TORINO – La Juventus è più solida e più dura nella battaglia del derby, onorato sotto il profilo agonistico e rimasto a lungo in equilibrio. E così vince, la Juventus, con un altro capolavoro di Massimiliano Allegri che gioca due partite: una molto simile a quella contro il Chelsea, aspettando il Toro e colpendo in contropiede, l’altra più aggressiva e di dominio nella ripresa, quando i granata calano fisicamente mentre i bianconeri sono protagonisti di una progressione fisica e tecnica che schiaccia gli avversari e li supera. Decide Locatelli con un colpo da biliardo all’86, ma la Juventus aveva avuto almeno due occasioni prima (con Alex Sandro e con Chiesa anticipato da Ansaldi) per segnare e dopo prende un palo con una splendida iniziativa di Kulusevski. Insomma, il risultato è del tutto legittimo e forse poteva essere meno attillato nel punteggio. Anche una volta è estremamente positiva la prestazione collettiva: squadra che sa soffrire difendendosi e sa allungarsi con velocità. Brilla Chiesa, De Ligt e Chiellini giganteggiano, Cuadrado è determinante nella ripresa, quando entra al posto di un Kean poco produttivo nei primi 45′, non benissimo McKennie, confuso e confusionario, sempre più maturo Locatelli, perfetto in fase difensiva e decisivo in avanti.
I cambi di Juric
E se Allegri è il trionfatore della sfida, di Juric stupisce la decisione di inserire Baselli per Sanabria e Rincon per Breakalo: proprio mentre stava iniziando la sofferenza del Toro (che però aveva spaventato la Juventus con qualche contropiede), manda un messaggio intimorito alla squadra, che finisce per schiacciarsi anche più di quanto la obbligasse la maggiore pressione avversaria. E’ vero che la panchina granata era impoverita dagli infortuni, ma forse Verdi avrebbe conservato la speranza di combinare qualcosa in avanti. Detto ciò, il Toro è stato impressionante per tutto il primo tempo, mantenendo l’iniziativa e tenendo la Juventus bassissima. Va detto che, come contro il Chelsea, il gran possesso palla (64%) non produce occasioni memorabili e la Juventus pare quasi a suo agio nel difendersi all’altezza della sua area di rigore e il Toro può rimpiangere di non aver combinato granché mentre controllava la gara.
Torino-Juve, primo tempo
Nel primo tempo, dunque, si registra un predominio granata che staziona maggiormente nella metà campo bianconero, ma il conto delle occasioni è a favore della Juventus, che nei primi 5 minuti sbaglia due gol abbastanza semplici: al 3′ con Kean la cui discesa (lancio di De Ligt) si conclude con un tiro a lato e al 5′ con McKennie che sciupa un bel pallone di Rabiot. Detto di un tiro a giro di Signo al 10′ (alto sulla traversa) e un colpo di testa di Aina su cross di Signo (che capitano rispettivamente al 10′ e al 21′ ma è difficile considerarle occasioni), il Toro sfiora il vantaggio al 38′ con Mandragora: calcio violento da fuori area che Szczesny respinge a lato. Ma nel finale un contropiede di Chiesa innesca un’azione offensiva della Juventus conclusa con un tiro fuori di poco da Locatelli. La Juventus è, quindi, chiusa nella sua metà campo, costretta da un Toro che ne soffoca le ripartenze, ma sembra quasi a suo agio, visto che limita i rischi e sfrutta la velocità dei suoi uomini in contropiede. E’ un copione che può ricordare Juventus-Chelsea con qualche occasione in più e che vede brillare un gigantesco De Ligt e un Chiellini in formato Europeo. Spento Kean, che soffre la marcatura spietata di Bremer (senza allargarsi come dovrebbe) e McKennie, inconsistente nelle due fasi. Nel Torino è eccellente il pressing alto, portato in modo collettivo da centrocampisti e attaccanti, ma si distinguono Singo, Pobega e Mandragora. Soffocato Sanabria che resta un po’ fuori dal gioco.
Torino-Juve, secondo tempo
Allegri lascia negli spogliatoio Kean e mette dentro Cuadrado, con l’intenzione di allargare la difesa del Toro e schierando Chiesa al centro dell’attacco e Bernardeschi dietro di lui in un 4-4-1-1. E al 53′ la Juventus aggiunge un’altra occasione, con il colpo di testa di Alex Sandro che dall’area piccola si fa parare lo stacco sul bel cross di Bernardeschi. In generale la Juventus è più aggressiva rispetto al primo tempo attendista: vuoi perché Cuadrado, effettivamente, è un valore aggiunto notevole per la fase offensiva, vuoi perché il primo pressing del Torino si fa meno asfissiante e con gli spazi più larghi emerge il maggiore tasso tecnico. Al 71′ Locatelli impegna Milinkovic-Savic con un tiro da fuori. Mentre all’81’ Rabiot entra in area e, davanti a Milinkovic Savic, tocca per Chiesa che è in ritardo e si fa anticipare dal più rapido e ben posizionato Ansaldi. E’ un crescendo che porta al gol di Locatelli all’86’ che infila un colpo di biliardo alle spalle di Milinkovic-Savic. Nel finale, con l’esordio di Kaio Jorge e l’ingresso di Kulusevski, la Juventus continua ad attaccare: lo svedese prende un palo con diagonale violento da dentro l’area e i bianconeri finiscono in attacco il derby.
Torino-Juventus 0-1, il tabellino
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