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    Torino, la notte della rivincita

    TORINO – 12 maggio 2021, stadio Grande Torino. Il Milan di Stefano Pioli batte i granata per 7-0.  Risultato umiliante, mortificante, con i rossoneri che sotto l’aspetto sportivo (come è giusto che sia) non hanno avuto nessuna pietà con i giocatori di Nicola, il tecnico di allora. Dei giocatori della rosa granata attuale c’erano Buongiorno, Singo, Linetty, Rodriguez, Lukic, Sanabria e Vojvoda. E quasi tutti questi domenica sera scenderanno in campo dall’inizio con una gran voglia di riscatto perché certe batoste te le porti dietro per tutta la vita. Lo scorso anno con Juric davanti ai propri tifosi il Toro ha pareggiato (0-0), ma per cancellare quel 7-0 ci vuole un successo che per i granata varrebbe oro. Innanzitutto il Toro di Juric conquisterebbe la prima vittoria contro una grande e poi, fatto più importante, si rilancerebbe ancora in classifica dopo il successo di Udine.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Qui Milanello, citofonare Pioli: i tifosi sono impazziti

    MILANO – Stefano Pioli è sempre «on fire»… pure sul cancello di ingresso al centro sportivo rossonero. Un anonimo scriba, sicuramente tifoso del Milan, ha provveduto ad aggiungere con pennarello blu la scritta «Pioli is on fire» sotto la raccomandazione «farsi annunciare» messa dalla vigilanza che cura la privacy dei giocatori. E così anche il cancello di Milanello è stato “griffato” con l’inno dell’ultimo scudetto. LEGGI TUTTO

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    Papu Gomez: un'entrataccia, gli insulti e il nuovo soprannome: macellaio!

    TORINO – Come farsi dei nuovi amici? Papu Gomez, lo stai facendo nel modo sbagliato! L’argentino ex numero 10 dell’Atalanta, ora punto di forza del Siviglia dell’Hombrecito Jorge Sampaoli, è da giorni al centro di una feroce polemica. Durante la sfida tra il Real Madrid e i biancorossi andalusi il centrocampista s’è reso protagonista di un brutto fallo su Federico Valverde, stella uruguaiana dei Blancos di Carlo Ancelotti. Un intervento di frustrazione, visto che mancavano una manciata di minuti alla fine del match, dominato dai merengues con un 3-1 molto più che rotondo, un’entrata che ha costretto Valverde a uscire anzitempo dal campo e ha acceso le preoccupazioni e le sirene d’allarme nel ritiro della Celeste in vista dell’imminente Mondiale in Qatar.

    Nomignolo spiacevole

    Il centrocampista uruguaiano, faro madridista e della Nazionale di Diego Alonso, ha concluso la partita con un dolore alla coscia destra che ha destato preoccupazione per le sue condizioni a meno di un mese dalla Coppa del mondo. Gomez è stato sanzionato con un sacrosanto cartellino giallo, ma il peggio per il giocatore della Seleccion è arrivato poche ore dopo. Sui social network è infatti esplosa la rabbia dei tifosi del Real Madrid e dell’Uruguay: prima hanno iniziato a insultare l’argentino con epiteti tipo “cerdo” (maiale), “carnicero” (macellaio) e “mala leche” (personaccia), poi, non ancora soddisfatti, hanno postato il numero di cellulare del giocatore perché potesse essere molestato anche al telefono.

    Il precedente di 4 anni fa

    Non è la prima volta, però, che il Papu Gomez finisce al centro del mirino per un’entrataccia a pochi giorni dal Mundial: nel 2018 durante Atalanta-Milan, giornata di campionato di Serie A numero 37, provocò l’infortunio di Lucas Biglia, suo compagno nell’Argentina, con una ginocchiata sulla schiena. Biglia fu costretto a saltare la Coppa del mondo in Russia. Valverde è stato più fortunato: dopo la paura, gli esami strumentali hanno scacciato l’incubo di vedersi le partite dell’Uruguay in Qatar dalla tv.
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    Il Milan va, De Ketelaere no. E Brahim Diaz non aiuta…

    MILANO – Il punto amaro della bella vittoria del Milan a Zagabria contro la Dinamo è stato la prestazione di Charles De Ketelaere. Il belga, difeso da Stefano Pioli nel corso della conferenza stampa post gara («Mi è piaciuto, l’ho tolto solo perché era ammonito»), non è stato protagonista come ci si sarebbe aspettati. La partita poteva essere quella giusta, la prestazione è stata invece negativa e a tratti anonima, dando così continuità alle sensazioni non positive che già si portava dietro dalla partita con il Monza, dove ha mancato il gol del 5-1 da pochi passi e dove è andato dritto negli spogliatoi senza salutare i tifosi. Un momento non facile quello di De Ketelaere, a lungo inseguito da Paolo Maldini e Ricky Massara nel corso dell’estate fino a risultare l’acquisto più oneroso dell’ultimo mercato estivo del Milan. Non vengono fatti drammi in quel di Milanello, anche perché dalla medesima fucina sono usciti forgiati Kalulu, Tonali e Leao.

    Milan, perché gli ottavi di Champions sono importanti

    De Ketelaere, batti un colpo!

    Insomma, l’ambiente è quello giusto, ma anche il belga deve iniziare a dare segnali importanti verso un cambio di passo che prenda la strada della crescita che lo dovrà portare a essere quel giocatore decisivo sul quale hanno puntato forte i due dirigenti rossoneri, ma anche lo stesso Pioli. In allenamento, a sentire gli spifferi che emergono da Milanello, De Ketelaere fa vedere ottime cose, ma in partita ci sono state solo delle pennellate isolate. I 32 milioni di valutazione non sono un peso per lui, ma certamente aumentano il grado di pressione mediatica che si è creata attorno al 2001 ex Bruges che poi, internamente, deve fare i conti anche con la riemersione tecnica di Brahim Diaz, che contro Juventus e Monza ha fatto vedere cose egregie, per i gol fatti e per l’abnegazione mostrata nel ricoprire sia il ruolo canonico di trequartista centrale sia quello di esterno destro offensivo. Una concorrenza interna che dovrà soltanto stimolare De Ketelaere a fare sempre di più, perché i ritmi di questo Milan sono alti e anche Charles deve velocizzare l’uscita dal torpore. La sua fortuna è quella di avere tutti dalla sua parte, sia fuori sia dentro il Milan, perché i tifosi non vedono l’ora di poter esultare a un suo gol e i compagni non lo hanno minimamente isolato. Dovrà essere bravo anche lui a non caricarsi, ulteriormente, di pressioni. Certo, adesso se dovesse finire in panchina nel corso delle prossime partite, non ci si dovrà sorprendere ma occhio anche alla terapia d’urto al contrario. Pioli potrebbe pure decidere di puntare nuovamente su di lui, per dargli continuità in campo nella speranza che, avendo maggiori minuti a disposizione, possano aumentare le chance di trovare le sue giocate.
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    Diretta Dinamo Zagabria-Milan ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    ZAGABRIA (CROAZIA) –  Alle ore 21 il Milan sfida la Dinamo Zagabria nel quinto turno della fase a gironi di Champions League. I rossoneri sono attesi dal catino infernale del Maksimir, pronto a spingere i padroni di casa. Per i rossoneri di Stefano Pioli la qualificazione agli ottavi passa proprio da questa sfida. Entrambe le formazioni, infatti, sono appaiate a 4 punti e inseguono nel Gruppo E il Salisburgo (6) e il Chelsea (7), impegnate nell’altro match di giornata. All’andata fu 3-1 per il Diavolo, che con le reti di Giroud (rigore), Saelemaekers e Pobega rese vano il momentaneo 2-1 ospite firmato Orsic e conquistò l’unica vittoria fin qui in Champions League. Battere i croati, però, non sarà semplice dato che non perdono tra le mura amiche dal dicembre del 2021, quando il Manchester City violò il Maksimir. Sono dunque nove mesi che non registrano sconfitte interne.
    Dinamo Zagabria-Milan: diretta tv e streaming
    Dinamo Zagabria-Milan, gara valida per la quinta giornata della fase a gironi di Champions League, è in programma alle ore 21 allo stadio Maksimir di Zagabria, Croazia, e sarà visibile in diretta su Mediaset Infinity e Sky Sport Uno. Inoltre sarà disponibile anche in streaming su Now e sulla piattaforma Skygo.
    Le probabili formazioni di Dinamo Zagabria-Milan
    DINAMO ZAGABRIA (3-5-2): Livakovic; Ristovski, J. Sutalo, Peric; Spikic, Ivanusec, Misic, Ademi, Ljubicic; Petkovic, Orsic. Allenatore: Cacic.
    A disposizione: Zagorac, Moharrami, Stefulj, Lauritsen, Bockaj, Baturina, Bulat, Dilaver, Drmic, Emreli, Marin, Theophile-Catherine. 
    MILAN (4-3-3): Tatarusanu; Kalulu, Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Krunic, Bennacer, Tonali; Rebic, Giroud, Leao. Allenatore: Pioli.
    A disposizione: Mirante, Jungdal, Coubis, Gala, Ballo-Touré, Pobega, Messias, Brahim Diaz, De Ketelaere, Origi. 
    ARBITRO: Marciniak (Polonia).
    ASSISTENTI: Sokolnicki-Listkiewicz.
    QUARTO UOMO: Musial.
    VAR: Kwiatkowski.
    ASS. VAR: Frankowski. LEGGI TUTTO

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    Così Schuurs si è preso il Torino

    TORINO – Quattro partite consecutive da titolare, tra campionato e Coppa Italia, che con buona probabilità domenica contro il Milan diventarnno cinque. Perr Schuurs, arrivato in estate dall’Ajax per un’operazione costata circa 12 milioni (bonus compresi), si è preso il Toro dopo l’iniziale diffidenza di Juric. Intendiamoci: il tecnico non aveva dubbi sulle qualità del difensore, tuttavia nei primi allenamenti aveva notato alcuni aspetti sui quali era necessario migliorare, dovuti al fatto che Schuurs avesse giocato in precenza soltanto nel campionato olandese. C’era da lavorare soprattutto sulla marcatura, che per Juric deve essere rigorosa al cento per cento. E Schuurs ha dimostrato di avere recepito con grande rapidità le sue indicazioni, convincendolo che, pur in un reparto dove ci sono cinque potenziali titolari (oltre a lui, Djidji, Rodriguez, Buongiorno e Zima), la sua presenza è diventata indispensabile.

    Schuurs punto fermo di Juric

    Con il passare delle settimane gli spazi sono cresciuti e, dopo le partite dall’inizio di Cremona e contro il Sassuolo, l’ultima panchina è stata a Napoli, dove le incertezze dei granata sono state devastanti e hanno convinto Juric a tornare definitivamente sui propri passi: morale, Schuurs titolare contro l’Empoli, la Juventus, il Cittadella (in Coppa ha anche segnato il suo primo gol in Italia) e l’Udinese e sempre con ottimi risultati, se pensiamo che l’unica incertezza è stata nel derby, quando si è opposto quasi sempre con buoni esiti a Vlahovic: è vero che il serbo ha segnato la rete della vittoria, però la responsabiltà sul gol subito va condivisa almeno con altri due compagni. Insomma, Schuurs non è più soltanto l’idolo dei tifosi, ma anche uno dei punti fermi di Juric. Per la gioia anche della società, che su lui ha fatto uno dei cinque investimenti più onerosi dell’era Cairo.

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    Boban, il talento italiano ucciso e il vuoto dopo Pirlo

    TORINO – È stato un fantasista talentuoso nel Milan e nella Croazia, oggi è Head of Football dell’Uefa. Zvonimir Boban è un grande esperto di calcio e ha fatto un’analisi a 360° del movimento italiano (e non solo) ai microfoni di “Radio anch’io sport”, su Rai Radio 1. Così ha risposto alla domanda se il calcio italiano ridurrà le distanze da quello in Europa: “Dopo Andrea Pirlo l’Italia non ha avuto più un grandissimo talento. Sono passati vent’anni ed è stato ucciso il talento italiano nei vivai e la creatività. Per l’Italia ci vogliono 10-15 anni per ritornare al top, e avvicinarsi al livello dell’Inghilterra. Questi anni devono passare lavorando tanto e bene e rifacendo questi stadi che sono ormai imprescindibili”. LEGGI TUTTO

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    Il Milan scopre Thiaw, il difensore salvarisultato

    TORINO – Ai tifosi sono bastati pochi minuti per innamorarsene. Malick Thiaw era stato fino a domenica sera uno degli oggetti ancora sconosciuti del mercato del Milan. Acquistato a fine agosto dallo Schalke 04 per cinque milioni, non aveva mai messo il piede in campo, neppure nei momenti di organico più “tirato” tra infortuni e squalifiche. Pioli, a Verona, lo ha buttato nel mischione al 38′ st, quando necessitava alzare un muro fatto di chili e centimetri di fronte alle fiammate gialloblù alla ricerca della rete del 2-2. Il primo impatto ha visto il 21enne tedesco andare fuori tempo nell’intervento, lasciando spazio a una incursione avversaria potenzialmente pericolosa. Poi Thiaw ha messo il suo notevole fisico tra sé e le conclusioni di Depaoli prima e Djuric poi, contribuendo in maniera decisiva a mantenere immacolata la porta di Tatarusanu. Una promozione letteralmente sul campo e la consapevolezza, per Pioli, di avere a disposizione un elemento in più su cui fare affidamento.

    Da rivedere

    Verona è stata anche l’occasione per Yacine Adli, approdato a Milanello dopo un anno di prestito al Bordeaux, da cui era stato acquistato la scorsa stagione. In estate aveva destato buona impressione, prima che il club puntasse tutte le sue carte su De Ketelaere. L’arrivo del belga lo aveva messo in disparte: qualche apparizione e nulla più, fino alla maglia da titolare al Bentegodi, piazzato al centro nel tridente alle spalle di Giroud. Una opportunità che Adli si è giocato male, anche perché non era una serata adatta alle sue caratteristiche. Ottima tecnica, ma difficoltà nella fisicità del match. Per lui un’ora senza particolare gloria, prima di essere sostituito dal più pesante Pobega. Rimandato, comunque, più che bocciato.

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