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    Donnarumma: “Buffon, idolo e consigliere. Ibra? Pazzo, ma mi ha aiutato tanto”

    PARIGI (Francia) – Gigi Donnarumma si appresta a disputare il suo secondo campionato consecutivo col Psg: intervistato dal media francese Carré il portiere della Nazionale ha svariato su tanti argomenti, soffermandosi in particolare sui punti di riferimento della sua carriera e sulla gioia per la vittoria dei Campionati Europei con l’Italia: “Il mio idolo di infanzia è sempre stato Buffon: è stato ed è il più forte di tutti, è italiano ed è il mio idolo. Io l’ho sentito tante volte durante l’ Europeo e mi ha dato tantissimi consigli anche su Parigi. E lo ringrazio per avermi dato consigli anche quando era in nazionale con me”. Proprio sugli Europei, l’ex portiere del Milan ha affermato: “”Non è che non abbia capito che avevamo vinto. Ma in quell’istante ti passa di tutto ed è incredibile. Dopo te ne rendi conto. È stata un’emozione indescrivibile che porterò sempre con me”.
    Buffon: “Potrei giocare fino a 55 anni”
    Milan, Ibra ‘capo-spogliatoio’ ancora per un anno
    “Ibra un pazzo, grande mentalità: mi ha aiutato tantissimo”
    “Ibra è molto pazzo. È una parola grossa, perché lui è un bravissimo ragazzo con una mentalità incredibile, che ti fa crescere tanto, così come Verratti. Però Zlatan diciamo che al Milan mi ha aiutato tantissimo”, ha affermato Donnarumma in relazione al suo ex compagno in rossonero. E chiosa con un pensiero al suo Psg: “Ora sono al Paris e sono emozionatissimo di essere qua, sono molto contento e come tutta la squadra voglio vincere tutto”. LEGGI TUTTO

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    Di Maria: «Rimaniamo concentrati sul precampionato». E Paredes applaude

    TORINO – «Rimaniamo concentrati sul nostro precampionato», scrive Angel Di Maria sul suo account di Instagram dove a corredo del post mette delle foto di allenamento dove emerge la grande determinazione dell’argentino. E tra i primi a commentare c’è l’amico Leo Paredes del Psg: «Mamma mia Angel, come parli italiano» e aggiunge gli applausi. Della serie: un po’ bravo e un po’ ecco come ti sfotto. Paredes, tra l’altro, resta nel mirino dei bianconeri che però prima devono sfoltire la rosa. La Juve cerca la risoluzione del contratto con Ramsey e una destinazione gradita per Arthur. LEGGI TUTTO

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    Neymar, sempre più straniero a Parigi

    TORINO – Il peso di quei 222 milioni di euro versati nelle casse del Barcellona, nell’estate del 2017, resta una fastidiosa eredità per Neymar. Nel Paris Saint Germain il brasiliano ormai vive da separato in casa, soprattutto ora che il suo mentore Leonardo è stato accompagnato gentilmente alla porta d’uscita per promuovere il nuovo corso dirigenziale affidato a Luis Campos. Neymar a Parigi ha vissuto sulle montagne russe, bersaglio delle contestazioni per i suoi atteggiamenti da divo e considerato il colpevole del mancato salto di qualità a livello internazionale, ma comunque uomo copertina del club con il quale si è legato fino al 2025 con un ingaggio annuo di 36 milioni.

    CON MESSI L’arrivo di Lio Messi, già compagno al Barcellona dove nel 2019 sarebbe voluto tornare, lo ha rassicurato sui programmi ambiziosi della dirigenza qatariota, ma il feeling con la piazza è rimasto freddo a causa dei numerosi infortuni – e soprattutto dei ricorrenti programmi di rieducazione che lo hanno visto trascorrere mesi in Brasile con annesse storie social di feste e bagordi – che ne hanno limitato l’utilizzo nel corso di queste cinque stagioni. In estate il Psg ha lasciato intendere che avrebbe accolto con piacere eventuali acquirenti… Un invito che è rimasto deserto. E la prossima stagione, rivoluzionata dall’appuntamento Mondiale proprio in Qatar dove Neymar gode di un credito particolare visto che figura tra gli uomini immagine del torneo, rischia già di partire ad handicap: un colpo all’anca subito durante un allenamento al Camp des Loges ha consigliato lo staff del club a lasciarlo a riposo in occasione del primo test con il Quevilly Rouen Métropole. Neymar volerà regolarmente con la squadra per il tour in Giappone, ma al di là delle apparenze, la sua presenza vale più per gli sponsor, che per le idee tattiche del tecnico Christophe Galtier. Solo un grande Mondiale, con il Brasile, può restituirgli il suo status di stella che a Parigi ha praticamente smarrito. LEGGI TUTTO

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    Neymar, il Psg, la Juve, il Chelsea, il Milan: va via o no? Intanto, pensa ai bambini

    TORINO – (e.e.) Neymar al Chelsea. Neymar alla Juve. Neymar al Milan. Neymar torna al Barcellona. Neymar e il Psg che non vanno più d’amore e d’accordo, è risaputo. Tante, troppe le critiche, anche per la sua vita fuori dal campo. Dove però non è tutto feste e bagordi. C’è anche il lato solidale, con la sua fondazione per i bambini di cui va fiero e che cura con l’aiuto del papà e della sua società. Il capitano del Brasile punta a vincere i Mondiali in Qatar, ma intanto impazza radiomercato: appunto Chelsea, Juventus, Milan e chi più ne ha più ne metta, anche esagerando in modo creativo…Guarda la galleryNeymar, non solo feste: il progetto per i bambini

    In realtà, la querelle col Psg costa cara, a entrambe le parti. E ancora non ha una definizione concreta. Neymar figura a tutti gli effetti tra i testimonial della nuova maglia griffata Nike con Messi, Mbappé e tutti gli altri. Però la Premier lo sta davvero sondando per una svolta nella carriera a base di big team. LEGGI TUTTO

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    Quelle antiche gestioni dei nuovi americani. Psg-Scamacca per volare nel futuro, anche azzurro

    TORINO – Le dinamiche di mercato offrono lo spunto per “smontare” alcuni luoghi comuni. Da tempo, per esempio, si usa “narrare” che le proprietà americane che sempre più numerose frequentano la Serie A porteranno programmazione tanto nella gestione aziendale quanto in quella sportiva. Invece, almeno per ora è solo, appunto, una narrazione. Il caso più clamoroso ovviamente riguarda il Milan dove, pensate un poco, si è arrivati all’ultimo giorno utile per rinnovare il contratto ai due dirigenti artefici dell’impresa scudetto: Maldini e Massara. Lasciamo da parte l’aspetto mediatico – anche se è legittimo chiedersi se un club “italiano” sarebbe stato trattato con un simile sussiego: ne dubitiamo – e concentriamoci sui motivi concreti che stanno alla base di questo ritardo. Che si riducono sostanzialmente ea questioni di autonomia operativa da parte dei manager. Insomma: a Elliott/Carldinale RedBird piace, assai dicono, metter becco nelle decisioni tecniche e questo a Maldini (in particolare) va sempre meno a genio. Qualcosa che ricorda molto l’invadenza di certe vecchie conoscenze del nostro calcio e che non assomiglia a nulla di “americano”.
    IN LEGA Per nulla “americana” poi è la gestione degli equilibri in Lega. Ci si aspettava un “asse” da parte dei proprietari d’oltre oceano e invece emergono anche tra loro divergenze, si determinano alleanze. Prova ne sui l’ultima puntata andata in Scena in Lega di A con la Roma dei Friedkin a sostenere – unico club contro anche gli altri targati Usa – una offerta del Qatar contro una degli Emirati. Nulla di peccaminoso, per carità, ma appunto la conferma che non basta arrivare da Oltre Oceano perché automaticamente si portino aventi le stesse idee.

    CIAO A margine di queste considerazioni, rileviamo una qustione più squisitamente mercatara: il prossimo passaggio di Gianluca Scamacca al Psg. E chiariamo subito che a noi non scandalizza affatto che il centravanti in pectore della Nazionale maggiore vada a giocare all’estero. Anzi, ci piacerebbe che fosse imitato da moltissimi calciatori italiani che all’estero avrebbero la possibilità di crescere un poco più in fretta e di conoscere il mondo, quello un poco più vero oltre i social e i resort extra lusso. E usciamo dalla banalità: il ct Mancini avrà la possibilità di vederlo ogni volta che vuole: per fortuna il mondo, nonostante in Italia si ostinino a negarlo ancora in troppi, ha confini sempre più labili. LEGGI TUTTO

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    Psg verso il raduno, Galtier nell'ombra e ciao Pochettino

    TORINO – Lunedì 4 luglio si raduna il Paris Saint Germain, reduce dall’ennesimo titolo francese e, per la verità, anche dall’ennesima porta in faccia in Champions League. In Francia è il club più rappresentativo, soprattutto dopo aver raggiunto a quota record di 10 titoli l’ormai nobile decaduto Saint Etienne. Eppure a pochi giorni dal giorno che celebra ufficialmente il ritorno in attività, il Psg non ha ancora un allenatore… In effetti un tecnico ci sarebbe, l’argentino Mauricio Pochettino al quale nessuno ha ancora comunicato che la prossima stagione non si accomoderà sulla panchina del club parigino. Il successore è stato già individuato in Christophe Galtier che proprio da ieri non è più ufficialmente l’allenatore del Nizza. Ricapitolando: quello che vanta un contratto fino al 2023 a 12 milioni a stagione è in stand-by mentre chi non ha più un datore di lavoro al contrario si appresta a prendere in mano la squadra.
    SOLDI SOLDI Il presidente-padrone Nasser Al-Khelaïfi ha regalato al calcio europeo anche questo vero e proprio equilibrismo manageriale che comunque gli costerà un robusto indennizzo a Pochettino stimabile intorno alla ventina di milioni. La rivoluzione che ha portato l’ingresso di Luis Campos al posto di Leonardo nella gestione del mercato del club, si completerà quindi anche con Galtier, tecnico che con il Lille ha costruito un miracolo sportivo vincendo il titolo nel 2021. L’ossessione del presidente qatariota – divenuto una sorta di socio in pectore del presidente Uefa, lo sloveno Alexander Ceferin – resta la Champions League visto che in Francia ha fatto indigestione di trofei. Pochettino paga la prematura uscita di scena dell’ultima edizione, quella firmata dal Real Madrid dell’ex Carlo Ancelotti e dall’implacabile Karim Benzema, che sembrava cosa fatta con l’ingaggio di Lio Messi, Gianluigi Donnarumma, Sergio Ramos e Georginio Wijnaldum, al tirar delle somme solo comparse nel torneo, e con l’assegnazione dell’atto finale proprio a Parigi, al posto della russa San Pietroburgo. Per pianificare il riscatto oggi manca solo un tassello non certo trascurabile… un allenatore. LEGGI TUTTO

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    Kean e Leao, quando in passerella sfila il mercato

    TORINO – (e.e.) Metti tre calciatori a fare i modelli e il look… esplode. Insieme, tutti in una volta, Rafael Leao (Milan), Marcus Thuram (Borussia M’gladbach), Moise Kean (Juventus). All’attacco, sempre, anche sul mercato. Thuram, figlio di Lilian, ex colonna fra gli altri di Juve e Parma, è stato vicino all’Inter prima dell’incidente. Vorrebbe riprovarci, vorrebbe venire in Italia dove lui è cresciuto. Kean è invece sempre più lontano dalla Juve dove con Max Allegri non ha convinto. La sua preferenza va al Psg dove si è trovato bene alla stagione 2020-2021 con 13 gol in campionato, il suo top fin qui (6 nella Juve 2018-2019, 5 in quella passata), per questo resta freddino su Fulham e Nottingham Forest, neopromosse in Premier. Infine, ma non ultimo per importanza, Leao che il Milan vorrebbe blindare con un nuovo contratto allungato: il passaggio di proprietà sta però rimandando ogni azione e si aspetta prima il rinnovo di Paolo Maldini. Leao è a rischio assalto da parte delle big, dal Real Madrid al Manchester United. Il Milan dovrà scegliere allora se incassare o puntellare la squadra del futuro con il suo uomo scudetto.  LEGGI TUTTO

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    Di Maria si allena, in bianconero, tra fiducia e docce fredde. E salta sull'elefante…

    TORINO – Angel Di Maria, ennesima puntata. L’argentino è in vacanza a Ibiza con i connazionali e si sta divertendo un mondo. In particolare, con Lo Celso e Paredes ha vinto la gara a chi salta con più stile sull’elefante. Roba che se sbagli la rincorsa sono dolori… L’ex del Psg, comunque, bada anche a tenere una buona forma e allora eccolo in palestra a sudare: pantaloncini neri dell’Albiceleste e maglietta bianca. E la Juve vorrebbe vestirlo di bianconero al più presto. Si attende la risposta sull’anno di contratto con opzione: ovvero, la via di mezzo tentata dal club per non vedersi sfuggire la possibilità di avere un crac anche solo per una stagione. Angel difatti vuole fare ancora un campionato in Europa, prepararsi al meglio per i Mondiali e poi rientrare a casa, al Rosario Central dove già c’è Carlitos Tevez che lo chiama a più riprese. Di Maria-Juve a oltranza, quindi, tra fiducia e docce fredde per smaltire il sudore… LEGGI TUTTO