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    Milan, com'è lontano lo scudetto. E il rinnovo di Maldini…

    TORINO – Un mese fa, ma sembra un secolo, il Milan preparava lo sbarco a Reggio Emilia, contando sul popolo rossonero al seguito e quei due punti di vantaggio che mettevano al sicuro la conquista del 19esimo scudetto, come poi puntualmente verificatosi. Ne sono seguiti giorni di feste e festeggiamenti, cortei e piazze gremite, interviste, ipotesi di mercato, acquisti quasi perfezionati, rinnovi quasi completati. Epperò ci si sempre è fermati al quasi. E adesso la gente comincia a mormorare. Se forse è esagerato dire che un mese dopo ci sono solo problemi e i successi ormai alle spalle, è certamente corretto ipotizzare l’addensarsi (almeno) di qualche nube all’orizzonte. Se sarà tempesta o se tornerà il sereno, sarà questione di settimane se non di giorni. Di sicuro, però, almeno due aspetti sono oggi avvolti dal mistero. La vendita, ad esempio. Tutto fatto, tutto a posto, con firme rimandate a settembre. E fin qui nulla di strano. Ma è sui contenuti, siamo tutti qui a domandarci cosa nasconderanno. E se invece di una vendita fosse per lo più un prestito? E se i soldi per l’acquisto venissero finanziati da Elliott? Per carità, nel calcio se ne sono viste ben di peggio, ma davvero sarebbe incasso di fare chiarezza anche prima di settembre. Chi comanda da qui ad allora? Altra domanda che scotta. Perché se tocca, come pare a Elliott, allora ben si capisce, ed eccoci all’altro aspetto avvolto nel mistero, perché Maldini non ha ancora rinnovato. Dovrebbe farlo con Gazidis, ovvero la stessa persona che, sono parole dell’ex capitano, “è stata poco rispettosa per non essersi mai seduta al tavolo per rinnovare”. E Gazidis, questo rispetto, ha voglia di mettercelo, adesso, oppure se l’è legata al dito, l’accusa di Maldini, e sta temporeggiando? E che senso avrebbe però che Maldini rinnovasse con Gazidis, se da settembre ci sarà RedBird? Ah già, ma tanto l’establishment non dovrebbe cambiare, altra anomalia incredibile in qualsiasi cambio di proprietà. Strategie di difficile comprensione, ma pur sempre strategie. LEGGI TUTTO

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    Milan, tutte le strategie: da De Ketelaere a… Scamacca

    TORINO – Fare il mercato con il contratto in scadenza tra due settimane non deve essere il massimo della vita. Ma così tocca a Maldini e Massara: non bisogna dunque stupirsi se tantissime trattative in via di definizione mancano ancor del sigillo finale. Peraltro, anche guardandosi attorno, o almeno in Italia, non è che ci siano tanti affari già “ufficiali”. Comunque, in attesa di poter mettere nero su bianco, i dirigenti rossoneri hanno ben chiara la loro strategia di mercato. Partendo da un ruolo, innanzitutto, che è quello del trequartista. Ecco, questa è una figura imprescindibile del mercato rossonero, anche se quasi tutti i giocatori che possono giocare dietro la punta, in realtà si possono sistemare anche esterni d’attacco. De Ketelaere è il più trequartista tra i profili osservati, ma lui pure può giocare in altre posizioni. Renato Sanches è adattabile: inseguito già a gennaio, può servire soprattutto a centrocampo. Lang è più esterno (piede sinistro e quindi utilizzabile a destra) ma anche lui nel Bruges ha fatto il trequartista in alternativa a De Ketelaere, in certe situazioni. E occhio ad Antony, brasiliano dell’Ajax, esterno destro fantastico. Un altro acquisto sicuro sarà un difensore centrale: da capire solo se sarà vinto il braccio di ferro su Botman, che ha già l’accordo con il Milan, ma non c’è quello con il Lille. Una volta sistemati i tre ruoli cardine (difensore centrale, esterno destro e trequartista), il Milan valuterà se aumentare ancora il profilo offensivo con un centravanti che si unisca a Giroud e a Origi (già preso): tutte le strade portano a Scamacca. LEGGI TUTTO

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    Milan, è ufficiale: RedBird acquista il club rossonero

    MILANO – Il Milan cambia ufficialmente proprietà. “RedBird Capital Partners ed Elliott Advisors UK Limited – si legge in una nota del club rossonero – hanno annunciato oggi di aver sottoscritto un accordo definitivo per l’acquisizione da parte di RedBird” del Milan e “il passaggio alla nuova proprietà avverrà nel corso dell’estate, con il closing previsto entro settembre 2022”.
    La valutazione del club
    Si parla poi di cifre: “L’accordo, che valuta il Club 1,2 miliardi di euro, prevede che Elliott mantenga una partecipazione finanziaria di minoranza nel Club, nonché propri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione, consolidando così una partnership tra RedBird ed Elliott che darà continuità ai progressi compiuti sotto la guida di Elliott negli ultimi quattro anni. La priorità per RedBird è di proseguire il lavoro con l’area sportiva e il management del Club per dare continuità al percorso del Milan, puntando a un ritorno ai vertici del calcio mondiale. La combinazione di successi sul campo, strategia di acquisto e sviluppo di nuovi giocatori e gestione commerciale globale di altissimo livello, unite all’esperienza di RedBird nel guidare e sviluppare franchigie sportive internazionali garantiranno un futuro ancor più luminoso alla leggendaria storia del Milan”.
    RedBird, l’orgoglio di Gerry Cardinale
    Soddisfazione viene poi espressa da Gerry Cardinale, Fondatore e Managing Partner di RedBird: “Siamo onorati di essere parte dell’illustre storia di AC Milan e ci entusiasma la prospettiva di poter scrivere il prossimo capitolo del Club proprio nel momento in cui è tornato a occupare la meritata posizione ai vertici nel campionato italiano con lo sguardo ai futuri traguardi a livello europeo e mondiale. Tengo a ringraziare Gordon Singer e l’intera squadra di Elliott per lo straordinario lavoro svolto negli ultimi quattro anni nel riportare il Milan ai vertici della Serie A. La filosofia di investimento di RedBird e i risultati conseguiti nel mondo dello sport hanno dimostrato che le società calcistiche possono avere successo in campo, mantenendo allo stesso tempo un profilo finanziario sostenibile. Siamo impazienti di iniziare una partnership di lungo termine con il Club, il suo management e i milanisti di tutto il mondo per continuare a spingere il Milan sempre più in alto negli anni a venire”.
    L’addio di Elliott
    Questo invece il commento di Gordon Singer, Managing Partner di Elliott: “Quando Elliott ha acquisito AC Milan nel 2018 abbiamo ereditato un Club con una storia straordinaria, ma con seri problemi finanziari e prestazioni sportive deludenti. Il nostro piano era semplice: creare stabilità finanziaria e riportare il Milan nel posto che gli spetta nel calcio europeo. Ritengo si possa dire che abbiamo raggiunto entrambi gli obiettivi. In questo momento di transizione verso il prossimo capitolo della storia del Milan, voglio esprimere il nostro più profondo sentimento di umiltà, orgoglio e soprattutto gratitudine per le esperienze che abbiamo condiviso con ogni membro della famiglia Milan: non avremmo potuto fare niente di tutto questo senza di voi, il Popolo Milanista”. LEGGI TUTTO

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    Il Milan passa a RedBird, c'è la firma di Gerry Cardinale

    MILANO – Manca soltanto l’annuncio ufficiale, ma il Milan sarà ceduto da Elliott a RedBird Capital: Gerry Cardinale, che rappresenta il fondo d’investimento statunitense acquirente, stamattina ha messo la firma sui documenti per il passaggio di proprietà del club rossonero. L’ufficialità del signing, di fatto un accordo preliminare vincolante, dovrebbe arrivare tra oggi e domani, mentre per il closing, che chiuderà definitivamente il passaggio di mano del Milan, bisognerà attendere un paio di mesi. Il club rossonero dal 2018 era nella mani del fondo Elliott, che comunque conserverà una piccola quota di azioni della società campione d’Italia.Guarda la galleryMilan, che festa per lo scudetto: in giro per la città col bus scoperto LEGGI TUTTO

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    As: “Milan pronto a blindare Leao per fermare l'assalto del Real”

    MADRID (Spagna) – Il Milan è pronto a rintuzzare l’attacco del Real Madrid, che sta corteggiando l’attaccante rossonero Rafael Leao. Secondo quanto scrive il portale spagnolo As, il calciatore portoghese piace molto ai Blancos, ma il Milan sta trattando con l’agente di Leao il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2024 e con una clausola rescissoria da 150 milioni. I rossoneri, nel nuovo accordo con il giocatore, hanno intenzione di alzare la clausola a una cifra che dovrebbe oscillare tra i 200 e i 250 milioni. Il Real, per invogliare il Milan a una trattativa, potrebbe offrire Marco Asensio e Luka Jovic per abbassare il prezzo di Leao. L’attaccante portoghese, che compirà 23 anni il 10 giugno, è attualmente impegnato con la sua nazionale in vista di quattro gare di Nations League, di cui la prima, giovedì prossimo, contro la Spagna.  LEGGI TUTTO

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    Pupi Avati e lo Scudetto Milan: “Ho goduto a veder piangere Calhanoglu”

    MILANO – Il regista Pupi Avati, grande tifoso del Milan, racconta la sua gioia straripante per il campionato vinto dai rossoneri di Stefano Pioli: “Ieri ho vissuto la partita scudetto guardandola in treno, su un cellulare – racconta a Rai Radio 1 – già  al primo gol mi sono commosso, sul secondo ho provato a trattenermi e sul terzo gol sono esploso in un pianto liberatorio. E una signora davanti a me mi ha detto ‘mi dispiace’: pensava mi fosse successo qualcosa di brutto”.Guarda la galleryMilan, il pagellone dello Scudetto: Tonali e Pioli on fire!
    Avati, l’amore per Pioli e Leao
    “Questa vittoria ha fatto bene a tutta l’Italia, anche agli interisti – prosegue l’83enne Avati – la gioia è bella da vedere, ha qualcosa di sacro e misterioso. Ma quando ho visto il traditore Calhanoglu con le lacrime agli occhi lo ammetto: ho goduto. Che consiglio darei ai ‘cugini’ nerazzurri? Secondo me hanno condiviso la nostra gioia, i tifosi interisti sono stati molto signorili, ci hanno fatto i complimenti e forse sono stati anche loro felici per la vittoria”. “Sono autenticamente innamorato di Pioli – confessa il regista emiliano – mi ricorda un po’ mio padre, che era bello ed elegante e piaceva molto alle donne, proprio come l’allenatore milanista. Il miglior rossonero della stagione? Leao. Lui non va venduto, è il miglior giocatore in Italia. E’ la grazia, è Ermes, ha le ali ai piedi. Ha la naturalezza che Lucio Dalla aveva col clarinetto, un grandissimo talento. C’è qualcosa di meglio di uno scudetto rossonero? Lo cambierei solo con un mio Oscar”. LEGGI TUTTO

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    Milan, un trionfo con tre firme speciali: Maldini, Pioli e Ibrahimovic

    MILANO – Da “Una Poltrona per Due” a uno Scudetto per tre. Il trionfo del Milan, che torna Campione d’Italia dopo 11 anni di agognata attesa, ha tante firme e tanti padri, ma fondamentalmente è anche un sogno progettatto a tavolino, se mai i sogni potessero essere progettati. E’ la riproposizione plastica di una “visione”, o meglio di un duro lavoro, quello portato a termine grazie al giusto mix di competenza, lungimiranza, pazienza e coraggio. Un ritorno alla vittoria con tre firme in calce: quella di Maldini, simbolo, che già basterebbe, di appartenenza e competenza, quella di Pioli, paziente tessitore di un capolavoro “artigianale” e quella di Ibrahimovic, vero e proprio mental coach di un manipolo di ragazzi, ancor prima che trascinatore sul campo.
    Milan, festa in Piazza Duomo
    Sassuolo-Milan 0-3: Pioli vince lo scudetto
    Dici Maldini, pensi Milan
    E’ stato il figlio di papà Cesare il “regista occulto” di un trionfo inatteso, eppure reale e realmente perseguito attraverso scelte e decisioni, apparse a volte impopolari, ma verificatesi estremamente efficaci. L’addio a Donnarumma è stato il primo step della rivoluzione rossonera: la rinuncia al portierone protagonista del trionfo azzurro agli Europei, andato via a parametro zero, poteva essere un vero trauma, ma la scelta di Maignan si è rivelata come mai azzeccata e forse anche di più: tra parate e personalità, nessun rimpianto e anzi forse quel “segreto” che ha spinto il Milan verso il sognato Scudetto. Ma anche la perseveranza su Tonali, che aveva pagato oltremodo per la critica il “salto” dal Brescia, il lavoro psicologico fatto su Theo Hernandez, per renderlo consapevole delle sue capacità. Un Paolo Maldini semplicemente perfetto, che ora può davvero godersi il suo ruolo di eterna bandiera dopo la controversa parentesi di fine carriera, che ha rischiato di allontanarlo definitivamente da un Milan, che a occhio e croce non potrà più farne a meno.
    Guarda la galleryTrionfo Milan: Giroud e Kessie segnano i gol scudetto
    Pioli il “saggio”: calma e fiducia, fino alla vittoria
    Il coronamento di una carriera, a dispetto dell’aspetto già molto lunga, dal campo alla panchina, in un crescendo che lo ha consacrato come “santone” e non più come l’allenatore “che fa bene solo il primo anno”. Stefano Pioli ha resistito alla bufera Rangnick e alle critiche degli scettici, lavorando sul gruppo innanzi tutto, mantenendo un’invidiabile flessibilità nelle scelte da effettuare ogni volta a fronte degli infiniti imprevisti, senza mai una lamentela. E soprattutto, nella fase decisiva del campionato, infondendo nei suoi calma e furore, pazienza e consapevolezza, fino alla vittoria. Dalla creatività con la quale di volta in volta ha ridisegnato la squadra, alla rotazione continua in determinati ruoli, per ricavare sempre il 100% dai suoi giocatori, il capolavoro di Pioli è un elogio della semplicità, che però non va scambiata per banalità, perché da intendersi relativamente a quelle “scelte di campo”, troppo spesso scambiate per inestricabili equazioni.
    Ibra lo “sciamano”, capace di trasformati
    Il dodicesimo uomo in campo è stato lui: Zlatan Ibrahimovic, tornato al Milan non per svernare, ma per vincere. Lo svedese certo avrebbe immaginato di farlo a suon di gol e assist, ma quando l’anagrafe gli ha presentato il conto non si è minimamente posto il problema, trasformandosi in una figura fondamentale, capace comunque di tenere unite tutte le componenti della squadra rossonera, infondendo coraggio ai suoi compagni, cui ha spiegato per filo e per segno come vincere. Laddove non è arrivato con le gambe, ha fatto breccia con la mentalità, trasformando letteralmente la personalità del gruppo, spingendolo al limite e gestendone gli umori e le paure, trasformandole in sfrenate ambizioni.
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    Scudetto, Pioli cita Kobe Bryant: “Milan, il lavoro non è finito”

    MILANO – “Il lavoro non è ancora finito, come diceva Kobe Bryant in un discorso che ho fatto vedere ai ragazzi”. Stefano Pioli non pronuncia la parola scudetto dopo il 2-0 rifilato all’Atalanta nella bolgia del ‘Meazza’, che avvicina il suo Milan al sogno tricolore quando manca un solo turno alla fine del campionato. Un successo festeggiato dal tecnico con i tifosi, che a fine partita lo omaggiavano con il coro a lui dedicato: “È un anno che mi emozionano e ci emozionano con la loro passione. Sappiamo però che c’è ancora una settimana di lavoro – aggiunge forse non credendo a un ko dell’Inter a Cagliari nel posticipo – in cui dovremo mantenere la stessa concentrazione e la stessa determinazione. In tutte queste settimane ho visto l’atteggiamento giusto e quindi sono sereno”.
    Milan-Atalanta 2-0: statistiche e tabellino
    Una vittoria di testa
    Pioli applaude i suoi per il modo in cui hanno superato anche questo ostacolo, centrando la quinta vittoria consecutiva: “Sono molto soddisfatto per come abbiamo giocato contro una squadra forte – spiega -. Abbiamo lavorato benissimo in fase difensiva, concedendole pochissimo, e siamo stati bravi a crearci occasioni con tanti movimenti e senza mai perdere lucidità”. Il giovane Milan ha dimostrato di saper gestire anche l’enorme pressione esercitata da un ‘Meazza’ strapieno in un momento decisivo: “Tutte le partite precedenti ci hanno insegnato tanto e le vittorie contro Lazio, Fiorentina e Verona ci hanno dato quella consapevolezza che ti consente poi di non farti prendere dall’ansia. Ora sappiamo che standoci con la testa poi alla fine le nostre qualità emergono. Ciò che esprimiamo oggi – chiosa poi il tecnico con orgoglio – è il frutto di due anni di percorso fatto insieme con questi ragazzi”.
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