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    La Lazio tiene il passo Champions, il Bologna vede la salvezza

    TORINO – Vittorie di Lazio e Bologna nei due match della 31ª giornata di Serie A giocati in contemporanea a quello perso dalla Juve sul campo dell’Atalanta. Tre punti sudati ma importantissimi per i biancocelesti, che avanti 4-1 rischiano di farsi rimontare ma battono 5-3 il Benevento (quinta vittoria di fila) e con una gara in meno (quella col Toro rinviata per Covid) restano così in piena corsa per un posto Champions League, a -4 dalla Juve di Pirlo. Un successo meno sofferto quello degli emiliani che dopo due ko di fila si rialzano e calano il poker in casa contro lo Spezia, volando così a +12 sul Cagliari terz’ultimo e archiviando in pratica il discorso salvezza.
    Serie A, la classifica
    Immobile torna al gol
    Simone Inzaghi, ancora assente dopo la positività al Covid, salta quella che sarebbe stata la terza sfida contro il fratello Pippo. Al suo posto come a Verona il vice Farris ma nel 3-5-2 c’è il rientro dalla squalifica di Correa (titolare al fianco di capitan Immobile in attacco, dove è invece out lo squalificato Caicedo) e dell’azzurro Lazzari, titolare a destra con Marusic in difesa e Fares a sinistra. Sull’altro fronte out (per squalifica) solo l’ex di turno Tuia: difesa a quattro con l’ormai recuperato Letizia di nuovo titolare a sinistra, in mediana Ionita e Improta ai lati di Schiattarella e il centravanti Gaich supportato da Roberto Insigne e Sau. Il Benevento prova subito a spaventare Reina con un colpo di testa alto di Ionita, ma la Lazio risponde con Immobile: cambio gioco di Milinkovic-Savic e cross al volo col sinistro di Fares per l’azzurro, che di testa colpisce il palo e poi sulla ribattuta lo sfiora col destro. Dopo 9 gare di digiuno Immobile ha fame, insiste e con la deviazione di Depaoli porta in vantaggio i suoi al ‘9, servito con un filtrante da Correa dopo un’intelligente giocata di Leiva. Il bomber non si accontenta però di un’autorete provocata, vuole il 150° gol in A e lo trova al 20′: assist smarcante di Milinkovic-Savic e palla alle spalle di Montipò. La reazione dei campani è in un sinistro a lato di Improta, mentre la Lazio fa male in contropiede e cala il tris: assist di Immobile per Correa, pallonetto su Montipò che tocca la palla in uscita ma poi stende l’argentino, a cui il capitano biancoceleste lascia calciare il rigore del 3-0 (36′). La gara sembra già chiusa ma non secondo Sau, che con uno splendido destro a giro riaccende le speranze dei suoi a un passo dal riposo (45′). 
    Guarda la galleryLa Lazio va con Immobile-Correa: Benevento battuto 5-3
    La Lazio soffre ma vince
    La ripresa inizia sotto il diluvio e con la Lazio di nuovo micidiale in contropiede: palla recuperata da Luis Alberto per Immobile, scarico per Correa che cerca il passaggio di ritorno per il compagni e trova invece il tacco di Montipò che fa autogol. Il portiere si riscatta però al 55′, quando para un rigore a Immobile (entrata a gamba tesa di Gaich su Milinkovic-Savic vista dal Var) e si supera sulla ribattuta di Fares. Il rigore (trattenuta di Marusic su Ionita, anche questa vista dal Var) non lo sbaglia invece il neo entrato Viola che al 63′ riporta il Benevento a -2. Nel frattempo i campani sono passati al 3-5-2 (dentro anche Lapadula e Caldirola) e iniziano a creare difficoltà alla Lazio (dentro Lulic e Parolo), che si fa sorprendere ancora al 66′: corner calciato di Viola e colpo di testa vincente di Lapadula, con il Var che vede però una spinta su Immobile e porta l’arbitro ad annullare il gol. Scampato il pericolo, Farris si affida ai muscoli di Akpa Akpro e Muriqi (fuori Luis Alberto e Correa) ma Caldirola spaventa di nuovo Reina, con un sinistro a lato ancora su azione da corner. Pippo Inzaghi si gioca anche la carta Iago Falque (fuori Ionita), ma dopo un colpo di testa mancato da Lapadula è Roberto Insigne a calciare in curva col sinistro da buona posizione. Il Benevento ci crede e all’85’ passa ancora: parata di Reina su Depaoli e altro angolo calciato da Viola per Glik che di testa la piazza all’incrocio. La Lazio, che nel finale perde per infortunio Akpa Akpro (appena entrato e già ammonito) e si copre con Hoedt, spreca due ripartenze con Muriqi e Lazzari ma alla fine la chiude con Immobile che fa 5-3 e blinda tre punti pesantissimi nella corsa alla Champions League.
    Lazio-Benevento 5-3: il tabellino
    Il Bologna parte forte
    Al Dall’Ara non c’è Mihajlovic (squalificato), che è senza Tomiyasu e Medel (infortunati come Hickey e Santander): nel suo 4-2-3-1 Orsolini vince il ballottaggio con Skov Olsen come esterno destro, mentre in mediana c’è Svanberg. Italiano può contare su Erlic, titolare in difesa anche se non al meglio, e in attacco conferma il tridente Verde-Nzola-Gyasi. La partita si mette subito in discesa per il Bologna, con Orsolini che prima spreca tutto solo davanti a Provedel (10′) ma due minuti trasforma il rigore concesso per un tocco col braccio in area di Simone Bastoni. Lo Spezia è già costretto a inseguire e lascia così spazio agli emiliani, che ringraziano e passano ancora al 18′: Soriano lancia Schouten in campo aperto, assist per Barrow che insacca a porta vuota e punisce ancora i liguri, a cui aveva già segnato all’andata e in Coppa Italia. 
    Guarda la galleryBologna, poker contro lo Spezia: Svanberg show nella ripresa
    Doppietta di Svanberg
    Ora sotto di due gol lo Spezia riparte all’attacco, ma Skorupski è attento sulla conclusione di Nzola (22′). Più impegnativo comunque l’intervento del collega Provedel al 32′, quando compie un mezzo miracolo su Dijks e tiene così a galla i suoi che prima del riposo tornano in partita: sul corner calciato da Simone Bastoni è Ismajili ad accorciare le distanze (34′). L’ultimo brivido prima dell’intervallo al 37′: schema su punizione che porta al tiro Barrow, con il palo che salva però lo Spezia. Il Bologna di oggi è però più forte della sfortuna e nella ripresa prende il largo, trascinato da Svanberg che prima cala il tris al 54′ (assist di Danilo sugli sviluppi di un corner) e poi serve il poker con un colpo di testa su cross di Barrow (60′). E con tre gol di vantaggio fa meno rabbia la traversa colpita poco dopo da Orsolini, bravo ad andare via in dribbling a Simone Bastoni prima di scaricare il sinistro sul montante. La gara si chiude praticamente qui, con la classica ‘girandola dei cambi’ che accompagna le squadre fino al triplice fischio finale.
    Bologna-Spezia 4-1: il tabellino LEGGI TUTTO

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    Roma, Fonseca: “La gara con l'Ajax è finita, c'è un Toro da battere”

    ROMA – “La partita con l’Ajax è finita, ora dobbiamo concetrare sul campionato e pensare al Torino, che è in un buon momento. Se vogliamo i tre punti dovremo fare una grande partita”. Queste le parole con cui Paulo Fonseca ha messo in guardia la sua Roma alla vigilia della sfida sul campo dei granata, a cui i giallorossi arrivano dopo aver conquistato il pass per le semifinali di Europa League in cui sfideranno il Manchester United di Pogba.
    Difesa ‘europea’
    Una Roma versione ‘europea’ il tecnico si augura di vederla però anche contro il Toro: “Vorrei la stessa concentrazione e la stessa aggressività difensiva – ha detto il tecnico in conferenza stampa -. È importante che la squadra faccia sempre una partita sicura difensivamente. Come abbiamo fatto bene con l’Ajax, penso che in campionato possiamo migliorare questi aspetti”. E quando gli è stato chiesto se anche lui poteva fare qualcosa in più, Fonseca ha risposto così: “Non lavoro per convincere le persone, ma per la Roma e per renderla vincente. È normale che quando si vince abbiamo più persone dal nostro lato. Vale per Fonseca e per tutti gli allenatori. Capisco questo, ma la cosa più importante è fare il mio lavoro per la Roma”.
    Le condizioni di Smalling
    Il discorso scivola poi inevitabilmente su Smalling, reduce da un infortunio e vittima di una rapina notturna in casa: “Come sta? Vediamo. Lo stiamo valutando tutti i giorni. Quando avrà più fiducia per tornare, rientrerà. Ma sta molto meglio”. Ha ormai recuperato invece Javier Pastore, già tornato in campo nel finale dell’ultima partita di campionato contro il Bologna: “Se partira’ titolare? Vedremo domani”. LEGGI TUTTO

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    Non basta la rimonta in dieci: West Ham ko a Newcastle

    LONDRA (Inghilterra) – Dopo il 2-2 di ieri tra l’Everton di Carlo Ancelotti e il Tottenham di José Mourinho altri due i match della 32ª giornata di Premier League in calendario oggi (rinviata Southampton-Crystal Palace). Nel primo sconfitta pesante per il West Ham quarto in classifica, sconfitto a Newcastle nel rocambolesco match che ha aperto il programma di oggi. Un ko che rischia di compromettere la corsa alla Champions League degli ‘hammers’, ora a -1 dal Leicester che ha però una gara in meno come le inseguitrici Chelsea e Liverpool.
    Premier League, la classifica
    Impresa solo sfiorata per gli ‘Hammers’
    C’è l’ex torinista ed ex juventino Ogbonna titolare in difesa al St. James’ Park nel 3-4-1-2 di Moises, con Lingard e Bowen in attacco supportati da Fornals. A farsi vedere per primo è però il Newcastle con Fernandez, Murphy e Saint-Maximin che scaldano i guantoni di Fabianski, mentre il West Ham testa i riflessi di Dubravka con un colpo di testa di Dawson e spreca poi con Fornals (mira col destro da fuori area). Una gara equilibrata e ‘ordinaria’ che si accende però all’improvviso a dieci minuti dall’intervallo riposo: prima un autogol di Diop regala il vantaggio ai padroni di casa (36′) e gli ‘Hammers’ restano in dieci per il secondo giallo rimediato da Dawson e al 41′ vengono puniti ancora da Joelinton. Con l’uomo in meno e in doppio svantaggio la squadra di Moises però non si arrende e nella ripresa riapre i giochi con un colpo di testa di Diop, che si riscatta così su cross di Bowen (73′), e poi trova il clamoroso pareggio con Lingard che all’80’ trasforma il rigore concesso (col Var) per un fallo di mano di Clark. Gli ospiti ora ci credono e danno l’impressione di voler completare l’impresa, ma non hanno nemmeno il tempo di esultare perché il Newcastle non ci sta e si riversa in attacco: il tiro di Murphy è respinto sulla linea di Johnson ma subito dopo nessuno riesce a fermare il nuovo entrato Willock, che stacca sul cross di Ritchie e con la testa firma il definitivo 3-2. Un successo fondamentale nella corsa alla salvezza delle ‘Magpies’, ottenuto a spese di un West Ham che insegue il sogno Champions e rischia di pagare cara questa battuta d’arresto.
    Newcastle-West Ham 3-2: tabellino e statistiche
    Premier League, risultati e calendario LEGGI TUTTO

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    Fiorentina-Atalanta 2-3: la Dea non molla la zona Champions

    FIRENZE – Quarta vittoria di fila, un poker da Champions per l’Atalanta che passa sul campo della Fiorentina (2-3) e risponde alle vittorie delle rivali, tenendosi così stretto il quarto posto a +2 sul Napoli e a ridosso di Juve e Milan (lontane rispettivamente uno e due punti). Un successo pesantissimo per la Dea, arrivato col brivido dopo aver dominato per un’ora: alla doppietta di Zapata (in gol al 13′ e al 40′) ha infatti riposto per le ‘rime’ Vlahovic, capace di riacciuffare i nerazzurri in nove minuti (al 57′ e al 66′ le sue reti) prima del rigore decisivo segnato al 70′ dal neo entrato Ilicic dopo un tocco col braccio in area di Martinez Quarta. Dopo il pari in casa del Genoa arriva così il primo ko per Iachini dal suo ritorno al posto del dimissionario Prandelli, con la Viola che resta comunque a +8 sulla zona retrocessione.
    Fiorentina-Atalanta 2-3: tabellino e statistiche
    Le mosse dei tecnici
    Privo dell’infortunato Hateboer e senza Pessina, positivo al Covid dopo il rientro dagli impegni con la Nazionale, Gasperini vara la difesa a quattro con Toloi (preferito a Maehle) e Gosens terzini, mentre in mediana c’è la coppia De Roon-Freuler con Malinovski, Pasalic e Muriel a sostesgno di Zapata e Ilicic che inizia in panchina. Quattro le assenze invece per la Viola, che deve fare a meno degli squalificati Ribery e Pulgar mentre restano in infermeria Igor e Kokorin: nel 3-5-2 di Iachini tocca così a Kouamé a fare da spalla a Vlahovic in attacco e ad Amrbat accomodarsi in cabina di regia con Bonaventura e Castrovilli ai suoi lati, mentre Caceres e Biraghi sono gli esterni.
    Guarda la galleryZapata e Ilicic stendono la Fiorentina: è un’Atalanta da Champions
    Zapata bum-bum
    L’Atalanta è subito aggressiva e per passare impiega poco più di dieci minuti: angolo e cross ‘pennellato’ da Malinovsky per Zapata, che si libera di Bonaventura e con la testa insacca. La Fiorentina accusa il colpo e i nerazzurri provano ad approfittarne, cercando l’immediato colpo del ko, ma Dragowski è attento su Gosens (ancora di testa su azione da corner) e si supera poi su un destro al volo dell’incontenibile Zapata (20′). Poco dopo dura entrata di Romero su Vlahovic con i viola che protestano invano per il colore del cartellino estratto dall’arbitro (giallo per il difensore, che era diffidato e salterà la prossima sfida casalinga contro la Juve). La reazione dei padroni di casa è tutta in un colpo di testa di Caceres, che su punizione calciata da Biraghi sovrasta Romero ma non inquadra la porta, non abbastanza per impensirire una Dea in pieno controllo con Pasalic che costringe all’ammonizione Pezzella. Serve così ancora un super Dragowski per fermare Zapata alla mezz’ora su un preciso ‘filtrante’ proprio di Pasalic, ma il portiere non può fare nulla al 40′: colpo sotto e assist al bacio dell’ispiratissimo Malinovsky, stop dell’attaccante colombiano che a due passi dalla porta raddoppia (il Var conferma poi la posizione regolare). 
    Serie A, la classifica
    Vlahovic, doppietta d’orgoglio
    Avanti di due reti Gasperini non vuole correre rischi e inizia la ripresa con Djimsiti al posto dell’ammonito Romero, mentre Zapata cerca subito il blitz nell’aria viola con Pasalic che a porta spalancata non arriva però di un soffio sul cross del gigante nerazzurro. La Fiorentina sembra disarmata di fronte alla superiorità dei bergamashi e anche Amrabat finisce nella ‘lista dei cattivi’, ma a riaccendere le speranze gigliate ci pensa Vlahovic: cross di Biraghi dalla sinistra, sponda di Caceres con la testa e perfetta volée mancina del centravanti serbo che riapre il match (57′) con i nerazzurri protestano invano (l’azione è partita da una rimessa laterale concessa ingiustamente ai viola). Nella Dea arriva poi il momento di Ilicic e Maehle (fuori Muriel e Malinovskyi al 64′), ma la squadra di Iachini ora ci crede al 66′ pareggia: lancio per Kouame che poi con un tocco si libera di Djimsiti e serve a Vlahovic una palla da spingere solamente in rete.
    Serie A, risultati e calendario
    La decide Ilicic dal dischetto
    Nemmeno il tempo di esultare però e la Viola torna sotto, perché Martinez Quarta tocca la palla con il braccio nella propria area e concede una possibilità che Ilicic dal dischetto non fallisce: l’ex del match calcia il rigore forte e centrale e non basta un tocco col piede di Dragowski per evitare il nuovo vantaggio atalantino (70′). Iachini allora cambia tutto il centrocampo e getta nella mischia prima Borja Valero e Eysseric (fuori Amrabat e Castrovilli) e poco dopo Callejon e Venuti (al posto di Martinez Quarta e Bonaventura), ma sono ancora Biraghi e Vlahovic a spaventare Gollini: cross del terzino e splendida girata del bomber che di testa sfiora l’incrocio (74′). Con la Fiorentina all’attacco l’Atalanta prova ad approfittare degli spazi a disposizione, ma Pasalic spreca il ‘rigore in movimento’ offertogli da Ilicic (82′) e poi Dragowski è ancora strepitoso su Zapata (85′) che nel finale lascia il posto a Miranchuk. La Fiorentina non ne ha più, l’ultima punizione di Biraghi si infrance sulla barriera e alla fine è festa per una Dea che si tiene così stretta la zona Champions, aspettando il prossimo scontro diretto casalingo con la Juve. LEGGI TUTTO

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    United e Villarreal 'vedono' le semifinali, pari beffa per l'Arsenal

    TORINO – Semifinale vicina per il Manchester United, che nell’andata dei quarti di Europa League passa sul campo del Granada con un 2-0 pesantissimo. A decidere il match, momentaneamente interrotto al 6′ per l’invasione di campo di un uomo nudo, la rete segnata da Rashford nel primo tempo e da quella realizzata su rigore da Fernandes nel finale. Due reti che ipotecano la qualificazione alle semifinali (affronterà eventualmente la vincente della doppia sfida tra Roma e Ajax, con i giallorossi vittoriosi ad Amsterdam nel primo round). Un bel passo avanti lo fa anche il Villarreal di Emery, che vince di misura a Zagabria contro la Dinamo (0-1), piegata da un rigore trasformato da Gerard Moreno. Solo un pari a Londra contro lo Slavia Praga invece per l’Arsenal, che nella ripresa colpisce due pali e trova il vantaggio nel finale ma si fa poi riprendere nel recupero (1-1).
    I ‘Red Devils’ ipotecano il pass
    Vittoria pesante (0-2) per il Manchester United al Nuevo Los Cármenes. Costretto a rinunciare agli infortunati Jones e Martial e a Bailly, fermato dal Covid, Solskjaer schiera i ‘Red Devils’ con il 4-2-3-1: Pogba titolare in mediana, mentre davanti c’è Greenwood (in panchina Cavani) con i trequartisti James, Fernandes e Rashford a supporto. Schieramento speculare per il Granada, che a centrocampo schiera l’ex romanista Gonalons e viene subito messo sotto pressione: tutti ribattuti però in avvio i tiri di McTominay, Pogba, Fernandes e Rashford, che ci riprova poi un altro paio di volte senza centrare lo specchio. L’attaccante inglese sembra comunque in serata e lo conferma alla mezz’ora, quando scatta e aggancia in maniera splendida il pallone su un lancio di Lindelöf e lo deposita col piatto in rete dopo aver resistito al rientro di Duarte (31′). Gli spagnoli provano a reagire, McTominay raggiunge Pogba (ammonito già all’8′) sulla lista dei ‘cattivi’ prima del riposo e sul tiro di Herrera al 40′ è il palo a salvare un De Gea, ben piazzato poco dopo su una conclusione di Kenedy (44′). Il portiere è attento sul brasiliano anche a inizio ripresa, mentre lo United non inquadra la porta due volte con Maguire e un’altra con Pogba. Solskjaer getta allora nella mischia Cavani (fuori Rashford al 66′), ma un minuto dopo è ancora Kenedy a chiamare alla parata De Gea. C’è da lottare e il difensore Maguire è costretto a spendere un giallo pesante (diffidato, salterà il ritorno), mentre Pogba lascia spazio a Matic. Pian piano lo United riprende il controllo del match, impegna il portiere di casa con Fernandes che all’89’, su azione da corner, riceve un colpo al volto in piena area da Eteki: l’arbitro ammonisce il camerunense e assegna il rigore che lo stesso Fernandes trasforma, mettendo così una pesante ipoteca sulla qualificazione alle semifinali.
    Granada-Manchester United 0-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryGranada, clamoroso assembramento prima della sfida con lo United
    Due legni e beffa per l’Arsenal
    All’Emirates Stadium pari beffardo per l’Arsenal contro lo Slavia Praga (1-1). Out David Luiz, Odegaard e Tierney per Arteta, che schiera i ‘Gunners’ con il 4-2-3-1 e preferisce Lacazette ad Aubameyang in attacco. Sull’altro fronte è un ‘abbottonato’ 4-1-4-1 il modulo scelto da Trpisovsky per i cechi, che non mostrano però troppi timori reverenziali e ci provano per primi con un tiro di Dorley respinto e un sinistro di Provod alto di poco. Per vedere l’Arsenal pericoloso bisogna aspettare il 25′: cross di Saka e colpo di testa a lato di Gabriel, come non centra la porta poco dop Lacazette con il destro (28′). Lo Slavia non sta a guardare e sporca i guantoni di Leno con un sinistro da fuori (troppo centrale) di Olayinka, ma a chiudere in attacco sono i londinesi con Holding: cross di Soares e colpo di testa di Holding parato da Kolar. Si va al riposo sullo 0-0 e al rientro in campo l’Arsenal prova subito a spingere: punizione dal limite e destro a giro di Willian che colpisce il palo esterno. Lo Slavia non sta però a guardare e si fa pericoloso con Boril (parata coi piedi di Leno) ma vengono salvati ancora dal legno, stavolta la traversa colpita da Lacazette dopo un fulmineo contropiede (62′). Il francese spreca poi ancora al 66′ calciando a lato su cross di Saka e così Arteta decide di cambiare: dentro Aubameyang e Pépé al posto di Lacazette e Saka (78′) e la mossa paga, perché poco dopo l’attaccante del Gabon serve l’ivoriano che supera il portiere con un morbido colpo sotto e fa 1-0. I ‘Gunners’ esultano ma la gioia dura poco, perché nel recupero lo Slavia va all’assalto e trova il pari con un colpo di testa di Holes (non impeccabile Leno) sugli sviluppi di un angolo. Arsenal beffato e chiamato ora ad andarsi a prendere la qualificazione tra una settimana a Praga.
    Arsenal-Slavia Praga 1-1: tabellino e statistiche
    Un rigore di Moreno spinge Emery
    Villarreal corsaro allo stadio Maksimir, con la Dinamo Zagabria piegata da un rigore di Moreno (0-1). Krznar sceglie il 4-2-3-1 per la sua Dinamo, con Mayer a sostegno del centravanti nigeriano Atiemwen, mentre nel 4-3-3 degli spagnoli partono titolari l’ex napoletano Albiol in difesa e l’ex milanista Bacca in attacco. Il primo tempo è equilibrato e c’è subito lavoro per i portieri: prima è quello di casa Livakovic ad opporsi a Pedraza (7′), poi tocca a Rulli intervenire su un tentativo di Majer. Le due squadre ci provano ma la mira è imprecisa da una parte e dall’altra, poi con il riposo alle porte la gara si sblocca: c’è un tocco di mano Théophile-Catherine su un cross di Gerard Moreno, l’arbitro concede il rigore ed è lo stesso attaccante a realizzarlo portando in vantaggio il Villarreal, che nella ripresa si ripresenta poi senza l’evanescente Bacca (dentro Alcácer). Nel secondo tempo c’è la reazione della Dinamo ma Rulli risponde presente sui tentativi dei vari Atiemwen, Gvardiol e Ristovski, mentre il collega Livakovic è poi chiamato in causa da Trigueros (70′). Gli sforzi dei croati sono vani ed è invece la squadra di Emery a mancare nel recupero due volte il raddoppio con lo scatenato Moreno. 
    Dinamo Zagabria-Villarreal 0-1: tabellino e statistiche LEGGI TUTTO

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    Manchester United-Milan 1-1: Kjaer, un gol d'oro al 92'

    MANCHESTER (Inghilterra) – Con un gol pesantissimo segnato in pieno recupero il Milan strappa un pari strameritato (1-1) sul campo del Manchester United nell’andata degli ottavi di finale. Un premio per quanto fatto vedere a Old Trafford da un Diavolo che nonostante le tante assenze (soprattutto in attacco) ha mostrato personalità e coraggio, anche dopo il vantaggio trovato a inizio ripresa dai ‘Red Devils’ a loro volta rimaneggiati. 
    Manchester United-Milan 1-1: tabellino e statistiche
    Tante le stelle assenti
    Tante infatti le stelle che brillano per la loro assenza con Solskjaer che deve fare a meno di Cavani e Pogba oltre che di Jones, Mata, Van de Beek, del portiere De Gea e dell’attaccante Rashford (al suo primo forfait stagionale). Il tecnico norvegese fa rifiatare anche Fred e piazza Matic in mediana mentre davanti è Martial il terminale offensivo del 4-2-3-1, con Bruno Fernandes a ridosso e James e Greenwood sulle fasce. Infermeria piena anche per Pioli, orfano del difensore Romagnoli oltre che di Bennacer e Calhanoglu a centrocampo e con un attacco spuntato per l’indisponibilità di Ibrahimovic, Mandzukic e Rebic: è così Leao a fare il centravanti del 4-3-3 con Brahim Diaz e Saelemaekers ai suoi lati, mentre in regia va Kessié e in difesa sono Tomori e Kjaer i due centrali.
    Due gol annullati al Diavolo
    Lo United prova a partire forte ma il Milan sembra avere le idee chiare: difesa compatta e ripartenze veloci che mettono subito in difficoltà gli inglesi. Nessun timore reverenziale per i giovani di Pioli, che si vedono annullare subito due gol: uno a Leao, scattato in fuorigioco su lancio di Kjaer (6′), il secondo a Kessié che infila la palla all’incrocio ma dopo un tocco di mano segnalato all’arbitro dal Var (11′). In mezzo c’è sinistro di Martial che scalda i guanti a Donnarumma (8′), ma i rossoneri giocano meglio ed è per pochi centimetri che Tomori non arriva sul cross velenoso di Saelemaekers. Pian piano il Milan riesce ad alzare il proprio baricentro e testa i riflessi del portiere Henderson con Krunic (26′) e Saelemaekers (31′). I padroni di casa subiscono e provano allora a sfruttare i calci piazzati, come al 38′ quando Maguire grazia incredibilmente Donnarumma, calciando sul palo la palla appena sfiorata dal portiere rossonero su una sponda di Bruno Fernandes.
    Guarda la galleryL’ex Atalanta Diallo entra e segna, pari Kjaer: United-Milan 1-1
    Passa lo United
    Scampato il pericolo il Diavolo va al riposo sullo 0-0 e inizia la ripresa con gli stessi undici, mentre Solskjaer lascia negli spogliatoi Martial e getta nella mischia il 18enne ivoriano Diallo. Una mossa che paga subito perché dopo tre minuti è proprio l’ex atalantino, lanciato alla perfezione dall’indisturbato Bruno Fernandes, a superare Donnarumma in torsione con la testa dopo essersi infilato tra Tomiri e Kjaer. Punito ‘a freddo’ il Milan accusa il colpo e Calabria per poco non fa harakiri, bravo poi a recuperare su James dopo un retropassaggio sbagliato. A dare la scossa ai compagni ci provano allora Diaz, con una conclusione respinta da Maguire, e poi Kessié che chiama Henderson alla deviazione in corner (59′). I rossoneri è di nuovo in partita e insistono con Krunic, che nel giro di un minuto calcia alto dal limite e poi stacca bene ma non inquadra la porta di testa su un bel cross di Calabria (64′), mentre è ancora attento subito dopo il portiere scozzese sul tentativo dalla distanza di Saelemaekers ed è poi decisivo Matic a sacrificarsi per respingere col corpo la ‘botta’ di Diaz.
    Kjaer la riprende al 92′
    Come nel primo tempo Pioli vede i suoi spingere senza pungere davvero e prova allora a cambiare qualcosa: dentro Tonali e Castillejo al posto di Brahim Diaz e Saelemaekers per passare a un 4-4-1-1, con Kessie ora libero di muoversi alle spalle di Leao. Cambia l’assetto ma resta l’ambizione di andare a prendersi un pari che sarebbe preziosissimo nell’ottica del doppio confronto, anche a rischio di lasciare qualche spazio agli aversari come accade al 72′, quando Greenwood affonda a destra e crossa sul secondo palo dove Calabria si dimentica di James che manca però clmorosamente la porta col sinistro. Fred, Williams e Shaw dentro per Fernandes, Wan-Bissaka e James sono le contromosse di Solskjaer a un quarto d’ora dalla fine, mentre nel frattempo diluvia su Old Trafford e Calabria fa spazio a Kalulu in un Milan che all’83’ chiede invano il secondo giallo per il già ammonito McTominay dopo una palese trattenuta su Krunic. Il Diavolo però non si arrende e insiste trascinato da Kessié, che circondato da cinque avversari ‘scodella’ uno splendido assist sprecato da Leao che liscia incredibilmente il pallone. Sembra finita ma è proprio il portoghese a riscattarsi conquistando nel recupero il corner che regala il pari al Milan: cross di Krunic e scelta di tempo perfetta da parte di Kjaer, che esce dalla mischia per andare a sorprendere di testa Henderson. Un gol pesantissimo in vista del ritorno, con il Milan che ora vede i quarti un po’ meno lontani. LEGGI TUTTO

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    Roma, Fonseca pensa già al Milan: “Dzeko? Vediamo…”

    ROMA – “L’infortunio di Dzeko? Non credo sia un problema grave ma domani valuteremo”. Filtra un moderato ottimismo nelle parole di Paulo Fonseca dopo il 3-1 casalingo al Braga che ha certificato la qualificazione agli ottavi di Europa League della Roma, che spera ora di avere a disposizione il centravanti per il big-match di campionato contro il Milan in programma domenica.

    Roma-Braga 3-1: tabellino e statistiche
    Aspettando il Diavolo
    A segno nel primo tempo, il bosniaco ha accusato un problema fisico nella ripresa creando qualche ansia ai giallorossi, già in emergenza nel reparto arretrato ma capaci di non perdere compattezza nelle difficoltà: “L’atteggiamento è importante – ha spiegato Fonseca – e mi piace quando i calciatori si sacrificano per la squadra. Oggi c’è stato rispetto per una squadra forte e la vittoria in Portogallo ci ha permesso di fare una gestione diversa dei calciatori. Il Milan? Sarà una partita importante contro una squadra forte. Ora dobbiamo recuperare i giocatori per prepararla al meglio”.

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    Festa Roma, ottavi di Europa League! Dzeko supera Totti

    Il sorteggio di domani
    Una battuta poi sul sorteggio di domani a Nyon, dove la Roma conoscerà l’avversaria da affrontare negli ottavi di Europa League: “Ci sono tutte squadre forti, è difficile sceglierne una – ha detto Fonseca -. Vogliamo andare il più avanti possibile”. E per poter competere su più fronti sempre più preziosa potrebbe rivelarsi l’ormai consueta ‘staffetta’ tra Dzeko e Borja Mayoral: “Mi sono piaciuti entrambi – ha chiosato il tecnico -. Per la squadra è un bene avere questa concorrenza in attacco”. LEGGI TUTTO