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    Haaland segna, Colombo ne fa due: tris del Milan al City di Guardiola

    Proprio Paulo Fonseca ha parlato al termine della partita ai microfoni di Milan Tv: “Abbiamo delle buone sensazioni. La cosa più importante è che abbiamo messo in campo quello su cui abbiamo lavorato in settimana. I giocatori hanno fatto quello che gli ho chiesto: giocare con coraggio, mantenere la palla, trovare gli spazi. Abbiamo tanto da imparare e penso che la partita che abbiamo fatto sia stata positiva”. 
    Ancora sull’importanza della vittoria contro il City: “Era importante vincere per acquisire fiducia. Stiamo cominciando a vedere le nostre intenzioni, dobbiamo migliorare il timing nel fare le cose e su questo sto lavorando: fare arrivare i giocatori con i tempi e nelle posizioni giuste. C’e’ tanto da migliorare difensivamente e offensivamente”. 
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    Bari: la scommessa Marino si può vincere

    TORINO – Bentornato, Pasquale Marino. Da quasi due anni era sparito dai radar, dopo l’esonero datato 10 dicembre 2021 al Crotone, a fine stagione poi retrocesso in C. Non è che ci fosse la fila per lui. Ma poi è spuntato il Bari. Il ds Polito era stato suo giocatore al Catania, lo conosce bene e lo stima ancora di più. Domenica scorsa, il dirigente dei pugliesi ha fatto un ragionamento dopo lo 0-0 di Cesena con lo Spezia. Nel finale, i liguri hanno colto un palo. Se fosse entrata, ha raccontato il ds, avremmo esonerato Mignani, l’allenatore della promozione in B del 2022, del terzo posto e della A sfumata per un minuto, lo scorso giugno. Ma siccome il campo aveva detto che il Bari continuava a non convincere, l’esonero è arrivato lo stesso. Abbastanza a sorpresa: Mignani aveva perso una sola partita, come le 4 big che guidano la B. Il problema è che poi ha raccolto un solo successo e ben 7 pari che collocano il Bari al 13° posto, a 3 punti dai playoff e a +4 sui playout. Nulla di compromesso, dunque. Ma in effetti, probabilmente il cambio serviva: la ferita della A sfumata ha pesato nel nucleo storico della squadra. I giocatori arrivati in estate si diceva non facessero per il calcio di Mignani. E forse anche questo è vero. Fatto sta che già la scorsa estate, allo stesso tecnico genovese non sarebbe spiaciuto andarsene perché fiutava un’aria non buona. Lo Spezia, prima di virare su Alvini, l’aveva valutato e a Mignani sarebbe piaciuto assai tornare a vivere nella propria regione: fra carriera da giocatore e da allenatore, gira l’Italia da più di trent’anni. Ma è tutto passato, ora tocca a Marino riconquistare una piazza esigente che però non sbaglia quando valuta la squadra non ai livelli di quella della scorsa stagione che comunque era andata ben oltre le aspettative. E allora, come venirne fuori? Affidandosi a un allenatore come Marino con un curriculum importante (fra le altre, Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal). Che un certo De Zerbi considera il suo maestro. Che non va valutato per l’ultima esperienza di Crotone, quando subentrò in una squadra già rassegnata, che si portava dietro le scorie della retrocessione e che non aveva la testa per lottare per la salvezza. Marino rimediò un punto in 7 gare ma non ha tutti i torti il ds Polito quando, con un paradosso, dice che quelle furono le migliori partite stagionali del Crotone. E dunque il club dei De Laurentiis cerca la svolta “giochista”, dopo un biennio di successi da “risultatista” con Mignani. Funzionerà? Intanto, chiamare Marino alla sosta vuol dire dargli due settimane di tempo per farlo entrare nella testa dei giocatori. Non ci sono solo da combattere le scorie della delusione di giugno. C’è anche da dare alla squadra una nuova mentalità, cioé iniziare a fare la partita, cosa che con Mignani poteva non succedere anche nei suoi tempi migliori. Dal mercato poi, potrebbero essere arrivati buoni elementi che con la fretta che c’è sempre, c’è chi ha già liquidato come non all’altezza. Le maggiori scommesse si concentrano sull’attacco. Nasti, pur in una situazione finora non semplice, si sta confermando come il più promettente attaccante italiano della sua leva (2003), è molto cresciuto nei suoi mesi baresi. Ha segnato finora 2 gol ma col giochista Marino potrebbe arrivare alla doppia cifra, così come Diaw che se sta bene, in B è una garanzia. Ma attenzione ai giocatori offensivi a supporto delle vere punte. Sibilli sta facendo grandi partite, non è più l’attaccante che il Pisa preferiva utilizzare nei secondi tempi, a Bari sta trovando quella centralità che meritava da tempo, basta vedere i gol che faceva coi toscani: pochi, ma sempre belli e decisivi. La vera scommessa per Marino è riuscire a rilanciare Aramu, giunto in prestito dal Genoa dopo una stagione in cui il suo contributo per il ritorno in A del Grifone è stato ridottissimo, di fatto Aramu fu l’unico giocatore che Giardino non riuscì a rilanciare dopo il suo avvento, non solo per problemi fisici. Il miglior Aramu, in B, lo si vide il 20 marzo 2021: quel giorno, col Venezia, segnò in trasferta una tripletta al Monza per una vittoria con la quale gli arancioneroverdi misero le basi per essere promossi al posto dei brianzoli, che in quella stagione dovevano essere la squadra da battere. Ecco, se Marino trova la scintilla giusta, se anche grazie alle sue idee calcistiche riesce a riportare Aramu su quei livelli, allora a Bari potremmo ancora vederne delle belle. LEGGI TUTTO

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    Bari: Menez, pensaci tu

    TORINO – Jeremy Menez: dove eravamo rimasti? Il francese nell’ultima stagione di B ha chiuso la migliore annata delle tre giocate per la Reggina. Tant’è che, andato in scadenza contrattuale, non ha avuto problemi, nonostante i 36 anni compiuti il 7 maggio, a trovare un’altra squadra, perfino più ambiziosa, cioé il Bari andato a un passo dalla Serie A, persa a giugno nella beffarda finale playoff col Cagliari. I pugliesi, fra le big della B, al momento appaiono come i più indietro, questo ha detto l’esordio ufficiale in Coppa Italia, ko per 0-3 in casa col Parma, la squadra è ancora un cantiere e forse deve anche metabolizzare la A sfumata all’ultimo minuto. Menez, alla ricerca della forma migliore, contro il Parma non è sceso in campo. Ma l’ultima versione dell’estroso francese può dare un grosso contributo anche ai pugliesi. Non solo tecnico, anche di esperienza. Per dire, in attacco Menez giostrerà pure con il promettente Marco Nasti, classe 2003, cioé 16 anni in meno di Jeremy, il quale può essere molto importante per la formazione del miglior attaccante italiano della sua leva. Ma per il ritorno in grande stile di Menez, ha avuto un grosso peso Pippo Inzaghi. I due un anno fa si ritrovavano dopo essersi incrociati al Milan in A, il francese vi arrivava dopo le esperienze per Roma e Psg. Guarda caso, quell’anno con Pippo, Menez disputò la sua migliore annata in carriera (2014/15, 16 gol). Così, appena Inzaghi è sbarcato sullo Stretto, la musica è cambiata. Le due precedenti stagioni del francese alla Reggina non erano filate lisce. Arrivato sotto la gestione Gallo (il predecessore di Saladini col quale si stava arrivando all’esclusione dalla B già un anno fa) Menez divenne, nell’arco di pochi mesi, una specie di zavorra economica da sbolognare da qualche parte: visto che il suo ingaggio pesava oltremisura sui costi societari, a ogni finestra di mercato si cercava di piazzarlo in giro, senza riuscirci. Il suo rendimento ne risentiva, anche se in campo, qualche perla, fra un problemino fisico e l’altro, la dispensava sempre, dimostrando che la classe era sempre quella dei bei tempi che furono. Va ricordato che Menez, prima di sbarcare in Italia per la seconda volta nel 2020, aveva vissuto annate opache in Turchia, Messico e B francese. Lui stesso in un’intervista ammetteva che in quelle stagioni aveva un po’ mollato la presa. E dunque tornare in Italia voleva dire sottoporre un fisico che aveva già passato i trent’anni a sforzi a cui non era più abituato. Ma con Inzaghi è stata tutta un’altra storia anche perché Pippo lo ha levato dalla fascia e l’ha messo nel cuore del gioco della Reggina, ritagliandogli un ruolo di falso nueve che giocava a tutto campo. Prendiamo ad esempio la vittoria che la Reggina ottenne all’inizio della scorsa stagione a Pisa. Il gol partita matura quando Menez rientra nella propria trequarti, raccoglie palla, si gira e lascia partire un lancio di 40 metri, con precisione millimetrica finisce sul piede di Canotto che realizza lo 0-1 finale. Nel complesso, il triennio di Menez sullo Stretto s’è chiuso con 13 gol in 67 partite: mica male, viste anche le annate turbolente che nel frattempo stava vivendo la Reggina a livello societario e in certi periodi anche sul campo. Certo, Menez va gestito. Inzaghi di solito gli faceva giocare la prima ora, nella quale dava tutto. Magari poteva fare comodo tenerlo per 90 minuti ma agendo così sono anche diminuiti i suoi problemini muscolari. E ora, sotto la guida di Mignani, che Menez sarà? Il tecnico dei pugliesi predilige il 4-3-1-2 e il francese potrebbe candidarsi anche per un posto da trequartista. Resta un fatto. Il Bari è alle prese con una mezza rifondazione della squadra, soprattutto in attacco. Con le partenze di Antenucci, Folorunsho e quella ormai certa di Cheddira, il Bari perderà un bottino potenziale di 41 gol, cioé quelli che i tre hanno segnato insieme nella passata stagione, chiusa al 3° posto il campionato. Sarà una sfida difficile riuscire a ripetersi. Ma Jeremy non si tirerà indietro ed è pronto a conquistare anche l’esigente pubblico del San Nicola. LEGGI TUTTO

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    Il Cosenza targato Milan può fare un altro miracolo

    TORINO – Da inizio stagione, gli scommettitori considerano il Cosenza la prima favorita per la retrocessione in C. Quando lo scorso autunno il club calabrese esonerò Davide Dionigi, c’era la fila per la sua panchina, ma di quelli che la rifiutavano. A dispetto di tutto ciò, oggi i lupi silani sono la squadra più in forma di quelle che lottano per la salvezza che sarà un rebus complicatissimo, visto che, a nove giornate dalla fine, le ultime sei in classifica sono racchiuse in due punti: tre retrocederanno, due si giocheranno la permanenza in B ai playout, una si salverà direttamente. E se a riuscirci fosse proprio la squadra guidata dal 2 novembre da William Viali? I suoi ragazzi hanno raccolto 6 punti nelle ultime tre uscite, preziosissimi, anche perché di questi tempi la diretta concorrenza di solito al massimo pareggia. Vittorie griffate Milan, fra l’altro. Domenica il successo interno nello scontro diretto con la Spal, che ha permesso anche il sorpasso in classifica sui ferraresi, l’ha firmato il centrocampista Marco Brescianini, 23 anni, prodotto doc del vivaio rossonero, al secondo centro stagionale, un bel sinistro dal limite, a conferma che il ragazzo si sta imponendo alla sua terza stagione in B: aveva esordito in maniera promettente nell’Entella ma nella passata annata era rimasto ai margini nel pletorico organico della corazzata Monza. In questa stagione, trovando spazio con continuità, dimostra di essere un elemento di affidamento per la categoria. Prima, nella precedente uscita interna, il Cosenza si era aggiudicato il derby calabrese con una pazzesca vittoria sulla Reggina maturata nel recupero: sotto di un gol, i rossoblù la ribaltavano fra il 90’ e il 92’ con la splendida doppietta di Marco Nasti, attaccante classe 2003, uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano. La scorsa estate era uscito dal vivaio milanista con ottime referenze. In questa stagione all’inizio ha un po’ pagato lo scotto dell’imberbe esordiente ma cresce di partita in partita: è a 3 gol e domenica ha  segnato una bella rete anche alla Spal che avrebbe chiuso la partita ma è stata annullata dal Var per fuorigioco. Insomma, non mancano i motivi per essere ottimisti. Certo sabato, il Cosenza ha una trasferta proibitiva in casa del Frosinone, dominatore della B e ormai prossimo alla A, per di più saranno assenti Rigione, Rispoli e Marras, fermati ieri per un turno dal Giudice Sportivo. Ma ci si può sempre provare. Tutto sommato, nella precedente trasferta contro l’altra super squadra della B, il Genoa, il Cosenza aveva fatto la sua partita, più di quanto dica il 4-0 finale per i liguri: sull’1-0, i calabresi avevano colto una traversa clamorosa con D’Urso, a portiere battuto, la partita è cambiata a inizio ripresa quando Calò, ha “regalato” al Genoa (proprietario del suo cartellino) l’azione del 2-0 e una volta incassato il secondo gol la squadra si è disunita ed è finita in goleada. Ma c’è un’altra ragione che deve indurre all’ottimismo: il ritorno, parziale, del proprio pubblico allo stadio. Per la contestazione a patron Guarascio, il Cosenza ha disputato buona parte della stagione in un San Vito-Marulla pressoché deserto, tanto che in proporzione, la squadra era più sostenuta in trasferta, grazie ai tanti migranti calabresi sparsi per l’Italia. Negli ultimi tempi la società ha cercato di ricucire coi tifosi e buona parte di loro da domenica scorsa sono tornati ad incitare la squadra, dando una bella mano nella vittoria sulla Spal, pur continuando a contestare Guarascio. Per carità, sempre legittimo mettere in discussione l’operato del proprietario a cui però bisognerebbe riconoscere come in qualche modo, pur con mezzi ridotti, dal 2018 mantiene il Cosenza in B dopo averlo preso dalla Serie D. Tuttavia, perseverare nel disertare lo stadio, sembrava tanto la storia del marito che per fare un dispetto alla moglie sceglie di evirarsi. Anche perché non va dimenticato come quasi un anno fa la salvezza arrivò superando il Vicenza ai playout, in un San Vito-Marulla pieno come un uovo e ribollente di un entusiasmo unico. Finirà così anche quest’anno? Da domenica scorsa il Cosenza può concretamente sperarlo. E magari quel giorno potrà esserci anche Mauro Zarate, il colpo ad effetto fatto da Guarascio a gennaio, visto solo per tre apparizioni, prima di arrendersi a un brutto infortunio. Ma l’ex Lazio, Inter e Fiorentina sta lavorando per il recupero e non è escluso che in maniera quasi miracolosa possa rientrare per le ultime battute della stagione. Il club intanto, conquistato dalla sua professionalità, nonostante il brutto ko medita di prolungargli il contratto che scade a giugno. LEGGI TUTTO

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    Genoa, Gilardino cerca il controsorpasso al Bari

    TORINO – La 28ª giornata di Serie B si chiude stasera, fischio d’inizio alle 20.30, col posticipo Genoa-Cosenza. I liguri di Gilardino devono rispondere al Bari che col successo di ieri ad Ascoli li hanno scavalcati al 2° posto, cioé in zona A diretta: vincendo stasera, il Grifone si riporterebbe a +1 sui pugliesi. Per l’occasione saranno assenti per infortunio i due maggiori acquisti del mercato estivo, Coda e Aramu, che si spera possano tornare disponibili dopo la sosta per le nazionali che cadrà fra due turni. In compenso il Gila recupera Bani, Hefti e Strootman e in panchina, dopo un lungo stop, si dovrebbe vedere anche Ekuban. Per un Genoa che dovrebbe partire col 3-4-2-1: Martinez in porta; Bani, Vogliacco e Dragusin in difesa ;Hefti a destra e Haps a sinistra; Strootman e Frendrup in mediana; Gudmundsson e Jagiello in appoggio a Puscas di punta, quest’ultimo alla vigilia elogiato e spronato da Gilardino. Il Genoa è reduce dallo 0-0 di Cagliari, risultato comunque prezioso, visto che con Ranieri i sardi in casa prima avevano sempre vinto. Adesso, a iniziare dalla partita di stasera, il Genoa dovrebbe avere un calendario più agevole delle dirette avversarie che sulla carta potrebbe consentire di allungare sulla concorrenza nella lotta per il 2° posto. Nel prossimo turno i liguri saranno di nuovo di scena a Marassi contro la Ternana, quindi prima della sosta andranno a Brescia. Dall’altra parte ci sarà un Cosenza galvanizzato dal successo in rimonta sulla Reggina nel turno infrasettimanale, derby calabrese deciso nel recupero dalla doppietta di Nasti, attaccante classe 2003 di proprietà Milan, autore di due gol molto belli (soprattutto quello della vittoria, gran destro al volo), un risultato che ha acceso la speranza di salvezza per i lupi silani, anche se restano all’ultimo posto, a -2 dai playout e a -4 dalla salvezza. Stasera il tecnico Viali dovrebbe proporre un undici non molto dissimile da quello del derby, magari con Nasti titolare. In mediana, da sostituire l’indisponibile Voca, potrebbe rilevarlo Calò, al Cosenza in prestito dal Genoa. Complice lo storico gemellaggio fra le due tifoserie, attesi a Marassi almeno 25mila spettatori di cui un migliaio circa calabresi: in proporzione, il Cosenza è più seguito in trasferta dai tifosi che sono emigrati al centro-nord, piuttosto che in casa, col San Vito-Marulla che resta desolatamente quasi deserto come accaduto anche nel turno infrasettimanale, quando per il derby con la Reggina erano presenti poco più di tremila spettatori (e parecchi provenivano da Reggio Calabria). Qualcosa si sta muovendo, la società di patron Guarascio, dopo il successo sugli amaranto, ha incontrato rappresentanti della tifoseria per cercare di convincerli a ritornare allo stadio, smettendola con un atteggiamento autolesionista: un conto è la legittima contestazione della proprietà, un conto è lasciare quasi sola la squadra che insegue una salvezza complicata. LEGGI TUTTO

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    Nasti: a Cosenza è nata una stellina

    TORINO – Martedì scorso, è il 90° di Cosenza-Reggina. Come da pronostico, gli ospiti stanno portando a casa il derby calabrese, grazie a una rete nel primo tempo dell’ex Gori. Poi, quando sta per iniziare il recupero, succede che il Cosenza la pareggia con Marco Nasti, attaccante classe 2003, prodotto doc del vivaio Milan, bravo a inserirsi di testa su assist di Delic, bruciando la difesa della Reggina. E non finisce qui. Al 92’, ficcante combinazione sulla destra del Cosenza, bella palla messa in area da D’Urso e Nasti, ancora lui, sfodera un impeccabile destro al volo che vale un pazzesco 2-1 col quale la formazione di Viali torna a sperare nella salvezza, 3 punti che per ora consentono ai lupi silani di abbandonare l’ultimo posto della B. Nel frattempo però, è nata una stellina: trovatelo un attaccante del 2003 italiano capace di segnare in 2 minuti una doppietta così bella e pesante in una sfida così importante. Marco Nasti, originario di Pavia, era uscito dalla Primavera del Milan la scorsa estate e si affacciava al professionismo con numeri importanti dopo una solida formazione nelle giovanili rossonere. Ma, ovviamente, andava verificato. Già a luglio il Milan aveva individuato nel Cosenza la piazza ideale per farlo maturare. Poi però, il campionato tormentato dei calabresi ha reso tutto più difficile, non è semplice per un ragazzo che compirà 20 anni il 17 settembre mettersi in mostra quando la classifica scotta. Così, prima dell’exploit nel derby, Nasti aveva segnato il suo primo gol in B il 18 dicembre scorso ma se n’erano accorti in pochi: il Cosenza aveva perso 1-3 dall’Ascoli e lui, subentrando nei minuti finali, aveva segnato il gol della bandiera. Adesso invece, con questa doppietta da vero centravanti, ha dimostrato quel che da tempo si diceva di lui, che ha stoffa da vendere e che può diventare una punta completa. Il primo obiettivo però, sarà riuscire a ritagliarsi un posto in pianta stabile nel Cosenza di Viali: finora Nasti ha raccolto 15 presenze, perlopiù frazioni di partite per un totale di 772’ di gioco. Ma la serata magica di martedì, potrebbe aver lasciato il segno sul suo futuro. Nasti ha raccontato dopo la doppietta un particolare gustoso: “Si dice che non attacco mai l’area, il mister in allenamento mi ha detto che se non l’avessi fatto, mi avrebbe cacciato. Per fortuna ho attaccato sul primo palo e mi è riuscito un gol bellissimo. Ci serviva fare punti, ce lo meritiamo per il lavoro che facciamo tutti i giorni”. Al Cosenza è in prestito secco, a giugno tornerà al Milan. Il club rossonero crede molto in lui. Dunque la prossima stagione si prospetta per Nasti un altro prestito in B, magari una squadra che possa garantirgli maggior minutaggio e con obiettivi più importanti della salvezza. Ma se continua così, chiudendo la stagione in gloria, Nasti al prossimo mercato sarà uno degli Under più ambiti dai club di B. Nell’attesa, la sua avventura proseguirà lunedì sera con un’altra tappa fondamentale per la sua formazione: giocare nel Tempio di Marassi, in casa del Genoa. E se dovesse lasciare il segno anche lì, in uno stadio importante, contro una delle principali forze della B, sfidando una delle migliori difese del campionato, da stellina Nasti diventerebbe stella. LEGGI TUTTO