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    River Plate: per il dopo Gallardo il favorito è Demichelis

    TORINO – L’addio dopo 8 anni indimenticabili. La parola fine al rapporto che lega il River Plate e Marcelo Gallardo giunge al termine di una avventura esaltante: 227 vittorie, 111 pareggi, 85 sconfitte. Ma non solo: il palmarés dei Millonarios nell’era del Muñeco è cresciuto esponenzialmente, con 7 titoli nazionali (Liga Profesional de Argentina 2021; Trofeo de Campeones 2021; Copa Argentina 2016, 2017 e 2019 e la Supercopa Argentina 2017 e 2019) e 7 internazionali (Copa Libertadores 2015, 2018; Copa Sudamericana 2014; Recopa Sudamericana 2015, 2016 e 2019 e la Copa Suruga Bank 2015). Ora, però è il momento di voltare pagina: i biancorossi sanno che il vuoto in panchina sarà enorme ma il presidente Jorge Brito e tutta la dirigenza stanno già lavorando alacremente per garantire al club di Barrio Núñez un futuro altrettanto vincente. Ecco quindi che il casting per la panchina del Monumental si riempie, ora dopo ora, di nuovi candidati dai nomi altisonanti. 
    Si sfoglia la margherita, Oinola, Lux…
    Ovviamente il dirigenti del Rive Plate si prenderanno diversi giorni per analizzare profilo, curriculum e caratteristiche, non solo tecniche ma anche umane, di ogni nome segnato sui loro taccuini. Allo stato attuale delle cose, però, in pole position c’è una vecchia conoscenza biancorossa, ossia Martín Gastón Demichelis, ex difensore cresciuto proprio nei Millonarios che attualmente ricopre l’incarico di allenatore della seconda squadra del Bayern. E’ vero: Micho non ha mai allenato una prima squadra, ma da tempo ormai si occupa di allenare e promuovere i giovani in uno dei club più importanti del mondo. Nelle scorse settimane il River lo ha contattato per conoscere la sua situazione contrattuale e ha ricevuto buone notizie: a dicembre lascerà il club bavarese ed è seriamente interessato a tornare alle sue origini. «Sogno di allenare il River», aveva assicurato nel maggio di quest’anno. Nel suo staff troverebbero spazio autentici idoli del club com Javier Pinola e Germán Poroto Lux.
    Occhio agli outsider: Aimar, Crespo, Gareca…
    E se parliamo di ex nel mirino non si può non prendere in considerazione il nome di Pablo Aimar. El Payaso, proprio come Demichelis, non ha alcuna esperienza in Prima Divisione ma ha un lungo percorso nelle categorie inferiori ed è adorato da tutto il mondo River. Attualmente, però, sta allenando la Under 17 albiceleste oltre ad essere membro stimato dello staff tecnico della Selección di Lionel Scaloni. Tra le altre figure accostate alla panchina di Gallardo troviamo poi Hernán Crespo, attualmente tecnico dell’Al-Duhail SC del Qatar; Eduardo El Toto Berizzo, ct del Cile e pure Germán El Mono Burgos, licenziato dall’Aris Salonicco dopo una parentesi non felice a Rosario con il Newell’s Old Boys. Non è scartabile a priori nemmeno Ricardo Gareca, ex commissario tecnico del Perù e sul taccuino pure dell’Independiente. El Tigre era già stato cercato da Francescoli nel 2014 prima che il River decidesse di affidarsi a Gallardo. Gli altri nomi in lista sono quelli di Eduardo El Chacho Coudet, attualmente al Celta, e Matías Biscay, ma l’assistente di Gallardo potrebbe pure decidere di continuare la sua avventura al fianco del Muñeco.

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    Colombia e Cile, niente Mondiale: agli spareggi va il Perù di Lapadula

    TORINO – Colombia e Cile fuori dal Mondiale, agli spareggi ci va il Perù di Lapadula. Nella notte è stato emesso l’ultimo verdetto nel girone di qualificazione sudamericana, con la Blanqirroja guidata dal ct argentino Ricardo Gareca che ha battuto 2-0 il Paraguay grazie alle reti dell’ex attaccante del Milan e di Yotun. Adesso per lo ci saranno gli spareggi intercontinentali, contro la vincente fra Australia ed Emirati Arabi Uniti.
    Grande delusione per la Colombia (senza Cuadrado), alla quale non è bastato il successo in Venezuela firmato da James Rodriguez su rigore.
    Guarda la galleryVidal in lacrime per l’eliminazione del Cile da Qatar 2022
    Crolla il Cile di Vidal, Pulgar, Medel e Sanchez (tutti in campo da titolari) a Santiago, con l’Uruguay (già qualificato per il Qatar insieme a Brasile, Argentina ed Ecuador) che segna due gol nei minuti finali con Luis Suarez (con una spettacolare rovesciata) e Valverde: 29esimo centro in 62 partite di qualificazioni mondiali per il Pistolero, che stacca Lionel Messi come miglior bomber di sempre in questa speciale classifica.

    Brasile, altro show
    Proprio Messi resta invece a secco nell’1-1 di Guayaquil: l’Argentina passa in vantaggio con Julian Alvarez, ma viene beffata al 93′ da Enner Valencia, che prima si vede parare la sua conclusione dal dischetto da Rulli e poi sulla respinta è lesto ad avventarsi sulla palla, siglando il definitivo pareggio.

    Ennesimo show del Brasile, stavolta in Bolivia: 4-0 con i gol dell’ex milanista Lucas Paquetà, Richarlison (doppietta) e Bruno Guimaraes. La Selecao chiude così le qualificazioni da imbattuta e con un bottino da record: 45 punti (e con una partita in meno, visto che la sfida con l’Argentina sospesa lo scorso settembre non è mai stata più recuperata), meglio dei 43 raccolti dall’allora Seleccion guidata da Bielsa lungo il cammino verso il Mondiale in Corea e Giappone.  LEGGI TUTTO

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    Lapadula vede Toro: si lavora a uno scambio con Zaza

    TORINO – È  appena rientrato dal Brasile e dalla Copa America dove con il suo Perù è stato grande protagonista: 4 gol e un assist in sette partite trascinando la Nazionale al quarto posto giocandosela alla pari con tutte le grandi squadre. Ed è diventato, ancor più di quanto già non fosse, l’idolo del Perù. Da Lima alle altre città fino ai villaggi sulla Cordigliera delle Ande stravedono per questo ragazzo torinese, 31 anni, naturalizzato per via della mamma Bianca nata proprio in Perù, che ha tramesso grinta, cuore e senso di appartenenza alla Nazionale sudamericana. Stiamo parlando di Gianluca Lapadula, attaccante del Benevento ma con tutti gli affetti a Torino. La moglie Alessia, il papà Gianfranco che è suo grande tifoso sin dai tempi in cui il figlio giocava nelle giovanili assieme al fratello David e, ovviamente, la mamma Bianca che gli ha permesso di ottenere il passaporto peruviano. (…)
    Il giocatore indicato per Juric
    È una seconda punta che vede la porta con grande facilità: centravanti dinamico e forte fisicamente, ha un sinistro potente e sa interpretare il ruolo di ala destra o sinistra. Viene spesso lodato poiché dimostra temperamento e rabbia agonistica fuori dal comune. Insomma, il classico giocatore che piace, o dovrebbe piacere, a Ivan Juric. Ed eccoci qua. Prima di partire per il Brasile, Lapadula ha detto ai suoi agenti che gli piacerebbe tornare a Torino, la sua città, per indossare la maglia granata. Discorso portato avanti anche dal padre che lo segue con grande attenzione nella sua carriera. Con Vagnati, per adesso, c’è stato qualche contatto informale: il giocatore sembra indicato per Juric,ma prima di affrontare il discorso con più decisione il Toro deve trovare una collocazione per Zaza che in questi anni non ha mai convinto più di tanto. (…)
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    Guarda la galleryTorino al Filadelfia: Juric studia le mosse per la prossima stagione LEGGI TUTTO