consigliato per te

  • in

    Inter, infortunio Mkhitaryan: l’esito degli esami strumentali

    Il comunicato dell’Inter
    Questa la nota della società: “Henrikh Mkhitaryan si è sottoposto questa mattina a esami clinico strumentali presso l’Istituto Humanitas di Rozzano. Per il centrocampista nerazzurro distrazione muscolare al retto anteriore della coscia sinistra. Le sue condizioni saranno rivalutate nei prossimi giorni”. Il centrocampista sarà tenuto così costantemente sotto controllo per monitorare il suo stato fisico in vista della finale del campionato di Serie A e della finale di Champions League contro il Manchester City. LEGGI TUTTO

  • in

    Inter, alle radici di Mkhitaryan: il parametro d’oro

    In Armenia è un eroe nazionale, ammirato da tutti. Ci si può trovare alla Cascata, la scalinata monumentale simbolo di Erevan situata al centro della Capitale e dalla cui vetta si può ammirare tutta la città, ma anche in qualsiasi storico monastero sparso per il Paese, e ogni abitante, sentendo pronunciare Henrikh Mkhitaryan, sorride con fierezza ed è pronto a svelarti un aneddoto che lo riguarda. In una nazione dove il judo o comunque le arti marziali, attirano maggiore interesse del pallone, il centrocampista nerazzurro è il calcio. «Io ho iniziato a tifare Inter da quando è arrivato Henrikh, non avevo dubbi che si sarebbe fatto valere a Milano», svela Armen, la guida che ci ha accompagnato in giro per il Paese. «Oltre ad essere un campione, è un grande uomo, che si interessa dei suoi connazionali, conflitti e piaghe del Paese inclusi», confida con voce emozionata una signora incrociata in prossimità della cattedrale di Echmiadzin (l’Armenia è stata la prima nazione a scegliere il cristianesimo come religione di Stato) e in riferimento alla guerra del Nagorno Karabakh (con Mkhitaryan che in passato ha ricevuto la medaglia NKR, un altissimo riconoscimento locale, per la sua vicinanza alle famiglie dei caduti). Un figlio d’arte resiliente, un acquisto a parametro zero che ha convinto tutti (le prestazioni del classe ’89 sono supportate dalla statistiche, col calciatore che corre una media di circa 10 km a partita e ha segnato il gol decisivo del momentaneo 2-1 contro l’Udinese, dopo quello della vittoria contro la Fiorentina o la rete che ha sbloccato il risultato contro il Viktoria Plzen). Dai primi calci al Pyunik, sino alla titolarità con l’Inter c’è una vita costellata da talento e sacrifi cio. Sin dall’infanzia Henrikh decise di voler provare a seguire le orme del padre Hamlet, ex calciatore dalla discreta carriera, morto prematuramente quando il figlio aveva appena sette anni. Il ragazzo ha nel dna sicuramente capacità rilevanti, ma grazie anche all’educazione familiare che lo fece concentrare pure sugli studi – Mkhitaryan si è laureato e parla sette differenti lingue – è riuscito a beneficiare dell’istruzione ricevuta. Tanto che si dice che la sua bravura con gli scacchi gli sia sempre servita persino sul terreno di gioco, con mosse e movimenti preparati a tavolino per affrontare i rivali. LEGGI TUTTO

  • in

    Mkhitaryan, promessa all’Inter: “Se vinco lo scudetto canto un pezzo di Al Bano”

    Dopo il passaggio a Roma, Henry Mkhitaryan ha scelto Milano, sponda Inter, per proseguire la sua carriera nel campionato di Serie A. Intervistato nel programma 1 vs 1, in onda su Dazn, il talento armeno si è raccontato in questa nuova avventura nerazzurra: “Vincere due derby in 18 giorni è una cosa pazzesca, volevamo vincerli entrambi: il primo voleva dire conquistare la Supercoppa italiana. Con la fiducia acquisita in quella partita, ci siamo buttati sul derby di campionato: eravamo prontissimi, giocavamo in ‘casa’ con i nostri tifosi e abbiamo di nuovo dimostrato che meritavamo di vincere. Le sensazioni sono veramente incredibili e siamo contenti che Milano sia nerazzurra”. “I primi critici siamo noi stessi, sapevamo dove avremmo potuto migliorare a inizio stagione, ci siamo parlati e capiti – aggiunge -. Alla fine non importa cosa sia successo all’inizio, l’importante è cosa possiamo fare. Non vi rivelerò tutti i segreti, però ci sono stati momenti di confronto nello spogliatoio, ma quello che è successo rimane lì, perché siamo una famiglia e in famiglia può succedere di tutto. L’importante è che ci siamo parlati e accordati su come andare avanti, lottando per questa maglia. In campionato ci sono ancora 17 partite, tutto è possibile. Lotteremo sempre”. LEGGI TUTTO