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    Da Rabiot a Milik, ecco la Juve mondiale

    TORINO – Szczesny in porta, il tridente brasiliano, Danilo, Gleison Bremer e Alex Sandro, in difesa, a centrocampo McKennie, Rabiot, Paredes e Kostic, in attacco Di Maria, Vlahovic e Milik: non è la formazione che scende in campo a Verona, né quella che affronterà domenica sera la Lazio, bensì è la Juventus mondiale, il 3-4-3 a forte trazione anteriore che sarà protagonista in Qatar. Con una defezione d’eccezione, quella di Paul Pogba, altrimenti sarebbero stati 12 i bianconeri in procinto di salutare la Continassa.
    Gli incroci in Qatar
    Dalla Polonia alla Serbia, dalla Francia agli Usa, dal Brasile all’Argentina, ci saranno grandi sfide bianconere ai Mondiali. Paredes e Di Maria prima affronteranno nel girone la Polonia di Szczesny e Milik, mentre in semifinale potrebbero trovarsi davanti il Brasile di Alex Sandro, Danilo e Bremer per il più classico dei big match tra le due corazzate sudamericane. La Nazionale verdeoro inizierà invece il torneo contro la Serbia di Kostic e Vlahovic, che non vuole al momento forzare per non mettere a rischio la sua partecipazione.
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    Juve, senti Scaloni: chiede di preservare Di Maria e Paredes per il Mondiale

    L’inedito Mondiale in pieno inverno, come facilmente ipotizzabile ben prima dell’immediata vigilia, sta fortemente condizionando la stagione in corso. E non soltanto per via di un calendario fitto e congestionato, tra campionati nazionali e coppe assortite. Man mano che l’appuntamento con Qatar 2022 si fa più imminente, infatti, aumentano i casi di giocatori che – in maniera più o meno ufficiale – cercano di gestirsi per presentarsi nelle migliori condizioni possibili all’appuntamento iridato. E, al contempo, si infittiscono le pressioni da parte dei commissari tecnici.
    Il caso dell’albiceleste
    È il caso, quest’ultimo, dell’Argentina, come candidamente ammesso nelle scorse ore dal selezionatore Lionel Scaloni. «Stiamo parlando con le singole società: vorremmo che chi non è al 100% non giochi gli ultimi impegni, ma è difficile», le sue parole nemmeno troppo sibilline. Subito rimbalzate in tutto il globo e, naturalmente, anche a Torino, sponda Juventus. In bianconero militano infatti due argentini nel giro della Nazionale, e che argentini. Entrambi fatalmente alle prese con qualche problema fisico.
    I nodi bianconeri
    Paredes ha ripreso ad allenarsi in gruppo alla Continassa proprio questa settimana, ma non scende in campo dallo scampolo di gara con l’Empoli del 21 ottobre. Di Maria, dal canto suo, non ha ancora trovato un briciolo di continuità da quando in estate è atterrato a Torino: appena 8 presenze, compresi i 9′ nel finale contro l’Inter di domenica sera. L’uno e l’altro non sono al meglio, inevitabilmente. L’uno e l’altro rappresentano importanti colonne dell’albiceleste, anche e soprattutto della versione 2022 che si presenterà a breve in Qatar per vincere. Ma non per questo la società, e Allegri di conseguenza, riserverà loro un trattamento particolare: finora hanno contribuito alle sorti della squadra in misura minore rispetto a quanto auspicato ad agosto, le tappe contro Verona e Lazio nei prossimi quattro giorni serviranno anche per rilanciarne le quotazioni in bianconero.
    Guarda la galleryDi Maria vola al Mondiale in Qatar con MessiIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Mondiale: Son ce la fa, giocherà con una protezione per l'orbita oculare

    TORINO – La paura è passata, ora è il tempo dei sorrisi e dell’ottimismo. Son Heung-Min, superstar del Tottenham e della Corea del Sud, ha fugato ogni residuo dubbio e confermato, attraverso i suoi profili social, che farà parte della spedizione in Qatar per la Coppa del Mondo nonostante si sia fratturato l’orbita dell’occhio in quattro punti la scorsa settimana. Son è già stato operato con successo e indosserà una maschera protettiva appositamente progettata durante il Mondiale. Il 30enne ha subito il terribile infortunio nel corso del primo tempo della vittoria degli Spurs in Champions League a casa del Marsiglia dopo essersi scontrato con il difensore francese Chancel Mbemba.
    Corsa contro il tempo
    A caldo, il timore era legato a un eventuale forfait in vista della kermesse qatarina. Così, per aumentare le chance di partecipazione dell’asso del Tottenham, l’intervento chirurgico è stato anticipato di qualche giorno. Ora, dopo aver ricevuto il via libera dai medici, Son ha confermato che sarà parte della rosa sudcoreana: «Ciao a tutti, volevo solo prendermi un momento per ringraziarvi tutti per i messaggi di supporto che ho ricevuto nell’ultima settimana. Ne ho letti così tanti e li ho davvero apprezzati. In un momento difficile hanno rappresentato un enorme incitamento e mi hanno regalato grandissima forza! Rappresentare il tuo Paese ai Mondiali è il sogno di ogni bambino che gioca a pallone: è stato anche il mio sogno, fin dall’infanzia più tenera. Non vedo l’ora di rappresentare il nostro bel Paese».
    «La maschera? Uno scherzo»
    Son ha aggiunto, in coreano, un messaggio per i fans che vivono nel suo Paese d’origine, riferendosi alle mascherine anti-Covid che sono state fatte indossare in Corea del Sud per contrastare la pandemia: «Considerando le maschere che tutti voi avete indossato con pazienza negli ultimi due anni, la mia mascherina per i Mondiali non sarà nulla. Sarà uno scherzo». La Corea del Sud inizierà la sua campagna nel Gruppo H contro l’Uruguay il 24 novembre prima di affrontare il Ghana quattro giorni dopo e il Portogallo il 2 dicembre.
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    Argentina: il presidente Tapia e il rito “antisfiga” per il Mondiale

    TORINO – Cosa non si fa per annullare l’effetto di una maledizione. Ma anche: essere disposti a tutto pur di non farsi più colpire dalla sfiga. Claudio El Chiqui Tapia è uomo assai credente. Il presidente dell’Afa, i suoi figli e la sua famiglia danno un enorme valore alla religione. I ringraziamenti al Signore, le preghiere a Dio sono presenti nella vita quotidiana del numero uno del calcio argentino: non le ha dimenticate dopo ciascuna delle promozioni centrate dalla sua squadra di club, il Barracas Central, di cui è molto più che Presidente. Tapia cita l’Altissimo sui social. Sempre. Ma non bastano solo parole o preghiere: El Chiqui, come ogni buon cattolico che si rispetti, sa che i voti vanno rispettati.
    In ginocchio da te
    Ecco quindi che nelle ultime ore sono venute alla luce sui social le foto del presidente dell’Afa mentre compie una promessa fatta alla Difunta Correa, una figura venerata in Argentina, Uruguay e Cile, specialmente tra le classi popolari. Tapia s’è recato al Santuario che si trova nel piccolo paese di Vallecito, in provincia di San Juan: ha percorso i 72 scalini che portano al santuario in ginocchio e, davanti alla cripta, ha ringraziato la Difunta Correa per il trionfo ottenuto dall’Argentina contro l’Italia a Wembley nella Finalissima. «L’importante non è quello che si promette, ma quello che si realizza. Finalissima 2022. Ora più che mai, avanti Argentina!», ha pubblicato El Chiqui sul suo account Twitter. Non è però la prima volta in cui la Difunta Correa intreccia il suo culto con il mondo del calcio: dopo lo storico trionfo del Maracanã nella finale di Copa América contro il Brasile nel 2021 Tapia si era recato a Vallecito a portare il trofeo alla Santa. Adesso è tutto pronto per il Qatar, con la speranza che il maleficio sia stato finalmente spezzato.
    Altro che Béla Guttmann
    Sì, perché sulla Selección sembrava esserci una sorta di maleficio, che la portava, dopo il 1986, a sfiorare trionfi e trofei senza mai riuscire a renderli concreti. La vox populi argentina racconta che il maleficio c’era davvero, una sorta di maledizione di Béla Guttmann in salsa chimichurri: la maledizione di Tilcara. Secondo la leggenda, la squadra allenata dal Narigón Carlos Salvador Bilardo fece un tour prima della Coppa del Mondo in Messico. Passò per Tilcara, paesino della provincia di Jujuy. E lì, come raccontano ancora oggi i vecchi della zona, promisero di tornare in caso di successo nel Mondiale, per portare la Coppa al Santuario della Vergine. Andò in Messico e vinse, l’Argentina del Diego, di Valdano, di Burruchaga, Pumpido e del Tata Brown. Mai nessuno però si ricordò della promessa fatta alla Vergine di Tilcara per il titolo, scatenando così la presunta maledizione. Ora che il maleficio di Tilcara pare essere spezzato, grazie a Tapia e alla Difunta Correa, nessuno nutre il minimo dubbio che, in caso di trionfo Mundial, il Chiqui tornerà a Vallecito. In ginocchio e con la Coppa in mano.
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    Mondiale: Inghilterra, Chilwell alza bandiera bianca. Come Kanté e tanti altri

    TORINO – Mentre l’Argentina studia quale potrebbe essere il miglior sostituto di Gio Lo Celso, che salterà il Mondiale per un infortunio, Gareth Southgate, ct dell’Inghilterra, riceve una pessima notizia: Ben Chilwell, terzino sinistro del Chelsea e dei Three Lions in Qatar non ci sarà. Chilwell, infatti, secondo quanto comunicato dal suo club ha riportato «un grave infortunio al tendine del ginocchio durante l’ultima partita di Champions League contro la Dinamo Zagabria». Non è l’unico cruccio del ct inglese: Southgate infatti, a due settimane dall’inizio del Mondiale, spera ancora di poter recuperare i terzini destri Reece James (Chelsea) e Kyle Walker (Manchester City) oltre a quello del centrocampista Kalvin Phillips (Manchester City), ma le chance di vederli in capo nella kermesse iridata sono ridotte al lumicino.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Qatar, l'Onu promuove le riforme del lavoro

    TORINO. L’Ilo, l’Organizzazione internazionale del Lavoro che fa capo all’Onu, ha chiuso l’inchiesta sui diritti dei lavoratori in Qatar: «L’Ilo accoglie l’impegno del Qatar a intervenire in cooperazione con l’organizzazione per la promozione e la protezione dei diritti dei lavoratori Circa 2 milioni di lavoratori in tutti i settori godranno d’ora in poi di migliore protezione, compreso un sistema di risoluzione delle controversie, accessibile anche ai più vulnerabili» hanno commentato Guy Ryder e Luc Cortebeeck, dg e presidente dell’Oil. All’interno del report, dal titolo Labour reforms in the State of Qatar, si legge che diverse nuove leggi e regolamenti, adottati a partire dal 2018, hanno eliminato gli aspetti più problematici della “kafala”, un sistema secondo il quale i lavoratori del Qatar dovevano ottenere il permesso dei datori di lavoro per poter cambiare lavoro. Questo rendeva i lavoratori eccessivamente dipendenti da datori di lavoro che spesso si trasformavano in sfruttatori. Ora i lavoratori possono cambiare datore di lavoro in qualsiasi momento durante il contratto, dopo un periodo di preavviso massimo di due mesi. Inoltre i lavoratori migranti, compresi i lavoratori domestici, non hanno più bisogno di un permesso di uscita approvato dal datore di lavoro per lasciare il Qatar. Lo smantellamento del sistema della “kafala” ha facilitato un enorme aumento della mobilità del lavoro, con oltre 348.450 lavoratori che hanno cambiato lavoro tra il 1° novembre 2020 e il 31 agosto 2022. Nel marzo 2021 è entrata in vigore anche la legge sul salario minimo. sempre nel 2021 è stata adottata una decisione ministeriale che amplia il periodo in cui è vietato lavorare all’aperto durante l’estate: il numero totale di orari di lavoro vietati è significativamente più alto rispetto a qualsiasi altro Paese della regione.
    TUTELE E DIRITTI
    I problemi della tutela dei lavoratori in Qatar sono stati al centro di molte denunce da parte delle organizzazioni umanitarie. Secondo Amnesty Intenational sarebbero addirittura 6.500 i morti durante i lavori per il Mondiale e anche le condizioni di vita sono spesso al di sotto della soglia minima di dignità per gli immigrati dal Sud Est Asiatico, dal Bengala e dall’Africa. Ora l’annuncio del ministro qatariota aprirebbe a scenari di maggiore dignità almeno secondo i responsabili dell’Oil. A sostenere l’Ilo vi è anche la Confederazione sindacale internazionale, che nel 2014 è stata fra le voci più critiche contro il Qatar: «Doha ha fissato un nuovo standard per i Paesi del Golfo. – ha commentato il segretario generale Iutc Sharan Burrow – che dovrà essere applicato anche da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti dove milioni di lavoratori migranti sottostanno a forme di moderna schiavitù». Che ci fossero dei problemi, insomma, era arcinoto. Qualcosa si muove, anche se la stessa Iol ammette che il percorso è solo all’inizio: «Ci vuole tempo per costruire istituzioni e cambiare pratiche radicate. I diritti dei lavoratori domestici devono essere maggiormente tutelati, compresi quelli relativi agli orari di lavoro e di riposo. Il Qatar ha dimostrato la sua determinazione a portare avanti il suo programma di riforme del lavoro. L’OIL e gli altri partner continueranno a sostenere le riforme per garantirne il progresso e il successo». E’ innegabile che anche l’organizzazione del Mondiale, con tutti i suoi limiti e le sue storture, abbia dunque contribuito ad accendere un faro sui diritti dei lavoratori. E spinto molti ad accorgersene: resta molto da fare, ma qualcosa si muove anche grazie al calcio.
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    Torino, Vlasic preconvocato nella Croazia

    TORINO – In definitiva in Qatar ci potrebbero andare entrambi, chi ha scelto il Toro per rilanciarsi, e chi dal club granata ha deciso di andarsene non ritenendolo adeguato alle proprie ambizioni. Zlatko Dalic, ct della Croazia, ha diramato l’elenco dei 34 preconvocati per il Mondiale di Qatar 2022 dal quale usciranno i 26 che prenderanno parte alla rassegna internazionale: lista nella quale compare sia il nome di Josip Brekalo – poco impiegato nel Wolfsburg dove ha fatto ritorno – che quello Nikola Vlasic, leader tecnico del Toro di Juric.

    Gli altri quattro “italiani”

    Tra i croati che giocano in Italia lo stesso Dalic ha preconvocato pure i difensori Pongracic (Lecce) ed Erlic (Sassuolo), nonché i centrocampisti Brozovic (Inter) e Pasalic (Atalanta). In Qatar la Croazia se la vedrà inizialmente nel girone formato da Belgio, Canada e Marocco.
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    Papu Gomez: un'entrataccia, gli insulti e il nuovo soprannome: macellaio!

    TORINO – Come farsi dei nuovi amici? Papu Gomez, lo stai facendo nel modo sbagliato! L’argentino ex numero 10 dell’Atalanta, ora punto di forza del Siviglia dell’Hombrecito Jorge Sampaoli, è da giorni al centro di una feroce polemica. Durante la sfida tra il Real Madrid e i biancorossi andalusi il centrocampista s’è reso protagonista di un brutto fallo su Federico Valverde, stella uruguaiana dei Blancos di Carlo Ancelotti. Un intervento di frustrazione, visto che mancavano una manciata di minuti alla fine del match, dominato dai merengues con un 3-1 molto più che rotondo, un’entrata che ha costretto Valverde a uscire anzitempo dal campo e ha acceso le preoccupazioni e le sirene d’allarme nel ritiro della Celeste in vista dell’imminente Mondiale in Qatar.

    Nomignolo spiacevole

    Il centrocampista uruguaiano, faro madridista e della Nazionale di Diego Alonso, ha concluso la partita con un dolore alla coscia destra che ha destato preoccupazione per le sue condizioni a meno di un mese dalla Coppa del mondo. Gomez è stato sanzionato con un sacrosanto cartellino giallo, ma il peggio per il giocatore della Seleccion è arrivato poche ore dopo. Sui social network è infatti esplosa la rabbia dei tifosi del Real Madrid e dell’Uruguay: prima hanno iniziato a insultare l’argentino con epiteti tipo “cerdo” (maiale), “carnicero” (macellaio) e “mala leche” (personaccia), poi, non ancora soddisfatti, hanno postato il numero di cellulare del giocatore perché potesse essere molestato anche al telefono.

    Il precedente di 4 anni fa

    Non è la prima volta, però, che il Papu Gomez finisce al centro del mirino per un’entrataccia a pochi giorni dal Mundial: nel 2018 durante Atalanta-Milan, giornata di campionato di Serie A numero 37, provocò l’infortunio di Lucas Biglia, suo compagno nell’Argentina, con una ginocchiata sulla schiena. Biglia fu costretto a saltare la Coppa del mondo in Russia. Valverde è stato più fortunato: dopo la paura, gli esami strumentali hanno scacciato l’incubo di vedersi le partite dell’Uruguay in Qatar dalla tv.
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