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    Juve-Nantes, parla Cauet: “Attenti a Blas, mette la palla dove vuole”

    «Eh, altro che qualche anno! Ero ancora pieno di capelli! Comunque, sì… Giocavamo la prima edizione della Champions League, il primo anno. Partita a Torino, noi eravamo una squadra che aveva vinto il campionato, giocavamo a memoria, facevamo un bel calcio a uno-due tocchi in movimento. La palla non si fermava mai. La prima partita era a Torino. Una partita molto complicata, difficile a livello della gestione perché avevamo avuto 6 o 7 giocatori ammoniti nel primo tempo e un espulso. L’arbitro era molto, molto severo. Abbiamo chiuso l’intervallo 0-0, poi nel secondo tempo abbiamo cercato di gestire il pressing della Juventus ma non era facile perché aggrediva sempre il portatore di palla per metterci in difficoltà. Alla fine abbiamo preso due gol: ricordo Vialli e poi un tiro di Jugovic straordinario, da 25 metri. Ma era una squadra fortissima: Ravanelli, Del Piero, Vialli, Di Livio, Paulo Sousa, Deschamps… Una squadra fortissima. Al ritorno pensavamo di fare molto meglio, infatti abbiamo poi vinto, ma non l’abbiamo gestita abbastanza. Abbiamo concesso troppo e la Juve è stata brava a segnare. Il 3-2 ha qualificato i bianconeri».

    Torniamo all’attualità. Ora come sta il Nantes?

    «Ha avuto alti e bassi. Da un po’ di anni ha più difficoltà, ma la vittoria della Coppa contro il Nizza è stata una bella soddisfazione per un gruppo che ultimamente ha sofferto. Ma attraverso l’allenatore Kombouaré hanno ritrovato forza e competitività, pur essendo altalenanti nei risultati: fanno delle serie, poi si perdono. Comunque il Nantes ha una logica di gioco, ha elementi che possono mettere in difficoltà la Juve. Sì, può venire fuori una bella partita».

    Dunque le piace Kombouaré?

    «Sì, è l’uomo giusto per una società che era un po’ in difficoltà. Lui è stato capace di mettere ordine e disciplina grazie ad un modo di pensare e di giocare preciso. In questi anni sono passati tanti allenatori, tra cui un grandissimo italiano come Ranieri, ma io credo che lui ha il valore aggiunto di conoscere la piazza visto che ha vestito questi colori. Ha portato un attaccamento alla maglia e personalità. La società si era poco appoggiata sulla vecchia guardia. Ha saputo anche stimolare il fervore dei tifosi portando un trofeo che non è da poco, come la Coppa di Francia. Questo è stato molto importante».

    Tra i giocatori chi le piace?

    «Blas mi piace molto. È rimasto quest’anno, anche se doveva andare al Lilla. È forte: può essere trequartista o mezzala. Ha un piede educatissimo, sa segnare: se tu lo lasci giocare, lui è capace di mettere la palla dove vuole. Dunque deve essere ben preso perché può mettere in difficoltà chiunque».

    Altri?

    «Il portiere Lafont ha esperienza, conosce bene l’Italia perché ha giocato nella Fiorentina. È affidabile, serio, quadrato. Commette pochi errori».

    Che tipo di partita dovrà fare la Juventus?

    «Beh, la Juve ha la sua personalità, la sua forza, i suoi campioni. Dovrà mettere pressione al Nantes e non lasciarlo giocare e poi creare opportunità e fare la differenza. L’importante è che mettano pressione, se invece lasciano la palla ai francesi andranno in difficoltà».

    Ma la Juve è favorita?

    «Sì, di sicuro. Il Nantes è nella seconda parte della graduatoria. La Juve ha blasone e poi al di là della classifica, ma sappiamo bene che ha fatto molti più punti e giocherebbe per il secondo posto, i campioni li ha: giocatori come Chiesa, Vlahovic, Di Maria, Rabiot… Possono fare la differenza in ogni momento».

    Nel ritorno che atmosfera troverà la Juve?

    «Una atmosfera caldissima. E’ da anni che non si vedeva una partita di questo tipo. Il Nantes era molto forte fi no agli anni 2000, poi meno. Ora la città si prepara ad accogliere il grande calcio, i tifosi saranno caldissimi». LEGGI TUTTO

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    Europa League, Juventus-Nantes: designato l'arbitro

    TORINO – Tutto pronto all’Allianz Stadium per l’esordio della Juventus in Europa League nel playoff contro il Nantes. Importante il match di andata per i bianconeri che vorranno subito indirizzare la qualificazione davanti al proprio pubblico, proseguire il più a lungo possibile il cammino nella seconda competizione europea è uno degli obiettivi stagionali degli uomini di Allegri. Ad attenderli ci saranno i gialloverdi di Kombouaré, chiamati all’impresa per riuscire a superare l’ostacolo Juve. Designato il team arbitrale che dirigerà il primo dei due atti: ecco come è composto. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Lafont lancia la sfida a Vlahovic e Chiesa

    È una garanzia assoluta, una sicurezza, un cardine, forse l’elemento più forte in assoluto del Nantes che domani sbarcherà a Torino per affrontare giovedì sera la Juventus nell’andata degli spareggi per accedere all’eliminazione diretta di Europa League. Il portiere-capitano Alban-Marc Lafont, 24 anni compiuti da poche settimane, ha una valutazione di mercato attorno ai 16 milioni di euro, come nessun altro dei propri compagni di squadra. Gli stanno dietro il trequartista Blas e la punta Delort. Classe 1999, alto 1,96, portiere e capitano: tante analogie con “Gigio” Donnarumma – tra i due c’è pure un solo mese di differenza – quand’era al Milan con la fascia al braccio. Due “enfants prodiges”. Nativo di Ouagadougou (capitale del Burkina Faso, di cui è originaria la mamma) ma trasferitosi a 9 anni in Francia, patria di suo papà, Alban dovrebbe essere promosso a breve dal riconfermato ct transalpino Didier Deschamps come “secondo” di Mike Maignan nella Nazionale vice-campione del mondo dato che il 36enne nizzardo Hugo Lloris e il 37enne franco-congolese Steve Mandanda hanno annunciato l’addio ai “Bleus” il mese scorso. A riconferma che il numero uno dei “Jaunes-et-Verts” è assurto al ruolo di uno dei migliori portieri d’Oltralpe. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Nantes, la scelte di Allegri per l’Europa League

    TORINO – La classifica di Serie A è virtuale, anche se la Juventus si è avvicinata alla zona Europa con due vittorie consecutive in campionato. Ma la penalizzazione e gli sviluppi della giustizia sportiva rendono la corsa a un posto in Champions League un gigantesco punto interrogativo. C’è la Coppa Italia, che però conduce all’Europa League: tra i bianconeri e la fi nale c’è di mezzo la doppia sfida con l’Inter di aprile. Ma per andare in Champions (aspettando cosa deciderà la Uefa sulla posizione del club) la strada dritta è una sola, per quanto accidentata: vincere l’Europa League, competizione che rivede la Juventus protagonista dopo nove anni. Nel 2013/14 la corsa si era interrotta in semifinale, quando la squadra ai tempi guidata da Conte sbatté contro il muro alzato dal Benfica e mancò l’accesso alla finale, disputatasi allo Stadium di Torino. LEGGI TUTTO

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    Mohamed, il bulldozer del Nantes che sfida la Juve: dall’idolo Rooney al totem Salah

    Un bulldozer sulla strada della Juve. È il soprannome che la stampa francese ha attribuito a Mostafa Mohamed, 25enne centravanti egiziano del Nantes e della Nazionale dei “Faraoni” nordafricani, che fra una settimana sfiderà i bianconeri all’Allianz Stadium nell’andata degli spareggi di Europa League. Bulldozer per il fisico da… spianatore: 185 centimetri d’altezza e 79 chili di peso. E anche perché è il bomber dei “canarini” di Bretagna in Ligue 1 (5 gol tutti su azione, cioè senza il contributo dei calci di rigore). Ha inoltre messo a segno 2 reti molto importanti in Europa League e 1 in Coppa di Francia, fornendo complessivamente 4 assistenze decisive ai compagni di squadra. LEGGI TUTTO

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    Kombouaré, dalle piroghe alla sfida Juve: tutto sul tecnico del Nantes

    È nato in un villaggio di pescatori, vicino alla Baia delle Piroghe, a quasi 17.000 chilometri di distanza dall’Italia: la stessa che c’è – sempre in linea d’aria – fra Roma e Hobart, capitale della Tasmania, ovvero ai nostri antipodi. Il posto è semplicemente da sogno. Mare turchese chiarissimo, barriera corallina, pesci variopinti, spiaggia candida, palme. Parliamo di Plum, frazione di Le Mont-Dore, un comune a Sud di Noumea cioè la capitale del dipartimento francese d’Oltremare della Nuova Caledonia. È in questo luogo paradisiaco che ha visto la luce 59 anni fa Antoine Krilone Kombouaré, allenatore del Nantes avversario della Juventus fra un mese esatto (16 febbraio) all’Allianz Stadium di Torino nell’andata degli spareggi di Europa League.

    Piroghe, pesca, nuoto

    Diciamo subito che non esiste sulla faccia della terra un altro allenatore neocaledoniano alla guida di un top club straniero della massima divisione. E, giusto per dovere di cronaca, ricordiamo che la Nazionale di calcio della Nuova Caledonia occupa la posizione numero 161 nell’ultimo ranking Fifa. È preceduta dal trio Singapore, Myanmar, Papua Nuova Guinea ed è incalzata a pochissimi decimi di punto dal terzetto formato da Tahiti, Fiji e Vanuatu. A quelle latitudini, poco più a Nord del Tropico del Capricorno e circondati dall’Oceano Pacifico, non è propriamente la cosa più semplice diventare calciatori e poi, magari, allenatori. Innanzitutto perché lo sport che va per la maggiore è il “tika”, un curioso gioco a squadre dove gli atleti devono lanciare una specie di giavellotto. Poi ci sono le regate veliche, le gare a colpi di pagaia sulle caratteristiche piroghe a bilanciere, il nuoto, i tuffi, la pesca sportiva e subacquea e inoltre perché i campi di calcio scarseggiano. Abbiamo detto di luoghi onirici, paesaggi incredibili, sole cocente, temperature che invitano a buttarsi in mare per rinfrescarsi piuttosto che calzare le scarpette e correre dietro un pallone.

    Jorge maestro tattico

    Ma qualche rarissima eccezione c’è: come appunto Kombouaré che da ragazzino s’iscrive nei pulcini del WS Tanari Plum, la società di calcio dilettantistica del suo paese, e si mette in luce nei tornei giovanili fino al debutto nel campionato locale e la convocazione nella Nazionale Under 20 neocaledoniana.

    È un difensore centrale coriaceo e potente, bravo nell’anticipo, piedi buoni. Un talent scout locale lo segnala al Nantes, club bretone famoso per il suo storico Centro di formazione giovanile della “Jonelière”. È il 1983. Antoine supera il provino e firma il suo primo contratto professionale. Resterà 7 stagioni nella città-natale di Jules Verne, svezzato dal fiero Jean-Claude “Coco” Suaudeau, ex gloria gialloverde. Nel luglio 1990 passa al Tolone, ma si dimostra subito d’un altro livello. Troppo forte. Pronto per il grande salto a Parigi, ufficializzato il 1° dicembre.

    Con il Psg conquista una Ligue 1, due Coppe di Francia e una Coppa di Lega. I suoi allenatori sono i transalpini Henri Michel e Luis Fernández inframmezzati dal portoghese Arthur Jorge, maestro di tattica, sotto la cui guida vince il campionato e la Coppa di Francia. Va quindi a raccogliere altri ingaggi in Svizzera (Coppa elvetica alzata nel 1996 con il Sion) e in Scozia (due stagioni all’Aberdeen) per chiudere la carriera agonistica nella nobile decaduta (in Serie C) Racing Club Parigi.

    Valenciennes promosso

    Mentre tira gli ultimi calci nello storico stadio di Colombes (dove l’Italia di Pozzo conquistò nel 1938 il secondo titolo mondiale), studia e consegue il titolo di allenatore in modo che, poche settimane dopo aver appeso le scarpe al chiodo, comincia la sua nuova avventura di tecnico alla guida della squadra B del Paris Saint-Germain. Dopo 4 anni di gavetta accetta la chiamata dello Strasburgo, che conduce a una comoda salvezza (13° posto). La stagione successiva viene esonerato dopo 9 giornate. Ma pochi mesi dopo, luglio 2005, eccolo al lavoro a Valenciennes, in Ligue 2: annata da ricordare per i “Cigni” rossobianchi che trionfano concludendo al primo posto e guadagnando la promozione nel massimo campionato.

    La gaffe di Al Khelaifi

    Dopo quattro anni nel Nord, giunge la telefonata del Psg che nel 2009 lo richiama per affidargli, stavolta, la conduzione della prima squadra. Al primo colpo, monsieur Antoine conquista la Coppa di Francia e si qualifica per l’Europa League. Seconda stagione di ordinaria amministrazione mentre nella terza ecco l’esplosione.

    I “tricolores”, grazie anche agli ingaggi voluti dal nuovo presidente qatariota Nasser Al Khelaifi e suggeriti dal nuovo ds Leonardo (Pastore, Ménez, Gameiro, Matuidi, Mohamed Sissoko, Sirigu, Lugano, Bisevac), schizzano in vetta alla Ligue 1 e chiudono il girone d’andata con tre punti di vantaggio sul Montpellier. È il 21 dicembre 2011. Kombouaré passa un Natale sereno con la famiglia e si appresta a festeggiare l’avvento del 2012 quando, alla vigilia di Capodanno, viene licenziato a sorpresa da Al Khelaifi: «Mi spiace, abbiamo preso Ancelotti. Grazie lo stesso di tutto… ». Un fulmine a ciel sereno. Il neocaledoniano passa al “Camp des Loges” per ritirare gli effetti personali dall’armadietto e salutare la squadra. Che sotto la guida del nuovo tecnico emiliano perde terreno, perde la testa e conclude il campionato al 2° posto, staccato di tre lunghezze dal Montpellier. «Mi sarebbe piaciuto restare – ripete ancor oggi – soltanto per vedere come si sarebbe classificato il Psg in Ligue 1 con me in panchina. Alla prova dei fatti non posso certo sentirmi inferiore ad Ancelotti… Ho pensato che mi esonerassero in concomitanza con l’avvento della nuova proprietà, ma così, con la squadra prima in classifica e reduce dal successo esterno di Saint-Étienne… »

    «Pensiamo a salvarci»

    Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti. Kombouaré è andato a lavorare a Riad (Al Hilal) e ha quindi rifatto un nuova gavetta in provincia fra Lens, Guingamp Digione e Tolosa. Dal febbraio 2021 è tornato al Nantes, suo primo amore, in sostituzione del disastroso e perdente ex ct francese Domenech. Lo scorso maggio monsieur Antoine ha subito regalato al primo colpo la Coppa di Francia, rivinta dai gialloverdi dopo 22 anni. Fra un mese ci sarà l’eurosfida contro la Juve in Europa League, ma lui si schermisce: «Dobbiamo pensare a salvarci, l’Europa non è prioritaria, la Juventus è una grandissima squadra».

    Già, ma poche ore dopo il tracollo bianconero a Napoli, il Nantes ha schiantato 3-0 fuori casa il Montpellier (gol di Girotto, Mohamed e Blas, debutto in difesa del possente 17enne Zézé) risalendo al 13° posto in classifica. Da Arthur Jorge ha anche imparato a fare pretattica. Allegri, occhio… LEGGI TUTTO

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    Messi torna e segna, il Psg vince e allunga: frena il Lens, ok il Marsiglia

    Torna Messi e il Psg riparte in vetta alla Ligue 1 allungando di due lunghezze sul Lens al termine del turno 18. La formazione di Galtier batte per 2-0 l’Angers ritrovando l’argentino fresco campione del Mondo che chiude la sfida dopo il vantaggio firmato da Ekitike, il tris di Neymar lo annulla il Var. Alle spalle dei parigini frena il Lens che torna a 6 lunghezze di distanza non riuscendo ad andare oltre il 2-2 sul campo dello Starsburgo, resta terzo a -8 il Marsiglia di Tudor che piega per 2-0 il Troyes nella serata dell’esordio in maglia OM di Malinovskyi. I chiave Europa importante aggancio nello scontro diretto per il Monaco che acciuffa sul 2-2 il Lorient allo scadere. All’ultimo respiro cade a sorpresa il Rennes, chiudendo in 9 uomini sul campo del Clermont: termina 2-1 al 94′ grazie alla rete di Gastien.Guarda la galleryPsg, l’omaggio a Pelé: una maglia speciale durante il riscaldamento
    Il Nantes pareggia: 0-0 con il Lione
    Pareggio senza reti per il Nantes che non va oltre lo 0-0 contro il Lione di Blanc. I prossimi avversari della Juventus in Europa League creano molto con il solito Blas, ma sciupano davanti a Lopes e il match termina a reti inviolate. Stesso risultato tra Brest e Lilla. Passa invece di misura il Reims sul campo dell’Ajaccio continuando l’ottimo periodo di forma, goleada per il Tolosa che in trasferta cala la manita sull’Auxerre: 0-5 il finale. Ne fa uno in più il Nizza che si sbarazza del Montepellier per 6-1.
    Nantes-Lione, tabellino e statistiche
    Ligue 1, i risultati LEGGI TUTTO

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    Nantes-Juventus, la Uefa chiude il settore più caldo dei francesi

    TORINO – Il Nantes è stato sanzionato dalla Commissione Disciplinare Uefa per l’utilizzo di fumogeni e dispositivi pirotecnici, disponendo la chiusura della Tribune Loire, cioè il settore più caldo dello stadio de la ‘Beaujoire’, in occasione della gara di ritorno dei playoff di Europa League contro la Juventus.
    Nantes-Juventus, chiuso settore caldo dei francesi
    In quel match, in programma il prossimo 23 febbraio, il Nantes non potrà dunque contare sull’anima della propria tifoseria, quei sostenitori che si erano resi protagonisti del lancio di fumogeni nella sfida casalinga contro il Qarabag del 28 ottobre e nella trasferta di Atene contro l’Olympiakos del 3 novembre. Secondo quanto trapelato dai media transalpini, il club sta prendendo in considerazione la possibilità di presentare ricorso.
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