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    Lukaku: “Ibrahimovic? Sono meglio io. Vincere all'Inter è un sogno”

    Alla vigilia degli Europei, dove spera di essere protagonista col “suo” Belgio, Romelu Lukaku ha parlato ai microfoni di “hln.be”, sottoponendosi ad alcune domande che lo hanno messo di fronte a scelte chiare. “Tra l’Inter e il Chelsea scelgo il team nerazzurro: a Milano ho vinto lo scudetto, una cosa che sognavo sin da bambino. In un posto ho avuto successo, nell’altro un fallimento”, ha detto il centravanti belga. “Fra me e Ibrahimovic scelgo me tutti i giorni della settimana. Amo me stesso”, ha aggiunto Lukaku, parlando di se stesso e del “rivale” rossonero. A seguire ha parlato del suo “primo amore”: “Penso che tornerò all’Anderlecht un giorno. Potrei tornare per chiudere un cerchio”, ha precisato l’attaccante attualmente in forza all’Inter. Infine, nelle altre “sfide”, il belga ha dichiarato di preferire Kobe Bryant a LeBron James e il suo amico Drogba a Maradona. LEGGI TUTTO

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    Lukaku: “Resterò all'Inter, ho parlato con Inzaghi”

    Interpellato sul proprio futuro all’Inter, Romelu Lukaku rassicura tutti dal ritiro della nazionale del Belgio, che sta preparando gli imminenti Europei: “Sì, resterò all’Inter. Ho già parlato con colui che sarà il nostro prossimo allenatore (Simone Inzaghi n.d.r.). Forse non dovrei ancora dirlo, ma è stata una conversazione molto positiva. Insieme a lui accetterò la sfida di tornare vincere lo scudetto, all’Inter mi sento bene. Conte? Quando ho saputo del suo addio è stato difficile, ma abbiamo un gruppo affamato”, le parole del bomber nerazzurro al talkshow belga ‘Deviltime’. Lukaku, che era molto legato ad Antonio Conte, ha un contratto con l’Inter fino al 2024. LEGGI TUTTO

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    Guardian: “Lukaku nel mirino del Chelsea, l’Inter trema”

    I festeggiamenti del Chelsea per la vittoria di Champions contro il City di Guardiola sono ormai archiviati. È tempo di pensare al mercato, di puntellare una rosa già super competitiva. I Blues, secondo quanto riportato dal Guardian, hanno come obiettivo principale quello di rinforzare l’attacco per tentare l’assalto alla prossima Premier League: Romelu Lukaku è il nome in cima alla lista di Tuchel. L’Inter – che in settimana annuncerà Simone Inzaghi – non ha voglia di lasciar partire il bomber belga e cercherà di raccogliere fondi dalle possibili cessioni (altrettanto dolorose) di Hakimi (si parla di Psg) e Lautaro Martinez.
    Juve, imita il Chelsea: stop alla Superlega
    Tesoretto Chelsea: ecco chi va via
    Ma i Blues hanno la forza economica per ingolosire l’Inter, soprattutto alla luce delle probabili partenze di Abraham, Tomori, Barkley, Emerson e Loftus-Cheek. Tuchel, che dopo la finale ha avuto un colloquio con il patron Abramovich, vorrebbe sopperire alla mancanza di cattiveria sotto porta mostrata in stagione da Timo Werner. L’altro nome sul tavolo è quello di Harry Kane, ma è difficile che il Tottenham faccia affari con il Chelsea. Complicata anche la pista che porta a Haaland, dato che il Dortmund preferirebbe cedere Sancho piuttosto che la sua macchina da gol. LEGGI TUTTO

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    Dybala-Lukaku, il bivio di Paratici alla Juve

    Era il 4 agosto del 2019 e da Manchester rimbalzava una delle più brutte notizie ricevute da Fabio Paratici nel suo decennio juventino: Paulo Dybala non aveva trovato un accordo con lo United e rifiutava il trasferimento. E così saltava, a un passo dalla conclusione, lo scambio con Romelu Lukaku, che aveva già trovato l’accordo con la Juventus. Qualche giorno dopo, Beppe Marotta ingaggiava il poderoso centravanti belga (pagandolo 80 milioni tutto compreso) e lo tessereva per l’Inter. Insomma, il rifiuto di Dybala ha cambiato la storia delle ultime due stagioni del calcio italiano.

    La Juve con Lukaku e Ronaldo?

    Cosa sarebbe stata la Juventus di Maurizio Sarri con Lukaku al fianco di Ronaldo? E, soprattutto, cosa sarebbe stata l’Inter di Conte senza il suo trascinante centravanti? Ognuno può immaginare i suoi scenari, ma è indubbio che cambiare la squadra di Lukaku sposta anche gli equilibri di forza. Chissà cosa frullerà in testa, questa sera, a Fabio Paratici quando li osserverà in campo davanti a lui, vedendo scorrere le sliding doors forse più condizionanti di questi dieci anni. Anche perché in queste due stagioni il rendimento di Lukaku è stato nettamente superiore a quello di Dybala: 62 gol contro 22, 40 gol di differenza e la capacità di trascinare la squadra che l’argentino non ha avuto neanche nella seconda parte della scorsa stagione (quella dopo lo stop per Covid), quando Dybala aveva segnato gol pesantissimi per lo scudetto, apparendo per poi riscomparire nel gorgo degli infortuni e delle ricadute e di problematici recuperi di forma.

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