MONTE-CARLO – Golden Agent cambia quartiere, ma resta a Monte-Carlo. Da Mino Raiola, miglior procuratore del 2020, a Federico Pastorello, che lunedì verrà incoronato durante la “Golden Night” organizzata da Tuttosport alla Nuvola Lavazza di Torino. Le pareti dell’ufficio di Federico Pastorello, immerso nella “grandeur” monegasca, sembrano quelle di una galleria d’arte: al posto dei quadri, magliette e foto che riassumono i 25 anni di carriera e l’escalation dell’agente nativo di Rovereto. Accanto allo scatto dell’anno – la firma di Romelu Lukaku negli uffici del Chelsea – ci sono immagini storiche (Pastorello con Evra e Ferguson) e anche il trofeo della Coppa Uefa 1995, conquistata dal Parma del papà Giambattista, all’epoca dirigente degli emiliani. «È proprio in quel periodo – racconta Federico – che ho capito che mi sarebbe piaciuto fare l’agente. Devo ringraziare Fernando Couto…».
Papà, da navigato uomo di calcio, approvò subito?
«Ci fu una riunione di famiglia nella quale io promisi a mamma che avrei comunque terminato l’Università. Il lavoro dell’agente, però, è totalizzante. Riuscii a sostenere soltanto altri due esami. Non ho mantenuto la parola, ma adesso mia madre è contenta lo stesso vista la passione che dimostro da 25 anni. Ed è orgogliosa, come lo sono io, del “Golden Boy-European Best Player’s Agent” che mi avete assegnato».
Suo padre, ai tempi del Padova, acquistò il giovane Alessandro Del Piero dalle giovanili del San Vendemiano. Lei era piccolo, ma ricorda qualcosa?
«No, però ricordo quando mio padre provò a riprenderselo, Alessandro…».
Cioè?
«Quando Del Piero era agli inizi nella Juventus, mio papà, nel frattempo passato al Parma, voleva portare Dino Baggio in Emilia. Siccome non trovava l’accordo sul prezzo con i bianconeri, a un certo punto disse: “Vi dò la cifra che mi chiedete, ma oltre a Dino Baggio mettiamo nell’affare anche il giovane Del Piero”. A quel punto intervenne l’Avvocato Agnelli: “Del Piero non si muove”. E scontò un miliardo alla cifra inizialmente richiesta per Dino Baggio».
Il suo Del Piero è Romelu Lukaku, trasferimento record nella storia della Premier League: 115 milioni di euro… Come è nato il vostro feeling?
«È il più grande giocatore che ho, Romelu, ma è anche quello che ho “preso” più facilmente… Io ero stato il regista del trasferimento di Conte al Chelsea e Antonio, dopo la vittoria del campionato inglese al primo colpo, voleva Lukaku. In quel periodo Romelu giocava nell’Everton: la prima volta ci incontrammo a Londra quasi per caso. Dissi lui che, a mio avviso, Conte sarebbe stato l’allenatore ideale per aiutarlo a compiere un ulteriore salto di qualità. Lukaku, invece, scelse il Manchester United. A distanza di un anno, quando il rapporto con il suo precedente agente era scaduto, mi ha chiamato da un numero nuovo di cellulare, tanto che all’inizio non risposi immediatamente. Romelu mi disse che tutto quello che gli avevo detto la prima volta si era avverato e mi voleva come agente».
Poi lei lo ha portato da Conte, ma all’Inter… È vero che Lukaku, nel 2019, è stato a un passo dalla Juventus?
«Sì. L’affare con l’Inter si era bloccato perché Zhang sembrava non voler soddisfare le richieste del Manchester United. La Juventus aveva l’accordo con gli inglesi, che in cambio di Lukaku avrebbero ingaggiato Dybala e Mandzukic. Romelu aveva già parlato con Sarri e Cristiano Ronaldo. Però… in seguito Dybala e il Manchester United, probabilmente entrambi non troppo convinti, non hanno raggiunto l’intesa. Mentre Marotta, Ausilio, Conte e io siamo riusciti a convincere Zhang ad alzare l’offerta. Senza nulla togliere ai compagni di Lukaku all’Inter, penso che quel trasferimento abbia spostato gli equilibri in Italia».
Prima o poi rivedremo Lukaku in Serie A?
«Sì, perché Romelu è in innamorato del nostro Paese. Ma adesso facciamolo godere al Chelsea».
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