L’accoppiata Bari-Marino promette bene
TORINO – Zitto zitto, con l’avvento di Pasquale Marino in panchina, il Bari si sta riprendendo la scena della Serie B. L’allenatore di Marsala in tre uscite ha messo insieme 7 punti, grazie ai quali il Bari ha lasciato una posizione di classifica che non prometteva nulla di buono. Marino subentrò a Mignani coi pugliesi a -3 dalla zona playoff e a +4 su quella playout. Oggi i pugliesi sono all’8° posto, l’ultimo buono per disputare igli spareggi promozione ma per ora quel che più conta è che si sta mettendo in sicurezza il campionato, giacché adesso la zona playout dista 7 punti. Non male, visto il clima iniziale che ha dovuto fronteggiare Marino. Il punto di partenza è sempre quella Serie A mancata a giugno, di fronte ai quasi 60mila spettatori del San Nicola che vissero la dolorosa finale playoff col Cagliari, persa al 94’. Oggi a vedere il Bari dal vivo, si fatica a raggiungere un terzo di paganti ma qualcosa sta cambiando. Sabato scorso contro l’Ascoli è arrivato il primo successo interno, il secondo consecutivo, importante per sbloccarsi psicologicamente, il San Nicola non poteva essere un problema. Marino è stato chiamato anche per imprimere una svolta giochista rispetto a Mignani, il predecessore di tendenza risultatista. Ma il tecnico di Marsala, per ora, bada soprattutto al sodo: difesa a tre, mediana a 4 e poi, davanti, Sibilli a predicare calcio a sostegno delle punte Nasti e Diaw. E proprio Sibilli è stato il match winner contro l’Ascoli, dimostrando di essere il miglior acquisto estivo. Nel Pisa, Sibilli era, prevalentemente, l’uomo dei secondi tempi, dei gol bellissimi e decisivi. Ma coi toscani non aveva quella centralità che il Bari ha saputo dargli, ancora di più con Marino. Finora ha segnato tre reti, che hanno portato le vittorie su Cremonese e Ascoli e il pari col Modena. Ma mettiamoci anche due assist per i gol nell’1-1 col Cittadella e nella vittoria di Brescia (1-2). Si ha insomma la sensazione che Marino, giustamente, stia costruendo la squadra attorno a lui, in attesa di avere un’altra carta di livello, cioé quando recupererà il 36enne Jeremy Menez, infortunatosi alla 1ª giornata che ne avrà ancora per un paio di mesi. Intanto però, anche Marino si sta levando le sue soddisfazioni. Da tempo, il maestro di De Zerbi, veniva descritto come un allenatore sul viale del tramonto. Non andava in panchina da quasi due anni e l’ultima apparizione a Crotone era stata malinconica, anche se la squadra retrocedette in C al di là di quel che (non) fece durante la sua parentesi. In realtà l’allenatore di Marsala stava solo aspettando la piazza giusta per rilanciarsi. E andare a Bari dopo aver allenato in carriera squadre come Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal, voleva dire avere l’occasione per sintonizzarsi di nuovo coi fasti del passato. In questi due anni da disoccupato, Marino ha avuto diverse offerte dalla C, anche sostanziose. Ma appunto, aspettava l’occasione giusta, arrivata da quel ds Polito che fu suo giocatore e che probabilmente da tempo pensava a lui per il Bari. Se ne riparlerà fra qualche partita, quando si potrà tracciare un primo bilancio più attendibile. Ma nell’attesa, l’accoppiate Bari-Marino promette bene. E potrebbe promettere ancora di più sabato sera, dopo che a Piacenza sarà andata in secna Feralpisalò-Bari: per Marino, battere l’ultima in classifica vorrebbe dire andare alla sosta con un Bari proiettato verso una stagione positiva, cosa non proprio immaginabile prima del suo avvento. LEGGI TUTTO