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    Libertadores: finale Flamengo-Athlético Paranaense, duello David Luiz-Fernandinho

    TORINO – Flamengo e Athlético Paranaense stasera alle 22 si contendono la Copa Libertadores nella versione derby do Brasil 3.0. Il duello finale tra i due club rossoneri sarà l’occasione per una reunion tra due ex compagni di Nazionale che sono stati, a livello di club, da sempre fieri avversari. E la partita di stasera non farà eccezione. David Luiz e Fernandinho, attualmente simboli di Mengão e Furacão sono pronti a una nuova battaglia, dopo quelle sostenute ai tempi di Chelsea e Man City.
    Quei trionfi in verdeoro
    Pur avendo condiviso la maglia della Seleção, non hanno in comune gioie e trionfi con la VerdeAmarela, ma solo un’enorme delusione. Anzi, la Delusione con la D maiuscola, quella per antonomasia per tutto il Paese, a pari merito con il disastro del 1950. David Luiz ha sollevato al cielo la Confederations Cup nel 2013, Fernandinho invece è stato campione della Copa América nel 2019. Mai insieme nella felicità, ma fianco a fianco nel dolore della figuraccia epocale nel Mondiale casalingo del 2014, in cui il Brasile è stato eliminato in semifinale con l’indimenticabile 7-1 subito dalla Germania. A livello di coppe vinte in Inghilterra domina Fernandinho: due FA Cup a zero, con David Luiz che si deve accontentare della medaglia d’argento sia nel 2018 sia nel 2019.
    Da Londra a Rio de Janeiro
    Diventato star nel Chelsea, David Luiz ha concluso la sua avventura europea all’Arsenal la scorsa stagione. Quindi s’è imbarcato su un volo per Rio de Janeiro e ha accettato il contratto del Mengão nel settembre 2021, debuttando nelle semifinali di Libertadores contro il Barcelona Guayaquil. Vicecampione in Libertadores e Brasileirão nel 2021, in questa stagione è a un passo dalla gloria continentale, è a un passo da trascinare il Fla a essere un autentico Time das Copas, una squadra implacabile nelle Coppe: l’accoppiata Coppa del Brasile-Libertadores sarebbe da sogno. Sulla sua strada, c’è ancora Fernandinho. E sì, David Luiz sta facendo gli scongiuri, sta pregando che non finisca, anche stavolta, come nelle due finali di FA Cup…
    Estadio Monumental Banco Pichincha, Guayaquil, Ecuador Ore 22, diretta Dazn
    FLAMENGO (4-4-2): Santos; Rodinei, David Luiz, Léo Pereira, Filipe Luís; Thiago Maia, João Gomes, Éverton Ribeiro, De Arrascaeta; Gabriél Barbosa, Pedro. All. Dorival Júnior.
    ATHLÉTICO PARANAENSE (4-3-3): Bento; Khellven, Matheus Felipe, Pedro Henrique, Abner; Hugo Moura, Alex Santana, Erick; David Terans, Pablo, Vitinho. All. Luiz Felipe Scolari.
    ARBITRO: Patricio Loustau (Argentina) LEGGI TUTTO

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    Copa LIbertadores: Flamengo ok, la finale sarà ancora tutta brasiliana

    SCELGO DI CREDERCI Dopo il 4-0 dell’andata in Argentina al Vélez sarebbe servito molto più di un’impresa: non è arrivata. Il magico ottimismo che aveva accompagnato, nei giorni scorsi, il club e la tifoseria argentina sono stati brevi come un sogno. E destinati a svanire sul far del mattino. Certo, pensare che il Vélez fosse in grado di ribaltare il 4-0 patito all’Amalfitani sarebbe come essere convinti di trovare un unicorno giallo che pascola di fronte a casa vostra. Ma nel Barrio Liniers avevano scelto la strategia del “yo eligo creer”, io ho scelto di crederci. La squadra del Cacique Medina ci ha provato, con orgoglio, fin dal fischio d’inizio. Ha giocato un gran primo tempo, tutto cuore, grinta, pressing. Ha trovato pure il gol del vantaggio, al 21′ con El Oso Lucas Pratto: l’ex River Plate, servito da Lucas Janson, si beve Pablo e batte Santos. Il mantra fortinero “Yo eligo creer”, ho scelto di crederci, sembrava prendere forma. Ma era, come detto, un sogno che svanisce all’alba. Dopo solo 20′ cross velenosissimo di Everton Ribeiro dalla sinistra ed ecco riapparire l’incubo degli argentini nella gara d’andata: Pedro, autore di 3 gol 7 giorni fa, si ripete anche al ritorno, colpo di testa imperioso, palla che sbatte sulla faccia inferiore della traversa e Burian battuto. Il Maracanã esplode, il Fla ha pareggiato.   
    PIETRA TOMBALE Il secondo tempo scorre via con un Mengão padrone del gioco e con un Vélez in cui sembra essersi spento definitivamente il sacro fuoco del “Yo eligo creer”. I rubronegros carioca macinano occasioni da gol in serie e al 23′ trovano il gol che chiude definitivamente partita e discorso qualificazione, la pietra tombale sulla doppia sfida grazie a un golazo di Marinho su assist con tunnel del solito Pedro. Divino, semplicemente divino. Ai tifosi del Vélez resta l’orgoglio d’essere arrivati a un passo dal riscrivere la storia, la Pandilla de Liniers esce sconfitta sì, ma a testa alta. La verità è, però, che in questo momento sociale, economico e calcistico, le squadre brasiliane sono ingiocabili: la Copa Libertadores, infatti, sarà per il terzo anno consecutivo, una sorta di Taça do Brasil, di Coppa del Brasile.
    FLAMENGO-VÉLEZ SARSFIELD 2-1
    MARCATORI: pt 21′ Pratto, 42′ Pedro; st 23′ Marinho
    FLAMENGO (4-2-3-1): Santos; Rodinei, Fabricio Bruno, Pablo, Filipe Luis (18′ st Ayrton Lucas); Joao Gomes, Vidal (18′ st Pulgar); Everton Ribeiro (39′ st Varela), De Arrascaeta (39′ st Diego), Everton Cebolinha (18′ st Marinho); Pedro. A disp. Diego Alves, Hugo Souza, Kayke, Mateusao, Matheuzinho, Petterson, Cleiton Santos. All. Dorival Júnior
    VÉLEZ SARSFIELD (4-2-3-1): Burian; Jara, de los Santos, Brizuela, Ortega; Garayalde, Caseres (25′ st Seoane); Orellano (14′ st J. Fernandez), Florentin Bobadilla (15′ st Osorio), Janson (39′ st Castro); Pratto (15′ st Bou). A disp. Hoyos, Diaz, D. Fernandez, Guidara, Insua, Menendez, Muet. All. Medina
    ARBITRO: Maza (Cile)
    NOTE: ammoniti Filipe Luis, Vidal, Garayalde, Seoane, Brizuela. Calci d’angolo: 7-3 per Flamengo. Recupero tempo: pt 2′; st 6′ LEGGI TUTTO

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    Copa Libertadores: impresa Athletico Paranaense, rimonta il Palmeiras e va in finale

    11 EROI Se volessimo definire la prova del Furacão con un aggettivo, quello più corretto sarebbe eroica e questo nonostante il fatto che, nella partita di andata, i rossoneri di Curitiba avessero vinto 1-0. Il match dell’Allianz Parque s’è messo subito in salita per la banda di Felipão: il Palmeiras ci mette soltanto 3′ a riportare la doppia sfida sul piano dell’assoluta parità. La difesa ospite si impappina sul cross di Ze Rafael, non riuscendo a spazzare: Gustavo Scarpa può solo dire muito obrigado, grazie mille, e scaricare l’1-0 alle spalle di Krepski. Non c’è partita, tutto come calcolato da Abel Ferreira, tecnico portoghese del Verdão: i paulisti sono troppo superiori e Dudu è in un momento di forma semplicemente divino. L’unica mezza speranza per il Furacão rossonera si concretizzava al 3′ di recupero del primo tempo: rosso sventolato dall’arbitro uruguaiano Ostojich dopo consulto con il Var davanti al naso di Murilo Cerqueira per un fallaccio su Vitor Roque e padroni di casa con un uomo in meno per un tempo intero.
    IL MATTONCINO Proprio da questo piccolo mattoncino l’Athletico Paranaense inizia a costruire l’impresa. Nonostante l’uomo in meno, al 10′ della ripresa il Palmeiras trovava il gol della momentanea qualificazione grazie al cabezazo, al gran colpo di testa di Gustavo Gómez su cross pennellato da Marcos Rocha. L’Athletico ci crede e non vuole smettere di lottare. Fernandinho si carica sulle spalle la squadra e Pablo trova i suoi 20′ di gloria: il numero 5 prima fa 2-1 su imbeccata di Vitor Roque, poi, a 5′ dalla fine trova l’assist per Terans che realizza il 2-2. Sull’Allianz Parque cala il gelo: la festa è tutta del Furacão, che stacca il pass per la finale dell’Estadio  Monumental Isidro Romero Carbo di Guayaquil, Ecuador e tra poche ore saprà chi dovrà sfidare tra Flamengo e Vélez Sarsfield.
    PALMEIRAS-ATHLETICO PARANAENSE 2-2
    MARCATORI: pt 3′ Gustavo Scarpa; st 10′ Gustavo Gómez, 19′ Pablo, 40′ Terans
    PALMEIRAS (4-2-3-1): Weverton; Marcos Rocha (34′ st Mayke), Gustavo Gómez, Murilo Cerqueira, Piquerez (42′ st Merentiel); Gabriel Menino (42′ st Atuesta), Ze Rafael; Dudu, Tabata (1′ st Luan), Gustavo Scarpa; Rony (34′ st Wesley). A disp. Marcelo Lomba, Breno Lopes, Fabinho, Kuscevic, José Lopez, Rafael Navarro, Vanderlan. All. Abel Ferreira
    ATHLETICO PARANAENSE (4-3-3): Krepski; Khellven, Pedro Henrique, Heleno, Abner (1′ st Pedrinho); Fernandinho, Erick (18′ st Pablo), Santana (1′ st Terans); Canobbio (1′ st Romulo), Vitor Roque (45′ st Matheus Fernandes), Vitinho. A disp. Anderson, Cuello, Leo Cittadini, Matheus Felipe, Nicolàs Hernàndez, Orejuela, Vitor Bueno. All. Felipão Scolari
    ARBITRO: Ostojich (Uruguay)
    NOTE: ammoniti Santana, Gabriel Menino, Canobbio, Pedrinho, Heleno, Weverton. Calci d’angolo: 6-3 per il Palmeiras. Recupero tempo: pt 4′; st 6′ LEGGI TUTTO

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    Libertadores: il Flamengo è devastante, umiliato il Vélez

    TORINO – Pietà l’è morta: nell’andata delle semifinali di Copa Libertadores il Flamengo travolge 4-0 il Vélez Sarsfield e mette molto più di una ipoteca sulla finale. I tifosi del Fortín avevano preparato una festa coi fiocchi per celebrare degnamente il ritorno nel penultimo atto della competizione per club più importante del continente: 11 anni prima l’ultima volta. Nella mente dei tifosi biancoblù ritornavano le immagini dell’indimenticato e indimenticabile trionfo del 1994, ancora contro una brasiliana: con il Virrey Carlos Bianchi in panchina, infatti, il Vélez riuscì a imporsi nella pentola a pressione del Morumbì, zittendo 100 mila torceadores del San Paolo. La scorsa notte, però, il calcio brasiliano ha dimostrato una volta di più, semmai ce ne fosse bisogno, di non avere rivali, di essere troppo superiore, innanzitutto sotto il profilo economico, rispetto a qualsiasi rivale latinoamericano.
    BRUSCO RISVEGLIO A nulla dunque, sono servite le trovate del Cacique Medina, il tecnico uruguaiano degli argentini: negli ultimi giorni aveva chiesto ai giardinieri che curano il terreno dell’Estadio José Amalfitani di non bagnare il campo, rendendolo, di fatto, ai limiti dell’impraticabilità. «Il gioco del Fla ne risentirà, loro scambiano veloce e non potranno farlo», questa era l’opinione diffusa nel Barrio de Liniers a poche ore dall’inizio della semifinale. Sì, sì, l’importante è crederci. La Pandilla, il gruppo più caldo del tifo del Vélez, e tutti gli aficionados argentini ci hanno messo 32 minuti a realizzare che no, non aver fatto bagnare il campo non avrebbe portato alcun beneficio. E così, dopo il vantaggio griffato da Pedro Guilherme Abreu dos Santos, colpevolmente dimenticato dalla difesa argentina su cross di Léo Pereira, i rossoneri carioca trovavano nel recupero, al 46′, il raddoppio: sombrero in area del Vélez di Gabigol, palla a Everton Ribeiro e golazo da applausi.
    STERILITA’ TOTALE In apertura di ripresa il Fortín cerca il gol che riapra la sfida, non riuscendo però mai a farsi pericoloso dalle parti di Santos. Chi dalle parti della porta argentina si presenta, spesso e volentieri, e fa paura è il solito Pedro: logica conseguenza il 3-0 in contropiede. A 7′ dalla fine è sempre lo scatenato bomber carioca a mettere la pietra tombale su match e serie con il 4-0 finale. Tra 7 giorni, al Maracanã, la sfida di ritorno: il Vélez cerca il miracolo. «Lo faremo con l’1% di possibilità e il 99% di fede», giurano gli argentini. La realtà è altra: la realtà dice che, anche quest’anno, in finale ci saranno due brasiliane.
    VELEZ SARSFIELD-FLAMENGO 0-4
    MARCATORI: pt 32′ Pedro, 46? Everton Ribeiro; st 16′, 38′ Pedro
    VELEZ SARSFIELD (4-2-3-1): Hoyos; Jara, de los Santos, Gomez, Ortega; Garayalde, Caseres (20′ st Seoane); Orellano (30′ st J. Fernandez), Bou (20′ st Osorio), Janson; Pratto. A disp. Burian, Brizuela, Castro, D. Fernandez, Bobadilla, Guidara, Insua, Menendez, Mulet. All. Medina
    FLAMENGO (4-3-1-2): Santos; Rodinei, David Luiz, Leo Pereira, Filipe Luis; Everton Ribeiro (40′ st Diego), Thiago Maia (26′ st Vidal), Joao Gomes (40′ st Victor Hugo); De Arrascaeta (34′ st Pulgar); Pedro, Gabriél Barbosa (40′ st Everton Soares). A disp. Hugo Souza, Ayrton Lucas, Fabricio Bruno, Lazaro, Matheuzinho, Pablo, Varela. All. Dorival Junior
    ARBITRO: Wilmar Roldàn (Colombia)
    NOTE: ammoniti Gabriél Barbosa, Gomez, Thoago Maia, de los Santos, David Luiz, Leo Pereira, Pulgar, Seoane. Calci d’angolo: 5-5. Recupero tempo: pt 4′; st 3′ LEGGI TUTTO

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    Coppa Libertadores: Scolari fa piangere il Palmeiras

    TORINO – Mentre, da questo lato dell’Oceano, la Champions League scalda i mototri e si prepara al debutto della fase a gironi, dall’altra parte dell’Atlantico la Copa Libertadores, la manifestazione per club più importante del LatinoAmérica, è arrivata al penultimo atto: si sta giocando l’andata delle semifinali. In attesa della sfida argentino-brasiliana tra Vélez Sarsfield e Flamengo che si giocherà alle 2.30 della notte italiana tra mercoledì e giovedì, poche ore fa è arrivata la sorpresa: i campioni in carica del Palmeiras sono caduti 1-0 in trasferta all’Arena da Baixada di Curitiba nel derby brasiliano contro l’Athletico Paranaense. Finisce così, per il Verdão, una striscia di risultati positivi che sembrava infinita: 18 match senza sconfitte in questa edizione e ben 20 trasferte senza perdere, contando anche le gare delle passate edizioni. L’ultima volta prima fu il 2 aprile del 2019 contro il San Lorenzo de Almagro di Jorge Almirón.
    LO SCHERZETTO DI SCOLARI I rossoneri, guidati in panchina da un santone come Felipão Scolari, pur non avendo dimostrato una manifesta superiorità nei confronti del club paulista, hanno messo in campo personalità e grinta, spinti da un tifo incessante. Pericoloso in avanti, bravo a occupare gli spazi, cinico: l’Athletico Paranaense è riuscito a non andare in sbattimento nemmeno quando è rimasto in inferiorità numerica per il rosso sventolato dall’arbitro cileno Tobar Vargas sotto il naso di Hugo Moura. Il Palmeiras ha cercato negli ultimi 20′ il pari con ogni mezzo, ma sono mancate lucidità e precisione in zona gol. E così alla banda di Abel Ferreira tra una settimana servirà un successo in casa per continuare a difendere il torfeo conquistato lo scorso anno.
    ALTA TENSIONE Tra poche ore, all’Estadio José Amalfitani di Liniers, Buenos Aires, si gioca la seconda semifinale: il Vélez Sarsfield di Alexander Medina riceve il Flamengo dei mille crack. Un match che rischia di essere caldissimo, come tutte le sfide, di club e nazionali, che vedono gli argentini incrociare i tacchetti con i brasiliani. Un esempio? Beh, probabilmente il più clamoroso coinvolge proprio Vélez e Fla: Recopa 1995, con la partite che si trasforma prima in un match di pugilato tra Zandonà ed Edmundo e poi in un autentica rissa da strada con tutti, ma proprio tutti, in campo, anche la polizia.

    ATHLETICO PARANAENSE-PALMEIRAS 1-0
    MARCATORI: pt 23′ Santana
    ATHLETICO PARANAENSE (4-3-3): Krepski; Khellven, Pedro Henrique, Heleno, Abner; Fernandinho (51′ st Leo Cittadini), Hugo Moura, Santana (46′ st Erick); Cannobbio (40′ st Romulo), Vitor Roque (40′ st Pablo), Vitinho (41′ st Cuello). A disp. Anderson, Matheus Felipe, Nicolàs Hernàndez, Orejuela, Pedrinho, Terans, Vitor Bueno. All. Scolari
    PALMEIRAS (4-2-3-1): Wéverton; Marcos Rocha (39′ st Mayke), Gustavo Gomez, Murilo Cerqueira, Piquerez; Gabriel Menino, Ze Rafael (39′ st Atuesta); Dudu, Rafa Veiga (7′ st Tabata), Rony (39′ st Rafael Navarro); José Lopez (19′ st Wesley). All. Abel Ferreira
    ARBITRO: Tobar Vargas (Cile)
    NOTE: 38.963 spettatori. Espuslo: al 25′ st Hugo Moura per doppia ammonizione, al 30′ Scolari, tecnico dell’Athletico Paranaense, per proteste. Ammoniti: Ze Rafael, Hugo Moura, Vitinho. Calci d’angolo: 7-5 per il Palmeiras. Recupero tempo: pt 2′; st 8′ LEGGI TUTTO

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    La nonnina del Talleres allo stadio con l'ossigeno: e il bomber si commuove

    TORINO – La passione batte tutto. Quella per il fútbol, poi, può più di ogni cosa: supera persino le difficoltà di una malattia, persino la debolezza, l’età. Perché è nelle difficoltà più insormontabili che l’animo dell’essere umano, per trovare forza, si aggrappa agli amori che non passano, alle passioni più profonde. E sì, il sentimento che lega ogni persona al club del suo cuore è molto più che indissolubile. In Argentina cantano: “de la cuna hasta el cajón”: si può tradurre con “dalla culla alla tomba”. E non è soltanto un coro da stadio, un modo di dire. All’Estadio Mario Alberto Kempes, Córdoba, nella parte bassa della Tribuna Gasparini, prende posto, da lustri, Elvira Reyna, 80 anni, Definirla fedelissima, aficionada, sarebbe riduttivo. Elvira è diventata virale grazie a una foto: va allo stadio con la bombola ad ossigeno. Da moltissimo tempo, infatti, l’adorabile nonnina cordobesa conduce una lotta durissima contro la fibrosi cistica: , racconta circondata dall’amore dei nipoti Oscar Plaza e Carla Salinas, che la accompagnano sugli spalti ogni volta che giocano i biancoblù. E quando il Talleres segna, lei salta in piedi manco avesse una molla e inizia a festeggiare, sfoderando un magnifico, ma sdentatissimo, sorriso. E’ diventata una mascotte: adorata dagli altri tifosi, dai media, dalla società e dai giocatori. .
    BEAU GESTE DE COLOMBIA
    Elvira ha rischiato, però, di perdersi una sfida storica: quella del ritorno dei quarti di finale mercoledì scorso al Kempes contro il Vélez Sarsfield. A causa dell’incredibile richiesta di biglietti da parte dei tifosi della T, infatti, la nonnina biancoblù non era riuscita ad assicurarsene uno. La notizia è giunta alle orecchie di Diego Luis Valoyes: l’attaccante colombiano del Talleres ha iniziato a cercare di mettersi in contatto con lei o con qualche suo familiare tramite le reti social. , questo il messaggio social di Valoyes. Tanta generosità è stata ricompensata: a colpi di tweet e retweet finalmente il messaggio è arrivato alla nipote Carla che ha comunicato a Elvira la lieta novella. La Pantera Valoyes mi ha commosso: ora tocca a lui e ai suoi compagni portarci in semifinale. Io farò il mio dagli spalti, su questo nessun dubbio >. Sul campo, però, nessun lieto fine: passa il Vélez. A Elvira non importa più di tanto: per lei il Talleres rimarrà per sempre il grande amore della vita, l’unico che le dà tante soddisfazioni e non la tradirà mai. De la cuna hasta el cajón, dalla culla alla tomba. 

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    Vélez-Talleres: cariche, sangue e un patto violato

    TORINO – Le immagini di violenza a cui abbiamo assistito nella Platea Sud Alta dello stadio del Vélez Sarsfield durante il derby argentino contro il Talleres, valido per l’andata dei quarti di finale di Copa Libertadores, hanno offuscato ancora una volta l’aspetto sportivo. Cerchiamo di capire che cosa ha portato alla battaglia campale del José Amalfitani: dopo che è stato puntato il dito sui tifosi “neutrali” che in realtà erano ospiti infiltrati, con il passare delle ore prende quota la ricostruzione secondo cui il quilombo, il putiferio insomma, si sia scatenato a causa della rottura di un patto. Negli altri settori dello stadio del Vélez, infatti, erano presenti un numero maggiore di tifosi ospiti che nella Platea Sud Alta, luogo del misfatto.
    PERCHE’? La domanda da un milione di euro, dunque, è perché gli incidenti siano esplosi proprio in quel settore specifico dell’impianto del Fortín. Per arrivare a una risposta credibile e attendibile dunque, la prima cosa che occorre sapere è che nella Platea Sud Alta si trovavano tifosi accreditati, con biglietti di protocollo. Per essere precisi: 350 biglietti nominativi. Non erano, dunque, tifosi che si erano spacciati come simpatizzanti del Vélez o che si erano infiltrati: erano tutti membri del consiglio di amministrazione, loro parenti e parenti dei giocatori del Talleres.
    INFILTRATI La seconda cosa da tenere a mente è che i Barras Bravas (perché definirli ultras sarebbe sbagliato e riduttivo per miliardi di motivi) di Vélez e Talleres mantengono rapporti eccellenti, al punto che entrambi i gruppi hanno condiviso un asado prima della partita e i capi de La Fiel, la Barra del Talleres, hanno assistito al match di Copa Libertadores assieme ai loro omologhi, spalla a spalla con La Pandilla de Liniers, la parte più incontrollabile del tifo del Fortín. Ed è qui che arriva la spiegazione finale della situazione, quella che determina perché le persone nella Platea Sud Alta sono state attaccate. Non si è trattato di una “caccia all’uomo” generalizzata agli infiltrati del Talleres all’Amalfitani.

    DUE DISSIDENTI ACCREDITATI
    Quando le autorità hanno analizzato le immagini delle telecamere dello stadio insieme agli addetti alla sicurezza del Talleres, hanno identificato due grossi problemi. Il primo è che nella Platea Sud Alta non erano ospitati solo i parenti di dirigenti e giocatori ospiti, ma anche due membri di una delle fazioni dissidenti della Barra Brava della tifoseria ospite. La seconda è che i membri della Barra Brava che comanda al Talleres, che stavano vedendo la partita in altri settori dell’Amalfitani, non hanno alzato manco un dito per difendere i loro colleghi di tifo quando i tifosi del Vélez sono partiti per attaccarli.
    Ma passiamo alla prossima domanda da un milione di euro. Chi ha concesso gli accrediti ai due Barras dissidenti del Talleres che erano nella Platea Sud Alta? Va fatto notare che la dirigenza del Vélez è stata quella che ha concesso quei biglietti ai loro colleghi di Córdoba, come peraltro era stato concordato nei giorni prima del match, ma dovevano essere riservati solo ai membri del consiglio di amministrazione, ai loro parenti e ai parenti dei giocatori.

    LA GIUSTIZIA INDAGA
    Al momento in cui vi scriviamo la situazione giudiziaria è nelle mani del pubblico ministero Celsa Ramírez, che prevede di approfondire la questione. La prima conseguenza, ovviamente, è subita dai tifosi del Vélez, ai quali verrà impedito di recarsi a Córdoba per la gara di ritorno, anche se alcuni biglietti per gli ospiti erano già stati messi in vendita nei giorni scorsi. La conseguenza più importante, però, potrebbe essere subita dal Vélez. Il pubblico ministero Ramírez sta analizzando il modo in cui il club fortinero non debba limitarsi a pagare solo una multa. Nella testa della Ramírez frulla l’idea di chiudere l’intero stadio o almeno il settore degli incidenti e quello popolare da cui sono partiti i Barras Bravas di casa. La pm ha già portato avanti diverse cause che coinvolgono il club di Liniers e capisce che c’è qualche collusione importante con il tifo violento. Nei prossimi giorni sono attesi ulteriori sviluppi. LEGGI TUTTO

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    Vélez-Talleres: “neutrali” e risse! E' il Sud America, baby

    TORINO – In Argentina, ormai da 9 anni, per una tifoseria in trasferta è pressocché impossibile seguire la propria squadra. Il divieto, infatti, è stato adottato per tentare di arginare la violenza che accompagna, spesso e volentieri, le sfide del calcio locale, non solo i clásicos, non solamente i derby. Quest’anno l’Afa, la federcalcio argentina, ha parzialmente reintrodotto alcune “trasferte soft”, mentre per altre sfide sono stati istituiti settori “neutrali”. In soldoni? Fatta la legge trovato l’inganno: i settori cosiddetti “neutrali” sono di fatto settori ospiti a tutti gli effetti. I tifosi entrano vestiti “neutralmente” senza la maglia del club del cuore o i tipici cappellini da pescatore molto in voga in tutte le barras del Paese o le sciarpe: passano i controlli, salgono i primi due scalini per accedere alla parte di stadio loro riservata e, voilà, si vestono di tutto punto con i colori della loro squadra.
    SALOON AMALFITANI Ed è quanto è successo la scorsa notte all’Estadio José Amalfitani di Liniers, Buenos Aires, la casa del Vélez Sarsfield. Si giocava Vélez-Talleres de Córdoba, un derby tutto argentino valido per l’andata dei quarti di Copa Libertadores. Nella Platea Sud Alta hanno iniziato ad accedere un grandissimo numero di “neutrali” (leggasi infiltrati) e fino a che le squadre non hanno iniziato a fare il riscaldamento prepartita tutto bene. Al momento dell’ingresso in campo della squadra di Pedro Caixinha i “neutrali” in un amen hanno svelato la propria identità, si sono trasformati in “infiltrati”: il coro «Soy Talleres, Talleres yo soy» ha iniziato a rimbombare fortissimo. La reazione della tifoseria di casa non si è fatta attendere e per lunghi minuti la Platea Alta Sud sembrava un saloon con risse degne del Far West.
    PREPARTITA… ALCOOLICO Del resto i tifosi della T non erano passati inosservati nelle ore precedenti al match: molte sono state le previas, i prepartita ad alto tasso alcoolico (il Fernet Branca con Coca Cola a Córdoba è come il latte materno) in diversi punti della città di Buenos Aires. Diverse centinaia hanno scelto i barbecue nel Parque Sarmiento, mentre molti altri hanno direttamente occupato Liniers, il barrio del Vélez, e le zone adiacenti lo stadio Amalfitani. Andrés Fassi, presidente del Talleres ha difeso la sua tifoseria spiegando che l’artifizio della “finta neutralità” sia stata la risposta alla decisione della dirigenza del Vélez che s’era rifiutata di vendere il numero minimo di biglietti (2.000) richiesto dal Conmebol per la squadra ospite. Per la gara di ritorno, invece, quasi diecimila tifosi del Fortín si recheranno a Córdoba per assistere alla rivincita allo stadio Mario Alberto Kempes: non sono da escludere vendette e agguati.
    COPA LIBERTADORES Andata quarti di finale. Corinthians (Bra)-Flamengo (Bra) 0-2 (pt 37′ De Arrascaeta; st 6′ Gabriél Barbosa; Atlético Mineiro (Bra)-Palmeiras (Bra) 2-2 (pt 46′ rig. Hulk/A; st 2′ aut. Murilo Cerqueira/A, 14′ Murilo Cerqueira/P, 47′ Danilo/P); Vélez Sarsfield (Arg)-Talleres (Arg) 3-2 (pt 5′ e st 28′ Janson/V; st 36′ Michael Santos/T, 43′ Garro/T, 45′ Julián Fernández/V). Domani ore 2.30 Athletico Paranaense (Bra)-Estudiantes de La Plata (Arg)
    COPA SUDAMERICANA Andata quarti di finale. Nacional (Uru)-Atlético Clube Goianiense (Bra) 0-1 (23′ pt Luiz Fernando Moraes dos Santos); Deportivo Tachira (Ven)-Independiente del Valle (Ecu) 0-1 (pt 3′ Angulo); San Paolo (Bra)-Ceará (Bra) 1-0 ( st 25′ Nikao). Domani ore 00.15 Melgar (Per)-Internacional (Bra) LEGGI TUTTO