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    Milan-Inter, le pagelle: Dzeko da incorniciare, Tomori disarmato

    Para quello che può parare, non è certo lui l’anello debole della difesa rossonera. Reattivo nel primo tempo su Dzeko e Dimarco, due interventi che illudono la gens milanista.

    CALABRIA 5

    Dalla sua parte Dimarco detta legge per un tempo. Timido anche quando si tratta di affacciarsi nella metà campo avversaria. Dest (34’ st) ng.

    KJAER 5.5

    Era il talismano, ma anche lui viene travolto dalle distrazioni generali. Si riprende facendo leva sull’esperienza, energico nel corpo a corpo con Martinez nel cuore dell’area. Kalulu (19’ st) 5.5 Torna in campo dopo le amnesie di Lecce, ma non respira l’aria del riscatto.

    TOMORI 4

    I pericoli veri arrivano dalle fasce e non al centro, ma fa mancare la sua consueta vigoria fi sica, soprattutto quando Lautaro Martinez lo beffa siglando il gol che chiude i giochi.

    HERNANDEZ 4

    Quando gli sfilano alle spalle, sono sempre dolori. E nel momento in cui allunga la falcata, perde il pallone che arma il contropiede nerazzurro che, solo per caso, non sfocia in gol.

    TONALI 6

    Resta una garanzia anche nelle serate meno brillanti, nel primo tempo è l’unico a prendere per mano la squadra e avanzare il raggio d’azione. Su Dzeko fa una brutta fi gura, certo, ma non toccava a lui quella copertura…

    BENNACER 6

    L’inferiorità numerica a centrocampo ne esalta lo spirito agonistico, soprattutto in avvio di secondo tempo. Ci prova più volte dal limite, il pallone viaggia spedito ma lontano dalle coordinate giuste.

    MESSIAS 5

    C’è, però si vede a sprazzi, vive nell’incertezza tra chi non ha ancora deciso se attaccare o difendere. Origi (29’ st) 5 Non può fare molto per raddrizzare la tremebonda macchina rossonera, comunque non ci prova nemmeno.

    DIAZ 5.5

    Lotta con tutte le energie che ha in corpo, eppure dovrebbe fare la differenza con la tecnica. Sul piano della volontà non si discute, però invece che cercare i corridoi per farsi lanciare, si lascia anestetizzare dall’attenta copertura avversaria. De Ketelaere (29’ st) ng Tocca un paio di palloni, ma non è questa l’ambientazione migliore per risollevare la testa. Inutile infi erire con un’altra insufficienza.

    LEAO 5

    Quando si accende, i nerazzurri devono cominciare a corrergli dietro. Cerca insistentemente il tiro, nell’unico nello specchio trova un attento Onana. Rientra nella categoria dei giocatori che fanno trattenere il respiro a un intero stadio quando il pallone fi nisce tra i loro piedi, ma a Riad l’effetto successivo, è quasi sempre un rimpianto collettivo.

    GIROUD 5.5

    Generoso come sempre, il Mondiale non lo ha spremuto come qualcuno sospetta, quello che gli manca è la materia prima, cioè palloni giocabili dentro l’area avversaria. Rebic (34’ st) ng.

    ALL. PIOLI 5

    I blackout difensivi restano una costante di questo avvio di 2023, a zavorrare ogni partita. Questo è l’ennesimo derby nel quale si fa imbrigliare in un copione nel quale a ogni passaggio sbagliato in impostazione, fa il paio un’azione pericolosa dell’Inter. La parola crisi ora diventa una fastidiosa appendice alla stagione. LEGGI TUTTO

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    Milan-Inter, Pioli: “Flop Theo Hernandez? Non punto il dito contro i singoli”

    RIAD (Arabia Saudita) – “Theo Hernandez non sta aiutando la squadra? Non parlerei di atteggiamento. In queste partite l’attenzione c’è. Non è giusto puntare il dito sui singoli. Dobbiamo ritrovare quella leggerezza mentale che ci permetta di giocare il calcio che conosciamo”. Al termine della Supercoppa Italiana persa 3-0 contro l’Inter di Simone Inzaghi a Riad, il tecnico del Milan Stefano Pioli è intervenuto ai microfoni di Mediaset: “Sono tante le situazioni in cui dobbiamo sviluppare meglio. È il complesso che deve migliorare, migliorando le prestazioni dei singoli. So che è un duro colpo, ma avremo la forza di reagire. L’assenza di Maignan? Gli avversari sono stati molto aggressivi, ci volevano movimenti senza palla più precisi. Mike ha un calcio un po’ più lungo rispetto a Tatarusanu, ma serviva fare meglio su altri movimenti”.Guarda la galleryLa classifica dei calciatori più cresciuti di valore dopo il Mondiale
    Pioli: “Dal Milan non mi aspettavo questo calo”
    “Non abbiamo fatto un primo tempo all’altezza di una partita del genere. Abbiamo provato a riaprirla con un buon inizio di secondo tempo, facendo poi troppo poco. Non siamo abituati a commettere questi errori, poi se commessi contro questi avversari… Non stiamo vivendo il nostro momento migliore dal punto di vista mentale. Dobbiamo fare di più e fare meglio. Come si riparte? Con l’unico modo che conosciamo: lavorando meglio per far alzare il nostro livello. È una sconfitta che ci fa molto male, ma la stagione è lì che ci aspetta e noi dobbiamo ritrovarci. Non mi aspettavo questo calo. Conosco i miei giocatori e mi aspetto sempre delle prestazioni positive. In questo momento facciamo fatica a reagire ad un errore, facciamo fatica a rimanere squadra e reagiamo solo individualmente. Gli ultimi risultati hanno pesato”, conclude Pioli. LEGGI TUTTO

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    Supercoppa Milan-Inter, più che una finale: dall’Arabia parte la rincorsa al Napoli

    Obiettivi

    Discorsi che riguardano il futuro, il presente è milanese. In campo alle 20, per una partita che sa già di salvagente per la stagione per il Milan, un po’ meno per l’Inter. Stefano Pioli giunge da due settimane di prestazioni e risultati controversi, culminati con l’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia per mano di un Torino ridotto in dieci. Di conseguenza, un possibile traguardo è già stato tagliato fuori. Ne restano tre, con un bis in campionato reso complicato dalla cavalcata del Napoli, con un ottavo di Champions League contro un Tottenham sì malconcio, ma pur sempre Tottenham, e con una Supercoppa da conquistare. Simone Inzaghi parte da una posizione di forza per quanto riguarda gli obiettivi di stagione, tutti aperti. In Coppa Italia arriverà la vincente di Atalanta-Spezia, mentre in Europa ci sarà il Porto, avversarie rognose, comunque abbordabili. Resta complicato il discorso campionato e c’è, per l’appunto, la Supercoppa. Un po’ meno salvagente rispetto al Milan, ma comunque trofeo da mettere in bacheca. Come accaduto la passata stagione, in accoppiata con la Coppa Italia.

    Lo specialista

    Inter detentrice uscente e all’inseguimento del Milan: sei successi contro sette. I rossoneri vinsero la prima edizione del trofeo, quella datata 1988 (ma con finale il 14 giugno 1989) battendo 3-1 la Sampdoria. I nerazzurri vinsero quella successiva, superando a loro volta i blucerchiati 2-0. C’è un solo derby nell’albo d’oro, quello del 6 agosto 2011, quando il Milan vinse 2-1 a Pechino, con Ibrahimovic (unico superstite del match: stasera vedrà il match in tv a Milano) e Boateng a ribaltare il vantaggio firmato Sneijder. Pioli cerca il primo trofeo da allenatore, dopo aver vinto il primo campionato. Inzaghi è invece specialista dell’appuntamento: due successi con la Lazio, 2017 e 2019 (questa edizione proprio a Riad, ma allo stadio dell’Università re Sa’ud), e quella già ricordata con l’Inter.

    Per ripartire

    Sarà una serata in cui le due squadre non si presentano al meglio. Il Milan, a Lecce, ha fatto preoccupare Pioli dal punto di vista dell’approccio, in una partita rimessa in piedi soltanto dalla reazione del secondo tempo, più di orgoglio che di ordine tattico. L’Inter, contro il Verona, ha ottenuto il massimo con il minimo sindacale: tre punti senza entusiasmare, con la mente già rivolta a Riad. L’importanza dell’appuntamento e il derby in campo neutro possono riaccendere testa e gambe, per una partita che può essere il propellente giusto per aggredire il campionato con rinnovata convinzione. Pioli ritrova Sandro Tonali, squalificato a Lecce, mentre Inzaghi riavrà Nicolò Barella dal 1’: due inserimenti fondamentali.

    Fuorigioco semiautomatico

    In vista campionato ci sarà anche il debutto del fuorigioco semiautomatico, già visto al Mondiale e in Champions. Avverrà in una cornice da “quasi” esaurito. I seggiolini del King Fahd International Stadium saranno gremiti da quasi 58mila spettatori (a causa di questioni logistiche i biglietti in vendita erano il 90% della capienza dello stadio) e i tifosi si faranno sentire, eccome. Steven Zhang sarà seduto in tribuna a tifare Inter, Gerry Cardinale seguirà il Mlan da New York. Dall’Italia arriveranno circa 500 sostenitori delle milanesi, per una gara che per Riad conta tantissimo, come confermato ieri da Hammad Albalawi, il General Manager of Strategic Planning and Investments del ministero dello Sport: «Siamo molto fieri di ospitare la Supercoppa italiana tra Milan e Inter. Per noi è un evento molto importante. Da poco qui si è trasferito Cristiano Ronaldo, abbiamo visto l’importanza per il Qatar di organizzare il Mondiale, vedremo lo sviluppo anche per le nostre Accademie nei prossimi anni. Inter e Milan sono famose in tutto il mondo, l’Arabia Saudita ha dimostrato di essere al livello per poter ospitare un evento di tale portata». LEGGI TUTTO

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    Crespo gioca il derby di Supercoppa tra Milan-Inter: “Leao fa paura, Lautaro nel cuore”

    MILANO – Sei Supercoppe italiane affrontate, cinque vinte (più un Community Shield giocato col Chelsea e vinto). Se c’è qualcuno che sa come portare a casa il trofeo che domani Milan e Inter si contenderanno a Riad, quello è Hernan Crespo. Lo ha vinto da giocatore di Parma, Lazio, Milan e Inter (2 volte). Crespo, sta ancora festeggiando il Mondiale vinto dalla sua Argentina? «È stato bellissimo, da 36 anni lo aspettavamo e sì, seppur lavorando qui in Qatar, me lo sono goduto da tifoso». Lei ha scelto di cominciare la sua carriera da tecnico girando il mondo e ora si trova all’Al-Duhail. Il prossimo step sarà l’Europa? L’obiettivo è tornare in Italia? «Senza dubbio. Ho deciso di fare una determinata gavetta. Con il Defensa y Justicia in Argentina ho vinto la Coppa Sudamericana nel 2020, un po’ come se il Cagliari, senza offesa, vincesse l’Europa League, e ho lanciato un certo Enzo Fernandez. Poi nel 2021 con il San Paolo, uno dei club più importanti del Brasile, ma una sorta di gigante addormentato perché non ha i soldi di Flamengo e Palmeiras per competere ad altissimi livelli, ho conquistato il campionato Paulista che la società non vinceva dal 2005. E adesso me la gioco in Qatar». Che esperienza è? «Mi ha affascinato venire qui nell’anno dei Mondiali. Sono arrivato all’Al-Duhail a marzo e abbiamo superato il girone della Champions asiatica da primi in classifica. In campionato, nonostante sia stato senza i nazionali qatarioti per sei mesi, siamo secondi a due punti dalla vetta. Sono contento, stiamo andando bene».  Sullo stesso argomentoArgentina, Scaloni premiato come miglior ct del 2022: la Top 10Argentina LEGGI TUTTO

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    Tifoso Milan ad Amazon: “De Ketelaere, serve reso pacco al Bruges”. La storia virale

    21 presenze (949′) e zero gol. È questo l’incredibile score di Charles De Ketelaere al Milan. Il belga, arrivato in rossonero in estate dopo una lunga trattativa con il Bruges per 32 milioni di euro più tre di bonus, ha fin qui disatteso le aspettative. Inserito gradualmente da Pioli, nel primo match da titolare, contro il Bologna il 27 agosto 2022, ha fornito probabilmente la sua migliore prestazione all’ombra della Madonnina servendo anche un assist per il momentaneo 1-0 di Leao (la gara terminerà 2-0 per i rossoneri). Da quel momento sembra essere calato il buio e le sue prestazioni sono peggiorate visibilmente. L’ultima rete in gare ufficiali risale addirittura al primo aprile 2022, nel 3-1 del Bruges in casa del Beerschot.Guarda la galleryLe pagelle di Milan-Torino: Milinkovic sembra Garella, Leao-Giroud flop
    De Ketelaere e l’opportunità sprecata contro il Torino
    Il 21enne belga ha avuto un’opportunità per riscattarsi negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Torino. Schierato come prima punta per i tanti infortuni in avanti, De Ketelaere non ha brillato particolarmente anche se a metà del primo tempo ha colpito un palo di testa su corner di Tonali. Poi pian piano si è eclissato scomparendo dalla sfida. Insomma, troppo poco per guadagnarsi la fiducia dei supporters del Diavolo, ormai quasi rassegnati. A tal proposito, nonostante la parole di Maldini e Pioli (“Si è mosso bene, ha fatto buone giocate ma ci aspettiamo giocate decisive. Purtroppo nemmeno stasera ci siamo riusciti”), un tifoso non è riuscito a trattenersi e su Twitter ha scritto ad Amazon chiedendo il reso di un pacco proveniente dal Brugge.
    De Ketelaere, un tifoso del Milan scrive ad Amazon: l’incredibile storia
    La nota azienda statunitense ha prontamente risposto chiedendo se il pacco fosse stato spedito da Amazon o da un venditore terzo. Alla risposta dell’utente Marco Verduz, Amazon replica: “In questo caso ti suggerisco di contattare direttamente il venditore che potrà darti l’assistenza più adeguata per il tuo reso. Puoi contattarlo seguendo le istruzioni”. Ecco dunque che il tifoso tagga il Brugge chiedendo di riprendersi il pacco. Un pacco da 32 milioni di euro, mica bruscolini. La vicenda è subito diventata virale sui social.  LEGGI TUTTO

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    Bava: “Adopo vale 7 milioni”

    TORINO – L’azione è di quelle destinate a rimanere impresse, a essere guardate e riguardate dai tifosi granata: il Toro a San Siro è in inferiorità numerica ed è messo a protezione di Milinkovic-Savic per puntare ai calci di rigore. A 6’ dal 120’, però, ecco arrivare il contropiede dei protagonisti che non ti aspetti – ma che non sorprendono – e che lancia ai quarti di finale il Torino: Bayeye scatta sull’out destro e centra un pallone perfetto per Adopo che, seguita l’azione, da pochi passi infila Tatarusanu. Milan eliminato davanti a 40mila spettatori e granata che ai quarti se la vedranno contro la vincente di Fiorentina-Sampdoria.

    Cairo ringrazia Bava

    Di Adopo parla il suo scopritore, Massimo Bava. Qui proponiamo un concetto espresso dall’ex responsabile del settore giovanile e poi direttore sportivo del Torino (il resto dell’intervista sull’edizione cartacea di domani di Tuttosport): «Se trovi l’amante del pezzo la valutazione può anche essere più alta, ma comunque Adopo ora come ora vale non meno di 6, 7 milioni. Nel 2018 lo presi dal Torcy per 150 mila euro», ricorda Bava. LEGGI TUTTO

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    Toro, Cairo: “Vi racconto perché ho abbracciato così Juric”

    TORINO – Il Toro vince, coltiva e firma un’impresa a San Siro, elimina dalla Coppa Italia i campioni d’Italia del Milan (sconfitti per la seconda volta in stagione dai granata), si qualifica ai quarti di finale e all’improvviso Urbano Cairo torna a parlare. Lo ha fatto alla trasmissione “Tutti Convocati” su Radio24: “E’ stata una grande gioia, ieri siamo stati troppo contenti tutti. Dopo la partita sono andato nello spogliatoio e ho fatto i complimenti a tutti. In 10 ci siamo un po’ abbassati, ma non rinunciando a giocare. Abbiamo avuto varie occasioni e abbiamo strameritato il passaggio del turno. Siamo felici. Con il Milan abbiamo fatto buone cose nel passato recente. A partire da quando vincemmo due volte in campionato quando c’era ancora Mazzarri. Anche con l’Inter qualche buon risultato lo abbiamo fatto”.

     

    L’AUTOELOGIO – Noi abbiamo fatto dei buoni campionati, siamo in A dal 2012-2013, quindi ininterrottamente da dieci anni, mentre nei dieci anni precedenti prima di me il Toro era stato 6 anni in B e 4 in A con 3 retrocessioni. Da quando ci sono io, invece, sono arrivati tanti noni e decimi posti. Non male. Adesso siamo nelle condizioni in cui ci piacerebbe fare qualcosa in più, abbiamo un mister bravo che riesce a ricavare il massimo da tutti e dai giovani soprattutto. Su Bayeye ieri si sono visti i risultati del lavoro di questi mesi: è lui che ha fatto l’assist per il gol di Adopo, altro giovane che è con noi da anni e che proprio a San Siro vinse la Coppa Italia con la Primavera”.

     

    L’ELOGIO DI JURIC – Poi le parole specifiche su Juric: il presidente vorrebbe che l’allenatore rinnovasse il contratto in scadenza nel 2024, ma il tecnico prende tempo in attesa di garanzie (ambizioni, mercato).“Juric ha carattere e quando si ha un certo tipo di carattere è qualcosa di importante. Gli ha consentito di creare un buon clima, una bella squadra vogliosa, che lotta per recuperare palla e lo fa nella metà campo avversaria. Con lui c’è un bel rapporto, ieri ci siamo abbracciati con un abbraccio affettuosissimo. L’imprenditore spinge i suoi collaboratori a fare meglio, ma è bello anche avere collaboratori che spingono sempre di più a loro volta. Juric lo seguivo da quando era a Verona, avevo provato a prenderlo già dopo il primo anno lì, ma lui volle rimanere per ultimare il progetto che aveva costruito a Verona. Mi piaceva molto il tipo di gioco di Juric e quindi gli ho fatto la corte per un anno, alla fine l’ho preso. Adesso ci godiamo questa vittoria, ma poi dobbiamo pensare subito a domenica contro lo Spezia, è una partita importante per poter dare continuità”. LEGGI TUTTO

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    Milan, Bennacer firma. E Leao che fa?

    MILANO – Uno slittamento tecnico di un paio di giorni che non pregiudica nulla. È attesa per domani la firma di Ismael Bennacer sul rinnovo di contratto con il Milan fino al 30 giugno 2027. La vicinanza con la partita di questa sera con il Torino e la necessità di Pioli di allenare la squadra il più possibile ha consigliato alla dirigenza e a Enzo Raiola di spostare tutto di qualche ora. Sarà un rinnovo importante, con Bennacer che arriverà a guadagnare 4 milioni all’anno più bonus. Rimane la clausola risolutoria da 50 milioni, che sarà valida solo per l’estero e che sarà attivabile solo nell’estate 2024 nei primi quindici giorni di luglio.

    Milan-Leao, che si fa?

    Vidimata la pratica Bennacer, sale anche l’attesa per l’incontro tra Paolo Maldini e Ricky Massara con i rappresentanti di Rafael Leao. Papà Antonio, che si appoggia ancora e tanto a Jorge Mendes, è in città dallo scorso week-end mentre si attende lo sbarco di Ted Dimvula, che ufficialmente è colui che detiene la procura di Leao. La decisione di Leao è quella di firmare con il Milan, con lo stipendio che salirà da 1.5 a 6.5 milioni di parte fissa più 1-1.2 di bonus (facilmente raggiungibili), con l’attaccante che andrebbe così a guadagnare quasi 8 milioni all’anno. Un incremento importante che lo aiuterà anche nel “lodo Sporting”, che cercherà di risolvere con il Lille. Sarà presente la clausola risolutoria anche nel nuovo accordo, la cui durata è ancora oggetto di discussione tra le parti, ma anche su questo punto si dovrà arrivare a una quadratura del cerchio. Per quanto concerne il mercato in entrata, il Milan rimane vigile su eventuali occasioni, ma non ci sono – al momento – nomi che scaldino la dirigenza. Bakayoko, al centro di richieste dalla Turchia, sembra destinato a rimanere fino a fine anno. LEGGI TUTTO