TORINO – Frena di nuovo la Juventus, che non riesce a dare continuità alla vittoria di Malmoe e con il Milan si fa rimontare per la terza volta in quattro giornate di campionato (pareggio di Udine e sconfitta di Napoli i precedenti). Nel bicchiere bianconero, però, c’è qualcosa di più del punto: un gran primo tempo che la squadra di Allegri avrebbe potuto, e dovuto, chiudere con più di una rete di vantaggio, e una solidità difensiva che ha vacillato solo nella seconda metà della ripresa. Ecco, i cali del secondo tempo, per quanto si sia a settembre, devono essere uno spunto di riflessione, come certe disattenzioni (la marcatura persa sul gol del Milan). Riflessioni da tramutare in fretta in fatti, perché è innegabile che la Juventus stia crescendo, ma così rischia di crescere anche il distacco dalla vetta: domani il Napoli può andare a più 10 e l’Inter è tornata a più otto. Dove resta un Milan che ha saputo risalire dopo un brutto primo tempo sfiorando anche la vittoria nel finale.
Juve subito in vantaggio con Morata
Allegri inserisce Chiellini per De Ligt al centro della difesa e conferma per il resto la formazione vittoriosa a Malmoe: 4-4-2 in fase difensiva con Rabiot esterno sinistro di centrocampo, 3-5-2 in fase di possesso con il francese che si accentra per far posto ad Alex Sandro. Alle prese con le assenze di Ibrahimovic, Giroud e Calabria, come previsto Pioli schiera l’attacco mobile con Rebic centravanti sostenuto da Saelemaekers, Brahim Diaz e Leao, allargando Tomori sulla destra della difesa e inserendo Romagnoli accanto a Kjaer. Il Milan inizia aggressivo e al 3′ guadagna un angolo. Che però, anziché in occasione rossonera, si trasforma nella rampa su cui decolla il contropiede bianconero: dopo una prima respinta della difesa, Alex Sandro anticipa Kessie e serve in verticale Dybala, che di prima innesca lo scatto di Morata in una metà campo rossonera colpevolmente sguarnita. Lo spagnolo fa 40 metri palla al piede resistendo a Hernandez e batte con un tocco sotto Maignan. Conquistato il vantaggio, la Juve non si limita ad amministrarlo compattandosi nella propria metà campo quando il Milan ha la palla, ma mette in difficoltà i rossoneri ogni volta che la riconquista: ora cercando immediatamente la profondità, ora attraverso un fraseggio che il Milan non riesce a intercettare grazie agli scambi di posizione tra Cuadrado e Dybala e alle avanzate di Alex Sandro. Il risultato sono due grandi parate di Maignan su Morata (deviazione di destro su cross basso di Alex Sandro) e Dybala (destro da fuori), prima che scocchi il 20′. Ancor più provvidenziale è il recupero al 31′ di Tomori su Rabiot, scattato in verticale a chiudere una splendida azione di prima avviata da un tacco di Dybala e rifinita da un filtrante di Bentancur. Il Milan si fa vedere per la prima volta, dopo lo svantaggio, al 42′: Kalulu, entrato al 35′ per l’infortunato Kjaer ma piazzatosi a destra rimandando Tomori al centro, si inserisce serve con un cross basso in area Rebic, il cui tiro è però murato da Chiellini.
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Rebic pareggia
Nell’intervallo né Allegri né Pioli ricorrono ai cambi e non cambia neppure il copione della partita: Alex Sandro al 1′ fugge a sinistra e va al cross su cui Morata tenta la deviazione di tacco (fuori); al 2′ serve un gran recupero di Tonali per fermare lo spagnolo in contropiede e al 5′ Rabiot in spaccata mette fuori su lancio di Bonucci. Il Milan però dopo i primi minuti inizia a intensificare il pressing alto e con Kalulu a destra trova più di una volta lo spazio il cross, per quanto senza mai creare pericoli. Pericolo invece creato al 17′ da Brahim Diaz che, servito sulla trequarti da Tonali, triangola Saelemaekers e costringe Alex Sandro e Chiellini al recupero congiunto. La Juventus rispetto al primo tempo fatica un po’ a ripartire. Pioli al 18′ sostituisce Kessie con Bennacer, mentre un attimo dopo Morata si ferma per un problema muscolare e, prima che Allegri lo sostituisca con Kean, scoppia un battibecco tra Tonali e Dybala, che fa fallo sul rossonero e lo accusa di non aver messo la palla fuori con lo spagnolo a terra. Gli spazi nel frattempo si allargano e nel Milan comincia a farsi vedere anche Leao, mentre Allegri decide al 25′ di giocare la carta Chiesa, inserendolo per Cuadrado. E proprio il nuovo entrato attaccando la profondità libera subito spazio per un inserimento al tiro di Danilo, servito da Dybala: respinge Maignan. Gli inserimenti di Kalulu a destra però danno i loro frutti al 30′: Rabiot devia in angolo il suo colpo di testa e stavolta il Milan su corner segna, grazie a Rebic che sfugge a Locatelli e di testa gira sul secondo palo. Allegri inserisce Kulusevski per Dybala, che aveva iniziato a dare qualche segno di stanchezza, ma è ancora Rebic ad andare al tiro da sinistra, alto, al 37′. Il tecnico bianconero chiede il 4-3-3 ai suoi, con lo svedese e Chiesa ai lati di Kean, ma fatica per qualche minuto a farsi capire: nel frattempo Kean mette fuori su azione d’angolo e Szczesny subito dopo con una gran parata nega il sorpasso a Kalulu, sull’ennesimo inserimento del terzino. La Juve si sbilancia e al 47′ è Locatelli a dover chiudere in scivolata su tiro di Florenzi in contropiede. E’ l’ultimo sussulto della partita.
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