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    Spezia e Parma: siete da A?

    TORINO -Quattro partite chiudono temporaneamente la 1ª giornata di Serie B, da venerdì saranno otto gare su dieci, il turno si completerà quando le vicende giudiziarie di Lecco e Reggina saranno concluse e si potranno recuperare le sfide mancanti. Alle 18, al Druso di Bolzano il Sudtirol di Bisoli ospita lo Spezia di Alvini, gara molto interessante che deve rispondere a due domande: gli altoatesini saranno in grado di ripetere lo scorso grande campionato chiuso al 6° posto e poi in semifinale playoff? I liguri possono diventare una delle big del torneo? La risposta è sì per entrambi quesiti. Il Suditirol visto in Coppa Italia a Marassi contro la Samp, meritava qualcosa di più: prima di essere eliminato ai calci di rigore, era stata la squadra di Bisoli ai supplementari, ad avere l’occasione migliore per vincere la partita. Prova nel complesso solida, in linea col Dna di Bisoli. E pensare che dopo la partenza di due pezzi da novanta della difesa altoatesina, Curto e Zaro, qualcuno ha scritto a vanvera di smobilitazione. No, a Bolzano c’è tanta voglia di riprovarci e si può fare bene pure in questa stagione, anche se confermarsi non è mai semplice. E lo Spezia? È la squadra che ha fatto il miglior precampionato di tutta la B: tre vittorie su squadre di categoria superiore (Sassuolo, Bochum e Wolfsburg), turno passato in Coppa Italia eliminando ai rigori il Venezia (2-2 al 120’). Le premesse ci sono insomma tutte. La società poi, fra paracadute e plusvalenze pesanti, avrà una liquidità non da poco. Anche se la priorità è tenere i conti in ordine e sul mercato non si faranno follie (è in arrivo il difensore georgiano Gelashvili). Le altre tre partite tutte alle 20.30. Molta curiosità per Parma-Feralpisalò. Per quel che s’è visto in questo primo mese, a nostro avviso gli emiliani di Pecchia sono due spanne sopra la concorrenza. L’ex vice di Benitez aveva trovato una buona continuità nella parte finale della scorsa stagione, quando il Parma pareva scaldare i motori per la A. Poi è arrivata la semifinale playoff di Cagliari e lì è naufragato tutto. Ma il Parma che una settimana fa in Coppa Italia trita 3-0 il Bari al San Nicola, fa pensare che la squadra abbia metabolizzato quella botta. Non solo, il Parma, sul mercato, ha cambiato pochissimo, diversi elementi giocano insieme anche da più di un anno, Pecchia non ha certo problemi di amalgama anzi, sta sviluppando l’intesa raggiunta nella scorsa stagione. E il francese Bonny (2003) dà l’impressione di essere nell’anno della consacrazione anche se da centravanti dovrebbe giostrare Colak, prelevato dai Rangers Glasgow. E la Feralpisalò? Non ci sarebbe da stupirsi se i gardesani diventassero il nuovo Sudtirol. Sono squadre che si somigliano, già quando erano in C e lottavano per un posto al sole andando spesso a braccetto. Inoltre, è stato fatto un mercato non trascurabile (La Mantia l’ultimo colpo): obiettivo salvezza certo, ma poi chissà….Venezia-Como invece, testerà le ambizioni di entrambe. I lagunari, se non cedono Pohjanpalo (finora patron Niederauer resiste) possono fare un campionato di vertice, perché, grazie a Vanoli in panchina, la squadra, negli ultimi due mesi dello scorso campionato, aveva dimostrato di essere la più forte della B, passando dalla zona playout a quella playoff (poi eliminati dal Cagliari nel turno preliminare). E il Como? Quantomeno dovrebbe essere da playoff, l’obiettivo più o meno ufficiale della stagione, anche se i proprietari, i ricchissimi fratelli Hartono, vorrebbero la A, alla terza stagione di fila in B. Sarà interessante vedere il tecnico Longo dall’inizio e non come un anno fa, quando arrivò da pompiere per raddrizzare una stagione che s’era messa male. Last but not least, Cittadella-Reggiana, granata contro. Vi sembra una sfida minore? Come no, sono le uniche squadre di B che in Coppa Italia hanno eliminato club di A (Empoli-Cittadella 1-2, Monza-Reggiana 1-2). I veneti hanno rifondato l’organico con 10 arrivi dalla C dove potrebbero esserci le plusvalenze di domani (quest’estate, il dg Marchetti ne ha fatta una notevole cedendo allo Spezia Antonucci, il capocannoniere di squadra della scorsa annata). La Reggiana va tenuta d’occhio, anche se la priorità è la salvezza, visto che l’ultima apparizione della Regia in B (2020/21) si risolse con l’immediato ritorno in C. Però Nesta ha dei valori in squadra che potrebbero sorprendere. C’è insomma la possibilità di parlare della Reggiana senza mettere al centro di tutto Manolo Portanova, il trequartista giunto il prestito dal Genoa che va in campo dopo una condanna in primo grado per violenza sessuale di gruppo. Magari si potrebbe parlare anche dell’allenatore, Alessandro Nesta: non andava in panchina da oltre due anni e nelle due gare di Coppa Italia (preliminare e primo turno), si è tolto lo sfizio di dare una lezione di calcio al santone Zeman (6-2 al Pescara), replicata al Monza di Palladino, considerato l’allenatore del futuro. LEGGI TUTTO

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    Tutino a Cosenza: certi amori non finiscono

    TORINO – “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”. Inevitabile fare ricorso agli imperituri versi di Antonello Venditti per parlare del ritorno al Cosenza di Gennaro Tutino, 27 anni il 20 agosto. Tuttosport ci aveva sempre creduto, fin da subito, quando tanti reputavano il suo ritorno in Calabria una sorta di sogno irrealizzabile. In realtà, quando alla fine della scorsa stagione Tutino fece una visita a Cosenza per salutare vecchi amici (ma anche per incontrare la società), già si posero le basi per rivederlo in maglia rossoblù. La situazione era chiara: al Parma per lui non c’era più spazio, nonostante il grosso investimento fatto dagli emiliani nell’estate del 2021 (circa 5 milioni complessivi). A gennaio, il passaggio in prestito al Palermo non aveva portato al riscatto sperato, si sperava di rivedere il bomber che nel 2020/21 a suon di gol aveva portato in A la Salernitana. Così, nonostante l’operazione non fosse semplice per il club di Guarascio, anche per il Parma, interessato a rivalutare il suo cartellino, non restava che l’opzione Cosenza, cioè il ritorno a casa di Tutino. Riavvolgiamo il nastro e scopriamo che Gennaro ha fatto la storia recente dei lupi silani. Giunse la prima volta al Cosenza il 17 luglio 2017, doveva ancora compiere 21 anni. Al’epoca, era un promettente attaccante sfornato dal vivaio del Napoli, in precedenza già dato in prestito, nonostante la giovane età, a Vicenza, Gubbio, Avellino, Bari e Carrarese. Un girovagare per l’Italia in cui Tutino ha poca fortuna, anche perché deve fare i conti con un paio d’infortuni seri. Finché non arriva a Cosenza, ed è la consacrazione. Nel 2017/18 i lupi silani fanno un’impresa ancora ineguagliata: vincere i playoff-mattanza della Serie C partendo dal primo turno, tornando in quella B che al San Vito-Marulla mancava da 15 anni. Tutino in quella stagione chiude a 12 reti, 4 le fa nei playoff, in avanti giostra con un certo Okereke, è una bellezza vederli insieme. La stagione successiva, il Napoli rinnova il prestito col Cosenza e arriva la salvezza in B, anche grazie alle 10 reti di Tutino. A questo punto, Gennaro diventa una punta che va testata in A e il Napoli lo gira al Verona. Esperienza sfortunata (6 presenze, zero gol), a gennaio 2020 torna in B all’Empoli, dove va un po’ meglio (16 gare, 3 gol). In estate approda alla Salernitana, mossa azzeccata: Tutino sale in A coi campani, mette a segno 13 reti in 38 gare. Sembra la svolta della sua definitiva consacrazione e invece no. Quella Salernitana che vive i giorni difficili della vendita obbligatoria del club da parte di Lotito, non ha i soldi per comprarlo dal Napoli. Il Parma invece, appena retrocesso, ce li ha e lo arruola per lo squadrone che nel 2021/22 in teoria dovrebbe dominare la B. Ma quell’anno, tutto il Parma è un flop clamoroso e anche Tutino ne risente. Nella successiva stagione, con l’avvento di Pecchia, Gennaro scende nelle gerarchie, inevitabile l’approdo a gennaio in prestito al Palermo (18 gare, 3 gol). Fino al 21 luglio scorso, quando Tutino torna a Cosenza in prestito dal Parma per la gioia di tutto il clan silano. Concretizzatosi questo affare, tutto il mercato del club di Guarascio assume un altro volto: ora potrebbe seguirlo un altro nome importante per la B come Improta, già a Benevento col tecnico Caserta. Ma si parla anche di La Mantia e Di Carmine, tutti nomi che non era semplice immaginare a Cosenza fino a ieri. A inizio estate il presidente Guarascio, parlando del prossimo Cosenza, annunciava una squadra che potesse fare almeno una stagione tranquilla, lontana dalle solite avventurose salvezze che il Cosenza ha ottenuto negli ultimi anni (vincendo gli ultimi due playout). Con il ritorno di Tutino, i rossoblù potrebbero essere sulla strada giusta, presto al San Vito-Marulla potrebbe tirare un’aria tutta nuova. LEGGI TUTTO

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    Parma: Partipilo può far dimenticare Vazquez

    TORINO – Ci sarà anche il Parma nella lotta per la A diretta? Le ultime mosse fatte dal club di Kyle Krause fanno pensare che chissà, potrebbe essere la volta buona per riconquistare quella massima serie persa nel 2021. Le basi si sono messe col non semplice rinnovo dell’allenatore Pecchia. L’ex vice di Benitez alla fine della passata stagione era un po’ sfiduciato e nicchiava sulla possibilità di rinnovare il contratto fino al 2025, come poi in realtà accaduto. C’era di mezzo il mercato, ovviamente. I tanti gioielli del Parma erano (e sono) ambiti non solo dalla A ma da mezza Europa, Pecchia chiedeva delle garanzie che evidentemente ha ottenuto al momento del rinnovo. Tiene poi banco il dilemma Buffon: si ritira o no? Intanto non è stato convocato per il ritiro, ufficialmente per un permesso. Ma al di là del forte impatto mediatico che potrebbe avere il suo addio anticipato di un anno al calcio giocato, quello sulle sorti della squadra sarebbe ridotto: nella passata stagione, Buffon e Chichizola si sono alternati quasi equamente fra i pali del Parma e se si vanno a vedere i numeri del due, l’argentino è andato meglio del 45enne Gigi, dunque non sarebbe un problema rilevarlo, Chichizola di fatto è già il titolare ed è uno dei migliori portieri della B. Quello che ha lasciato un po’ perplessi, è il mancato rinnovo del Mudo Vazquez, 25 gol nelle sue due stagioni al Parma, giocando quasi ovunque (trequartista, falso nueve, mediano), un contributo che non sarà semplice da surrogare. Poi però, a far capire come il Parma quest’anno vada tenuto d’occhio, c’è stato il colpo Partipilo, probabilmente il più pesante di questa prima fase del mercato di B. Anthony Partipilo, classe 1994, una decina abbondante di anni fa veniva associato ad Antonio Cassano. Giocatori diversi, anche caratterialmente. Ma accumunati dal fatto di essere entrambi baresi, i più grandi talenti sfornati dal vivaio dei galletti negli ultimi decenni. Eppure Partipilo nella sua città non è mai riuscito a sfondare. Nel 2016 rescindeva il contratto col Bari e meditava seriamente di ritirarsi a soli 22 anni. E invece no, il ragazzo si metteva ai remi e si faceva un nome in C con buoni numeri per Bisceglie e Virtus Francavilla. La svolta nel 2019, quando approda alla Ternana di Bandecchi. Partipilo diventa l’uomo in più nella promozione degli umbri in B del 2021, a suon di record. Seguono le due annate deludenti nella categoria con gli umbri, lui però, si mette in mostra per la tecnica superiore, il dribbling e la rapidità con cui parte largo per accentrarsi ed essere letale. Già la scorsa stagione poteva sbarcare in A, lo voleva il Lecce ma all’epoca Bandecchi chiedeva la luna e intanto gli prolungava il contratto. Quest’anno invece, alla Ternana, nell’ambito di un delicato cambio di proprietà,  tira aria di saldi da fine stagione, bravo il Parma ad approfittarne, portandosi a casa, con appena 1.5 milioni, un elemento che in B può fare la differenza (e magari far dimenticare anche Vazquez). L’arrivo di Partipilo fa pensare che il Parma stia cambiando nella scelta dei giocatori da acquistare. La gestione Krause ha portato, perlopiù, giovani talenti internazionali in rampa di lancio. Strategia che può portare ottime plusvalenze (vedi Oosterwolde ceduto a gennaio al Fenerbahce a peso d’oro) ma che per la riconquista della A, finora non sta pagando. Però la squadra è in crescita. Nel 2021 retrocedeva dalla A al termine di un’annata sconcertante. L’anno successivo partiva in B come la squadra da battere, la panchina passava da Maresca a Iachini senza che il Parma mai lottasse neanche per i playoff, chiuse al 12° posto. Nell’ultima annata Pecchia, con una rosa di fatto analoga, è riuscito a dare la sua impronta, la squadra ha chiuso quarta e la A è sfuggita in maniera beffarda in semifinale playoff col Cagliari poi promosso. Certo, si poteva fare di più, il Parma ha trovato la continuità della grande squadra solo negli ultimi due mesi di campionato. Ma almeno, rispetto alla precedente disastrosa annata, è stata in lizza per la A quasi fino all’ultimo. La base per riprovarci, insomma, c’è. Un anno fa c’erano solo le macerie di due stagioni fallimentari. Pecchia comunque, ha riportato il Parma in alto senza disporre di un vero, affidabile, centravanti di ruolo (e infatti perlopiù ha dovuto farlo Vazquez). Ora c’è il tempo per risolvere anche questo grosso problema mentre si tratta la risoluzione dell’oneroso contratto di Inglese che nel ruolo partiva forte un anno fa, salvo poi smarrirsi. E chissà che alla fine, a guidare l’attacco emiliano, possa esserci Coda, reduce da due promozioni in A di fila  con Lecce e Genoa, 52 gol segnati nelle sue ultime tre stagioni di B. Il Parma ci lavora, non è semplice arrivare a lui, il contratto che lo lega al Genoa non è facilmente sostenibile per una squadra di B. Ma se dovesse arrivare, si confermerebbe il cambio di strategia del Parma. Non più prevalenza di giovani talenti che talvolta danno l’impressione di giocare più per se stessi che per la squadra. Ma con Partipilo e magari Coda, elementi che la B l’affrontano, come dicono i loro numeri, con tutt’altro piglio, quello che ci vuole per condurre un campionato al vertice. LEGGI TUTTO

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    Diretta Parma-Cagliari ore 20.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    PARMA – Dopo l’incredibile 3-2 in rimonta dell’andata da parte del Cagliari, a Parma è tutto pronto per il ritorno della semifinale playoff di Serie B tra la formazione di Pecchia e quella di Ranieri. In palio un posto nella finale spareggio per la A dove è già arrivato il Bari grazie al successo per 1-0 contro il Sudtirol. Al Tardini sarà battaglia tra i ducali e i sardi, con due città a spingere le proprie squadre che sperano di tornare presto nella massima serie italiana. Una gara delicata che sarà diretta da Orsato, un arbitro di profilo internazionale per un match da dentro o fuori.
    Segui la diretta di Parma-Cagliari su Tuttosport.com
    Dove vedere Parma-Cagliari: streaming e diretta tv
    La semifinale di ritorno dei playoff di Serie B tra Parma e Cagliari si gioca questa sera alle ore 20:30 presso lo stadio Tardini di Parma .Sarà trasmessa in tv e streaming su DAZN, Sky Sport, SkyGo, Now, Helbiz Live e OneFootball.
    Parma-Cagliari: probabili formazioni
    PARMA (4-2-3-1): Chichizola, Delprato, Osorio, Cobbaut, Coulibaly; Estevez, Bernabé; Man, Sohm, Benedyczak; Vazquez. Allenatore: Pecchia. A disposizione: Santurro, Corvi, Balogh, Circati, Zagaritisi, Camara, Juric, Zanimacchia, Charpentier, Bonny, Mihaila, Inglese. Indisponibili: Ansaldi, Buffon, Valenti. Squalificati: nessuno. Diffidati: Chichizola, Estevez, Man, Mihaila, Vazquez.
    CAGLIARI (4-3-1-2): Radunovic, Azzi, Altare, Dossena, Zappa; Deiola, Nandez, Makoumbou; Mancosu; Lapadula, Luvumbo. Allenatore: Ranieri. A disposizione: Aresti, Ciocci, Barreca, Di Pardo, Goldaniga, Kourfalidis, Obert, Lella, Rog, Viola, Millico, Pavoletti, Prelec. Indisponibili: Capradossi, Falco. Squalificati: nessuno. Diffidati: Dossena, Kourfalidis.
    ARBITRO: Orsato. Assistenti: Lombardo-Perrotti. Quarto uomo: Sacchi. Var: Mariani. Avar:  Abisso.
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    Karamoh sposa il Torino fino al 2025

    TORINO – Yann Karamoh ha convinto il Toro che fa scattare il rinnovo biennale: l’attaccante sarà quindi granata fino al 2025. Ivan Juric è soddisfatto del comportamento del ragazzo, ex Parma, che è entrato sempre più nei meccanismi di squadra. Per lui 5 gol in stagione, 4 in campionato e un totale di 22 presenze. LEGGI TUTTO

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    Occhio a Frosinone-Genoa e Cagliari-Palermo

    TORINO – La 37ª e penultima giornata di Serie B si gioca oggi in contemporanea con fischio d’inizio alle 14, fa eccezione Frosinone-Genoa che comincia alle 16.15: ciociari e liguri sono già promossi in A, il risultato dello Stirpe non impatta sui verdetti delle altre gare e può andare in scena ad altro orario, in palio ci sarà il 1° posto col Frosinone di Grosso che potrà giocare per due risultati su tre, avendo 4 punti di vantaggio sui liguri di Gilardino. Se i ciociari al termine della gara avranno almeno ancora lo stesso margine di punti, Balata, presidente della Lega B, consegnerà loro la versione più prestigiosa della Coppa Nexus, il trofeo riservato comunque a tutte le tre squadre che salgono in A. Guardando alla classifica, occhio a una sfida prestigiosa, Cagliari-Palermo, che ricorda i bei tempi che furono di entrambe le squadre. I sardi di Ranieri sono quinti in classifica e provano ad assaltare il 4° posto del Sudtirol, avanti di 3 punti. I siciliani di Corini nell’ultimo turno hanno riagganciato la zona playoff, sono settimi ma per garantirsi un piazzamento agli spareggi promozione devono tornare dalla Unipol Domus con un risultato positivo. D’altro canto, il Sudtirol potrebbe anche avere la certezza di chiudere al 4° posto (con tutti i vantaggi che porta ai playoff) se in casa batte il Cittadella. I veneti però, non concederanno nulla, hanno battuto nell’ultimo turno il Benevento e si sono portati a +2 sulla zona playout, margine che non si può certo “gestire” nelle ultime due giornate. In questo turno molto probabilmente arriverà l’aritmetica retrocessione in C del Benevento, impegnato in casa contro il Modena: i campani sono a -6 dai playout, vincere oggi potrebbe anche non bastare. Sull’altro fronte, il Modena di Tesser, se dovesse tornare dal Vigorito con tre punti, probabilmente sbarcherebbe in zona playoff, anche se, per la conquista del 7° e 8° posto, gli ultimi due piazzamenti-playoff vacanti, la concorrenza è folta e si deciderà tutto solo dopo l’ultimo turno, in programma venerdì 19 in contemporanea alle 20.30. Tornando invece alle zone più nobili della classifica, il Parma di Pecchia va a Ferrara per giocarsi un sentito derby regionale contro la Spal di Oddo che oggi sarebbe retrocessa: i ferraresi sono penultimi e a -3 dai playout, solo facendo 6 punti nelle ultime due giornate potrebbero avere qualche speranza di acciuffare i playout. Il Parma invece, come il Cagliari a -3 dal Sudtirol quarto, insegue il miglior piazzamento possibile in chiave playoff. Da brividi Brescia-Pisa: i toscani sono in caduta libera, vengono da 4 ko di fila che stanno segnando la stagione, il ritorno di D’Angelo li aveva portati dall’ultimo al quinto posto ma di questo passo la qualificazione ai playoff sfuma. Il Brescia saprà approfittare del momento no del Pisa? Oggi i lombardi disputerebbero i playout col Cosenza ma fare tre punti oggi, vorrebbe magari dire insidiare il Cittadella, ora in zona salvezza, se i veneti dovessero cadere a Bolzano. Discorso simile per il Cosenza che ha un punto più del Brescia e sarà di scena ad Ascoli, coi marchigiani di Breda che coltivano ambizioni playoff. In ottica playout però, attenzione a quel che succederà nelle prossime settimane alla Sampdoria: i blucerchiati solo formalmente sono già retrocessi in B perché in realtà, per i grossi problemi societari, rischiano seriamente di essere esclusi dal professionismo. In tal caso, la squadra sconfitta ai playout verrebbe riammessa in B, chissà dunque che basti disputare gli spareggi salvezza per ritrovarsi poi in B. Un discorso questo, che può riguardare anche il Perugia, terzultimo e a -2 dai playout. Gli umbri di Castori (confermato dopo lo 0-5 rimediato dal Cagliari nell’ultimo turno), si giocano le ultime speranze salvezza in casa di un lanciato Venezia, una delle squadre più in forma di questo finale di stagione, passato dalla zona calda della classifica a respirare l’aria dei playoff. E attenzione anche a Bari-Reggina: i pugliesi di Mignani, con 5 punti di vantaggio sul Sudtirol, hanno in tasca il 3° posto (basta fare un punto nelle ultime due uscite) e potrebbero avere già la testa alle semifinali playoff.  AI calabresi di Pippo Inzaghi sono stati restituiti 2 punti in classifica che li hanno riportati in zona playoff. Fra l’altro, la Reggina non andrà al Coni per chiedere la restituzione dei restanti 5 punti di penalità, dunque non ci saranno ripercussioni sul post season: i playoff, che scattano il 26 maggio, si terranno nelle date previste. Infine, Como-Ternana, entrambe appaiate a quota 43, cioè non ancora salve: chi dovesse uscire sconfitto dal confronto, rischia qualche brivido all’ultima giornata. LEGGI TUTTO

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    Cagliari-Sudtirol e Parma-Palermo: che partitissime!

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Genoa-Reggina 1-0), la 31ª giornata di Serie B prosegue oggi con otto gare. Fra le sei partite delle 14, spiccano i due match clou. Il Cagliari ospita il lanciatissimo Sudtirol, issatosi al 3° posto, chiamato a rispondere alla vittoria del Genoa secondo, ora a +8 su di loro. Il club altoatesino, debuttante assoluto in B, non vuole più fermarsi anzi, nessuno è riuscito a stopparli nel 2023. Se ci fosse stato Bisoli in panchina dalla prima giornata, vista la media punti tenuta con lui, ora il Sudtirol contenderebbe il 2° posto al Genoa. Ma il Cagliari farà di tutto per ridimensionare gli altoatesini, dovendo rafforzarsi in zona playoff (ora è sesto): con Ranieri, l’Unipol Domus è un fortino inespugnabile (dal suo arrivo solo vittorie in casa e uno 0-0 col Genoa) e oggi sarà gremitissimo, vincere poi vorrebbe dire portarsi a -3 dagli altoatesini e dunque insidiarli nella conquista del 3° posto (che ai playoff garantisce la promozione in A con 4 pareggi). Bisoli, che giocò e allenò il Cagliari, sogna un pesce d’aprile alla sua ex squadra, Ranieri vuole ancora inseguire il 2° posto, cioè la A diretta, almeno finché l’aritmetica lo consentirà. L’altra grande sfida è Parma-Palermo. Dopo l’ultimo turno, i siciliani di Corini hanno scalzato dalla zona playoff proprio gli emiliani che ora sono noni in classifica a un punto dai rosanero, è dunque una sorta di spareggio per farli, anche se entrambe le squadre hanno i mezzi per disputarli. Per il Parma, è un’occasione d’oro: il Palermo di Corini si presenterà al Tardini con 9 indisponibili, di cui almeno sette potrebbero essere titolari. In più, lo stesso bomber Brunori, al rientro dopo un infortunio, dovrebbe partire dalla panchina. Riuscirà ad approfittarne la squadra di Pecchia che deve anche riscattare il brutto ko di Como di prima della sosta? Nelle altre gare delle 14, trasferta delicata per il Pisa, quinto in classifica, che fa visita al Cosenza, i calabresi sono reduci dal colpo grosso in casa della capolista Frosinone e con 9 punti conquistati nelle ultime 4 uscite danno l’impressione di potersi salvare direttamente. Il Como, pur dichiarando di voler pensare solo alla salvezza, è di scena a Venezia, coi lagunari che oggi disputerebbero i playout col Cosenza. I lariani, dovessero imporsi, entrerebbero a tutti gli effetti in lizza per un posto ai playoff. Discorso analogo per la Ternana che fa visita alla Spal: dal ritorno di Lucarelli in panchina, la squadra gira e buon per le avversarie che abbia raccolto meno di quanto meritasse. Per la Spal di Oddo invece, è quasi un’ultima chiamata: i ferraresi oggi sarebbero retrocessi, bisogna invertire la rotta giacché la salvezza diretta oggi dista 5 punti. Lo stesso discorso vale anche per il Brescia che va ad Ascoli: i lombardi, crollati all’ultimo posto a 28 punti come la Spal, cercano ancora il primo acuto del 2023, ci proveranno in casa dei marchigiani che, dopo aver fatto bene nelle prime gare della gestione Breda, prima della sosta hanno raccolto tre sconfitte di fila e con un altro passo falso rischiano di essere risucchiati nella bagarre salvezza. Due le sfide delle 16.15. Per la capolista Frosinone, una trasferta da prendere con le pinze a Perugia: gli umbri cercano i punti salvezza (e mercoledì recuperano la gara della 29ª giornata con la Reggina rinviata per rischio sismico), i ciociari devono dimostrare che il ko interno di prima della sosta col Cosenza è stato un incidente di percorso. Per gli scommettitori comunque, il Frosinone è già in A: non accettano puntate sulla loro promozione, la si dà per scontata, visti gli 11 punti di vantaggio sul Sudtirol terzo, a otto giornate dalla fine. Il Bari invece, proverà a riprendersi il 3° posto ospitando il Benevento, l’altra grande delusione stagionale che non può più fallire (è a -3 dai playout e a -4 dalla salvezza diretta). Il turno si chiude domani col posticipo Modena-Cittadella, fischio d’inizio alle 16.15. LEGGI TUTTO

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    Altalena Parma ma i playoff sono a un punto

    TORINO – Un campionato sulle montagne russe, eppure il Parma, a otto giornate dalla fine, è sempre lì, a un punto dall’8° posto, cioé dalla zona playoff. Però, per come sta andando la stagione, c’è da mangiarsi le mani. Un dato che riassume tutto: il Parma di Pecchia ha fatto 10 punti su 12 con le prime due della classifica, Frosinone e Genoa, eppure rischia di non disputare gli spareggi promozione, reduce com’è dalla bruciante sconfitta di Como (2-0) nel turno prima della sosta. Perché finora l’annata è stata un’altalena impazzita, molto spesso a una vittoria di prestigio è seguita una caduta con una delle piccole, a cui il Parma ha fornito una marea di punti. Dunque ben venga la sosta, anche se la società di Krause è quella che dona più giocatori alle nazionali di tutta la B, ben 8 e così Pecchia perde la possibilità di reimpostare il lavoro a ranghi completi. Eppure, i mezzi tecnici non mancherebbero. Il Parma la scorsa estate era considerata la terza favorita nella lotta per la A, dopo Genoa e Cagliari. La società ha affrontato la stagione con molta prudenza, niente proclami, il flop della precedente annata, chiusa al 12° posto quando il Parma veniva considerato la prima favorita, ha indotto a volare bassi. Però, paragonare la scorsa annata all’attuale, come s’inizia a fare, non ha senso. Nella passata stagione il Parma non lottò mai per i playoff che rimasero sempre piuttosto lontani. Quest’anno la squadra è lì, con le solite enormi potenzialità che faticano a tradursi sul campo, ma ancora con la possibilità di dare un senso alla stagione, fattore che nello scorso campionato s’era smarrito presto. Un Parma dove i veterani Buffon e soprattutto Vazquez stanno facendo la loro parte, e anche qualcosa di più, col Mudo che dove lo metti (mediano, trequartista, falso nueve) lascia sempre il segno, a dispetto dei suoi 34 anni compiuti il 22 febbraio. Ma serve ancora uno scatto in più da parte di un gruppo dove il talento abbonda. Non va dimenticato che al mercato di gennaio Krause ha fatto la maggiore plusvalenza dell’ultima sessione cedendo per 7.5 milioni il terzino l’olandese Jayden Oosterwolde ai turchi del Fenerbahce, operazione poco pubblicizzata ma che dà l’idea di che gioielleria siano gli emiliani. Il problema è trovare gli stimoli quando si gioca a Cosenza, ad esempio, per citare uno dei ko più difficili da digerire. Perché poi sarebbe la stessa squadra che a gennaio stava per eliminare l’Inter (a San Siro), dalla Coppa Italia. Negli ultimi tempi, anche l’operato di Pecchia è finito nel mirino della critica. Era stato scelto la scorsa estate dopo la promozione ottenuta con la Cremonese, facendo crescere una squadra giovane, come lo è il Parma. Pareva insomma l’uomo giusto e non è detto che ancora lo sia. Pesa però, nell’economia del campionato, soprattutto l’assenza di una prima punta da doppia cifra. A inizio stagione era partito molto bene Inglese, sembrava tornato ai livelli dei tempi d’oro della Serie A. Poi s’è inceppato e altri centravanti non si sono imposti, verificato che Charpentier non era il giocatore apprezzato un anno fa a Frosinone (su di lui però, da anni pesa l’incognita delle sue condizioni fisiche). Ma al netto di questo problema non da poco, è il modo corretto di approcciare alla B che soprattutto manca. Eppure, nulla è compromesso. Alla ripresa del 1° aprile, il Parma ospiterà il Palermo, la squadra che ha scalzato gli emiliani dalla’8° posto dopo l’ultimo turno: aggiudicarsi quel che è a tutti gli effetti uno spareggio per disputare i playoff vorrebbe dire cambiare la prospettiva della stagione. Sempre che non sia un pesce d’aprile e all’uscita successiva non si ricada nei soliti errori. LEGGI TUTTO