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    Pirlo: “Il mio futuro alla Juve non dipende dalla partita con il Bologna”

    TORINO – Davanti all’ultimo ostacolo di una stagione più che complicata, Andrea Pirlo chiede alla Juventus di raccogliere l’entusiasmo per la Coppa Italia appena vinta e usarlo per saltare oltre il Bologna. Se poi questo significherà atterrare in Champions si vedrà, come si vedrà ci sarà ancora lui a guidare la squadra bianconera.

    Carica di Coppa

    «La squadra ha recuperato bene dallo sforzo di mercoledì- assicura Pirlo – perché le vittorie aiutano a recuperare meglio. C’è ancora adrenalina nei giocatori e velocizza il recupero. Il Bologna è un’ottima squadra, che gioca e crea tanto, con ottimi giocatori, anche giovani. Sarà difficile come all’andata, perché è una squadra che gioca per attaccare e fare gol. E giocherà alla morte come stanno facendo tutte le squadre: abbiamo visto il Crotone o il Cagliari negli scorsi turni. Noi alla chance di andare in Champions ci crediamo tanto. Eravamo morti dopo il Milan, invece ci hanno dato la possibilità di rialzarci e lo abbiamo fatto. Ora dobbiamo pensare prima di tutto a noi  stessi, a fare una grande gara per vincere, poi vedremo i risultati delle altre. La pressione c’è, ma come sempre. Siamo tranquilli e dobbiamo cavalcare l’entusiasmo per la vittoria di mercoledì e il momento positivo».

    Niente distrazioni

    «Il fatto di non dipendere solo da noi stessi non ci influenza. Noi dobbiamo solo concentrarci sulla nostra partita e non avere rimpianti alla fine. Quello delle radioline o dei telefonini non dovrebbe essere un nostro problema, noi dobbiamo pensare solo a vincere e a giocare al 100 per 100, perché il Bologna lo farà». LEGGI TUTTO

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    Pirlo festeggia 42 anni. La Juve: “Il regalo più bello stasera”

    TORINO – Nel giorno dell’undicesimo anniversario della presidenza Andrea Agnelli, ma soprattutto della finale di Coppa Italia contro l’Atalanta, l’allenatore dalla Juve Andrea Pirlo avrà un motivo in più per farsi un regalo. Proprio oggi, infatti, il tecnico bianconero compie 42 anni. Una ricorrenza che proverà a celebrare stasera con il secondo trofeo della sua carriera in panchina dopo la Supercoppa italiana. Intanto comincia a collezionare i messaggi di auguri sui social.
    La Juve omaggia Pirlo
    Ovviamente non potevano mancare quelli della Juve: “Non poteva esserci compleanno più speciale di quello di oggi per Andrea Pirlo. Il nostro Mister compie infatti 42 anni durante una delle trasferte più importanti della stagione: in questo momento è infatti col gruppo a Reggio Emilia, dove questa sera la Juventus è attesa dalla Finale di Coppa Italia. Non c’è quindi tempo di festeggiare adesso, perché la concentrazione del giorno gara entra nelle sue ore più importanti. E allora l’augurio è che il regalo più bello, per Pirlo, e per tutti i tifosi, arrivi questa sera dal campo. Buon compleanno, Mister!”.
    Gli auguri della Nazionale
    Anche la Nazionale ha voluto omaggiare l’ex centrocampista Campione del Mondo nel 2006: “Buon compleanno ad Andrea Pirlo! 116 presenze e 13 gol in Nazionale. Il Maestro compie 42 anni. Campione del Mondo 2006, Campione d’Europa U21 2000, Bronzo Olimpiadi 2004, Hall of Fame del Calcio Italiano”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta-Juve, i convocati di Pirlo: Ronaldo punta la Coppa Italia

    Senza lo squalificato Alex Sandro e con un Bonucci fuori causa ma che comunque è stato inserito in lista. Andrea Pirlo ha convocato 21 giocatori per la finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juve, in programma mercoledì sera al Mapei Stadium. Si rivede Frabotta, mancano invece alcuni giovani dell’U23 perché impegnati nel playoff di Serie C contro la Pro Vercelli.
    Juve, i convocati di Pirlo
    PORTIERI: Szczesny, Buffon, Pinsoglio
    DIFENSORI: Chiellini, De Ligt, Danilo, Cuadrado, Bonucci, Demiral, Frabotta
    CENTROCAMPISTI: Arthur, Ramsey, McKennie, Chiesa, Rabiot, Bentancur, Bernardeschi, Kulusevski
    ATTACCANTI: Ronaldo, Dybala, Morata
    Cristiano Ronaldo? Per ora resta alla Juve al 60% LEGGI TUTTO

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    Juventus, avanti con Pirlo. Non ci sono segnali di esonero

    TORINO – Nessun vertice in sede e nessun esonero mattutino per Andrea Pirlo che, all’indomani della disfatta con il Milan, ha diretto regolarmente l’allenamento della Juventus in vista della partita di mercoledì a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Dalla società filtra un solo un messaggio: «Si va avanti così». D’altra parte, un cambio di guida tecnica a tre giornate dalla fine sarebbe più un diversivo che una soluzione: anche trovando un allenatore (da Igor Tudor, uno degli assistenti di Pirlo, sulla cui nomina si era vociferato nella notte, in giù) in grado di far vincere alla Juventus le prossime tre partite, i bianconeri dovrebbero sperare anche in qualche sconfitta o pareggio di Milan e Napoli, dirette concorrenti e decisamente avvantaggiate. Inoltre, sembra che i vertici del club non vogliano tradire la fermezza con la quale hanno portato avanti il progetto Pirlo anche nei momenti più critici della stagione.

    Dopo la fine

    Ogni decisione verrà presa dal 23 maggio in poi, data dell’ultima partita di campionato, quattro giorni la finale di Coppa Italia (a Reggio Emilia contro l’Atalanta). L’esonero di Pirlo, dunque, pare solo rinviato, perché è diventato sempre più difficile trovare qualcuno che ipotizzi una sua conferma sulla panchina della Juventus, anche all’interno della Juventus stessa, dove c’è sempre stata grande compattezza nel fare quadrato intorno a lui. Ma dal 23 maggio in poi verranno prese decisioni anche sulla dirigenza, il cui contratto scade il 30 giugno. Nel momento del bilancio di fine stagione, le somme verranno tirate per tutti, non solo per il tecnico. Fabio Paratici è stato, negli ultimi mesi, nel mirino della critica e del gossip, fra due settimane verrà giudicato dagli unici che possono decidere il suo destino. E’ sereno, per quanto possa concederglielo la crisi della squadra, ma è il primo a sapere che la conferma non è garantita al 100%. Va detto che, intorno a lui, si continua a respirare fiducia, quindi sarebbe più sorprendente un addio rispetto a un rinnovo.

    Il piano di rinascita

    Ieri allo stadio c’era John Elkann, che è sempre in costante contatto con Andrea Agnelli. Saranno loro due a ridisegnare il progetto di ripartenza della Juventus dopo questa deludente stagione, prenendo decisioni anche sulla dirigenza, che possono andare da un cambiamento nelle posizioni chiave fino al rimpasto interno, con l’ulteriore promozione di Federico Cherubini. Una cosa è certa, se la squadra dovesse fallire l’accesso alla Champions League, finendo in Europa League (Ceferin permettendo, ma questa è un’altra storia), il piano di rinascita partirebbe con un deciso taglio dei costi. Ronaldo, probabilmente, scapperebbe, liberando di un peso da 80 milioni il bilancio, ma altri sacrifici potrebbero essere fatti per tornare su una linea di galleggiamento economico. LEGGI TUTTO

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    Tracollo Juve: ora è fuori dalla zona Champions

    TORINO – Una serata da incubo per la Juventus: lo 0-3 incassato all’Allianz Stadium dal Milan fa malissimo nell’immediato e rischia di farlo ancor più in chiave futura per il piazzamento tra le prime quattro per la prossima Champions League. Con la sconfitta nel posticipo i bianconeri scivolano al quinto posto, superati dal Napoli e a meno 3 dalla coppia Atalanta-Milan seconda dietro l’Inter. In più hanno perso anche il vantaggio nello scontro diretto con i rossoneri, che all’andata erano caduti 3-1 a San Siro: ora la differenza reti pende a favore dei ragazzi di Pioli e sarà decisiva in caso di arrivo alla pari. Un risultato che riflette appieno una prova ancora una volta insufficiente. Stavolta non ci sono i 10′ finali a salvare la partita, come accaduto a Udine. Il Milan si è rivelato di consistenza ben differente, ben disposto in campo e capace di affondare i colpi in una squadra slegata, senza idee e improponibile in diversi singoli, a cominciare da Cristiano Ronaldo. E senza un aiuto da parte di Pirlo dalla panchina.

    Inizio incoraggiante

    L’inizio della Juventus è incoraggiante, anche se le occasioni migliori arrivano su palla piazzata. Ci prova prima De Ligt, con una conclusione al 4′ impattata da Theo Hernadez, quindi tocca a Chiellini incornare fuori alla mezz’ora dopo una uscita mancata da parte di Donnarumma. Alle occasioni però non fa da supporto uno sviluppo fluido del gioco, per le difficoltà in costruzione di Bentancur e Rabiot e per una certa difficoltà sulle fasce. Lo si nota soprattutto a destra, dove Theo Hernandez non è impegnato a occuparsi di Chiesa come all’andata e si muove in grande libertà, con incursioni non controllate sull’asse McKennie-Cuadrado. Inoltre l’ordine del tattico del Milan prende il sopravvento con il trascorrere dei minuti. Così, nel primo minuto di recupero, ecco il vantaggio firmato da Brahim Diaz, bravo a impossessarsi a limite area di un pallone respinto con il pugno da Szczesny: vinto un contrasto con Cuadrado, il suo destro a giro a va a infilarsi all’incrocio dei pali più lontano.

    Occasione sprecata 

    Anche il secondo tempo vede la Juventus partire convinta per poi impelagarsi nella ragnatela rossonera. E il Milan butta a mare l’opportunità più ghiotta per il raddoppio: sulla conclusione di Brahim Diaz c’è il braccio largo di Chiellini. Valeri in un primo tempo fa continuare, poi cambia idea dopo aver rivisto le immagini su suggerimento del Var Calvarese. Sul dischetto va Kessie, ma la sua conclusione è debole e Szczesny (26′) manda in angolo, intuendo la traiettoria alla sua sinistra.

    Confusione e ko

    Nel Milan si arrende Ibrahimovic, che esce per un problema fisico. Al suo posto entra Rebic, che ci trasforma nell’uomo della provvidenza rossonera. Dopo un’uscita a terra di Szczesny su Cahlanoglu lanciato a rete, il serbo punisce la poca aggressività dei tifosi bianconeri, con una conclusione al 33′ dai venti metri che conclude la sua corsa sotto la traversa, dopo leggera deviazione di De Ligt. I cambi (dentro Kulusevski e Dybala) non danno la scossa alla Juventus, troppo sottotono in tanti elementi. Così al 37′ arriva la rete del 3-0, che ribalta anche gli equilibri negli scontri diretti: sulla punizione di Calhanoglu svetta Tomori, che prende il tempo a Chiellini. Il finale è il tentativo bianconero di cercare almeno la rete che cambierebbe la differenza gol negli scontri diretti, speranze che si spengono su un sinistro di Dybala che finisce fuori di poco. LEGGI TUTTO