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    Sampdoria, definito l'arrivo di Pjaca in prestito dalla Juve

    SAMPDORIA – Si muove il mercato sia in entrate che in uscita della Sampdoria. Il centrocampista norvegese Morten Thorsby ha salutato i blucerchiati per trasferirsi all’Union Berlino per 3,5 milioni di euro. Prima le partenze (in prestito) di Falcone e di Askildsen al Lecce. Per quanto riguarda la voce entrate, dovrebbe essere Marco Pjaca il primo volto nuovo per la prossima stagione. Operazione definitia per il trequartista croato con la Juventus (prestito). In questi giorni Pjaca dovrebbe raggiungere i suoi nuovi compagni nel ritiro di Ponte di Legno, voglioso di riscattare le recenti esperienze con più ombre che luci alla Fiorentina, al Genoa e al Torino. Per il centrocampo si complica la pista Grassi, con il Parma che chiede 2,5 milioni di euro (i blucerchiati per il momento possono permettersi solo ingaggi in prestito). Stop per Rog che rimane al Cagliari, in stand by Saric (Ascoli). Intesa saltata con la Salernitana per il ritorno di Bonazzoli in granata. Candreva potrebbe restare, dopo che il Monza ha virato su altri nomi. Guarda la galleryLe nuove formazioni delle venti squadre di Serie A LEGGI TUTTO

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    Toro, trequarti da rifare: Praet in salita e Pjaca torna alla Juve

    Se il meteo su Brekalo registra bufera, per quanto riguarda gli altri trequartisti in rosa non si può parlare di giornate soleggiate. La situazione è assai complicata, in questa fase. Anche per le difficoltà al capitolo Praet. Il belga è ritenuto un tassello fondamentale per il prossimo Toro, da quel Juric che spesso ne ha delineato le peculiarità comprensibilmente ritenute uniche. Se non è impossibile reperire “un Brekalo”, ben più complesso sarebbe provvedere alla sostituzione del calciatore di proprietà del Leicester. Società che può accontentare la dirigenza granata in relazione alla formula – rinnovando il prestito ma inserendo un obbligo di riscatto – però almeno fin qui non ai tempi. La disponibilità del club inglese nei confronti del Torino è infatti subordianata alla possibilità di trovare un potenziale acquirente disposto a rilevarne fin dall’estate il cartellino. Il problema, a questo punto, è quando il Leicester riterrà chiusa la ricerca di suddetto potenziale acquirente così da concedere il via libera alla restituzione di Praet al Toro. Che, va ricordato, fu consegnato a Juric il 31 agosto scorso.Sullo stesso argomentoTorino, ultimatum per Praet e bufera Brekalo: “Non vuole restare”Calciomercato Torino

    Il suo inserimento avvenne a campionato iniziato, tanto che il suo esordio si concretizzò alla terza giornata (dalla quinta all’ottava subì un infortunio muscolare, magari anche figlio di una preparazione non ideale, vissuta nell’attesa di un trasferimento). Una situazione che il tecnico croato vuole escludere si ripeta. Il meglio sarebbe che la trattativa si chiudesse per l’inizio del ritiro che sarà anticipato ai primi di luglio, magari Juric potrà aspettare qualche giorno in più, ma se si dovesse ipotizzare uno scollinamento nel mese di agosto ecco che a quel punto l’allenatore potrebbe chiedere di abbandonare la pista e rivolgersi altrove. Ribadito però che non è facile trovare, a prezzi ragionevoli, un calciatore con le peculiarità tecnico-tattiche di Praet. Per il quale il Toro, a scanso di equivoci, non ha intenzione di versare i 15 milioni attraverso i quali potrebbe esercitare il diritto di riscatto.

    Sullo stesso argomentoCairo: “Belotti bravo ragazzo, mi aspetto che resti al Torino”Calciomercato Torino

    E si arriva a Pjaca: il croato ha un diritto decisamente più basso e che si aggira attorno ai 6 milioni, ma anche qui non c’è la volontà del riscatto. A spaventare non è la spesa, ma le condizioni fisiche dell’esterno offensivo che ne condizionano il rendimento. Ha confermato di possedere qualità, ma le ha pure messe al servizio della squadra a intermittenza, per non dire di rado: il suo ultimo gol risale all’anno scorso, al 2 dicembre 2021 quando contro l’Empoli segnò il temporaneo 2-0 per i granata (poi recuperati dalle reti di Romagnoli e La Mantia). Tendenzialmente Pjaca rientrerà alla Juve per non fare ritorno al Filadelfia, a meno che il quadro dovesse complicarsi al punto da indurre il Toro a seguire il piano B (o C): in tal caso potrebbe essere chiesto il rinnovo del prestito dell’attaccante, ai bianconeri. Tra gli esterni rimasti in rosa rimane Demba Seck, prelevato a gennaio dalla Spal. La scelta migliore è mandarlo in prestito dove possa giocare con continuità, ma se tutti assieme fossero persi Brekalo, Praet e Pjaca ecco che il senegalese vedrebbe ovviamente salire di molto le possibilità di una conferma.

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    Questo sarebbe lo sviluppo peggiore, ma anche nella migliore delle ipotesi è assai probabile che Vagnati debba almeno reperire dal mercato un elemento, per completare un reparto particolarmente delicato, considerata la proposta di gioco del tecnico. Il quale fin dal ritiro scorso aveva battuto il tasto sull’importanza di avere quattro trequartisti/attaccanti esterni. Intercambiabili considerato il dispendio di energie cui sono chiamati nell’arco di una partita. In tal senso sono partiti i primi sondaggi, in vero assai convinti, per Gabriel Strefezza, assoluto protagonista della cavalcata del Lecce con 14 reti e 6 assist in 35 presenze e calciatore ben conosciuto dal dt ai comuni tempi della Spal. Trasferitosi in Salento per circa mezzo milione di euro – appunto versato ai ferraresi – adesso è valutato dai giallorossi tra i 6 e i 7 milioni. Questa la richesta, leggermente più basso il possibile punto di equilibrio che si può trovare attorno a 5 milioni di euro, per il brasiliano di passaporto italiano.

    Sullo stesso argomentoBrekalo: stavolta non è colpa di Cairo, ma la voglia ai giocatori bisogna anche farla venireCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, Pjaca è mezza felicità

    TORINO – Se non sono gli infortuni, a escluderlo dal terreno di gioco, ci si mettono le ragioni tattiche. Ieri Pjaca è stato incontenibile fino al momento in cui l’espulsione di Singo ha indotto Juric a sostituire il connazionale per far entrare Vojovoda. Ma se il Toro così ha doverosamente mantenuto la linea a quattro in mediana, dall’altra ha perso quasi ogni soluzione offensiva. Anche perché Praet, che non ha scatto e progressione per ripartire, però avrebbe l’assist nelle corde, si è un po’ perso senza un compagno con cui duettare, mentre Sanabria che a differenza di Belotti non svaria, o almeno non sempre, è stato facilmente chiuso da Luperto e Romagnoli. Più che le caratteristiche dei singoli è però stato l’atteggiamento generale dei granata, a lasciare perplessi. Giusto pensare a limitare i danni, per come si sono messe le cose, ma resta il dubbio che facendo valere una certa superiorità tecnica, e non abbassando eccessivamente il baricentro, i granata magari l’aVrebbero anche potuta vincere, contro l’Empoli. E invece ancora una volta resta un senso di incompiutezza: questa squadra è indubbiamente cresciuta e sta globalmente migliorando, però il lavoro da fare, come sottolineato alla vigilia della gara dallo stesso Juric, è ancora tanto e a 360°. Alle porte c’è ad esempio il mercato di gennaio, che resta di riparazione – ovviamente meglio, per un tecnico, poter allenare i giocatori fin dal ritiro -, ma nel quale si possono comunque reperire buone occasioni.

    Le due squadre del Toro

    Come quelle che il Toro ha colto in estate: un aspetto è lampante, in queste prime 15 giornate di campionato. C’è una squadra con Pjaca, Praet e Brekalo, ce n’è un’altra più prevedibile senza uno o più degli attaccanti esterni arrivati qualche mese fa. Ieri ad esempio la capacità di giocare tra le linee di Brekalo, contro un’Empoli che lascia spazi, sarebbe potuta essere decisiva, a gara in corso. E invece al posto di Praet, alla mezzora della ripresa, è entrato Rincon. Cambio che la dice lunga, sulla paura del Toro di prenderle. Superiore a quel po’ di spavalderia che sarebbe invece servita per provare a vincerla. Certo rischiando pure di perderla. Ciò che va chiedendo Juric alla buona sorte è la possibilità, per qualche partita consecutiva, di poter disporre degli attaccanti esterni: scegliendo i titolari e non dovendo rinunciare ai rispettivi cambi. Ieri Pjaca, al terzo gol del suo campionato, ha ribadito di essere una risorsa centrale, per lo sviluppo delle trame offensive granata.

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    Il Toro non va oltre il 2-2 con l'Empoli. E anche Juric… stecca

    TORINO – I granata di Juric pareggiano 2-2 contro l’Empoli, ma restano tanti interrogativi. Il Toro domina e va sul 2-0 con Pobega e Pjaca. Poi, un’ingenuità di Singo rovina tutto: il laterale si fa espellere e da lì comincia un altro match. Il Toro decide di difendersi in inferiorità numerica ma così lascia strada ai toscani che prima accorciano con Romagnoli e poi nella ripresa fanno 2-2 con La Mantia. Punto guadagnato per il Toro? Per certi versi sì, ha rischiato anche di farsi ribaltare dal gruppo di Andreazzoli. Ma sono anche due punti persi, perché davvero non sono piaciuti i cambi e l’atteggiamento rinunciatario. Il tecnico granata ha tolto subito Pjaca, e non Praet: un azzardo. E alla fine era chiaro che il Toro mirasse soltanto a non soccombere. Questo nonostante un eroico Pobega ci abbia provato anche dopo il novantesimo: lui sì è cuore Toro, fino alla fine.

    SCELTE OBBLIGATE – Tra infortuni e turnover, Juric ha scelte forzate. Così, davanti ecco Sanabria per Belotti e dietro Zima per Djidji. Pjaca e Ola Aina dall’inizio. Andreazzoli confida nella buona forma di Zurkowski e Pinamonti.

    TOMMY-GOL – Due squadre votate al gioco ed è subito buon calcio. All’8’ bella azione di Pjaca, Sanabria di testa sbaglia un gol fatto. Al 10’ segna comunque Pobega: Vicario costruisce dal basso, gran casino Empoli, Sanabria viene deviato e Tommaso la butta dentro. Terzo sigillo in A per lui, uomo immagine dei granata. Al 15’ raddoppia Pjaca, dopo dai e vai con Buongiorno: gol di destro a giro e grande esultanza del croato dalla carriera sfortunata. Ha fisico e tecnica da top, purtroppo i legamenti del ginocchio hanno condizionato gli ultimi anni. Comunque, Marko e Ola a sinistra hanno una marcia in più. Al 24’ tiro empolese di un certa pericolosità: angolo e nulla di fatto. La squadra di Andreazzoli è comunque viva e costringe il Toro indietro. Giallo per Singo al 29’: ferma Di Francesco lanciato in malo modo. Al var il cartellino diventa rosso e i granata restano in dieci dal 33’. E sull’angolo Romagnoli di testa fa 1-2. Adesso la gara è decisamente riaperta. Juric corre ai ripari e mette dentro Voivoda per Pjaca, non certo felice per la scelta. Il Toro è in difficoltà, l’Empoli cerca il pari. Reattivo Vanja su Pinamonti e su Luperto subito dopo. Dopo due minuti di recupero, si va negli spogliatoi con la squadra di Juric avanti 2-1.

    CHE BOTTI – Si ricomincia e l’Empoli prende subito la traversa con Di Francesco. Per i granata è dura, devono cercare di non stare troppo indietro. Sale il nervosismo e anche Juric prende il giallo. I toscani attaccano, il Toro si difende. Anche troppo, tanto che Vanja Milinkovic-Savic urla ai compagni di salire. Incredibile al 65’: Bremer parte da solo e arriva da Vicario, tiro a lato. Al 69’ fuorigioco di La Mantia che segna. E’ una partita da batticuore per i tifosi sugli spalti, con un palleggio asfissiante degli ospiti. Che al 72’ pareggiano: sempre La Mantia a colpire di testa su cross di Luperto. E ora per Juric è tutto da rifare. Dentro Rincon per Praet e Zaza per Sanabria. Il copione è chiaro: Empoli avanti, Toro in trincea con Vanja in palla. Solo che l’atteggiamento dei granata è sbagliato, non si può fare una gara tutta così. I toscani la vogliono vincere e ci provano sino in fondo, contro avversari troppo rinunciatari. Entra anche Izzo per Aina. Grande Pobega in uscita allo scadere: guadagna un punizione. E il match finisce lì. Un pari sudato per il Toro ma chissà quanto soddisfacente. E anche Juric questa volta non ha… incantato. LEGGI TUTTO

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    Sassuolo-Torino 0-1: Juric la legge, Pjaca la sigilla!

    Difficile ricordare una prestazione così positiva del Toro, negli anni recenti (e non soltanto nelle due precedenti, pessime stagioni). Soprattutto hanno convinto, i granata, per la rotondità della prova: non è funzionata la fase offensiva a scapito di quella difensiva, o viceversa. Al contrario si è vista una squadra equilibrata, generosa nel raddoppiare o pure triplicare, con le giuste distanze all’interno dei reparti e pure tra i medesimi. Giusto, anzi stretto il risultato finale deciso da un gol di Pjaca.

    Dionisi e Juric scelgono strategie opposte, rispetto al turno precedente: il tecnico neroverde conferma in blocco la squadra che ha perso a Roma, quello granata cambia cinque elementi su undici (le novità sono Djidji – in campo con una maschera protettiva post operazione al setto nasale – Pobega, Ola Aina, Praet e Brekalo). Partita da subito piacevole e con alternanza di occasioni: apre Pobega al 7’ con un tiro di poco fuori, replica Frattesi un minuto più tardi con una discesa sul settore destro chiusa con una conclusione che centra il palo. Da metà ripresa si fa però netto il dominio granata: di qualità le giocate sulla trequarti, incisive, per quanto sfortunate, le conclusioni. A fine primo tempo si conteranno 10 tiri del Toro (a 3), con due pali e tre salvataggi sulla linea. Al 26’ l’assist di Brekalo per Sanabria è preziosissimo, il salvataggio di Ferrari pure. Pochi secondi più tardi lo stesso attaccante ex Wolfsburg coglie il palo, il pallone finisce sui piedi di Singo che rimette in mezzo, quindi Rogerio in parte con il braccio salva a un metro dalla porta. Il Sassuolo ci prova in ripartenza, e al 31’ va in gol con Djuricic (assist di Frattesi): rete annullata per fuorigioco millimetrico. La partita rimane però in mano al Toro, che al 40’ con Bremer di testa – il cross è di Ola Aina – impegna Consigli. Che al 42’ se la cava intervenendo su Sanabria, prima di esultare come per un gol segnato quando un tiro di Praet lo supera, ma incoccia contro il legno.

    Guarda la galleryLa mossa di Juric: dentro Pjaca che decide Sassuolo-Torino!

    Ripresa subito e ancora nel segno del Toro: già al 3’ palla di Praet per Brekalo che spreca calciando alto. La pressione granata si allenta leggermente nella prima fase della ripresa. Il Sassuolo prova ad approfittarne prima con Berardi (tiro addosso a Milinkovic al 15’) quindi con Ferrari che mette alto di testa (17’). Al 18’ guaio per Juric, costretto a sostituire Praet, vittima di un infortunio muscolare al bicipite femorale: al posto del belga entra Linetty. Tre i cambi contemporanei di Dionisi, che al 19’ inserisce Scamacca al posto di Raspadori, Traoré per Boga e Kyriakopulos per Rogerio. Di nuovo protagonisti i granata, però, al 27’: altro assist prezioso di Brekalo (tra i migliori in campo) che lancia in porta Lukic. Il serbo, solo davanti a Consigli, si allarga e mette sull’esterno della rete. Errore grave, visto che da quella posizione avrebbe potuto attendere l’arrivo di un compagno da servire in area di rigore. Intanto al 32’ pure il tecnico granata opta per un triplice cambio: out Pobega, Brekalo e Singo per Mandragora, Pjaca e Vojvoda. E sono proprio Mandragora e Pjaca, al 38’, a confezionare la rete da tre punti: tocco del centrocampista a liberare in area il croato che fa la scelta più difficile, cioè decide per la giocata più semplice tracciando un interno destro più preciso che forte che inchioda Consigli. Toro in meritatissimo vantaggio. Protetto al 90’ da Milinkovic, ieri incerto in qualche uscita, ma reattivo nel volare su un colpo di testa di Ferrari. Prossimo appuntamento per i granata giovedì in casa contro la Lazio (ore 18.30), per il Sassuolo, martedì, trasferta a Bergamo contro l’Atalanta (20.45).
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    Festa Fiorentina con Gonzalez e Vlahovic, Torino a zero punti: Cairo, che dici?

    TORINO – Al Franchi, il Toro di Juric affonda e la Fiorentina fa festa. Da una parte gli attaccanti segnano (Nico Gonzalez e Vlahovic), dall’altra non la vedono mai se non nel finale con Verdi. La squadra di Italiano sa come stare in campo e si appoggia bene sui due davanti scatenati, i granata non hanno inventiva e quando i padroni di casa alzano i giri soccombono. Al Toro manca qualità, manca solidità. Non basta un sussulto in conclusione per salvare la serata: restano zero punti in classifica e tante lacune da provare a colmare negli ultimi giorni di mercato. Ma sarà difficilissimo riuscire nell’intento. Troppo tempo è passato senza rifare un gruppo che andrebbe arricchito in ogni settore. Il presidente Cairo, in tribuna, avrà preso nota? Così sarà un’annata di sola sofferenza, è chiaro.

    LE SCELTE – Juric, dopo la sfuriata della vigilia, cambia anche la formazione, lasciando in panchina Pjaca. Così, a supporto di Belotti e Sanabria c’è l’adattato Linetty; dietro fiducia in Izzo. Italiano punta sul tridente formato da Vlahovic, iper-chiacchierato sul mercato, Callejon e Nico Gonzalez.

    NICO-GOL – Grande atmosfera al Franchi, con il ritorno dei tifosi sugli spalti. Il primo rischio è per Vanja Milinkovic Savic, con Gonzalez che si dispera. Pericoloso Pulgar sui calci da fermo, ma resta l’equilibrio sostanziale in avvio di match. Bene Aina in difesa su traversone infido di Vlahovic. Poi il portiere granata dice no a Milenkovic: paratona, di riflesso. Adesso i viola assediano il Toro. Duro Mandragora su Callejon: gara tosta. Commosso il ricordo di Astori al 13’ e nuova azione della Fiorentina subito dopo, è assalto totale. Izzo alza il muro ma il Toro soffre. Milinkovic è sicuro in presa a terra: chiede anche il cambio del pallone, sgonfio. Nel ribaltamento, Aina non la prende di testa: che peccato. Poi crossa bene per Singo che tira alto. La squadra granata risponde colpo su colpo. Al 37’ stoccata di Callejon,ma Vanja c’è. Belotti si invola: giallo a Milenkovic. Cartellino anche per Djidji. Al 40’ la sblocca Gonzalez che fa esplodere il Franchi: assist di Castrovilli, l’argentino arretra un po’ e così manda fuori tempo la difesa: gol con stoccata. Fiorentina avanti 1-0. E in campo è bagarre. I viola chiedono un rigore, l’arbitro (vicino all’azione) lascia correre. Finisce così il primo tempo: viola in vantaggio, Toro a rincorrere.

    DUSAN BIS – Si riparte e Buongiorno prende il posto dell’ammonito Djidji in mezzo alla difesa del Toro. Granata avanti, Linetty non riesce a tirare. La squadra di Juric prova a rimettersi in partita, più con la volontà che con la qualità: mai visti gli attaccanti andare al tiro e in mezzo non si inventa nulla… Al terzo però Bonaventura sfiora il bis. Al 61’ squillo del Toro con Sanabria: non va. Dentro Verdi e Pjaca per provare a pareggiare. Ma è Vlahovic che la butta dentro e raddoppia, finendo in braccio ai compagni. Male Verdi che perde palla su Duncan, non benissimo Vanja sull’incornata del connazionale. Dall’altra parte, Terracciano è sicuro. Poi tran tran con Lukic che inventa per lo stesso Verdi di prima: 2-1 e sussulto Toro per gli ultimi minuti di battaglia e di schermaglie, anche di perdita di tempo. La storia non cambia: viola che sorridono, granata che vanno via a testa bassa. C’è davvero poco da salvare.

    Le formazioni inizialiFiorentina (4-3-3): Terracciano; Venuti, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Bonaventura, Pulgar, Castrovilli; Callejon, Vlahovic, Nico Gonzalez. All. ItalianoTORINO (3-4-2-1): Milinkovic Savic; Izzo, Djidji, Rodriguez; Singo, Mandragora, Lukic, Ola Aina; Linetty, Sanabria; Belotti. All. Juric LEGGI TUTTO

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    Calciomercato Torino, dopo Pjaca rischio Caldara

    Operazione Pjaca-bis nel mirino: il Torino, nelle ultime ore, sta intensificando i discorsi con il Milan per Mattia Caldara. Un profilo che, sotto molteplici aspetti, ricorda quello dell’attaccante croato, che da pochi giorni si è unito al gruppo di Juric. Innanzitutto, certo, perché si tratta di un elemento potenzialmente destinato a club di vertice: se l’ex Dinamo Zagabria era stato acquistato dalla Juventus con grandi aspettative, il cartellino del centrale nelle ultime stagioni è rimbalzato tra gli stessi bianconeri, l’Atalanta ed il Milan. Ma intorno a entrambi i giocatori, soprattutto, aleggiano dubbi pesanti come macigni circa la loro integrità fisica. L’ex Genoa riporta nel proprio curriculum due crociati, l’attuale rossonero invece alla lacerazione del tendine d’achille e alla rottura del legamento crociato ha fatto seguire nell’ultimo campionato seri problemi al tendine rotuleo. Un poco lusinghiero ruolino di marcia che gli ha impedito di accumulare più di 20 presenze in Serie A nell’ultimo anno e mezzo trascorso a Bergamo. Per questo motivo il Milan, che ne detiene il cartellino, è disposto ad accettare la soluzione di un prestito senza obbligo di riscatto, formula che ingolosisce da qualche tempo anche il neo-promosso Venezia (pronto a ricevere l’ex granata Niang dal Rennes, intanto).

    Caldara secondo rischio calcolato

    Per questo stesso motivo, però, Caldara rappresenterebbe il secondo rischio – calcolato soltanto fino ad un certo punto – di questo mercato granata. L’alternativa al momento si chiama Ruan Tressoldi del Gremio, anche se l’opzione è più esosa e sul giocatore nelle ultime ore si è fiondato con convinzione il Sassuolo. Il Torino invece nicchia, anche perché ad un’entrata nel reparto arretrato deve prima corrispondere un’uscita: l’indiziato numero uno, in questo senso, continua ad essere Lyanco, per il quale il Betis ha offerto 6 milioni a fronte di una richiesta a doppia cifra da parte di Vagnati ed il Bologna – soprattutto in caso di cessione di Tomiyasu – non ha tirato i remi in barca.

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    La seconda vita di Pjaca in cerca di svolte: subito a Rennes col Toro

    SANTA CRISTINA – Ultimo giorno con doppio allenamento per il Torino, e prime sedute agli ordini di Juric per Marko Pjaca. Dopo essere salito in Val Gardena nella serata di mercoledì, ieri l’attaccante croato prelevato in prestito con diritto di riscatto dalla Juve ha iniziato a muoversi con indosso la maglia granata. (…) Un arrivo importante per molteplici ragioni, quello dell’attaccante esterno. Innanzitutto il tecnico croato si trova con una valida alternativa, magari da testare per uno spezzone di partita già domani a Rennes. Serve come il pane, a Juric, un giocatore dalla cifra tecnica importante, in grado di puntare e saltare l’uomo e capace di portare in dote quel tasso di pericolosità offensiva che, nel test contro i modesti sauditi dell’Al-Fateh, è completamente mancato. (…)Guarda la galleryTorino, colpo Pjaca: l’ex Juve in maglia granata
    Gli appuntamenti di Pjaca
    Ora per il 26enne croato si apre un nuovo capitolo, con la quarta maglia indossata in Italia, dopo quelle di Juve, Fiorentina e appunto Genoa. Un’alba confortante, per quanto fatto vedere nelle prime ore di lavoro a disposizione di Juric. (…) Sensazioni che andranno confermate nei prossimi giorni: a Rennes dove presumibilmente sarà già impiegato pur con un minutaggio ridotto, al Fila dove potrà approfondire la proposta tattica di Juric, quindi ad Alkmaar, dove l’8 di agosto il Toro sosterrà la seconda amichevole di prestigio estiva. (…) Proprio alla luce della pochezza espressa dal Toro sul fronte offensivo contro i sauditi, ecco che il suo arrivo diventa quindi potenzialmente decisivo. Non può bastare soltanto il croato, però il suo innesto potrà dare quella vivacità e quella freschezza che ai granata è fin qui mancata. (…)
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    Guarda la gallerySubito il Torino di Pjaca: ci pensa Juric all’ex Juve LEGGI TUTTO