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    Pagelle Milan-Napoli: l'urlo di Simeone, De Ketelaere poco concreto

    Pagelle MilanMAIGNAN 6

    Primo tempo di sostanziale inoperosità. Intuisce il rigore, può nulla su Simeone, annulla l’imbucata di Zerbin. 

    CALABRIA 6.5

    Marcatura feroce su Kvaratskhelia in ogni zona del campo, pagata con un giallo. Esce all’intervallo per un problema al flessore e il Milan ne risente. Dest (1′ st) 5 Perde subito Kvaratskhelia, provocando il rigore trasformato da Politano. 

    KJAER 5.5

    Preferito a Kalulu, mostra eccessi di irruenza che portano al giallo pressoché immediato. Kalulu (1′ st) 6 Più attento di Tomori, poco fortunato sulla traversa del 2-2 centrata dopo essersi fatto tutto il campo di corsa . 

    TOMORI 5

    Non concede spazi a Raspadori, paga cara la marcatura lassa su Simeone. 

    THEO HERNANDEZ 7

    Cambia passo dopo lo 0-1, gettando nel panico il Napoli sulla corsia destra: alla terza volata con palla in mezzo, Giroud indovina la deviazione vincente; alla quarta, Kalulu centra la traversa. 

    BENNACER 6

    Recupera palloni, duella con Zielinski ma, alla fine, non incide come in altre occasioni. TONALI 6

    Fatica sulla distanza contro la fisicità di Anguissa, dopo un primo tempo di qualità.

    SAELEMAEKERS 5.5

    Molto attivo, ma anche molto confusionario. Contrato da Kim in area al 17′ pt. Messias (21′ st) 6 Subito pericoloso con un sinistro dal limite, Meret si allunga alla sua destra. 

    DE KETELAERE 5.5

    Sempre bellino da vedere e sempre ancora poco concreto. Da ricordare un servizio dal fondo non sfruttato da Giroud. Adli (37′ st) ng. 

    KRUNIC 6

    Non è Leao, gestisce la zona con ricerca dell’inserimento e della verticalità. Vedi la palla a Giroud in occasione della situazione Meret-traversa. Brahim Diaz (21′ st) 6 Dentro con decisione, porta scompiglio senza trovare gli sbocchi giusti. 

    GIROUD 6.5

    Sempre presente in area: Meret gli sbarra la strada al 13′, quindi lui manda alto di testa e poi toglie palla a Calabria (piazzato meglio sul cross di De Ketelaere) con un’acrobazia alla Ibra, non riuscita. Puntuale sul servizio di Theo Hernandez per l’illusorio 1-1. 

    ALL. PIOLI 5.5

    All’intervallo cambi di protezione o obbligati, per i gialli di Kjaer e il guaio fisico di Calabria. Scelta punita nel giro di 6’ dal contatto Dest-Kvaratskhelia. Prova a rimediare con gli ingressi di Messias e Brahim Diaz, non basta.

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    Napoli, Domenichini: “Anguissa leader: compensa la perdita dei giocatori carismatici”

    MILANO – Un successo, quello di San Siro contro il Milan, che vale per il Napoli il primo posto in classifica dopo sette giornate di serie A. Ai microfoni di Dazn Marco Domenichini, che nel match contro i rossoneri ha sostituito lo squalificato Luciano Spalletti in panchina, esprime tutta la sua soddisfazione per la vittoria odierna e per il percorso fatto finora dai suoi: “Partita difficile contro un ottimo Milan. Abbiamo sbagliato i primi 20′: non riuscivamo a far girare la palla, poi siamo riusciti a trovare bene gli sbocchi. Nel secondo tempo abbiamo sofferto per dei nostri errori, ma abbiamo dimostrato carattere e voglia di vincere. Siamo molto contenti”.
    Milan-Napoli 1-2, tabellino e statistiche
    “Scelte in attacco? Dipende dalle caratteristiche del match”
    “In base a cosa scegliamo gli attaccanti titolari da far partite titolari? Raspadori è un giocatore da palleggio, che viene incontro e sa smistare, Simeone invece pressa e attacca la profondità. Oggi ha giocato Raspadori proprio per la sua dote di palleggio, ma entrambi sono ugualmente importanti e possono essere determinanti”. Zerbin e non Elmas o Lozano? “Zerbin ha dimostrato di fare molto bene, gioca tuttafascia e sa anche difendere: avevamo bisogno anche di copertura, per questo abbiamo scelto lui”.
    Politano e Simeone trascinano il Napoli: Spalletti in vetta, Milan ko
    “Spalletti era arrabbiato per qualche errore. Anguissa? Un leader”
    “Le sensazioni di Spalletti? Era insoddisfatto con qualche giocatore. Era contento per il risultato ma ha fatto presente a qualcuno gli errori. Ogni domenica cerchiamo di fare il massimo, vediamo dove si può arrivare: siamo una squadra giovane e dobbiamo lavorare tanto. Ci sono anche parecchi nuovi”. Un pensiero infine sui nuovi leader della squadra dopo gli addii di Koulibaly, Insigne e Fabian Ruiz: “Anguissa è un giocatore che tira fuori sempre qualcosa in più da trasmettere alla squadra, ma la crescita è generale. Compensiamo tutte le grandi personalità che abbiamo perso.”
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    Milan-Napoli è anche Calabria-Di Lorenzo: incrocio scudetto con vista sulla Nazionale

    MILANO – Terzini destri, e capitani, contro. È il confronto tra Davide Calabria e Giovanni Di Lorenzo. Avversari in Milan-Napoli e in concorrenza per una maglia azzurra. Un confronto, quello in chiave Italia, ancora una volta vinto dal giocatore di Luciano Spalletti. Di Lorenzo è ormai divenuto un elemento fisso nell’undici di partenza di Roberto Mancini. Altrettanto non avviene per il rossonero, ignorato nelle convocazioni per il duplice impegno che vedrà gli azzurri di scena in Nations League contro l’Inghilterra (proprio al Meazza) venerdì sera e poi a Budapest contro l’Ungheria il lunedì successivo. Due partite in cui l’Italia si gioca ancora una possibilità di Final Four, ma con un occhio attento all’ultimo posto – oggi occupato dall’Inghilterra – che significa retrocessione. Un’assenza che ha fatto inarcare più di un sopracciglio.
    Calabria totalePerché Calabria, da oltre un paio di stagioni a questa parte, ha evidenziato una continuità di rendimento che prima gli mancava. Questo grazie a una crescita nella sicurezza personale, che ne fa uno dei migliori interpreti del ruolo, per l’attenzione alla fase difensiva e il contributo in quella offensiva. Figlio del vivaio del Milan, per Stefano Pioli è stato naturale consegnargli la fascia dopo l’eclissarsi di Alessio Romagnoli e dopo l’infortunio di Simon Kjaer. Calabria impersona quello spirito rossonero che ha contribuito alla costruzione dell’ultimo scudetto.
    Di Lorenzo onnipresenteLa fascia di capitano a Di Lorenzo è invece il frutto della fiducia ottenuta dalla squadra una volta incassato l’addio di Lorenzo Insigne. In estate, quando è stato il momento di decidere, lo spogliatoio non ha avuto dubbi nell’individuare nel terzino destro l’elemento cui consegnare tale responsabilità sul campo. Questo perché Di Lorenzo, fin dal suo arrivo da Empoli nel 2019, ha risposto con il lavoro a quanti non lo ritenevano all’altezza della nuova realtà. Mai appariscente, sempre concreto. E sempre presente, con un rendimento in cui gli sbandamenti sono stati ridotti al minimo. È la traiettoria vissuta anche nell’Italia, con una crescita progressiva che lo ha portato alla titolarità nella squadra che ha vinto l’Europeo nel 2021. E ora la sfida a Calabria, in un confronto verso il titolo che avrà anche inevitabili ricadute con vista sulla maglia azzurra.
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    Napoli, Spalletti può sorridere: Lozano ha recuperato

    NAPOLI – l Napoli è tornato ad allenarsi questa mattina dopo un giorno di riposo concesso dal tecnico Spalletti all’indomani del brillante successo ottenuto in Champions League. Gli Azzurri – in testa alla classifica con Milan e Atalanta – preparano il big match contro la formazione rossonera allenata da Pioli. Le buone notizie arrivano da Lozano che ha smaltito l’influenza ed è tornato ad allenarsi a pieno regime con i propri compagni: domenica ci sarà. I giocatori che non avevano preso parte alla partita contro i Rangers Glasgow, hanno concluso la seduta di lavoro odierna con una partita a campo ridotto.
    Solo terapie per Osimhen
    L’appuntamento di domenica sera a San Siro – 20.45 – rappresenta uno snodo fondamentale del campionato. La squadra – dopo l’iniziale lavoro muscolare in palestra, è scesa in campo per le prove tattiche. Demme ha svolto un lavoro personalizzato mentre Osimhen è ancora fuori: il centravanti nigeriano – dopo l’infortunio muscolare – non è ancora tornato ad allenarsi: il centravanti nigeriano si è sottoposto a terapie riabilitative. LEGGI TUTTO

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    Milan, salvate il soldato Giroud

    Salvate il soldato Giroud. Stefano Pioli protegge l’attaccante francese come si farebbe con un prezioso vaso di Murano, sperando che non sia altrettanto fragile. Perché Giroud prezioso lo è parecchio in generale, per il Milan, considerate la sua abilità nel “fare reparto” e l’abilità nel realizzare gol pesantissimi in termini di punti. Ma la sua figura si eleva addirittura a essenziale per le prossime due gare: quella di mercoledì in Champions contro la Dinamo Zagabria e, soprattutto, quella di domenica nella sfida di vertice contro il Napoli.
    Niente recuperi
    Sì, perché è lui l’unico attaccante di ruolo su cui potrà contare Pioli, alle prese come con gli infortuni di Rebic e di Origi. Il Primo deve risolvere i problemi alla schiena che «non gli permettono di muoversi», aveva spiegato il tecnico. Il secondo soffre ancora l’onda lunga dell’infortunio subito nell’ultima parte della stagione a Liverpool, eredità che non gli permette di lavorare con la necessaria continuità e dunque di giocare in sicurezza. Davvero improbabile che il tecnico decida di rischiarlo. Attenzione, perché domenica contro il Napoli mancherà anche lo squalificato Leao e, dunque, Pioli sarà costretto a inventarsi una soluzione d’emergenza. E a contare, ancora una volta, sull’anima di ferro del suo Milan.
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    Napoli, la sapienza di Giuntoli: rivoluzionario silenzioso

    No, non è un caso che a siglare in extremis la vittoria del Napoli sullo Spezia sia stato Giacomo Raspadori, 22 anni, campione. d’Europa, ingaggiato il 20 agosto scorso dal Sassuolo, con la formula del prestito oneroso per 5 milioni di euro, l’obbligo di riscatto fissato a 25 milioni, oltre ad altri 5 legati al rendimento del calciatore e della squadra. Non è un caso perché Raspadori è un altro capolavoro di mercato firmato da Cristiano Giuntoli, 50 anni, da otto direttore sportivo partenopeo, il rivoluzionario silenzioso del boom Napoli. Con l’augusta benedizione di Aurelio de Laurentiis, s’intende.

    Il 6 settembre 2004, uno dei più famosi produttori cinematografici divenne presidente del Napoli Soccer, nato sulle ceneri del fallimento e della retrocessione in Serie C, vigorosamente riportato all’onor del mondo. Lo stesso che soltanto quattro giorni fa ha applaudito il Napoli, spellandosi le mani per avere travolto 4-1 il Liverpool (in bacheca 6 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 Coppe Uefa/ Europa League, 4 Supercoppe Uefa, 1 mondiale per club, 19 campionati inglesi, 8 Coppe d’Inghilterra, 9 Coppe di Lega, 16 Charity/ Community Shield). Mai, nei diciotto anni della sua gestione, ADL aveva deciso una rifondazione così radicale della squadra, coniugando il robusto taglio degli ingaggi con l’addio ai veterani Insigne, Koulibaly, Mertens, Ospina, Fabian Ruiz e l’arrivo di Kvaratskhelia, KIm MIn-Jae, Ndombele, Olivera, Ostigard, Raspadori, Simeone, Sirigu, il riscatto di Anguissa. Ecco, Zambo Anguissa. Per avere un’idea di come lavori la squadra di Giuntoli, basti ricordare che il ventiseienne centrocampista camerunese, già nel 2015 figurava nel database di Maurizio Micheli, 54 anni, il simbiotico alter ego del direttore sportivo, l’uomo che ha scoperto Hamsik e Koulibaly e abbiamo detto tutto. Così come per capire chi sia Giuntoli sul mercato, è sufficiente snocciolare alcuni dei suoi grandi colpi partenopei, prima degli ultimi: Allan, Elmas, Zielinski, Di Lorenzo, Mario Rui, Hysaj, MIlik, Lobotka, Manolas, Rrhamani, Meret, Osimhen, Lozano. L’ex dirigente del fenomeno Carpi (dalla D alla A conquistando quattro promozioni in cinque anni) si è superato con l’ingaggio di Kvata Kvaratskhelia, 21 anni, georgiano, pagato 10 milioni di euro, messo sotto contratto per 5 anni, ingaggio netto a stagione di 1,2 milioni di euro (1,7 lordi), così giovane e così già sulla strada per diventare un fenomeno. Al punto che il profilo Twitter ufficiale dell’Uefa, presentando Napoli-Liverpool ha parlato di Kvicha “conosciuto anche come Kvaradona”. Non male per un debuttante assoluto in Serie A (4 gol in 5 partite) e in Champions League.

    Dato a Kvicha ciò che è di Kvicha, qui si parla della dimostrazione data da Giuntoli di come un altro calcio sia possibile, anche sul mercato delle folli spese inglesi (il solo Chelsea, che ha appena cacciato Tuchel, ha sborsato 293 milioni di euro). Certo, bisogna avere gli uomini giusti al posto giusto e una rete di osservatori ramificata anche nei campionati meno glamour, tuttavia non poveri di talenti come Kvaratskhelia. Per cederlo, il Rubin voleva 30 milioni: l’uomo di ADL ha mandato a stendere i russi e quando gli stessi, dopo la criminale aggressione putiniana all’Ucraina, hanno ceduto l’attaccante alla Dinamo Batumi, il Napoli ha bruciato sul tempo la concorrenza italiana, straniera e ha chiuso l’operazione con la Dinamo pagando 20 milioni in meno rispetto alla richiesta dei russi.Se è vero che ogni occasione lasciata è persa, Giuntoli non ne perde una. I risultati si vedono. LEGGI TUTTO

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    Quanto “pesa” il primo gol di Raspadori con il Napoli?

    Quanto pesa il primo gol di Giacomo Raspadori con il Napoli? Un’enormità in termini di punti e morale, piuttosto poi in termini economici. Essì, perché il Napoli lo dovrà pagare di fatto solo l’anno prossimo versando al Sassuolo i 30 milioni (25 più 5 di bonus) obbligatorio. Quest’anno, invece, ci si ferma al prestito oneroso di 5 milioni e, insomma, non è davvero molto per un attaccante di queste prospettive. Che in avvio ha faticato ma che, alla fine, ha segnato un gol che vale tantissimo. In termini assoluti perché consente al Napoli di mantenere la vetta della classifica (in attesa delle altre gare, certo…) ma soprattutto perché sostanzia quella richiesta di “continuità” tanto invocata da Spalletti. Sarebbe infatti stato deprimente per il morale del gruppo (e dell’ambiente) non far seguire al trionfo sul Liverpool una vittoria contro lo Spezia in casa.

    Rosa lunga

    E aveva ragione il tecnico a sostenere che sarebbe stata dura, perfino più dura rispetto alla sfida contro gli inglesi. Il gol di Raspadori al tramonto del match sottolinea, peraltro, anche la bontà di un mercato che ha “allungato” la rosa: assente Osimhen (che ne avrà per un mese per il problema muscolare alla coscia) Spalletti ha potuto iniziare con Raspadori prima punta “allargandolo” poi con l’ingresso di Simeone. Due nuovi acquisti che hanno garantito al Napoli continuità. Sì: “pesa” molto il primo gol di Raspadori con il Napoli.

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    Napoli-Spezia, Spalletti: “Partite così l'anno scorso ci sono costate il campionato”

    NAPOLI – “Per noi ci sono o partite e derby fondamentali per l’alta classifica o partite assolutamente da vincere, non ci sono altre vie. Questa era una partita da vincere assolutamente per ambire alle posizioni alte della classifica, ma poi una partita può prendere una piega differente per la qualità degli avversari, perché stanno bene in campo e perché noi gli abbiamo concesso qualcosa: e infatti qualche volta è successo. Però noi abbiamo preparato 4-5 palle per buttarle dentro e in qualcuna abbiamo fatto confusione, prendendo delle ripartenze. Ma complessivamente la partita l’abbiamo fatta e la vittoria l’abbiamo meritata: è meritatissima, da un punto di vista del gioco e della ricerca dei calciatori. Era una partita difficile, tre giorni dopo una serata come quella con il Liverpool, e si gioca alle 15 con questo caldo, dopo la pioggerellina che è rivenuta su facendo ribollire il campo. Era difficile avere lucidità estrema, ma le cose che vanno fatte per vincere le abbiamo fatte. Ci sono stati dei palloni che noi dobbiamo assolutamente sfruttare in maniera differente e poi grazie alla loro insistenza e alla loro disponibilità a provarci fino all’ultimo, l’abbiamo portata a casa”. È l’analisi del tecnico del Napoli Luciano Spalletti ai microfoni di Dazn dopo il match vinto, all’ultimo respiro grazie al gol di Raspadori, allo stadio Maradona contro lo Spezia.
    Napoli, Spalletti esalta Raspadori
    “Siamo stati pazienti e convinti che prima o poi ce l’avremmo fatta, ma non possiamo permettercelo, perché l’anno scorso partite così ci sono costate il campionato, l’altissima classifica, nonostante abbiamo fatto benissimo. Oggi sotto certi punti di vista i calciatori sono stati eccezionali, però non si devono accontentare e devono andare oltre, perché in queste partite può succedere che non hai la zampata di Raspadori all’ultimo minuto e diventano punti persi determinanti. Loro scalavano sui nostri terzini con i quinti e noi – col braccetto – ogni tanto arrivavamo in ritardo su Kvaratskhelia: quando ha puntato ed è entrato in area di rigore è perché avuto il tempo di farlo. Entrando dentro il campo, metteva in difficoltà gli avversari di andarlo a prendere sull’esterno, nonostante lui sia uno bravissimo a ricevere palla sui piedi e puntare all’uno contro uno, non aveva la possibilità di farlo. Raspadori? Ha fatto una partita eccezionale, è venuto incontro a collegare con il centrocampo, ma noi non siamo stati bravi come altre volte a far girare palla e il suo lavoro si è dovuto raddoppiare. Poi quando l’ho messo a sinistra ha rincorso, si è messo a disposizione, qualche volta ha chiuso. Non è esterno, non è prima punta, è questa via di mezzo che ci ha dato la possibilità di vincere la partita. Bravo Raspa! I miei collaboratori mi hanno detto di prendere in considerazione di spostarlo, ma alla fine l’ho lasciato lì dov’era, facendo un’altra sostituzione, ma Elmas a sinistra ci sa giocare e ci ha risolto diversi guai”, conclude Spalletti.
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