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    Juve: così Paredes serve a poco, dall'Empoli parte la rincorsa

    TORINO – Col senno di poi: quel gran tira e molla con il Paris Saint-Germain avrà pure permesso di risparmiare qualche soldo, forse, in termini di definizione di cifre e bonus. Ma non ha giovato in termini di inserimento, preparazione, ambientamento di Leandro Paredes nelle dinamiche bianconere. A ottobre inoltrato, infatti, il peso specifico del pur forte centrocampista argentino risulta bassino assai, rispetto alle aspettative: appena 638 minuti giocati (in 10 presenze) e per lo più sottotono. LEGGI TUTTO

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    Pjanic esclusivo: “Juve, troppe negatività. Basta una scintilla”

    Pjanic, cosa ha pensato vedendo Bonucci e compagni, prima contro il Benfica e poi domenica a Monza, scusarsi davanti ai tifosi che contestavano?

    «È la dimostrazione che i giocatori sono consapevoli della situazione. Calciatori e tifosi devono essere una cosa sola. È un senso di responsabilità prendersi i fischi della gente. Dispiace vedere la Juventus in questa situazione, ma un momento di crisi arriva sempre nell’arco della stagione».

    La Juventus è ottava in classifica, a meno 7 dalle capoliste Napoli e Atalanta: stupito?

    «Sì. Ma diciamo che quasi tutte le big stanno faticando a decollare. Penso all’Inter e pure al Milan, che comunque è più avanti. Il Napoli ha fatto un grande inizio di campionato, come Atalanta e Udinese. È vero, dalla Juventus ci si aspettava di più, ma è soltanto l’inizio e c’è ancora il tempo per recuperare. Per vincere lo scudetto devi essere regolare e continuo, però ci sono più di trenta partite da giocare. La sosta arriva al momento giusto, aiuta a schiarire le idee tanto ai giocatori quanto ad Allegri e allo staff».

    Dopo la sconfitta di Monza è in crescita tra i tifosi il partito del “via Allegri”. La società, invece, ha deciso di andare avanti con lo stesso allenatore. Lei che idea si è fatto?

    «Quando arrivano questi momenti, dove hai tanti dubbi in testa e poche sicurezze, giocare contro la prima in classifica o contro l’ultima, come a Monza, cambia poco: incontri le stesse difficoltà».

    Perché?

    «È una questione mentale, difficile da capire per chi non scende in campo. Ma in questi momenti, basta una scintilla e tutto si sblocca in positivo».

    Cosa intende per scintilla?

    «Alla ripresa, dopo le nazionali, arriverà il Bologna all’Allianz Stadium. Se i bianconeri riusciranno a vincere dominando, poi le cose andranno a posto da sole. A volte basta poco… L’importante, in questi momenti, è restare uniti. Non cercare colpevoli perché alla fine tutti sono colpevoli allo stesso modo quando non si vince. Percepisco tanta negatività, ma quello che si dice fuori non deve entrare nella testa dei giocatori. Il mondo Juve deve restare compatto: società, allenatore, staff, giocatori e tifosi devono ritornare una cosa sola. La Juventus ha già tanti avversari di suo: dalle squadre alle tifoserie rivali… Se entri all’Allianz Stadium e hai anche la tua tifoseria scontenta, pur con delle ragioni in questo momento, diventa tutto complicato».

    Tornando ad Allegri?

    «Adesso non hanno senso i cambi, le somme si tirano alla fine della stagione. La Juventus di Allegri può riuscire a ribaltare tutto, ma si devono mettere tutti in discussione. Nessuno può essere soddisfatto, a partire dai giocatori. Ma anche Allegri e il suo staff staranno facendo delle riflessioni per svoltare. Quando un momento difficile arriva così presto, sei costretto a commettere meno errori possibili. Il campionato è equilibrato, può succedere ancora di tutto. Quando vinci passando da questi periodi duri, poi è ancora più bello e gustoso il successo. Diventano soddisfazioni enormi. Vi ricordate la stagione 2017-18 e la vittoria del Napoli di Sarri allo Stadium con il gol di Koulibaly nel finale?».

    Lo scudetto sembrava sfumato e il ciclo finito…

    «Il giorno dopo la sconfitta contro il Napoli lo ricordo come fosse ieri. Mi presentai al campo per l’allenamento e non vi nascondo che io e altri compagni iniziammo ad avere dei dubbi in testa. Del tipo: lo scudetto non lo vinciamo più. Anche perché la partita successiva era a San Siro, contro l’Inter. Allegri riunì la squadra e ci parlò con una calma e una serenità incredibili. E senza cercare scuse o alibi. Max ci disse di non pensare al gol di Koulibaly, ma ai punti che ancora c’erano in palio per raggiungere l’obiettivo. A San Siro sapete come è andata: andammo prima in vantaggio, poi sotto. E alla fine vincemmo 3-2. Allegri guarda sempre avanti, non indietro. In questi momenti cerca le parole giuste e le soluzioni migliori per svoltare. Farà così anche stavolta. Lo sapete perché noi svoltammo?».

    Racconti pure…

    «Perché dentro di noi avevamo l’orgoglio di non far finire il ciclo e ci rodeva l’idea che un’altra squadra potesse festeggiare lo scudetto. È una cosa che senti dentro. È mentalità. E il nostro era un gruppo di campioni accomunati da questo spirito».

    Manca più Chiellini o Dybala alla Juventus?

    «Manca chiunque, ma la forza della Juventus è – e sarà sempre – questa: i campioni passano, il club resta e continua a vincere. Prima di loro, c’erano fuoriclasse come Zidane, Nedved, Cannavaro, Del Piero, Trezeguet… La Juventus è una macchina fatta per trionfare e lo capisci subito. Quando arrivai a Torino pensai: non voglio diventare uno che ha giocato nella Juventus senza vincere. E ogni giorno ero focalizzato sul lavorare per arrivare al successo. Questo è il mondo Juve: è il dna del club, del presidente. Ogni giocatore deve avere qualcosa che gli scatta dentro quando è alla Juventus: dire è colpa di quello o di quell’altro è facile, però non è una soluzione. Dopo la sosta l’unico pensiero deve essere provare piacere sul campo, attaccare e vincere 3-0 contro il Bologna. Nel calcio è tutto sul filo. Ogni cosa si può ribaltare in fretta e sono convinto che la Juventus ci riuscirà».

    Basteranno i futuri ritorni di Di Maria (fuori 2 giornate per squalifica), Pogba e Chiesa per far svoltare la Juve?

    «I tanti infortuni condizionano, perché i leader e i campioni danno qualcosa in più. E influenzano anche gli avversari, che quando vedono certi giocatori in campo ti affrontano in maniera diversa. Se puoi schierare questi tre nella formazione iniziale, cambiano le partite. Di Maria crea sempre dei pericoli quando ha la palla. E anche Chiesa è così. Ma non si deve dimenticare che Federico tornerà da un infortunio complicato. E pure Pogba avrà bisogno di un po’ di tempo per tornare al top. Averli in forma, a metà o non averli non è la stessa cosa. Non si devono cercare scuse, si deve soltanto fare qualcosa in più. Tutti. Ma sono certo che Allegri e certi miei ex compagni che sono ancora alla Juventus hanno la forza per ribaltare la situazione».

    È ottimista anche sull’impresa Champions de bianconeri dopo le due sconfitte nel girone contro Psg e Benfica?

    «Sarà dura, ma è ancora tutto aperto con 4 partite da disputare. La Juventus deve conquistare 6 punti con il Maccabi Haifa. E poi il passaggio del turno se lo gioca a Lisbona, dove servirà una grandissima partita. I portoghesi sono sempre difficili da affrontare: partono da outsider, ma sono tosti. Che sia Benfica, Porto o Sporting, sono sempre incroci tosti».

    Intanto Allegri ha ritrovato un regista di ruolo: Paredes. L’ex Psg è stato suo compagno – e allievo – ai tempi della Roma. Ha dato qualche consiglio all’argentino?

    «Leandro non giocava molto, a Roma. Era giovane. Sta facendo la sua strada e adesso avrà molte responsabilità perché quella del centrocampista centrale è una posizione chiave per Allegri. Quel ruolo in passato è sempre stato occupato bene e al regista sono sempre state affidate grandi responsabilità per far giocare la squadra come vuole l’allenatore. Ora tocca a Paredes assumersi le responsabilità. È un giocatore valido e spero faccia bene».

    Vlahovic è a quota 4 gol in campionato, ma a settembre non ha mai segnato: c’è da preoccuparsi?

    «Dusan mi piace tantissimo, ho parlato anche con lui qualche tempo fa. Sono molto contento che sia arrivato alla Juventus. In questo momento deve stare calmo e lavorare sui propri difetti perché è giovane. Higuain, quando è arrivato a Torino, aveva almeno 7-8 stagioni ad altissimo livello in più rispetto a Vlahovic. Il Pipita era un rinforzo pronto, reduce da anni al Real Madrid, al Napoli e con tante partite di Champions sulle gambe. Quando si parla di Dusan, non bisogna dimenticarsi che è un attaccante forte, ma che ha solo 22 anni e tanta responsabilità sulle spalle. Però mi sembra che Dusan abbia l’umiltà giusta per diventare un campione. I gol li sa fare. Ma tra giocare nella Juventus o in un’altra squadra, c’è differenza. A volte non si pensa a questa cosa. La maglia pesa, alla Juve. Sono convinto che farà bene, Dusan, però deve restare calmo e lavorare ogni giorno per migliorarsi».

    A parte quelli della Juventus, quali giocatori le piacciono di più in Serie A?

    «Ho un debole per Theo Hernandez e Leao del Milan. E apprezzo tantissimo anche Pellegrini della Roma».

    Lei è stato vicino a un ritorno in Italia nei mesi scorsi?

    «Sì, però sono contento di questa nuova avventura negli Emirati. Ho giocato nelle squadre più forti del mondo, in carriera mi è mancata soltanto la Champions».

    A fine agosto, prima dell’arrivo di Milik, si è parlato molto anche del suo ex compagno Depay per la Juventus: l’olandese si era informato con lei sul mondo bianconero?

    «Memphis è un giocatore del Barcellona. E cosa ci siamo detti, non lo devo dire io…».

    Dopo aver giocato con Cristiano Ronaldo alla Juventus e con Messi nel Barcellona, prima di lasciare i blaugrana ha fatto in tempo anche a incrociare Lewandowski in Catalogna. Com’è il polacco da vicino?

    «Cris e Leo sono giocatori incredibili. Ma anche Lewandowski è impressionante: ogni partita riesce sempre a crearsi diverse occasioni davanti alla porta. E fa sempre gol. Robert è molto umile ed è un gran lavoratore, tanto che a Barcellona è già a casa. Segnerà almeno 30 gol in campionato». LEGGI TUTTO

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    Russia-Bosnia in amichevole, Pjanic: “Sono senza parole”

    Il prossimo 19 novembre la Russia tornerà a giocare una partita internazionale, la prima post invasione dell’Ucraina. Lo farà in amichevole contro la Bosnia, che ha deciso di volare a San Pietroburgo, approfittando del fatto che né i russi né i bosniaci andranno al Mondiale in Qatar. Una scelta che ha sorpreso Miralem Pjanic, simbolo della sua nazionale: “I vertici sono al corrente della mia posizione. Mi hanno anche chiesto cosa pensassi di questa partita. Sono rimasto sorpreso, è una pessima decisione: sono senza parole”, così l’ex Juve e Barça, oggi negli Emirati Arabi allo Sharjah, ha commentato a Sportske, bocciando la decisione della Federazione bosniaca. LEGGI TUTTO

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    Pjanic ufficiale allo Sharjah: la Juve nel cuore anche negli Emirati

    SHARJA – Miralem Pjanic continua a seguire e a dimostrare il suo amore per la Juventus. Il centrocampista bosniaco ha infatti postato su Instagram una foto mentre seguiva in tv la sfida di Champions League tra i bianconeri e il Psg. Pjanic ha guardato la partita negli Emirati, dove si è trasferito firmando un contratto con lo Sharjah Fc. Il bosniaco ha infatti risolto il contratto con il Barcellona, per trasferirsi nella squadra della città di Sharja, nonché capitale dell’omonimo emirato, dove ha firmato un biennale. Il club ha annunciato il trasferimento del centrocampista bosniaco, che ha firmato un biennale con opzione, sul proprio profilo Twitter. LEGGI TUTTO

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    Barcellona, parla Pjanic: “Ho un contratto fino al 2024, dimostrerò qui chi sono”

    DALLAS (Stati Uniti) – Nella notte il Barcellona affronterà la Juve  in un match amichevole in programma a Dallas: proprio dal ritiro dei blaugrana negli Stati Uniti, l’ex bianconero ora in blaugrana Miralem Pjanic ha dedicato alla rivista Fanatik un’intervista dove ha chiarito i suoi obiettivi personali per la prossima stagione. Dopo sole 19 presenze in campionato nella stagione 2019/2020, e dopo la parentesi non entusiasmante in prestito al Besiktas nella scorsa stagione, secondo il centrocampista bosniaco questa potrebbe essere la stagione del suo rilancio: “Non ho avuto un buon inizio nelle ultime due stagioni. Ho avuto il covid e ci sono stati degli infortuni. Penso che in questa stagione tornerò alla mia forma precedente. Ho lavorato con un allenatore privato in vacanza. Ci sono alcuni giocatori molto importanti qui. Devi essere molto bravo. È ora di mostrare ai tifosi il vecchio Pjanic . Siamo pronti a vincere i trofei in questa stagione”, ha affermato. “Ho un contratto con il Barcellona fino al 2024. Quest’anno lavoreremo con Xavi . Spero che sia un’ottima stagione per la squadra e per me”, ha spiegato Pjanic in dichiarazioni a Fanatik . Tante lodi infine per l’allenatore: “Per me è sempre stato un centrocampista modello. L’ho seguito con ammirazione. È uno dei migliori di tutti i tempi al mondo. Lavorare con lui è molto speciale”, ha concluso il classe 1990. LEGGI TUTTO

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    Juve, riecco Pjanic. Da avversario: negli Usa con il Barcellona

    TORINO – (e.e.) Si erano tanto amati, Miralem Pjanic e la Juventus. Poi, lo scambio: il bosniaco a Barcellona e Arthur a Torino. Nei fatti, un’operazione anche per questioni di bilancio che in campo non ha dato profitto a nessuno dei due club. Tanto che Pjanic è finito in prestito al Besiktas mentre il brasiliano ha giocato (poco) e deluso (tanto). Adesso, si preparano entrambi per un’altra svolta. Arthur però non andrà in America con i bianconeri di Allegri mentre Pjanic al momento è nel gruppo che Xavi sta testando in vista della stagione. Se tutto andrà bene, il rendez vous è previsto a Dallas dove Juve e Barça si affronteranno il 27 luglio.

    LE AMICHEVOLI

    23 luglio 2022 – Amichevole Juventus-Deportivo Guadalajara, Allegiant Stadium, Las Vegas (ore 5)27 luglio 2022- Amichevole Juventus-Barcellona, Cotton Bowl Stadium, Dallas (ore 2.30)31 luglio 2022 – Amichevole Juventus-Real Madrid, Rose Bowl Stadium, Los Angeles (ore 4)4 agosto 2022 (ore 17) – Juventus – Juventus U23, Villar Perosa7 agosto 2022 (ore 20.45) – Amichevole Juventus-Atletico Madrid, Tel Aviv15 agosto 2022 – Serie A, 1ª giornata: Juventus-Sassuolo (20.45) LEGGI TUTTO

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    Pjanic, addio al Besiktas: “Pensavo di vincere di più, ma tornerò”

    “Besiktas… è arrivato il momento di salutarci. È stato tutto così veloce. Mi dispiace lasciare tutti voi. Ho trovato persone bellissime, un club fantastico e soprattutto tifosi e atmosfera meravigliosi”. Comincia così il messaggio d’addio di Pjanic pubblicato su Instagram per salutare il Besiktas e il suo pubblico. L’ex Juve, in prestito dal Barcellona, ha collezionato in stagione 26 partite, sommando 4 assist, ma senza segnare gol.
    Sport: “Pjanic nel mirino del Napoli: possibile ritorno in Italia”
    Pjanic: “Pensavo di vincere di più”
    “È stato un onore giocare nel nostro stadio. Voglio solo dire grazie per quest’anno. È stato un anno difficile, mi aspettavo di vincere più titoli venendo qui, abbiamo avuto tutti un anno difficile. Peccato… ma almeno abbiamo conquistato la Supercoppa. Sarò per sempre un tifoso di questo club, io, mio figlio e la mia famiglia. Sono sicuro che in futuro ci rivedremo. Sarete sempre nel più profondo del mio cuore. Vi amo tutti. Una volta che diventi Aquila, resti per sempre Aquila”, ha concluso Pjanic. LEGGI TUTTO

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    Toro, stretta per Yilmaz: lo consiglia Pjanic

    Non c’è solo la trasferta di Empoli a tenere vigili i tifosi granata ma anche il mercato che, piano piano, sta cominciando a portare importanti novità. Il Toro nell’ultimo periodo ha messo la freccia a sinistra, quella del sorpasso, e punta verso Istanbul: nel mirino di Davide Vagnati, infatti, c’è Ridvan Yilmaz, 20 anni, laterale sinistro turco del Besiktas. […] Con questo club i rapporti sono ottimi visto che il Toro diede al club turbo Adem Ljajic che il 31 agosto 2018 si trasferì in prestito con obbligo di riscatto al Besiktas, firmando un contratto quinquennale da 3,4 milioni all’anno (più del doppio di quanto prendeva al Torino). E il 29 maggio 2019 venne riscattato ufficialmente dalla squadra turca per 6,5 milioni di euro. Yilmaz ha grandi qualità, è un giocatore di prospettiva, uno di quei ragazzi con i quali a Juric piace lavorare.Sullo stesso argomentoTorino, a sinistra corre YilmazCalciomercato Torino

    Su di lui sono arrivate le raccomandazioni di Miralem Pjanic, suo attuale compagno di squadra. Il bosniaco, ex Roma, Juventus e Barcellona – uno che di giocatori se ne intende – è pronto a scommettere sulle qualità di Yilmaz. Detto da lui, dunque, si va sul sicuro. E allora dopo i sondaggi della scorsa estate le due parti nell’ultimo periodo si sono avvicinate molto. Al netto dei dettagli dei premi, il Besiktas chiede tra i 4 e i 5 milioni più tre di bonus e il 20% del ricavato in caso di futura cessione del Torino a un terzo club. Una valutazione “abbordabile”, ma è chiaro che tra richiesta e offerta c’è di mezzo la trattativa che – come detto – Vagnati sta portando avanti. E il rilancio è, ovviamente, più basso della richiesta iniziale: meno di 4 milioni, più uno di bonus. Nonostante la giovane età, Yilmaz vanta già 25 presenze condite da 3 gol e 4 assist in Super Lig, oltre a due gettoni in Champions League. Il profilo è quello giusto anche perché a sinistra i granata hanno bisogno di rinforzi.

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