava molto stretto, si parlava di dettagli e oggi i dettagli sono arrivati. La Juve ha fatto una grande prestazione sotto tutti i punti di vista, soprattutto nella fase difensiva. Oggi eravamo veramente determinati”. Al termine di Juventus-Lazio, terminata 3-1 per i bianconeri, Federico Chiesa ha commentato il big match disputato all’Allianz Stadium ai microfoni di Dazn: “La Lazio lo ha dimostrato, è una grande squadra, che ogni anno lotta sempre per il quarto posto, per le prime posizioni come l’anno scorso, quindi è stata una partita determinante. Ma da qui alla fine, Pirlo ce lo dice sempre, sono tutte determinanti se vogliamo vincere lo Scudetto”.

    Chiesa: “Vogliamo questo Scudetto”
    “Io faccio quello che mi chiede il mister. Però il recupero palla viene soprattutto dalla pressione della squadra, corale. Stasera lo voglio ripetere perchè abbiamo fatto una partita anche sotto l’aspetto del pressing, dopo che abbiamo subito il gol, siamo rientrati in campo nel secondo tempo cattivi e vogliosi. Il mio recupero palla e l’assist è solo determinazione, ma viene tutto dalla squadra, per quello che ha fatto in quell’azione in particolare. Parlando di dettagli, è proprio questo, poi recuperi il pallone, dai la palla giusta, Alvaro Morata è freddo, è tornato alla grande. Ma penso che oggi abbiamo tutti dato una dimostrazione che vogliamo stare lì sopra e vogliamo vincere questo Scudetto. Dopo stasera posso dire che il gruppo lo vedo alla grande, è un gruppo coeso, voglioso, determinato. Dopo il pareggio di Verona sicuramente c’è scattato qualcosa dentro, che dobbiamo dare di più tutti, ma come dice il mister, d’ora in poi ogni partita è una finale, che sia Champions o campionato. Poi abbiamo anche la finale di Coppa Italia, però tutte sono finali”.

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    Juve nel segno di Morata: Lazio battuta 3-1 LEGGI TUTTO

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    Juve-Lazio 3-1: Morata, che doppietta. Pirlo vince in rimonta

    TORINO – «Siamo la Juve, siamo la Juve!», urla Demiral ai compagni, esultando dopo che Morata su rigore ha firmato il 3-1 su una Lazio passata in vantaggio allo Stadium dopo un quarto d’ora. Non c’era bisogno di urlarlo: per quanto sull’1-1 avrebbe potuto essere di nuovo la squadra di Simone Inzaghi a passare in vantaggio (traversa di Milinkovic Savic), il turco e i suoi compagni di essere la Juve lo avevano dimostrato nel modo in cui avevano reagito al vantaggio laziale dopo un quarto d’ora, fino a ribaltarlo in modo perentorio. Una rimonta compiuta, per giunta, senza Cristiano Ronaldo e con una difesa inedita. La rimonta sull’Inter resta un’impresa difficilissima, ma la Juventus ha dimostrato di crederci davvero: primo e indispensabile passo per provare a compierla. E intanto si approccia nel migliore dei modi, recuperi degli infortunati compresi, all’altra rimonta, quella da coronare martedì sul Porto agli ottavi di Champions.

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    Juve nel segno di Morata: Lazio battuta 3-1

    «Dovremo inventarci qualcosa», aveva detto Andrea Pirlo alla vigilia, e se ne inventa più di una, costretto dall’emergenza. La speranza di recuperare almeno uno tra Bonucci e De Ligt naufraga contro le precarie condizioni dei due e la necessità di ribaltare, tra 72 ore, il 2-1 incassato dal Porto nell’andata degli ottavi di Champions. Una missione a cui Pirlo sacrifica anche Cristiano Ronaldo, per concedergli almeno un tempo di riposo approfittando della condizione in crescita di Morata, e per cui risparmia anche l’acciaccato McKennie. Così la Juventus scende in campo con un 4-2-3-1 che si compatta in 4-5-1 in fase difensiva, con Cuadrado, Demiral, Alex Sandro e Bernardeschi davanti a Szczesny, Danilo inedito (quasi, lo aveva fatto nel Santos) mediano accanto a Rabiot e Kulusevski, Ramsey e Chiesa alle spalle di Morata.
    Assetto inedito che crea qualche problema in avvio alla squadra bianconera, il cui problema più grosso però è che si fa ancora male da sola, come troppe volte è successo in questa stagione. E come non dovrà succedere martedì. Dopo la sbracciata da rigore di Chiellini su Rrahmani a Napoli, l’assist a Taremi di Bentancur a Porto e il rinvio strozzato (e non solo quello) di Demiral contro il Verona, per restare stavolta tocca a Kulusevski. Pressato a metà campo sulla destra, lo svedese passa indietro senza guardare lanciando Correa uno contro uno Demiral: il turco soccombe (e in quella situazione ci sta, ma si dovrebbe concedere all’avversario il dribbling verso l’esterno, non verso il centro) e l’argentino si libera per il destro rasoterra con cui batte Szczesny.
    E’ passato un quarto d’ora e il colpo è durissimo. Potrebbe rivelarsi da ko, ma la Juventus dà ragione a Pirlo e alla sua deteminazione nel sostenere che la squadra crede fermamente in se stessa e nella possibilità di conquistare lo Scudetto. I bianconeri si scuotono e al 24′ potrebbero avere la prima chance di pareggiare: ma sul tocco con la mano destra in area di Hoedt dopo un contrasto tra Acerbi e Chiesa, l’arbitro Massa né fischia né va a rivedere l’episodio al Var, nonostante il braccio largo del difensore laziale sembri proprio da rigore. La Juventus continua a premere e al 38′, un minuto dopo un pericoloso colpo di testa di Morata, pareggia. Doppia verticalizzazione Bernardeschi-Morata e Morata-Rabiot, il francese è defilato sulla sinistra dell’area e Reina si aspetta il cross, venendo invece incenerito dal sinistro all’incrocio sul primo palo del bianconero. La Lazio replica al 44′ con una percussione centrale di Fares, già pericoloso con un’azione simile in avvio, ma il destro dell’algerino è largo e si va al riposo sull’1-1.

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    Juve-Lazio, la sequenza del tocco di mano di Hoedt in area

    L’intervallo non smorza la voglia bianconera di ribaltare il risultato e al 3′ della ripresa Reina è costretto a deviare in angolo un destro di Chiesa, liberatosi al tiro con una serie di numeri, compresa una ruleta zidanesca su Marusic. La Lazio però non sta certo a guardare e al 7′ Szczesny deve dire grazie alla traversa che ferma un colpo di testa di Milinkovic Savic, bravo a smarcarsi alle spalle di Bernardeschi (che d’altra parte un po’ di apprendistato da terzino deve farlo) dove lo pesca un Luis Alberto troppo solo sulla trequarti. La partita è aperta e all’11′ è di nuovo pericolosa la Juventus, con Morata che riceve in area spalle alla porta e cerca di girarsi su Marusic, finendo giù e chiedendo il rigore. Che questa volta non c’è ed è bene per la squadra bianconera che Massa non lo fischi: perché segna lo stesso e in modo più spettacolare. Sulla successiva azione laziale, infatti, Chiesa anticipa Escalante sulla trequarti e si produce in una progressione strepitosa, chiusa con il tocco in profondità per Morata che resiste al ritorno di Hoedt e batte Reina con un sinistro sotto la traversa.
    Il vantaggio carica la squadra di Pirlo, che un minuto dopo è di nuovo in area laziale: terzo episodio dubbio e stavolta Massa fischia il rigore. Che c’è: ingenuo Milinkovic nel pressare con troppa foga Ramsey che si sta avviando ormai verso l’esterno, finendo con lo sgambettare il gallese. Non c’è Ronaldo, ma Morata non lo fa rimpiangere, spiazzando Reina e firmando il 3-1. Altri 10 minuti, poi è il turno dello spagnolo, Cuadrado e Ramsey di riposare in vista del Porto: e al 24′ Pirlo si gode i primi frutti della fine dell’emergenza facendo entrare Cristiano Ronaldo, McKennie e Arthur, arretrando Danilo in difesa al posto del colombiano. La Juventus ora controlla senza troppi patemi e a 10 minuti dalla fine Pirlo concede un po’ di rodaggio a Bonucci in vista del Porto e un po’ di riposo a Chiesa, ancora una volta tra i migliori. La Lazio cerca di riaprire la partita, ma senza impegnare Szczesny che al fischio finale festeggia con i compagni, carichi per un’altra rimonta.
    JUVE-LAZIO, TABELLINO E STATISTICHE

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    Juve-Lazio, l’arbitro Massa bersaglio dell’ironia social LEGGI TUTTO

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    Juve-Lazio 3-1, il tabellino

    TORINO – Vittoria di platino per la Juve che, dopo il vantaggio firmato Correa al 14′, batte la Lazio con un perentorio 3-1. Il pari lo firma Rabiot con un grandissimo gol nel primo tempo, poi nella ripresa i bianconeri dilagano con la doppietta di Morata nel giro di 2′.

    JUVE-LAZIO 3-1: NUMERI E STATISTICHE
    JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado (69′ Arthur), Danilo, Demiral, A. Sandro; Chiesa (82′ Bonucci), Rabiot, Ramsey (69′ McKennie), Bernardeschi; Kulusevski (92′ Di Pardo), Morata (69′ Ronaldo). A disposizione: Ake, Buffon, De Marino, Dragusin, Fagioli, Peeters, Pinsoglio. Allenatore: Pirlo.
    LAZIO (3-5-2): Reina; Marusic (81′ A. Pereira), Hoedt, Acerbi; Lulic (55′ Patric), Milinkovic-Savic, Leiva (55′ Escalante), L. Alberto (81′ Caicedo), Fares; Correa, Immobile (81′ Muriqi). A disposizione: Akpa Akpro, Cataldi, Musacchio, Parolo, G. Pereira, Shehu, Strakosha. Allenatore: Inzaghi.
    ARBITRO: Massa di Imperia
    MARCATORI: 14′ Correa (L), 39′ Rabiot (J), 57′ e 59′ su rig. Morata (J)
    NOTE: Ammoniti: Acerbi (L). Recupero: 1′ – 3′. LEGGI TUTTO