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    Pioli il trasformista: aggiusta il modulo e migliora il Milan

    Aggrappati al Napoli grazie alla “follia” di Stefano Pioli. Perché è vero che Leao quando vuole sa spaccare qualsiasi difesa avversaria, Giroud è un bomber senza età, Theo Hernandez, Bennacer e Tonali si stanno confermando ai livelli dello scudetto e di volta in volta riescono a incidere elementi come Brahim Diaz, Messias, Krunic, Origi o Rebic; ma se il Milan nonostante assenze importanti come quella di Maignan e Calabria sta tenendo il passo degli azzurri di Spalletti, lo deve soprattutto alle scelte tattiche del suo allenatore. Di Pioli si è detto molto in questi ultimi mesi. Ha saputo dare fiducia a tanti giovani, ha cambiato o trovato il ruolo giusto ad altri, ha saputo ovviare ai molti infortunati che via via ha perso per strada, ma anziché piangersi addosso, ha continuato a lavorare per evolvere il gioco del Milan. Mancano Calabria e Dest? La soluzione più semplice sarebbe quella di spostare Kalulu nel suo vecchio ruolo di terzino destro nel classico 4-2-3-1 rossonero, invece Pioli ha sì allargato Kalulu togliendolo dalla coppia dei centrali, ma ha trasformato la linea difensiva a tre, con una serie di spostamenti che hanno reso il Diavolo, soprattutto nelle ultime uscite con Salisburgo e Spezia, una squadra “fluida”, dove più che il sistema di gioco conta l’occupazione degli spazi.Guarda la galleryTorino-Milan, le pagelle: Pellegri da urlo, disastro Leao

    Pioli sulla scia di Bielsa

    Pioli visionario, dunque. Il 4-2-3-1 con cui il Milan ha costruito il suo progetto dal gennaio 2020 si è via via evoluto. Rimane la base di partenza, ma quando il Milan attacca, è davvero complicato identificare un sistema preciso. Per esempio quando l’8 ottobre è stata sconfitta a San Siro la Juventus per 2-0, nella fase d’impostazione i giocatori rossoneri andavano a disporsi in una sorta di albero di Natale ribaltato, un 2-3-4-1 con i due centrali difensivi bloccati, i terzini alzati a mo’ di mezzala al fianco di Bennacer, quattro trequartisti (le due ali più Tonali e Brahim Diaz) e la punta. Contro Salisburgo e Spezia, invece, il Milan ha attacco con un sistema simile al 3-3-3-1 o 3-3-1-3 reso celebre da Marcelo “El Loco” Bielsa, ma utilizzato per esempio anche dall’Ajax di Van Gaal che vinse la Champions ’94- 95 proprio in finale contro il Milan. Quella squadra si schierava con Van de Sar in porta; Reiziger, Blind e Frank De Boer in difesa; Seedorf, Rijkaard e Davids a centrocampo; Finidi, Litmanen e Overmars alle spalle di Ronald De Boer o Kluivert. Il Milan contro lo Spezia a volte era disposto così davanti a Tatarusanu: Kalulu, Gabbia e Tomori in difesa; Brahim Diaz, Bennacer e Krunic in mezzo al campo; Messias, Leao e un altissimo Theo Hernandez sulla trequarti con Origi punta. Sistema che a seconda di alcune situazioni di gioco si muoveva a macchio d’olio trasformandosi anche in 3-5-2, 3-4-1-2 e addirittura 3-2-1-4. Certo, dietro a volte si balla e si concedono forse troppe occasioni, ma quando il Milan gira, per gli avversari trovare le contromisure è missione assai complicata.
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    Milan, Pioli sorride: “Sapevo che Maldini ci avrebbe segnato”

    MILANO – L’allenatore del Milan, Stefano Pioli, ha parlato ai microfoni di Dazn dopo la vittoria casalinga dei rossoneri sullo Spezia: “Un gol come quello segnato da Giroud l’ho subito in passato da Totti. Ci siamo complicati questa partita, nel primo tempo abbiamo avuto la possibilità per chiuderla poi ci sta subire il pareggio, ma non bisogna perdere tanta lucidità. E’ stata una vittoria sofferta ma importante. Ho la fortuna di allenare un gruppo di giocatori che ha una voglia immensa di lavorare e di crescere, il 2022 sta uscendo molto bene ma mancano ancora due partite e quindi possiamo fare meglio. Fino alla partita di stasera, abbiamo subito due gol in più rispetto all’anno scorso: stasera abbiamo preso gol in netta superiorità numerica, sono piccoli errori che vanno migliorati perché abbiamo concesso qualcosa di pericoloso anche a fine primo tempo. Pratichiamo un calcio offensivo, ma l’equilibrio serve e su questo si lavora tanto”.
    Pioli: “Il Napoli è favorito per lo Scudetto”
    Sugli obiettivi dei rossoneri, Pioli si è espresso così: “Vogliamo arrivare ai nastri di partenza del Mondiale con la miglior classifica possibile, poi è chiaro che il Napoli sarà favorito per la vittoria del campionato se continuerà a vincere tutte le partite. Dobbiamo migliorare in determinazione e qualità, ci vuole qualcosa in più nell’area di rigore avversaria per chiudere la partita. Il gruppo non è spensierato, ma noi crediamo in quello che facciamo e sappiamo di avere le qualità per restare dentro la partita. Non siamo secondi a nessuno in termini di voglia di portare a casa il risultato”.
    Guarda la galleryGiroud come Milik: decide Milan-Spezia con un capolavoro e si fa espellereIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    L'Italia in panchina alla conquista della Champions. Manca solo Allegri

    TORINO – Cinque allenatori italiani in cerca della coppa dalle grandi orecchie. Cinque allenatori italiani che dimostrano, ancora una volta, quanto la nostra scuola sia tutt’altro che superata e inaridita. Cinque allenatori italiani che abbracciano varie generazioni e che insegnano la via per l’affermazione. In un modo o nell’altro.

    Ancelotti ha raggiunto Ferguson

    Carlo Ancelotti, innanzitutto. Con il suo Real Madrid, ha raggiunto il record delle 102 vittorie in Champions League, affiancandosi al mito di Sir Alex Ferguson. Non ci sono più parole per descrivere Carletto, colui che non passa mai di moda e che sa sempre arrivare in fondo, con il gioco, con i giovani, con i campioni rivitalizzati. E con quella calma che sa trasmettere al gruppo e all’ambiente. Pacificatore. Solo alla Juventus non ci è riuscito, ma questa è storia vecchia.

    Conte: con lui tutti in battaglia

    Antonio Conte, poi. Ovvero l’affamato perenne, il tecnico che trasmette adrenalina, dettami tattici, orgoglio infinito. Con il Tottenham ha timbrato nell’ultimo match, nell’inferno di Marsiglia: roba da duri. Come l’ex capitano e tecnico della Juventus, un motivatore senza eguali al mondo. Dategli un morto, lo farà resuscitare. Son e Kane lo amano, tanto per dire.

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    Milan agli ottavi Champions, Pioli: Giroud leader. Maldini: Noi mina vagante

    MILANO – Un Milan solido cala il poker contro il Salisburgo e strappa il pass per gli ottavi di Champions League. Una notte magica a San Siro con il tecnico Stefano Pioli che commenta: “Queste serate si desiderano e i desideri ti danno la carica. Siamo cresciuti rispetto alla scors astagione, abbiamo superato il turno e ora dobbiamo essere ambiziosi. Incontreremo squadre forti, ma noi siamo i Campioni d’Italia. Ora dobbiamo pensare al campionato dove dobbiamo accorciare el distanze del Napoli”. Un passaggio del turno importante per i rossoneri, ma Pioli avverte: “Gran Premio della montagna vinto, ma la strada è ancora lunga. Ci saranno discese e salite. Questo è un primo step, forse lo scorso anno il girone era più difficile. Comunque abbiamo ancora lavoro da fare, consapevoli di essere forti”.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, la notte della rivincita

    TORINO – 12 maggio 2021, stadio Grande Torino. Il Milan di Stefano Pioli batte i granata per 7-0.  Risultato umiliante, mortificante, con i rossoneri che sotto l’aspetto sportivo (come è giusto che sia) non hanno avuto nessuna pietà con i giocatori di Nicola, il tecnico di allora. Dei giocatori della rosa granata attuale c’erano Buongiorno, Singo, Linetty, Rodriguez, Lukic, Sanabria e Vojvoda. E quasi tutti questi domenica sera scenderanno in campo dall’inizio con una gran voglia di riscatto perché certe batoste te le porti dietro per tutta la vita. Lo scorso anno con Juric davanti ai propri tifosi il Toro ha pareggiato (0-0), ma per cancellare quel 7-0 ci vuole un successo che per i granata varrebbe oro. Innanzitutto il Toro di Juric conquisterebbe la prima vittoria contro una grande e poi, fatto più importante, si rilancerebbe ancora in classifica dopo il successo di Udine.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Qui Milanello, citofonare Pioli: i tifosi sono impazziti

    MILANO – Stefano Pioli è sempre «on fire»… pure sul cancello di ingresso al centro sportivo rossonero. Un anonimo scriba, sicuramente tifoso del Milan, ha provveduto ad aggiungere con pennarello blu la scritta «Pioli is on fire» sotto la raccomandazione «farsi annunciare» messa dalla vigilanza che cura la privacy dei giocatori. E così anche il cancello di Milanello è stato “griffato” con l’inno dell’ultimo scudetto. LEGGI TUTTO

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    Milan, De Ketelaere resta in caduta libera. E scappa via negli spogliatoi

    MILANO – Gioia, doppia, e dolore, si spera poco. Milan-Monza è stata decisa (e chiusa) nel primo tempo dalla prima doppietta con la maglia rossonera di Brahim Diaz, uscito però poi all’8’ della ripresa per un fastidio accusato al gluteo sinistro dopo un colpo di tacco effettuato un paio di minuti prima a centrocampo. Un problema che sul momento sembrava più grave – dalle immagini tv e dalla sua smorfia di dolore, si temeva uno stiramento al flessore della coscia sinistra -, ma che nel post partita è stato ridimensionato sia da Pioli che dal protagonista stesso con le persone che gli hanno chiesto come si sentisse. Un sospiro di sollievo considerando la forma del folletto spagnolo (già decisivo con la Juventus) e l’imminente trasferta a Zagabria dove martedì il Milan si giocherà la prima di due partite da dentro-fuori per gli ottavi di finale. Se verrà confermata la contrattura al gluteo senza ulteriori problemi, Brahim Diaz potrà esserci contro la Dinamo e rinviare così il ritorno fra i titolari di un Charles De Ketelaere rientrato ieri dopo uno stop per infortunio e apparso ancora ben lontano dagli standard di rendimento che si aspettano a Milanello.
    Milan, record eguagliato per Brahim Diaz
    I due bellissimi gol di ieri hanno portato il trequartista in prestito dal Real Madrid – a fine stagione il Milan avrà in suo favore un diritto di riscatto da 22 milioni con gli spagnoli che potrebbero però riprenderlo mettendone sul piatto 27 – a raggiungere dopo sole nove presenze già quota 4 gol in campionato, il suo primato stabilito nella prima annata in rossonero nel 20-21. La scorsa stagione, in 31 partite, Brahim Diaz ne realizzò solo 3. Come detto, quella di ieri è stata la prima doppietta al Milan, non la prima in assoluto con un club, visto che il primo novembre 2018 mise a segno due reti con la maglia del Manchester City contro il Fulham in Coppa di Lega inglese. Brahim Diaz ha festeggiato con i compagni a fine partita e sui social ha subito pubblicato una foto della sua esultanza a uno dei due gol, scrivendo un messaggio per i tifosi: «Sempre al vostro servizio! Avanti cosi!».
    De Ketelaere, che errore!
    A fare da contraltare alla gioia e alla super prestazione del numero 10 spagnolo, il deludente ingresso in campo di De Ketelaere. Assente da una decina di giorni per un problema muscolare (fuori contro Chelsea e Verona), il belga è subentrato a Brahim Diaz e la differenza nell’impatto dei due sulla partita è stata lampante. Come già evidenziato nelle precedenti gare, De Ketelaere è apparso molle, poco deciso e poco cattivo. Clamoroso il gol del possibile 5-1 fallito a pochi passi dalla porta (vuota) su assist di Messias. Un errore che evidentemente lo ha ulteriormente rabbuiato e buttato giù, tant’è vero che al fischio finale l’ex Bruges, anziché rimanere in mezzo al campo con i compagni e festeggiare con loro sotto la Curva Sud, si è diretto subito a testa bassa negli spogliatoi. Come hanno sottolineato spesso dirigenti e Pioli – anche ieri – il tempo è tutto dalla parte di De Ketelaere, ma la sensazione è che il 21enne nazionale belga debba darsi una scrollata. Per fortuna del Milan, però, proprio nel momento del bisogno è tornato dopo mesi vissuti nell’oblio Brahim Diaz. Sempre che la contrattura al gluteo non riveli brutte sorprese nelle prossime ore…
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