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    Furia Ranieri, attacco al Var. Poi l’abbraccio a Pedro: “Preso a parolacce”

    Alla Lazio basta un gol di Pedro per ritornare alla vittoria dopo tre giornate e battere il Cagliari. Una partita sofferta nonostante l’uomo in più dal 27′ per il rosso a Makoumbou per aver interrotto una chiara occasione da rete (fallo su Guendouzi, valutato come Dogso dal Var). L’allenatore dei rossoblu, Claudio Ranieri, ha analizzato la partita ai microfoni di Dazn e non sono mancate le polemiche.
    Lazio-Cagliari, le dichiarazioni di Ranieri
    Il tecnico del Cagliari ha parlato subito dell’abbraccio con Pedro a fine partita: “Emozionato? No, gli ho detto qualche parolaccia. Con lui lo posso fare, sa che scherzo. E’ una grande persona”. Sulla partita: “Me la sono voluto giocare nonostante l’uomo in meno e abbiamo avuto due palle gol”. Poi un attacco agli arbitri e alla tecnologia: “Non capisco perché il Var abbia dato il rosso, non deve entrare in queste cose. Chi sta al monitor deve aiutare l’arbitro, non deve farlo sbagliare. Per me questo non è un fallo, considerando il metro di giudizio. Non avrò Makoumbou neanche alla prossima”. Tornando al campo: “Sono contento della prestazione, anche se sono dispiaciuto per la partita. Luvumbo? Poteva fare qualcosa di più, ma ci può stare non faccia una gara al 100%, ma nonostante questo è stato una spina nel fianco per Lazzari”. Su Lapadula: “Non è al meglio, ma ha bisogno di giocare”. LEGGI TUTTO

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    Ranieri, Cagliari-Genoa: “Mille occhi su Gudmundsson”

    Cagliari-Genoa, conferenza Ranieri
    Claudio Ranieri ha analizzato la gara coi rossoblù: “Sono una signora squadra con grandi giocatori. Gilardino ha cambiato tutto, dobbiamo avere il massimo rispetto e fare una partita di livello con l’aiuto dei nostri tifosi. Stiamo lavorando bene e siamo consapevoli. Retegui? Grande giocatore con una grande rapidità di esecuzione, avremmo mille occhi su Gudmundsson che ha fatto 4 gol in campionato”. Sui gol subiti: “Mi sono stufato di subirli, non è possibile che chi si debba salvare prenda sempre gol”. Sulla mentalità e le reti nel finale: “Vogliamo provarci sempre fino alla fine. C’è modo e modo di perdere, dobbiamo migliorare in difesa e facciamo tanti errori che non facevamo l’anno scorso”. 
    Sui singoli: “Pereiro sta entrando nell’ottica del mio calcio. Petagna è sulla strada buona ma non ancora al 100% così come Shomurodov. Makoumbou? Gli rompo le scatole perché lo voglio perfetto. Viola giocatore di grande personalità e qualità”. Su Luvumbo: “Ha fatto la differenza in tutte le partite per quello dipendiamo da lui”. In chiusura su Pavoletti: “E’ la nostra Serie A, sta portando esperienza nel gruppo ed è sempre in prima fila a tirare il gruppo”.  LEGGI TUTTO

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    Cagliari, Ranieri: “Ci salveremo all’ultima giornata. Siamo Luvumbo dipendenti”

    Dopo la rabbia per l’arbitraggio contro la Salernitana, il Cagliari ha messo le proprie energie in campo per preparare un’altra sfida importante come quella contro il Frosinone. Sei sconfitte, tre pareggi e ancora nessuna vittoria: è stato questo, sin qui, il bottino di Ranieri dopo il ritorno in Serie A coi rossoblù. Un trend che il tecnico vuole invertire e per farlo ha in Luvumbo il suo ‘nuovo Suazo’: tra i migliori della squadra in questo avvio di stagione. L’ex Leicester ha parlato in conferenza a due giorni dalla sfida contro la formazione allenata da Di Francesco. 
    Cagliari-Frosinone, conferenza Ranieri
    Claudio Ranieri ha parlato della sfida contro il Frosinone: “Sono in piena fiducia e rappresentano una delle sorprese di questo campionato insieme al Lecce. Li affrontiamo in un momento d’oro. Di Francesco? Con lui ho un ottimo rapporto. C’è tanto di suo in questa squadra”. Il tecnico è tornato sulla partita di Salerno: “Sono rimasto soddisfatto della prova dei ragazzi. No, non c’è rabbia. Non ci abbiamo più pensato”. Sul modulo: “Non ho una sola strada posso variare in base alle condizioni della squadra”. Poi ha parlato dei singoli: “Al momento siamo Luvumbo dipendenti, godiamoci i suoi gol. Petagna? Era partito bene poi ha avuto problemi al polpaccio. Con una struttura così importante ha bisogno di tempo. La panchina di Salerno non deve scoraggiarlo, sarebbe peggio per lui e per Leonardo (Pavoletti n.d.r.). So che mi salverà all’ultimo secondo dell’ultima partita e ho bisogno di tutti: 1′, 5′ o 90′ poco importa – e continua – Nandez devo valutarlo bene. Mancosu sta bene ed è un’opzione per la prossima partita. Gioca Scuffet, ma la mia fiducia per Radunovic non è cambiata”.  LEGGI TUTTO

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    Ranieri: “Il campionato del Cagliari inizia adesso, vi dico perché”

    Ancora una sconfitta per il Cagliari, ma una sconfitta da cui ripartire. I rossoblù cadono contro la Roma di Josè Mourinho, dopo la sosta arriveranno due sfide salvezza cruciali. Non demorde Claudio Ranieri: il tecnico dei sardi, nonostante la caduta e la difficile situazione di classifica, non perde le speranze e trova il motivo per cui sorridere.
    Cagliari-Roma, parla Ranieri
    Queste le dichiarazioni dell’allenatore a Dazn: “Eravamo partiti discretamente bene, con l’occasione di Petagna. Sono stati bravi loro a fare due gol velocemente, oltre a qualcho demerito nostro. Quando hanno accelerato è stato complicato per noi. La nota positiva è che abbiamo affrontato 5 squadre forti, ora inizio il nostro campionato. Sapevamo di dover soffrire, siamo uniti con la volontà comune di rialzare il Cagliari. Tutti dobbiamo dare qualcosina in più, iniziando da me, che dovrò spronarli di più. Il pubblico capisce che siamo dove dobbiamo stare, l’avevo detto a inizio campionato che saremmo stati in burrasca ma senza dover perdere il timone. Ci sono difficoltà e deficit che le grandi squadre ti fanno notare ulteriormente. Ora Salernitana e Frosinone? Due gare importanti per loro e per noi, spero non si veda quel divario che c’è stato nelle partite giocate fino ad ora”. LEGGI TUTTO

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    Cagliari-Roma, Ranieri: “Gioca Scuffet, Luvumbo convocato”

    “Noi non siamo la squadra materasso”. Dalle scuse dopo la sconfitta contro la Fiorentina alla voglia di invertire la rotta a partire dal match contro la Roma: Ranieri è stato chiaro in conferenza in vista della gara contro Mourinho. “Una sfida particolare per me” e il rapporto col portoghese “è iniziato male ma finito bene, lo stimo molto”. Il campionato dei sardi non è iniziato al meglio: due pareggi (Torino e Udinese) e poi cinque sconfitte, di cui tre consecutive, con l’ultimo posto in classifica. L’allenatore ha parlato del momento della squadra a due giorni dalla gara contro i giallorossi
    Cagliari-Roma, conferenza Ranieri
    “Concentriamoci su questa partita e poi penseremo alla sosta. – ha detto Ranieri – Sarà una sfida complicata e mi aspetto una grande Roma. Fa strano vederla in basso in classifica ma si sta rialzando”. Sull’esperienza: “Abbiamo sbagliato dei gol sciocchi con giocatori esperti. Loro devono darti la serenità perché sanno come vanno le cose e cosa fare per cambiarle”. E il modulo: “Lo cambiamo durante le partite. I ragazzi conoscono ogni movimento ma non vi dirò come giocherò contro la Roma”. 
    Dalla partita ai singoli: “Radunovic mi ha confermato che non è sereno: gioca Scuffet” e in attacco “Luvumbo verrà in panchina, Mancosu out. Lapadula? Difficile possa recuperare dopo la sosta”. Sui giovani: “Oristanio e Prati li ho trovati bene, sto pensando se farli giocare titolari”. In chiusura su Desogus: “Mi piace molto, è un ragazzo con dei numeri e lo terrò presente”.  LEGGI TUTTO

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    Gasperini: “Atalanta, determinati anche in campionato. Ranieri leggenda”

    L’Atalanta di Gasperini vuole subito ripartire anche in Serie A. I bergamaschi domani affronteranno il Cagliari in casa, e alla vigilia della sfida il tecnico della Dea ha analizzato la situazione della sua squadra e non solo. Gasperini ha dichiarato: “Se pensi a Ranieri, pensi alla leggenda del Leicester. Ma fatte le debite proporzioni l’impresa l’ha fatta prendendo un Cagliari in difficoltà per riportarlo in A e ricostruirlo. Hanno allestito una rosa con molte alternative, sanno giocare con più moduli, sono organizzati e sanno difendersi – osserva il tecnico nerazzurro sui canali ufficiali del club -. Possono fare bene. Ranieri al Leicester è legato a un’impresa tra le pochissime, forse l’unica, nella storia del calcio. Qualcosa di fantastico”.
    Gasperini: “Il turnover andrà valutato”
    Il tecnico dell’Atalanta vuole archiviare subito la prima vittoria in Europa League: “Solo oggi abbiamo potuto rivolgere al Cagliari tutta la nostra attenzione, mentre gli avversari con noi lo fanno da una settimana. Le serate in Europa sono circondate da entusiasmo, si giocano in un clima diverso: è stata una bella partita ma il campionato è un’altra competizione”. Alle porte, il trittico completato da Verona mercoledì e Juventus domenica 1° ottobre: “Un nuova settimana con tre gare molto impegnative con difficoltà diverse. Il turnover andrà valutato gara per gara a seconda degli avversari e delle nostre esigenze. L’importante è che non ci siano infortuni – chiude l’allenatore dei bergamaschi -. In questo momento non ho intenzione di fare grandi cambiamenti. Bisogna recuperare energie migliori e la determinazione messa in coppa va riproposta anche in campionato”. LEGGI TUTTO

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    Shomurodov: “È un Cagliari che ti ricarica”. E su Ranieri e Mourinho…

    «Mi trovo bene con la squadra, con i ragazzi, con il mister. Le vacanze sono state lunghe, praticamente sono durate un mese… I primi giorni è stato più difficile, ma adesso va molto meglio e sto bene. Mi sento carico e non vedo l’ora che inizi il campionato».
    Vacanze a casa?
    «Sì, in Uzbekistan».
    Ce lo racconta, l’Uzbekistan? Probabilmente la maggior parte di noi italiani non saprebbe collocarlo geograficamente in modo esatto… Nonostante una delle canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana si intitoli proprio Samarcanda!
    «Samarcanda è una città storica, ci vengono tanti turisti. Poi ci sono Bukhara e Khiva. Tutte e tre sono affascinanti, artistiche. E c’è la capitale Tashkent, anche questa molto bella. Io sono nato a Jarkurgan, l’accademia l’ho fatta a Mashal, è lì che ho iniziato a giocare a calcio. In Uzbekistan amiamo molto il calcio, è il primo sport. Poi ci piace molto la boxe: otteniamo risultati alle Olimpiadi, ai Mondiali. Io, però, venendo da una famiglia di calciatori, ho subito iniziato a giocare a calcio».
    Il piccolo Messi…
    «Massì, i giornalisti mi hanno soprannominato così, anche se non c’entro niente con lui. Né come fisico, né come modo di giocare. E poi Messi è Messi. Chissà come è nata questa cosa. Ora comunque non ho soprannomi, sono Eldor e basta».
    C’è qualche attaccante che ha ammirato e studiato in modo particolare?
    «Da ragazzino avevo Drogba e Fernando Torres come idoli, li studiavo e cercavo di capire i loro movimenti. Ora, beh, studio soprattutto i movimenti e gli schemi che mi suggeriscono i miei allenatori. Studio con Ranieri».
    Com’è stato l’impatto con il mister?
    «Ottimo. Anche se non ci siamo ancora detti nulla di speciale, ovviamente. La stagione è solo all’inizio. Mi ha chiesto come stavo fisicamente. So che può aiutarmi a crescere, ad esprimermi al meglio».
    L’obiettivo è quello di tornare alle prestazioni e alla continuità dell’esperienza al Genoa, giusto? Cosa serve per rendere di nuovo a quei livelli?
    «Conta molto l’aspetto psicologico. Mi sentivo forte, c’era l’ambizione. Sentivo la fiducia. Qui a Cagliari ci sono tutti gli ingredienti per ripetermi e credo possa essere l’occasione giusta: allenatore esperto e preparato, una società che crede in me, un bel gruppo pieno di entusiasmo. Tanti tifosi sono venuti con passione a fare il tifo anche in ritiro. Al campo, in albergo: ci aiutano tanto. La rimonta dello scorso anno ha entusiasmato la piazza e in squadra sento che c’è consapevolezza, c’è fiducia. Quelle partite di carattere giocate contro il Bari hanno colpito anche me e sono state una delle cose a cui ho pensato quando è capitata l’occasione di venire al Cagliari».
    Tra i nuovi compagni chi la sta aiutando di più a entrare nel gruppo?
    «Edoardo Goldaniga, che conosco dai tempi del Genoa. Poi anche altri giocatori più “vecchi”, i senatori. Pavoletti, ad esempio».
    Ruolo d’attacco: ha preferenze?
    «Quando si gioca con due attaccanti per me è più facile, io ho sempre giocato così e sono più vicino alla porta. Se gioco a tre devo stare a sinistra e ho bisogno di più tempo: devo dribblare e attaccare lo spazio. È diverso». LEGGI TUTTO

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    Bari-Cagliari: stasera la terza promossa

    TORINO – La stagione di Serie B si chiude in bellezza, davanti ai circa 58mila spettatori che stasera, fischio d’inizio alle 20.30, affolleranno il San Nicola di Bari per la finale playoff di ritorno fra i pugliesi e il Cagliari che sancirà la terza promozione in A dopo quelle di Frosinone e Genoa. Giovedì sera, alla Unipol Domus, è stato un beffardo 1-1. Al vantaggio sardo in avvio col solito Lapadula (4° gol nei playoff, 26 gol nella sua prima stagione in rossoblù), ha risposto l’infinito Mirco Antenucci al 96’, su rigore. Quando è stato assegnato il penalty, il tecnico Mignani lo ha mandato in campo per farglielo battere, considerato che in precedenza Cheddira ne aveva fallito uno, ben parato da Radunovic. Ma al di là della beffa, è stato un pari giusto, come ha riconosciuto Ranieri. Sir Claudio ha fatto notare come il suo Cagliari in tutta la partita sia andato a strappi: in alcuni momenti era dominante e dava un’impressione di superiorità netta. In altri subiva non poco e se è arrivato in vantaggio fino al recupero, lo si deve alle prodigiose parate di Radunovic, il migliore in campo. Stasera però, è tutta un’altra storia. A Cagliari si sogna il “San Nicolazo”: sarebbe la versione italiana del Maracanazo, cioé la più eclatante e inaspettata vittoria in trasferta nella storia del calcio, quando nel 1950 l’Uruguay strappò il titolo mondiale al Brasile, vincendo in rimonta al Maracanà, lo stadio cattedrale per eccellenza. Ma al San Nicola, lo stadio astronave disegnato da Renzo Piano per Italia 90, il Cagliari ha già conquistato una promozione in A: accadde il 6 maggio 2016, Rastelli in panchina, vittoria sarda per 0-3 e ritorno in A dopo un anno, come accadrebbe anche stavolta, se si replica quell’exploit, anche se sette anni fa gli spettatori erano 31mila. Teoricamente, i mezzi tecnici ai rossoblù non mancano, non è una missione impossibile. Ma è chiaro che il Bari, fuori dalla A dal 2011, parte con qualche vantaggio. I ragazzi di Mignani hanno chiuso in campionato al 3° posto (contro il quinto del Cagliari) e dunque, se finisse in parità anche stasera, niente supplementari ed eventualmente rigori: vanno in Serie A in virtù del miglior piazzamento in campionato. Inoltre, in campo i pugliesi potrebbero mostrare più freschezza dei sardi, considerato che il Cagliari ha esordito in questi playoff il 27 maggio e stasera gioca la quinta sfida in 15 giorni, essendo partito dal turno preliminare. Per il Bari invece, che ha giocato la prima gara contro il Sudtirol al Druso di Bolzano il 29 maggio, si tratterà della quarta sfida in 12 giorni. Giusto comunque che i pugliesi abbiano quei vantaggi che il regolamento riserva alla miglior classificata in campionato: a differenza del Cagliari, per diversi mesi hanno lottato per la A diretta e nei playoff se ne deve tenere conto. Certo, in caso di A, poi a Bari ne vedremo delle belle. L’allenatore Michele Mignani, 51 anni, diventerebbe un uomo di copertina: genovese da esportazione, debuttò nel calcio professionistico nel 1991, nella Sampdoria di Vialli e Mancini che quell’anno avrebbe vinto lo scudetto. Seguì un’onorevole carriera per la provincia italiana, era un buon difensore centrale che avrebbe meritato più considerazione. Magari l’avrà da tecnico: se riesce a portare il suo Bari dalla C alla A in due anni, bisognerà parlare assai di lui, del suo interessante 4-3-1-2, interpretato dai suoi con l’intensità, l’applicazione e l’equilibrio giusti. E se vince questi playoff, la sorte lo ripagherà di quanto gli accadde nel 2018, quando da tecnico poco più che esordiente arrivò col Siena alla finale dei playoff di C che perse dal Cosenza perché quel giorno aveva la squadra a pezzi. Ma soprattutto, se il Bari sale in A, la famiglia De Laurentiis, già proprietaria del Napoli, sarà costretta a mettere in vendita il club. Anche se ci sarebbero già offerte in caso di promozione (dallo sponsor Casillo, oltre a una pista statunitense che potrebbe comprendere Pallotta, ex Roma), è alto il rischio di rivedere quanto accadde nel 2021 a Lotito con la Salernitana che chiuse la cessione soltanto all’ultimo giorno dell’anno e senza incassare una cifra congrua. Ora i De Laurentiis chiedono 100 milioni: giusto, se vengono a vederti quasi 60mila tifosi. Ma l’obbligo di cedere potrebbe far tenere a chi acquista il coltello dalla parte del manico . LEGGI TUTTO