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    Inchiesta Prisma, la Juventus va al contrattacco

    Dunque a partire da questa settimana, da lunedì 24 ottobre, quando alla Juventus la Procura di Torino ha notificato la conclusione della inchiesta iniziata a maggio del 2021 con le prime indagini sulle plusvalenze ritenute sospette (poi oggetto di assoluzione da parte del Tribunale federale in due gradi di giudizio tra aprile e maggio 2022), la società bianconera gioca su due tavoli: il campo, e qui la reponsabilità è di Massimiliano Allegri e il tribunale, con gli avvocati Marco Bellacosa e Davide Sangiorgio in prima fila a difendere l’operato e gli interessi del club bianconero. Due legali che parafrasando il gergo calcistico si possono definire top player visto che il primo a Roma è socio di uno degli studi legali più prestigiosi in Italia, “Severino”, mentre il secondo appartiene allo studio milanese che porta il suo nome. Proseguendo nella metafora pallonara, i due si devono dunque immaginare come una coppia d’attacco da Champions. Nel frattempo trapela la convinzione nel club juventino di non dover giocare in difesa rispetto alle accuse della Procura di Torino su plusvalenze fittizie, false comunicazioni sociali e alterazione dei bilanci dal 2019 al 2021, andando invece all’attacco, forti delle riflessioni che gli avvocati stanno maturando man mano che prosegue l’analisi delle voluminosissime carte prodotte dal pool formato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Ciro Santoriello che dopo essersi vista respinta la richiesta degli arresti domiciliari per Andrea Agnelli hanno fatto ricorso al tribunale del riesame per quanto riguarda il sequestro dei beni.

    La full immersion

    I legali della Juventus hanno dunque iniziato una vera e propria full immersion per definire al meglio il perimetro delle contestazioni ricevute e quindi definire la strategia da attuare per portare avanti le proprie ragioni. Ragioni che dovranno essere espresse verbalmente o per iscritto entro la metà di novembre poichè hanno a disposizione 20 giorni dallo scorso lunedì quando alla società bianconera è stata notificata la chiusura delle indagini. I legali devono quindi scegliere non solo i contenuti, ovvero le controdeduzioni alle accuse mosse, ma anche la forma. Si avvicina il bivio in cui si dovrà scegliere la strada: chiedere di essere ascoltati con conseguente verbalizzazione dell’incontro oppure depositare una memoria difensiva scritta, e questa ipotesi potrebbe alla fine essere quella prescelta anche se sono ovviamente ancora in corso le valutazioni del caso.

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    Le tempistiche

    In effetti le opportunità per vedersi e incontrarsi non mancheranno nei prossimi mesi. Il processo sarà lungo e sulla calendarizzazione peserà ovviamente il fatto che in Procura esiste una coda processuale non trascurabile. In teoria si può immaginare la seduta dal Gup, il giudice dell’udienza preliminare, tra febbraio e marzo che con ogni probabilità rinvierà a giudizio gli imputati per il processo di primo grado. Azzardare ora una tempistica per l’inizio vero e proprio del processo non è facile ma si può immaginare, come probabile, l’arco temporale a cavallo dell’estate. Dunque una partita lunghissima, in cui non mancheranno colpi di scena e prefigurare ora quando calerà il sipario del primo atto, ovvero la sentenza di primo grado, è al momento esercizio che appartiene alla magia.

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    Plusvalenze, l'inchiesta sbatte sul solito muro. Non esiste il valore oggettivo di un giocatore

    TORINO – Il dispositivo del “Tribunale Federale Nazionale” è simbolico c’è una nuvola d’inchiostro con il lunghissimo elenco dei deferiti e, sotto, una riga solitaria: «Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare, definitivamente pronunciando, proscioglie i deferiti». L’immagine burocratica del tanto rumore per nulla. Tutti prosciolti dalle accuse, perché le accuse si sono sciolte, ancora una volta di fronte all’utopia di stabilire scientificamente il valore esatto di un giocatore. La Procura Federale, i suoi consulenti, la Covisoc hanno sbattuto ancora una volta contro lo stesso muro, provando ad arrampicarsi sopra con una scivolosissima teoria matematica, smontata senza difficoltà dalle difese. L’utilizzo delle valutazioni di un gruppo di appassionati di un sito Internet come infallibile pietra di paragone è stata poi una ciliegina quasi comica su una torta già traballante di suo.
    Tempo perso
    Quindi, ancora una volta, si è parlato per mesi di qualcosa che è evaporato in un giorno. Il fumo del sospetto e delle frettolose sentenze morali ha inquinato il dibattito per molto più tempo di quanto lo stesso dibattito verrà occupato dalla notizia del proscioglimento. Quanto tempo buttato. Troppo tempo buttato perché attorcigliarsi ancora una volta nel tentativo di dimostrare in modo oggettivo il valore di un giocatore è una decisione di sconcertante ingenuità, dopo che in passato anche altri magistrati hanno dovuto arrendersi di fronte all’impossibilità dell’accusa di dimostrare qualcosa di plausibile. Quante inchieste disciolte nel nulla serviranno ancora per lasciare perdere? Nessuno si è mai chiesto il perché in Italia siano finite sotto indagine la Juventus e il Napoli, ma in Francia nessuno ha indagato il Marsiglia o il Lille? Procure francesi più pigre o, semplicemente, meno velleitarie?
    Fango inutile
    La sostenibilità del calcio italiano è un problema. E generare in modo industriale plusvalenze attraverso scambi non è in nessun modo una risposta plausibile a quel problema. Anche perché, fittizie o meno, non risolvono il problema, ma lo rinviano ingigantendolo. Ma in Italia, di fronte a un problema, si ha la pessima abitudine di costruire inchieste e non riforme. Il fatto che due club possano mettersi d’accordo per generare un ricavo che esisterà solo sul bilancio e non produrrà ricchezza deve essere oggetto di una norma, pensata e ragionata, non lo spunto per l’ennesimo guardie e ladri che un obiettivo lo raggiunge di sicuro: dare l’impressione che il calcio sia più marcio di quello che è, infangarne la già sgualcita copertina, salvo poi lamentarsi che il prodotto è difficile da vendere. Ma va?
    Come fare
    Abolire le plusvalenze non si può (significherebbe la morte dei club che vivono della vendita dei loro campioni), ma studiare una norma che impedisca di inserire alla voce ricavi i proventi dalle operazioni fra due club che, sommate alla fine della sessione, non producono uno scarto significativo di passaggio di denaro, potrebbe essere l’uovo di colombo per ripulire i bilanci da certi artifici. Forse sarebbe meglio usare i soldi delle consulenze affinché degli esperti sviluppino in modo compiuto un ragionamento di questo genere, invece di lanciarli nella spericolata elaborazione di algoritmi per calcolare il valore di un giocatore. LEGGI TUTTO

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    Juve, continua l'inchiesta plusvalenze: nuove perquisizioni della GdF

    TORINO – Arrivano nuove accuse di falso in bilancio contro la Juve, con conseguenti perquisizioni in tutta Italia relative al caso plusvalenze. Le ha eseguite quest’oggi la Guardia di Finanza di Torino a margine dell’inchiesta sul club bianconero già avviata nello scorso dicembre, riguardo le presunte plusvalenze in diversi anni di rendiconto finanziario. Le perquisizioni hanno riguardato materiale anche informatico relativo alle approvazioni dei bilanci tra il 2019 e il 2021 e si sono svolte tra diversi studi legali tra le città di Torino, Roma e Milano.Maglia Juve Vlahovic: approfitta dell’offerta! LEGGI TUTTO

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    Juve, conclusa l’indagine Figc sulle plusvalenze: la nota

    La Juve, in una nota ufficiale sul proprio sito, ha comunicato di aver ricevuto, unitamente ad altre 10 società di calcio italiane e relativi soggetti apicali, “una ‘Comunicazione di conclusione delle indagini’ dalla Procura Federale presso la F.I.G.C. in ordine alla valutazione degli effetti di taluni trasferimenti dei diritti alle prestazioni di calciatori sui bilanci e alla contabilizzazione di plusvalenze, in seguito alla segnalazione della Co.Vi.So.C., per l’ipotizzata violazione dell’articolo 31, comma 1, e degli articoli 6 e 4 del Codice di Giustizia Sportiva”.
    La Juve potrà avere accesso agli atti
    “Si precisa che l’atto notificato, riguardante taluni trasferimenti perfezionati negli esercizi 2018/19, 2019/20 e 2020/21, non costituisce esercizio dell’azione disciplinare da parte della Procura Federale. La Società potrà ora avere accesso agli atti e articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter dimostrare la correttezza del proprio operato”.
    Maglia Juve Vlahovic: approfitta dell’offerta! LEGGI TUTTO