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    Mourinho ko: lacrime, discorso alla squadra e complimenti agli avversari

    BUDAPEST (Ungheria) – Pur senza parlare in modo chiaro del suo futuro, José Mourinho, ha mandato un saluto ai tifosi della Roma trattenendo a stento le lacrime. Lo ha fatto subito dopo aver parlato a lungo in mezzo al campo alla squadra dopo la sconfitta ai rigori con il Siviglia. Il portoghese – come ha spiegato successivamente in tv – ha detto ai suoi giocatori di essere fiero di loro: “Ho vinto cinque finali europee e ho perso questa, ma torno a casa orgoglioso”.
    Mourinho, complimenti al Siviglia
    Poco prima Mourinho aveva consolato alcuni dei suoi uomini che piangevano a dirotto, come ad esempio Roger Ibanez, Paulo Dybala ed Edoardo Bove. Il tecnico li ha presi per mano e li ha aiutati ad accettare il risultato. A seguire lo Special One è andato anche a complimentarsi con il tecnico del Siviglia, José Luis Mendilibar, e con i tifosi spagnoli presenti alla Puskas Arena. LEGGI TUTTO

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    Mourinho, il post tra polemica e ironia dopo la squalifica

    Semplice sponsorizzazione dei brand che rappresenta o protesta social dopo la conferma della squalifica contro Sassuolo e Lazio? Mourinho torna a far discutere il web con un post pubblicato sul proprio profilo ufficiale di Instagram: il tecnico giallorosso appare con le braccia incrociate mentre sponsorizza l’azienda di gioielli della figlia Matilde, la marca di orologi Hublot e l’Adidas. Il gesto ironico del tecnico portogheseè un chiaro richiamo a quello delle manette fatto durante un Inter-Sampdoria del 2010 (terminato 0-0), come segno di protesta verso le decisioni arbitrali che in quella gara avevano lasciato i nerazzurri addirittura in 9 uomini. Nel post lo Special One non ha inserito l’hashtag #adv, che di solito compare nei post in cui si pubblicizza un brand. La scelta del portoghese sembra essere stata quella di mostrare il suo scontento con ironia cavalcando la grammatica dei social con un post (più o meno) sponsorizzato. LEGGI TUTTO

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    Mourinho, presentato il ricorso della Roma per averlo contro la Juventus

    Mourinho assente in Roma-Juventus
    Nel caso in cui la squalifica non venisse annullata, il tecnico della Roma salterebbe dunque il big match contro la Juventus in programma domenica 5 marzo allo stadio Olimpico. L’Aia ha comunque fatto sapere che non esiste l’audio del dialogo tra il quarto uomo e Mourinho durante il match contro la Cremonese: “Il quarto uomo, solitamente, non viene registrato perché la sua voce e i rumori di fondo interferirebbero con l’audio dell’arbitro e degli uomini alla Var”. LEGGI TUTTO

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    Del Piero esalta Dybala: “Giocatore totale, alla Roma si sente voluto”

    La sua presenza nel ritorno dei playoff di Europa League contro il Salisburgo era in dubbio a causa del sovraccarico muscolare alla coscia sinista rimediato nel match d’andata in Austria – è rimasto ai box nella sfida di campionato contro il Verona -, eppure Paulo Dybala è sceso in campo dal primo minuto e, come al solito, è stato decisivo. La Joya ha fornito una prestazione super, con tanto di ciliegina sulla torta, la rete del 2-0 (Belotti aveva sbloccato il punteggio poco dopo la mezz’ora) al 40′ che ha regalato la qualificazione alla Roma di José Mourinho ribaltando così il ko per 1-0 in Austria. Sale dunque a 12 il conto delle reti stagionali (7 gli assist) in 23 partite tra campionato (8), Coppa Italia (1) ed Europa League (3) per l’argentino.  LEGGI TUTTO

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    Roma-Cremonese, Mourinho: “Siamo stati orribili. Zaniolo? No comment”

    ROMA – “Complimenti alla Cremonese, hanno fatto due grandi vittorie”, così Jose Mourinho si presenta ai micorfoni dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia contro i grigiorossi di Ballardini. Un ko cocente per i giallorossi, con il tecnico portoghese che prosegue: “E’ una coppa strana che pregiudica chi lo scorso anno non era in Serie A o nella parte bassa di classifica, quindi complimenti a loro. Noi paghiamo un primo tempo orribile, di livello molto basso. Dopo nel secondo tempo è un errore singolo che fa il 2-0, poi una buona reazione. Loro a difendersi con tanta gente, noi poco fortunati. Ho imparato a non piangere per sconfitta e guardare alla prossima. La nostra rosa fatica a giocare 3 partite a settimana”. Questa l’analisi dello Special One che aggiunge: “A Napoli meritavamo risultato diverso, dopo una grande partita, ed ero un allenatore orgoglioso. Oggi non posso dire questo, la partita è finita. Altri possono commentare, il mio lavoro è che tra tre giorni ho un altro match”.
    La Cremonese vola in semifinale, Roma ko
    Mourinho: “Zaniolo? No comment”
    Alla domanda se si fosse pentito di non essere partito con i titolari in questa sfida, Mourinho replica: “Prima della partita, dopo soli due giorni, con tutti i dati a disposizione, sapendo che c’era un’altra partita sabato, ti fa pensare. Se oggi Dybala giocava dal primo minuto e poi stava fuori un mese? Stesso discorso per Matic per Abraham, un pò strano per me capire perchè giochiamo nuovamente sabato. Mi dicono che c’è il rugby domenica e lunedì il campo sarà distrutto. Però siamo al solito punto, se giocano sempre gli stessi e si fanno male non va, se giocano altri e perdiamo non va bene. Le decisioni sono soggettive, preferisco essere oggettivo e dire che oggi abbiamo fatto un primo tempo orribile”. In chusura non poteva mancare un passaggio sul tema caldo in casa Roma: “Zaniolo? La proprietà è stata chiara e io non devo commentare”. LEGGI TUTTO

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    Roma, Mourinho: “Il Napoli ha vinto lo scudetto. Zaniolo? Purtroppo resta qui”

    ROMA – Il big match della prima giornata del girone di ritorno di Serie A mette di fronte domenica alle 20.45 al Maradona Napoli e Roma. Gli azzurri hanno chiuso a 50 punti il giro di boa e hanno collezionato 16 vittorie, due pareggi (Fiorentina e Lecce) e una sola sconfitta (1-0 contro l’Inter al Meazza firmato Dzeko). I giallorossi, invece, sono terzi a pari punti con Lazio e Inter, a -13 dalla capolista che Mourinho vuole fermare. All’andata all’Olimpico fu vittoria partenopea firmata Osimhen, ora però i capitolini stanno attraversando un buon momento e sono reduci dal doppio 2-0 contro Fiorentina e Torino. Lo Special One, che in settimana ha festeggiato i suoi 60 anni, ha presentato in conferenza stampa la supersfida contro il Napoli di Luciano Spalletti. 

    Zaniolo come verrà gestito?

    “Non ti posso rispondere, purtroppo sembra che ho ragione io. Purtroppo, quello che ho detto dopo lo Spezia sembra che stia diventando relatà”.

    Perché purtroppo?

    “Perché è un mese che il calciatore dice di voler andare. Dopo lo Spezia ho dato il lunedì libero, mentre martedì era un allenamento opzionale. Tutti i calciatori che non hanno giocato a La Spezia si sono allenati, tanti giocatori in campo sono venuti comunque. Questi sono i giocatori che vogliono gli allenatori. Anche chi non gioca deve pensare che la squadra potrebbe aver bisogno di lui. Questi voglio. Se un calciatore dice sempre a tutti che non vuole vestire la maglia della Roma, io devo dire purtroppo. La situazione ideale è che il calciatore sia felice. Io ho detto che mi aspettavo la sua permanenza, ma ad oggi aggiungo purtroppo. Oggi dico nuovamente che Zaniolo non sarà a disposizione, che ci concentriamo sulla partita e che il mio focus è sui giocatori che ci saranno. Non è il caso di Zaniolo”.

    Che Napoli si aspetta?

    “Quello di sempre. Dico che hanno già vinto meritatamente lo scudetto, meritatamente. Complimenti. Sono un’ottima squadra, con un ottimo allenatore. Hanno 12 punti di distacco, senza una squadra che possa fargli paura. Lo scudetto è loro. Se mi dice che la Roma si scanserà ti dico no, ma hanno vinto già il campionato. Complimenti”.

    Il suo futuro qui a cosa è legato?

    “Capisco la domanda, ma me la deve fare la società. Io da giovane ero capace di discutere con la stampa per cose interne, ma la maturità aiuta a essere più equilibrato e meno egoista. Io capisco la tua domanda, ma me la deve fare la società quando sarà meglio per loro. Non ho risposte per te”.

    La rosa è la stessa di prima con Solbakken, ma senza Zaniolo e Karsdorp. La rosa è indebolita?

    “Voglio prima ringraziare tanta gente che non conosco per gli auguri di compleanno. Mi hanno inviato regali, sono emozionato. Domani giocano Zalewski a destra e Spinazzola a sinistra. Cristante, Matic e Pellegrini a centrocampo, Dybala e Abraham in attacco. Se si definisce la situazione di Eldor, abbiamo un giocatore in meno. Ma lui è un ragazzo fantastico che deve giocare e qui non ha avuto tante opportunità. Bisogna giocare, bisogna giocare sempre e anche prima di noi l’ha fatto poco. Lui ha bisogno di questi sei mesi di prestito, ne ha bisogno e lo merita. È uno dei nostri che va via, ma magari va via solo per sei mesi e poi tornerà. È importante per lui giocare. Se lui va via e non arriva nessuno, è pacifico dire che abbiamo una opzione in meno”.”. 

    Si aspettava qualcosa in più sul mercato?

    “No, perché la situazione del FFP è diventata più chiara per tutti. La gente ha una prospettiva più aperta di quelle che sono le limitazioni per la Roma. Questa uscita di Eldor significa un piccolo prestito oneroso con risparmio del suo stipendio, non ha alcun tipo di impatto sul mercato che possiamo o non possiamo fare. Non mi aspetto nulla. Mi aspetto più difficoltà perché ora la struttura competitiva cambia perché ora si inizierà a giocare spesso”. LEGGI TUTTO

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    Roma-Fiorentina, il retroscena di Mourinho su Dybala: “Gli ho telefonato dopo i Mondiali”

    ROMA – È Paulo Dybala l’uomo copertina di Roma-Fiorentina. La Joya, dopo aver piegato il Genoa con un suo gol negli ottavi di finale di Coppa Italia, ha realizzato una splendida doppietta contro la squadra di Vincenzo Italiano permettendo ai giallorossi di risponde ai successi di Lazio e Atalanta e agganciando le due formazioni al quinto posto con 34 punti, tre in meno della zona Champions. Mourinho, nel postpartita ha commentato: “La partita è stata difficile, loro sono molto bravi e anche in dieci sanno gestire la palla e la partita. Noi abbiamo difeso bene, siamo stati sempre in controllo, ma mi piacerebbe un po’ più di qualità, più gente che voglia la palla. Serve un po’ più di qualità, un po’ più di fiducia”.
    Mourinho sul mercato della Roma. Quanti complimenti per Dybala!
    Con giocatori diversi da questi? “Non mi aspetto che arrivi nessuno – la risposta di Mourinho – il direttore è stato molto onesto e diretto, ha detto delle parole che di solito a un allenatore non piace sentire: tutti gli allenatori vogliono sentire che ‘abbiamo tanti soldi a disposizione’, io ho avuto situazioni così, club senza limiti, ma è un profilo che non è il nostro. Lavoriamo con le qualità che abbiamo. Il fatto di non prendere gol ci dà una buona possibilità di vincere, perché siamo una squadra che non segna tanto”. Il portoghese ha vissuto la partita con meno enfasi del solito: “Ho paura dei cartellini rossi, tante volte vado lì e qualche volta una parola più dura mi scappa, non sono un santo, e non mi piace star fuori – spiega – “. Infine incensa Dybala: “Paulo oltre che un grande giocatore è anche un ragazzo speciale. Dopo i Mondiali voleva tornare il primo gennaio, io gli ho chiesto di tornare il 29 dicembre perché gli ho spiegato quanto fosse importante per noi. Lui mi ha chiamato il 27 per farmi sapere che sarebbe arrivato il 28. Questo è Dybala”. LEGGI TUTTO

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    Mourinho, il Brasile si affida a Jorge Mendes

    È da 58 anni che la panchina della Nazionale brasiliana è sempre affidata a un commissario tecnico locale. Non si può parlare di “xenofobia”, semmai di “idiosincrasia”, di avversione, allergia, incompatibilità verso un allenatore straniero. Questione di feeling, di sensibilità, d’idioma. L’ultimo selezionatore non brasiliano del “Canarinho” è stato il 7 settembre 1965 l’argentino Filpo Núñez: per un’unica partita, amichevole, a Belo Horizonte. Guidò il suo Palmeiras, in versione “verde e amarela” della “Seleção”, al successo 3-0 sull’Uruguay.

    Sempre ct locali

    Poco dopo la Federcalcio di Rio ingaggiò come ct Osvaldo Brandão, seguito da Vicente Feola (già campione del mondo nel 1958), Aymoré Moreira (già campione del mondo ’62), Carlos Frones, di nuovo Feola e poi Moreira, Mario Zagallo, ancora Moreira, Antoninho, nuovamente Zagallo, quindi Biju, Carlyle Guimarães, Jota Júnior, ancora una volta Moreira, Yustrich, João Saldanha, di nuovo Zagallo (campione del mondo ’70), di nuovo Brandão, Cláudio Coutinho, Telê Santana, Carlos Alberto Parreira, Eduardo Antunes Coimbra detto Edu, Evaristo de Macedo, ancora Telê Santana, Carlos Alberto Silva, Sebastião Lazaroni, Paulo Roberto Falcão, Ernesto Paulo Ferreira Calahinho, riecco Parreira (campione mondiale ’94), nuovamente Zagallo, Vanderlei Luxemburgo, Candinho, Emerson Leão, Luiz Felipe Scolari (campione del mondo 2002), un’altra volta Parreira, Dunga, Mano Menezes, di nuovo Luiz Felipe Scolari e ancora Dunga per finire nel 2016 con Adenor Leonardo Bacchi detto Tite che si è dimesso il mese scorso dopo l’eliminazione in Qatar. In totale, dal 1965, la bellezza di 27 ct (compresi quelli richiamati una o più volte) tutti rigorosamente nati nella terra dello scrittore Jorge Amado.

    Stregati da Mourinho

    Ora si potrebbe prospettare un’inversione di tendenza: l’ingaggio di un tecnico straniero di fama mondiale per ritrovare il filo del successo in Coppa del Mondo perduto in Giappone più di vent’anni fa. Perché il Brasile brama di centrare il cosiddetto “Hexa”, il 6° titolo “iridato”. Sfumato Ancelotti (non se la sente di lasciare il Real Madrid vincitutto), in bilico Zidane (parla bene lo spagnolo, non il portoghese, non ha mai allenato al di fuori del “mundo blanco”), l’obiettivo n. 1 del presidente federale Ednaldo Rodrigues resta il carismatico e rutilante tecnico giallorosso José Mourinho, lui sì perfetto conoscitore della lingua madre portoghese. In Brasile hanno scritto di un emissario della CBF (la Federcalcio di Rio) inviato a Roma per trattare con lo “Special One”. In realtà questo fantomatico “ambasciatore delegato” è nientemeno che Jorge Mendes, il potente agente di Mou che tiene i contatti diretti fra il suo assistito e i vertici della “Seleção”. José ha rimandato ogni discorso a fine campionato (4 giugno). Il rapporto con il club non pare più idilliaco: sono venute a mancare le promesse più importanti, quelle degli acquisti. E la “piazza” è preoccupata. LEGGI TUTTO