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    Milinkovic-Savic segna ancora, Benzema sbaglia rigore: febbre Saudi League

    Antipasto del campionato saudita con l’Arab Club Champions Cup che nel quarto di finale ha messo davanti l’Al Hilal contro l’Al Ittihad. Milinkovic e Koulibaly contro Benzema e Kantè, alla fine sono i due ex Serie A ad avere la meglio con una vittoria per 3-1 che vale il passaggio in semifinale.
    Ancora a segno l’ex laziale Milinkovic-Savic, autore del provvisorio vantaggio dell’Al Hilal, raddoppio di Al Dawsari su rigore mentre nella ripresa Romarinho accorcia per i gialloneri. L’ex Barcellona e Zenit Malcom cala il tris, poi il Pallone d’Oro fallisce dal dischetto la chance di riaprire la gara spedendo la palla sul palo.
    Benzema contro Ronaldo non ci sarà
    L’Al Hilal conquista così l’accesso in semifinale contro una fra Al Shabab e Al Wahada, domenica tocca all’Al Nassr di Ronaldo e Brozovic contro il Raja Casablanca: chi vince affronta in semifinale l’Al Shorta. L’eliminazione dell’Al Ittihad rimanda dunque la possibile sfida tra i due pilastri degli ultimi anni del Real Madrid, CR7 e Benzema dovranno attendere l’inizio della Saudi Professional League per trovarsi l’uno contro l’altro in Arabia Saudita. LEGGI TUTTO

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    Milinkovic-Savic, primo gol in Arabia Saudita: gli bastano 70 secondi

    Infatti, nell’amichevole di oggi allo Stadio Internazionale Re Fahd contro l’Al Kuwait, l’ex ‘Sergente’ della Lazio ha aperto le mercature andando a segno al 2′ del primo tempo.
    Milinkovic, la Juve sfiorata e l’Al-Hilal: “Com’è nata la trattativa”
    L’Al Hilal vince 4-2: in campo anche Koulibaly
    La partita è poi finita 4-2 per Milinkovic e compagni, ed è andato a segno anche l’altro nuovo acquisto Ruben Neves, che ha realizzato su rigore la quarta rete dei suoi. In campo nell’Al Hilal anche l’ex del Napoli Kalidou Koulibaly, con la maglia numero 3.
    Lazio, Felipe Anderson: “Lotito mi ha chiamato, Milinkovic-Savic…” LEGGI TUTTO

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    Il Sarriball manda la Juve nell'angolo. E se il bomber è Rabiot…

    La sfida fra seconde – sul campo e in classifica – va alla Lazio che stende 2-1 la Juve all’Olimpico di Roma al termine di un match a tutta velocità, pieno di gioco e di botte. Vince la squadra di Sarri che davanti sa finalizzare meglio e di più, che ha classe in mezzo e senso del gol innato in molti interpreti, da Milinkovic Savic a Zaccagni. La squadra bianconera, invece, paga la fase difensiva non particolarmente brillante (soprattutto dalla parte di Alex Sandro) e la mancanza di bomber famelici, non a caso in doppia cifra ci arriva Rabiot il tuttocampista. Né Vlahovic né Milik trovano la via della gloria, anzi. E l’innesto di Chiesa, nella ripresa, regala più imprevedibilità, ma non gonfia la rete. La squadra, tra mille tempeste, comunque ci prova sempre, segno di carattere. Le pecche, però, ci sono.

    Juve, da Sarri allo Sporting

    Bella rivincita per Sarri, mentre Allegri da casa avrà… urlato, spegnendo prima della fine la televisione. Ora i bianconeri dovranno resettare e pensare all’Europa League, giovedì contro lo Sporting che merita grande rispetto. Poi l’udienza che potrebbe ridare i 15 punti in classifica, che al momento sono una bella zavorra nella corsa Champions, comunque la si guardi.

    Juve con Vlahovic-Di Maria per sfondare

    Allegri, rimasto a Torino per l’influenza, lascia il comando al fido Landucci. Davanti, la coppia Vlahovic Di Maria con la speranza che l’argentino accenda il serbo. E mister “giocosempreio” Danilo per una volta parte dalla panchina. Sarri confida nella resurrezione di Immobile – cresciuto nel vivaio della Juve – schierato nel tridente con Felipe Anderson e Zaccagni.

    La partita dell’Olimpico è ping pong

    “Uniti dagli stessi colori” è l’iniziativa contro il razzismo. Lazio e Juve devono dare il buon esempio, in campo. E’ anche la sfida delle difese, granitiche. Il primo guizzo della Juve arriva con Cuadrado, Rabiot, Vlahovic: colpo di testa aRisultato? Vlahopvito, però. Serve pazienza in questa partita, lo si capisce da subito. L’incursione di Milinkovic fa paura ai bianconeri, che si salvano. La Lazio spinge forte sull’acceleratore, i bianconeri si fanno schiacciare dietro e partono in contropiede. Risultato? Vlahovic si fa male alla caviglia con pestone di Cataldi. Ma il match si accende, da tutti i punti di vista. Immobile tenta la stoccata, Szczesny respinge da par suo: i due, poi, scherzano e sorridono. Juve, comunque, in grande difficoltà: patisce il Sarriball. Ancora Ciro, ma la mira è sbagliata. Poi Fagioli è super in recupero. Al 38′ palla in area per Milinkovic Savic che segna dopo un contrasto con Alex Sandro (la spinta c’è, ma il difensore verdeoro si lascia andare platealmente): 1-0 Lazio. Sale il nervosismo, arriva un rosso alla panchina bianconera. Ha dell’incredibile, comunque, la “mossa” del difensore brasiliano. Il pari, però, è immediato, con Rabiot al 43′ dopo carambola multipla: il francese arriva in doppia cifra, una stagione super. Bolgia Olimpico ed emozioni a mille. Alex Sandro prende il giallo, in evidente crisi. E finisce così il primo tempo, con un pari accesissimo.

    La Juve soffre Zaccagni

    Si ricomincia con gli stessi uomini e con la Juve che attacca ma senza trovare lo sgurz, là davanti. Intanto, si scalda Chiesa e anche il pubblico di Fede (bianconera). Gioco sempre duro, anche Cuadrado è ammonito dopo Alex Sandro e Locatelli. In agguato, c’è la zampata di Zaccagni dopo bella azione corale (grande anche Felipe Anderson): 2-1 Lazio e per la Juve di nuovo tutto da rifare. L’Olimpico esalta il bomber che Mancini tiene lontano dalla Nazionale. Farebbe anche doppietta, ma in fuorigioco. Reazione furiosa di Rabiot e compagni, che non ci stanno. Vlahovic di testa non trova il bersaglio: il serbo continua a vivere sull’altalena umorale.

    Landucci punta su Chiesa e Milik per l’assalto Juve

    Dentro Chiesa, Paredes e Milik al 63′: serve una scossa, altrimenti… Il problema è che Di Maria, ad esempio, manca sempre nell’ultimo appoggio. E Chiesa sgasa, però non finalizza. La buona volontà, comunque, c’è. Altro contatto in area con Sergej, ma niente intervento del Var. Ennesima sgasata di Chiesa per Fagioli che non prende la porta: era una bella occasione, non sfruttata. Di Maria e Paredes, campioni del mondo a fasi alterne, danno la spinta, ma non i gol sperati. E alla fine la delusione è cocente. LEGGI TUTTO

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    Milinkovic: il prossimo tuffo è sul rinnovo

    TORINO – Da portiere che faceva spesso correre un brivido lungo la schiena di allenatore, compagni e tifosi, a portiere che sta acquisendo una crescente sicurezza, tra i pali come nelle uscite. Il percorso è in divenire, il margine di miglioramento resta, ma indubbia e pure certificata dai numeri è la maturazione di Milinkovic-Savic. Soprattutto dall’esperienza vissuta al Mondiale in avanti. Aveva bisogno di fiducia dopo un lungo girovagare, e l’esperienza in Qatar a difesa dei pali della propria Nazionale gliel’ha data. Sulle palle alte attorno all’area piccola deve ancora trovare i tempi giusti, ma quando si tratta di uscire d’impeto sui piedi dell’avversario ha coraggio e giusta lettura dell’azione (come ha confermato a San Siro su Leao). E pure tra i pali – anche sulle palle basse che erano un po’ il suo tallone d’Achille – è decisamente salito di livello. Si diceva dei numeri: uno, in particolare, fotografa la bontà delle sue prestazioni. Milinkovic-Savic è quarto per percentuali di parate rispetto ai tiri incassati. Guida Falcone del Lecce con il 77,7%, quindi ci sono Provedel (Lazio) con il 77,2% e Musso (Atalanta) con il 77%. Dopodiché arriva Vanja con il 76,7%. LEGGI TUTTO

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    Gol, tre punti, settimo posto, goduria: che gran Toro!

    TORINO – Il Toro si rialza subito, dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Batte l’Udinese grazie al gol di Karamoh, al secondo centro consecutivo, la sorpassa in classifica al 7° posto e comincia a sentire il profumo dei preliminari di Conference (ma, stando così le cose, l’Inter dovrebbe vincere la Coppa Italia per promuovere il Toro in Europa). Partita gagliarda, equilibrata, cresciuta nelle emozioni e nell’intensità strada facendo. Toro di roccia, per spirito e ricerca del gioco, attenzione e impegno. Una bella vittoria che rinfranca grandemente il morale e significa tanto, tantissimo in classifica. Un applauso lo meritano i granata, senza dubbio. L’Udinese si è svegliata troppo tardi. Solo dopo il gol, dando più l’impressione, in precedenza, che badasse in primo luogo a non prenderle.

    Possesso e affondi

    Udinese con alcune assenze pesanti, da Deulofeu a Nestorovski a Masina. Granata senza Ilic (contusione 2 giorni fa per l’ultimo arrivato), Lazaro, Zima e Radonjic, con Vlasic in panchina («E’ stanco», aveva ammesso alla vigilia Juric) e Karamoh, alla prima da titolare, sulla linea di Miranchuk. Tanto equilibrio in campo per tutto il primo tempo, con marcature attente e formazioni che si muovono a fisarmonica. Granata più decisi a cercare il possesso palla e l’affondo, ma a lungo senza riuscire a sfondare nella maginot bianconera. Friulani più portati alle ripartenze, con Success abile a svariare su tutta la trequarti. E Toro apprezzabile in particolar modo nella parte finale del tempo, con il baricentro più alto e un pressing maggiore, quando Miranchuk inizia a dettare lanci in infilata, creando brividi. Bravo Silvestri nei 45’ a parare una botta da lontano di Vojvoda e una mezza sforbiciata ravvicinata di Karamoh su cross di Aina.

    Bravo Vanja

    I meriti e il predominio del Torino danno comunque risultato al 4’ della ripresa, quando Aina serve in profondità in area: si avventa in anticipo Karamoh e devia in gol (2° timbro di fila, dopo la rete in Coppa Italia a Firenze). Gol subito annullato per fuorigioco, ma poi convalidato post Var. L’Udinese però dimostra immediatamente grande personalità e capacità di cambiare atteggiamento e partita. Aumenta subito il forcing, opprime il Torino, obbliga Vanja a sbrogliare più di una situazione pericolosa (non solo un’uscita sui piedi di Beto). Sottil prova ad aumentare la fase offensiva mettendo dentro il neoarrivato Thauvin (3-4-1-2), dopo minuti in cui i granata erano riusciti a riprendere in mano il pallino. Sull’altro fronte, esordio anche per Vieira, per rinforzare il filtro, con Linetty cotto. Ultima fase della partita concitata, Udinese in avanti con la forza dei nervi, granata coriacei dietro e più volte pericolosi negli spazi in contropiede. Poi la fine. Sorpasso: Toro settimo. Ossigeno per la classifica e più ancora il morale. LEGGI TUTTO

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    Torino, con la qualità si vince. Il problema è che entra tardi…

    INVIATO A EMPOLI – La qualità fa la differenza e il Toro riesce a evitare la sconfitta quando Juric cambia la faccia alla formazione innestando Miranchuk, Sanabria e Lukic. Da 2-0 per l’Empoli a 2-2 tra l’82’ e l’85’, con un palo preso dal russo giusto al 90’ (e in precedenza aveva già colpito un legno anche Ricci, ex dei toscani, autore di un secondo tempo splendido per efficacia e qualità). Se i granata avessero vinto non avrebbero rubato nulla, nel conteggio complessivo delle occasioni create. Resta una rimonta tonificante in vista del quarto di finale di Coppa Italia a Firenze.

    Empoli-Torino 2-2: tabellino e statistiche

    Primo tempo a passeggio…

    Il Torino si è allenato per 45 minuti, i primi, con un minimo di turnover adottato da Juric (dentro Seck, Radonjic e Bayeye per Sanabria, Miranchuk e Singo): un po’ per tattica specificatamente anti-Empoli, un po’ per evitare di sprecare troppe energie in vista dei quarti di Coppa Italia. Non inevitabile, ma quasi, che potesse combinare poco davanti e poi prendere un gol davanti a un Empoli più manovriero e portato alla corsa, pur quasi sempre controllato dallo schieramento corto dei granata. Cosa che infatti è capitata nell’unica situazione in cui una disattenzione in marcatura si è materializzata (37’): allorché un angolo battuto alla perfezione da Marin sul primo palo ha visto un solitario Luperto scattare da dietro (immobile Ricci, inizialmente vicino al difensore) e bruciare Rodriguez di testa in anticipo, con Milinkovic-Savic stecchito a metà strada.

    …secondo tempo di corsa

    La qualità fa la differenza nella ripresa, anche se dopo un palo di Ricci e un miracolo di Vicario su un tiro a giro di Miranchuk l’Empoli trova all’improvviso il classico golaço con Marin (un missile forse leggermente deviato da Schuurs all’incrocio). Gli ingressi del russo, di Sanabria e di Lukic trasformano comunque il Toro, progressivamente: i granata dominano il possesso, al 37’ l’ex Ricci sublima il suo ottimo secondo tempo con un tocco volpino in area riaprendo la partita e appena 3’ dopo Sanabria con un tiro da fuori firma il 2-2. L’Empoli, già da un po’ alle corde, rischia di crollare definitivamente, ma viene salvato ancora da Vicario (parata ancora su Ricci) e poi da un altro palo preso da Miranchuk col suo sinistro al solito vellutato. Curiosità, per concludere: Sanabria, autore del 2-2, aveva segnato con la maglia del Genoa 4 anni fa, anche all’epoca il 28 gennaio qui a Empoli, la sua prima rete in A.   LEGGI TUTTO

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    La Lazio insiste per Pellegrini, Juve-Milinkovic torna di moda

    TORINO – E chi l’ha detto che esista una sola strada per andare dal posto A al posto B. Quasi nessuno, e chi lo crede si sbaglia. Se poi parliamo di mercato, allora le certezze vengono ancora meno perché – CR7 alla Juventus su tutti lo insegna – le vie delle trattative sono infinite. Alcune alla luce del sole e quindi facilmente rivelabili, altre invece viaggiano sotto terra e quindi più difficilmente rintracciabili. Sta di fatto che la Lazio e la Juventus sono tornate a dialogare tra loro dopo che c’era stato un brusco stop la scorsa estate per via della retromarcia improvvisa e assolutamente inaspettata da parte dei bianconeri che erano riusciti di fatto a chiudere l’affare Milinkovic Savic. Sessanta milioni più eventuali bonus alla società di Claudio Lotito e un quadriennale ricco da cinque milioni abbondanti per la mezzala serba. Ma quando ad agosto l’incastro era stato completato la società torinese decise di non girare la chiave, lasciando muto il motorino d’avviamento e di conseguenza il motore dell’affare. Evidentemente un impegno economico troppo oneroso per la Juventus che aveva iniziato a sposare una filosofia di oculatezza maggiore e compreso le difficoltà a cui sarebbe andata incontro da lì a poco con l’inchiesta della procura della Repubblica di Torino che stava prendendo corpo. Sta di fatto che la mossa juventina non piacque ovviamente al patron laziale, rimasto spiazzato e senza l’incasso previsto e ormai imminente, da utilizzare per comprare nuovi giocatori per Sarri. Dunque rapporti freddi tra i due club per questi mesi, per utilizzare un eufemismo, ma la mezzala serba continua a piacere alla Juventus e a Massimiliano Allegri.Guarda la galleryJuve, allenamento congiunto con l’Under 19: Chiesa e Kean che show!Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Toro oltre il Mondiale: ecco il programma dei serbi al rientro dalle ferie

    TORINO – Incredibile, ma ad Ivan Juric non pare vero. E spiace per la Serbia. Milinkovic-Savic, Lukic e Radonjic, con l’eliminazione al girone di qualificazione del Mondiale, presto torneranno a Torino. L’allenatore croato ha concesso ai tre una settimana di vacanza, dopodiché li aspetterà per il ritiro spagnolo che si terrà dall’8 al 17 dicembre a San Pedro del Pinatar dove si disputeranno due partite amichevoli: contro l’Espanyol (sabato 10) e l’Almeria (venerdì 16). Per ora restano in due in Qatar: Rodriguez con la Svizzera e Vlasic con la Croazia.
    Uomini e moduli
    Detto questo, Juric in Spagna avrà a disposizione la rosa quasi al completo per un mese, situazione che dal suo arrivo a Torino non si è mai verificata. Il tecnico, dunque, avrà l’occasione di lavorare duro e, magari, provare anche alcuni sistemi di gioco nuovi per sorprendere gli avversari che ormai conoscono a memoria il suo 3-4-2-1. Il tutto tenendo presente che la difesa continuerà sempre ad essere a tre, su questo l’allenatore non transige.
    In odor di cessione
    Novità, poi, per quanto riguarda il mercato in uscita: in queste ultime ore l’interesse della Reggina per il portiere Berisha si è intensificato e non è escluso che il trasferimento si possa concretizzare. Molte richieste anche per il turco Ilkhan (Cremonese) e per Adopo (Frosinone).
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