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    Tifosi dell'Inter contro Lukaku: striscione a San Siro

    MILANO – Ai tifosi dell’Inter non sono piaciute le parole di Romelu Lukaku, che si è detto pronto a tornare a vestire la maglia nerazzurra. Gli ultras della Curva Nord interista hanno esposto uno striscione contro l’attaccante belga del Chelsea, all’esterno dello Stadio Meazza a San Siro: “Non conta chi con la pioggia scappa, conta chi nella tempesta resta”, scrivono i tifosi nerazzurri, che chiudono la loro frase con un ironico “Ciao Romelu”. LEGGI TUTTO

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    Lukaku a sorpresa: “Tornerò all'Inter, al Chelsea non sono felice”

    LONDRA – L’addio all’Inter, il rimpianto di salutare così, le difficoltà attuali al Chelsea con Tuchel e il futuro che potrebbe essere ancora nerazzurro: Romelu Lukaku a Sky si racconta senza maschere, mettendosi a nudo e giurando di dire la verità “con la mano sul cuore”, come ha confessato. Il belga è stato raggiunto nella sua casa di Londra e ha spiegato: “Fisicamente sto bene, ancora meglio di prima. Dopo due anni in Italia, in cui ho lavorato tantissimo all’Inter con preparatori e nutrizionista, fisicamente sto bene. Non sono però contento della situazione, questo è normale”. L’intervista verrà mandata in onda venerdì il 31 dicembre alle 13.30, alle 17 e alle 19.30 su Sky Sport 24 e (speciale “Inter, scusa se ti chiamo amore”) e sarà riproposta anche il primo dell’anno alle 12.30 e alle 21 (disponibile anche on demand).Guarda la galleryLukaku, che esordio: gol nel 2-0 del Chelsea sull’Arsenal
    Lukaku e l’addio all’Inter: “Non doveva succedere così”
    Su Tuchel e i problemi tattici: “Penso che il mister abbia scelto di giocare con un altro modulo, io devo solo non mollare e continuare a lavorare ed essere professionista. Non sono contento per la situazione, ma sono un lavoratore e non devo mollare”, ha spiegato. È passato di tutto. Penso che tutto quello che è successo non doveva succedere così. Come ho lasciato l’Inter, come ho comunicato con i tifosi, questo mi dà fastidio perché non è il momento giusto adesso, ma anche quando sono andato via non era il momento giusto. Adesso penso che sia giusto parlare perché ho sempre detto che ho l’Inter nel cuore, tornerò a giocare di là, lo spero veramente. Sono innamorato dell’Italia, questo giustamente è il momento di parlare e di far sapere alla gente cosa è successo veramente senza parlare male delle persone perché io non sono così”, ha aggiunto Big Rom.
    Lukaku giura: “Inter, tornerò”
    “Per prima cosa voglio dire un grande scusa ai tifosi dell’Inter perché penso che la maniera in cui me ne sono andato sarebbe dovuta essere diversa. Io dovevo parlare prima con voi, perché le cose che voi avete fatto per me, per la mia famiglia, per mia madre, per mio figlio, sono cose che rimangono per me nella vita. Io spero davvero nel profondo del mio cuore di tornare all’Inter, non alla fine della mia carriera, ma a un livello ancora buono per sperare di vincere di più”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Golden Boy 2021, Pastorello: “Lukaku tornerà in Italia”

    MONTE-CARLO – Golden Agent cambia quartiere, ma resta a Monte-Carlo. Da Mino Raiola, miglior procuratore del 2020, a Federico Pastorello, che lunedì verrà incoronato durante la “Golden Night” organizzata da Tuttosport alla Nuvola Lavazza di Torino. Le pareti dell’ufficio di Federico Pastorello, immerso nella “grandeur” monegasca, sembrano quelle di una galleria d’arte: al posto dei quadri, magliette e foto che riassumono i 25 anni di carriera e l’escalation dell’agente nativo di Rovereto. Accanto allo scatto dell’anno – la firma di Romelu Lukaku negli uffici del Chelsea – ci sono immagini storiche (Pastorello con Evra e Ferguson) e anche il trofeo della Coppa Uefa 1995, conquistata dal Parma del papà Giambattista, all’epoca dirigente degli emiliani. «È proprio in quel periodo – racconta Federico – che ho capito che mi sarebbe piaciuto fare l’agente. Devo ringraziare Fernando Couto…».

    Papà, da navigato uomo di calcio, approvò subito?

    «Ci fu una riunione di famiglia nella quale io promisi a mamma che avrei comunque terminato l’Università. Il lavoro dell’agente, però, è totalizzante. Riuscii a sostenere soltanto altri due esami. Non ho mantenuto la parola, ma adesso mia madre è contenta lo stesso vista la passione che dimostro da 25 anni. Ed è orgogliosa, come lo sono io, del “Golden Boy-European Best Player’s Agent” che mi avete assegnato».

    Suo padre, ai tempi del Padova, acquistò il giovane Alessandro Del Piero dalle giovanili del San Vendemiano. Lei era piccolo, ma ricorda qualcosa?

    «No, però ricordo quando mio padre provò a riprenderselo, Alessandro…».

    Cioè?

    «Quando Del Piero era agli inizi nella Juventus, mio papà, nel frattempo passato al Parma, voleva portare Dino Baggio in Emilia. Siccome non trovava l’accordo sul prezzo con i bianconeri, a un certo punto disse: “Vi dò la cifra che mi chiedete, ma oltre a Dino Baggio mettiamo nell’affare anche il giovane Del Piero”. A quel punto intervenne l’Avvocato Agnelli: “Del Piero non si muove”. E scontò un miliardo alla cifra inizialmente richiesta per Dino Baggio».

    Il suo Del Piero è Romelu Lukaku, trasferimento record nella storia della Premier League: 115 milioni di euro… Come è nato il vostro feeling?

    «È il più grande giocatore che ho, Romelu, ma è anche quello che ho “preso” più facilmente… Io ero stato il regista del trasferimento di Conte al Chelsea e Antonio, dopo la vittoria del campionato inglese al primo colpo, voleva Lukaku. In quel periodo Romelu giocava nell’Everton: la prima volta ci incontrammo a Londra quasi per caso. Dissi lui che, a mio avviso, Conte sarebbe stato l’allenatore ideale per aiutarlo a compiere un ulteriore salto di qualità. Lukaku, invece, scelse il Manchester United. A distanza di un anno, quando il rapporto con il suo precedente agente era scaduto, mi ha chiamato da un numero nuovo di cellulare, tanto che all’inizio non risposi immediatamente. Romelu mi disse che tutto quello che gli avevo detto la prima volta si era avverato e mi voleva come agente».

    Poi lei lo ha portato da Conte, ma all’Inter… È vero che Lukaku, nel 2019, è stato a un passo dalla Juventus?

    «Sì. L’affare con l’Inter si era bloccato perché Zhang sembrava non voler soddisfare le richieste del Manchester United. La Juventus aveva l’accordo con gli inglesi, che in cambio di Lukaku avrebbero ingaggiato Dybala e Mandzukic. Romelu aveva già parlato con Sarri e Cristiano Ronaldo. Però… in seguito Dybala e il Manchester United, probabilmente entrambi non troppo convinti, non hanno raggiunto l’intesa. Mentre Marotta, Ausilio, Conte e io siamo riusciti a convincere Zhang ad alzare l’offerta. Senza nulla togliere ai compagni di Lukaku all’Inter, penso che quel trasferimento abbia spostato gli equilibri in Italia».

    Prima o poi rivedremo Lukaku in Serie A?

    «Sì, perché Romelu è in innamorato del nostro Paese. Ma adesso facciamolo godere al Chelsea».

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    Testacoda Chelsea-Norwich, due opposti con un dato in comune

    Quando si affrontano la prima e l’ultima in classifica solitamente il pronostico sembra a senso unico. Così, sulla carta, anche Chelsea-Norwich, match della nona giornata di Premier League in programma sabato 23 ottobre alle 13.30. Numeri diversi ma con un dato in comune che vale la pena evidenziare.
    Sei un esperto di calcio inglese? Metti alla prova la tua abilità!
    Almeno una porta inviolata, così 6 volte su 8
    Il Norwich ha 2 punti in classifica, 2 gol all’attivo (segnati dal finlandese Pukki) e 16 al passivo. Sei No Goal in 8 gare anche per il Chelsea di Tuchel, che rispetto al Norwich però ha statistiche diametralmente opposte quanto a produzione offensiva: 16 gol fatti e 3 subiti. Nel testacoda dello Stamford Bridge l’1 vale una quota inevitabilmente popolare, può essere dunque opportuno insistere sul No Goal (almeno una squadra non segna). LEGGI TUTTO

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    Chelsea, Lukaku non si sblocca. Tuchel: “Mentalmente stanco”

    Dov’è finito il vero Romelu Lukaku? Il bomber del Chelsea non va in rete da più di un mese, esattamente dalla prima di Champions contro lo Zenit. “Penso che abbia preso parte a troppi match durante l’estate, anche con la nazionale, fino alla recente Nations League – ha spiegato Tuchel in conferenza stampa – Significa molto per lui giocare per il suo Paese, quindi prende l’impegno molto sul serio. Se le cose non vanno bene, si carica quel peso addosso, ci pensa, ci riflette e questo un po’ lo stanca mentalmente. Non tanto da farci preoccupare, ma di certo non sta giocando con la mente sgombra”. Ma anche altri suoi giocatori che hanno avuto lunghi impegni in nazionale, dall’azzurro Jorginho all’inglese Mount, risentono dei carichi di lavoro, e il Chelsea ne paga le conseguenze. “C’è ancora spazio per migliorare ma ci manca un po’ di forma, ci manca un po’ di freschezza, un po’ di allegria”, ha aggiunto il tecnico tedesco. LEGGI TUTTO

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    Juve-Chelsea, Chiellini l'anti Lukaku

    I confronti tra grandi corazzate del calcio europeo  aprono da sempre lo scrigno delle sfide nelle sfide,  quegli uno contro uno che  – sommati tra loro – finiscono sovente per far pendere  l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte. La gara di questa sera tra Juventus e Chelsea non è aliena alla dinamica, anzi: spalanca le  porte al più vitruviano dei duelli. Da una parte Giorgio Chiellini, dall’altra Romelu Lukaku. Ancora una  volta, addirittura la quinta soltanto nell’anno solare, per una ruvida contesa  che affonda le radici fino ad un Belgio-Italia del novembre 2015.

    Chiellini-Lukaku: il duello

    Una battaglia tutto muscoli ed agonismo che, però, racconta finora di un esito pressoché a senso unico. Il difensore bianconero e l’attaccante dei Blues, infatti, hanno condiviso il campo  prima di questa sera per la  bellezza di 503’ di gioco, in  un feroce corpo a corpo da cui Lukaku non è mai uscito con una rete su azione  nel taschino. In sette pre- cedenti, vissuti con le maglie di Manchester United Inter e Belgio, il 28enne di  Anversa ha racimolato appena due reti e in entrambi i frangenti (a maggio in  campionato contro la Juventus e a luglio nei quarti degli Europei contro l’Italia) su calcio di rigore.  Per il resto, in bianconero  come in azzurro, Chiellini  ha sempre trovato il modo di anestetizzarne la vena  realizzativa, a costo di qualche acciacco certo non inconsueto: «Ogni volta che  ci incontriamo, le partite finiscono con tanti lividi», la  confessione davanti ai microfoni del difensore della Juventus. LEGGI TUTTO