Il pallone proveniente dalla bandierina del calcio d’angolo, soffiato al sesto minuto a Paulo Dybala che stava già caricando il sinistro sul limite dell’area del Sassuolo, è sembrato una metafora del futuro, con Giacomo Raspadori pronto a prendersi anche il posto nella Juventus che la Joya lascerà a fine stagione. È ancora presto per dire con certezza se il futuro bianconero di Raspadori si trasformerà in realtà, ma di essere pronto il ventiduenne attaccante neroverde lo ha confermato eccome nei successivi 84 minuti. Mettendo in mostra tutte le qualità che lo hanno portato nel radar della società bianconera, a cominciare da un’intelligenza di prim’ordine. Perché è prima di tutto grazie a quella che il numero 18 del Sassuolo è riuscito a mettersi nelle condizioni di sfruttare tutte le proprie altre doti, rapidità, tecnica e tiro in primis.Sullo stesso argomentoCarnevali sul futuro di Raspadori: “Juve? Il rapporto è ottimo”Calciomercato Juventus
Schierato alle spalle di Scamacca nel 4-2-3-1 di Dionisi, ha ballato tra le linee del 4-4-2 bianconero spostandosi di preferenza verso sinistra, alle spalle di Zakaria e dove Danilo tendeva a lasciarlo a Bonucci, trovando spazi e tempi per ricevere. Come al 10’, quando ha potuto girarsi e, dopo aver saltato De Sciglio, ha sfiorato l’incrocio sul secondo palo. Spina nel cuore, vista la posizione, più che nel fianco della Juventus, ha dato un’altra lezione da scuola calcio con il gol, quando ha visto lo spazio giusto tra Bonucci e un Bernardeschi troppo largo e si è fiondato a ricevere lì la sponda di Berardi per poi battere Szczesny. Gol vanificato pochi minuti dopo dall’unico sussulto di Dybala, che almeno nel tabellino dei marcatori ha pareggiato i conti con il suo possibile erede. Erede che, al microfono all’intervallo, ha mostrato di possedere anche aplomb da Juventus: «Pensavamo fosse fallo – ha detto riguardo al contrasto Morata-Kyriakopoulos da cui era nata l’azione del pareggio -, ma dobbiamo andare avanti, è stato un errore nostro. Stiamo facendo una grande partita, dobbiamo tirare di più».
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Grande è stata di certo la sua e di sicuro l’interesse juventino nei suoi confronti non è diminuito: «Inutile nascondere che un po’ di richieste per i giocatori ne abbiamo – aveva ammesso al riguardo l’ad neroverde Giovanni Carnevali ai microfoni di Sky prima della partita -. La volontà nostra però è anche di crescere e non vendere tanti ragazzi. Valuteremo da qui a fine stagione le possibilità migliori, sia per noi che per i ragazzi stessi. Con la Juve abbiamo un ottimo rapporto e avremo sicuramente modo di parlare di giocatori, se ce ne fosse qualcuno a cui sono interessati». C’è eccome, e non solo Raspadori. Fin dalla scorsa stagione, quando andava a vedere il Monza dei suoi amici Berlusconi e Galliani, Massimiliano Allegri aveva notato Davide Frattesi, allora in prestito ai brianzoli. Figurarsi se in questa stagione poteva sfuggirgli (e non è sfuggito neppure ai dirigenti bianconeri) il fatto che il centrocampista classe 1999 si sia confermato ad alto livello anche in Serie A.
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A colpire Allegri era stata soprattutto la capacità di Frattesi di inserirsi e andare al tiro: 8 i suoi gol nel Monza. Capacità che al centrocampo juventino manca enormemente e che Frattesi (4 gol finora) ha confermato anche ieri: pur impiegato, come sempre in questa stagione, da mediano nel 4-2-3-1, è stato il giocatore che ha tirato di più. Cinque conclusioni una delle quali, di testa su corner, ha spaventato Szczesny. «Avremmo dovuto concretizzare di più», si è rammaricato dopo la partita, senza perdere il sorriso: «I fanta-allenatori saranno arrabbiatissimi». Unito a quelle conclusioni, il tiro a botta sicura di Dybala respinto di petto al 27’ del primo tempo descrive perfettamente le sue qualità da tuttocampista. Qualità che però ha notato anche l’Inter. Un’altra grande sfida, a cui per ora Frattesi dice di non pensare: «Adesso penso a finire bene con il Sassuolo, poi in estate se sarà sarà».
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